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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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07/08/2021
( 1164 letture )
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Eccolo qua, infine è arrivato: dopo cinque album (contando il semi-omonimo EP/LP di debutto) i D.R.I. commettono il loro primo vero passo falso. È sempre una situazione scomoda scrivere di un disco che può dividere come Definition: da un lato ci sarà senz'altro chi lo apprezza e lo reputerà un full length più che discreto nella discografia della band esentandolo da critiche e difetti assortiti, ma d'altra parte dopo attenta analisi il disco va preso per ciò che effettivamente è, vale a dire un lavoro piuttosto insoddisfacente.
Caratterizzato da uno stile che risulta essere ulteriormente metal rispetto ai precedenti album, Definition può a un primo impatto apparire un buon prodotto ma si percepisce ben presto che qualcosa non va. Sì, è suonato bene e la produzione -invero forse un po' troppo "leggera"- permette di distinguere ogni strumento, i riff di Cassidy non mancano e la voce di Kurt Brecht mostra una certa linearità (Say It). Ed è proprio qui il problema: sono davvero questi i D.R.I.? Dov'è finita la rabbia delle loro canzoni, dov'è il messaggio che la band vuole gridare in faccia all'ascoltatore? Probabilmente bisogna tener conto anche di altri fattori: il punk è ribellione e forse da giovani si riesce ad esprimere meglio certe idee, o perlomeno qui sembra davvero che Brecht & Co. vadano incontro alla famigerata crisi di mezza età (non tanto i musicisti, ai tempi trentenni, quanto la loro attitudine). Discorso antipatico e sicuramente estendibile ad altri gruppi e generi del metal, ma che forse nel crossover mostra il fianco in maniera ancor più evidente proprio per la natura di certe composizioni. Del resto, a voler ben guardare, nemmeno i testi spiccano per contenuto e ispirazione, diventando talvolta quasi parodistici. Certo, brani come Acid Rain o Don't Ask possono forse risultare quasi apprezzabili, anzi nella tracklist di Definition si può affermare che spicchino ma basta immaginarli all'interno di uno dei primi quattro album per capirne il vero -non eccelso- potenziale.
Alla fine dell'ennesimo ascolto il disco in questione non riesce mai davvero a risollevarsi, risultando alla fine fiacco e trascinandosi stancamente senza una meta precisa: niente furia distruttiva qui, solo un compitino portato a termine per forza e il risultato non può che essere mediocre.
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4
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55 mi pare oltremodo ingeneroso. Non possiamo gridare al capolavoro ma ad un disco compatto con alti e bassi sì. 70 ci sta tutto. |
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3
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Totalmente in disaccordo con il rescensore, forse abbiamo ascoltato dischi diversi.
Se non sente rabbia in pezzi come Dry Heaves forse abbiamo un concetto di rabbia diversa, oppure si aspetta di sentire in un disco dei D.R.I. la rabbia dei Cannibal Corpse.
Per fortuna anche gli altri lettori hanno una buona opinione di questo lavoro, che di certo non è al livello dei suoi 3 predecessori, ma regala momenti di grandissimo thrash&punk.
Voto: 75 |
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2
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Matocc, vai a recensire l'ultimo di Orietta Berti, dai, ti compete di più..... |
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1
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50? Time out, secondo me, è uno dei loro migliori brani in assoluto. Acid Rain, Guilt trip, la già citata time out e don't ask, un quartetto di alto livello.
Almeno il 60, siccome hai detto che è mediocre, lo devi dare. Per me 70 ci sta tutto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Acid Rain 2. Tone Deaf 3. Guilt Trip 4. Hardball 5. The Application 6. Paying to Play 7. Say It 8. Dry Heaves * 9. Don't Ask 10. Time Out 11. Let It Go 12. You 13. The Target
Bonus tracks *
CD - Dry Heaves LP - Out of Mind Cassette - Hide Your Eyes
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Line Up
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Kurt Brecht (Voce) Spike Cassidy (Chitarra) John Menor (Basso) Rob Rampy (Batteria)
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