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L`Alba di Morrigan - I’m Gold, I’m God
10/08/2021
( 1216 letture )
Ben nove anni separano il primo album dei torinesi L’Alba di Morrigan da questa nuova uscita intitolata I’m Gold, I’m God, rilasciata da My Kingdom Music come da prassi per la band.
Sulle nostre pagine il precedente The Essence Remains era stato accolto calorosamente e in quell’anno la creatura di Ugo Ballisai si era resa protagonista di un’escalation notevole che l’aveva portata a suonare al fianco di realtà come Anathema ed Esoteric. Il disco del 2012 poggiava su una salda e personale interpretazione del post rock più cupo ed etereo, costantemente in bilico tra goticismo e ruvidezze metal, ma con le proprie influenze sempre bene in vista. Poi d’improvviso le cose hanno iniziato a girare per il verso sbagliato e i membri della band si sono alternati per anni senza trovare una reale stabilità, decretando di fatto un lungo letargo per L’Alba di Morrigan.
Ugo Ballisai però non ha mai messo in dubbio il ritorno del gruppo ed anzi, proprio il periodo di pandemia appena trascorso ha dato ulteriore forza al frontman per ultimare i dettagli del nuovo album, destinato a segnare un nuovo traguardo per la band, oggi composta da ben sei musicisti.

I’m Gold, I’m God, fin dalle prime note, si fa apprezzare per un sound ed una scrittura capaci di superare quelle del disco precedente, concentrando gli ingredienti già noti della formazione torinese in un calderone di stili ormai puramente personale e distintivo. Quello che si nota in maniera inequivocabile è la maggior presenza di sonorità prettamente metal – in particolare doom – inserite in un contesto che rimane ancorato al post metal e che concede meno spazio alle componenti gothic per donare più rilevanza alla voce. Proprio quest’ultimo aspetto potrebbe far pendere l’ago della bilancia in sede di valutazione, dal momento che, sebbene la musica proposta dal gruppo sia solida e convincente – ora grazie anche ad una produzione azzeccata, che fa risaltare gli arrangiamenti strumentali – la voce di Ugo Ballisai è ancora decisamente acerba e lontana dalla precisione che ci si aspetterebbe da un album come questo.
Vero è che il timbro del cantante rimane in molti aspetti adatto alle trame strumentali della band, soprattutto quando la voce viene raddoppiata e resa corale, ma l’intonazione lascia spesso a desiderare e le linee vocali non risultano sempre indovinate, con pochissimi momenti memorabili. A questo aggiungiamo una pronuncia inglese non proprio esaltante ed ecco che, come già riportavamo nella nostra recensione di The Essence Remains, il tallone d’Achille de L’Alba di Morrigan è presto individuato. È un peccato che i nostri non abbiano pensato a soluzioni diverse per ciò che riguarda il comparto vocale, magari con ospitate o maggiori interventi corali, ma questo rimane il problema più vistoso per i torinesi.
Ad ogni modo non bisogna fare l’errore di pensare che, a causa della voce, I’m Gold, I’m God sia un album malriuscito, perché in realtà non potremmo essere più lontani da un brutto album: i dodici brani che compongono la scaletta riescono ad essere omogenei e compatti, con la sezione ritmica guidata dal bravo Marco Rossini (qui anche in veste di produttore) sempre sul pezzo e capace di esaltare le progressioni armoniche delle chitarre di Raffaele Carano e Gianni Vallino (quest’ultimo responsabile del master dell’album).
Emblematico da questo punto di vista un brano come Kali Yuga che, oltre ad essere l’unico momento interamente strumentale del disco, è anche l’unico composto da Giampiero Ballisai, in coppia con Marco Rossini. In quattro minuti la band riesce a mostrare le proprie potenzialità compositive grazie ad un buonissimo impiego delle dinamiche; inoltre i vari cambi umorali all’interno del brano rimandano a soluzioni già opethiane, con un afflato gothic qui ben radicato. I suoni sono ottimi, in particolare per quel che riguarda la batteria, e anche le sezioni soliste riservate alla chitarra si rivelano di buon gusto.
In generale i torinesi sono migliorati moltissimo in fase di scrittura e sin dall’iniziale Satya Yuga ne danno prova, intessendo un episodio diretto, ma sofisticato, dove si alternano sezioni ora doom ora più gothic e sul finale c’è spazio anche per un breakdown dal sapore incredibilmente modern metal, con quel pizzico di elettronica sempre apprezzabile.

Detto della pronuncia inglese tutt’altro che impeccabile, c’è da dire che in questo nuovo album i brani cantati in lingua madre sono ben due, con I Fiumi Di Rosso Sangue, uscito come singolo, che svetta all’inizio della scaletta: musicalmente siamo nuovamente di fronte ad una prova impeccabile e mai scontata, mentre vocalmente rimangono i soliti difetti già elencati, ma compensati da un testo criptico ed affascinante, in realtà un po’ appesantito dalla disposizione della linea vocale. Il fluire ininterrotto del brano è però un’arma potentissima che rende il risultato finale degno di nota e meritevole di essere ascoltato più e più volte, anche grazie all’ennesima prova chitarristica sopra le righe.
Quasi agli antipodi si pone invece Morrigan’s Dawn, con le sue atmosfere acustiche notturne e soffuse. Qui Ballisai decide di utilizzare un timbro grave e quasi monocorde, che si adatta bene al contesto e che guadagna in emotività grazie ai gradevoli raddoppi vocali. Il testo rimane criptico e denso di elementi esoterici, da sempre utilizzati dal cantante all’interno dei propri testi, ma forse meno coinvolgente del brano menzionato poc’anzi. Nel complesso però siamo di fronte ad uno degli episodi migliori dell’album, che funziona grazie alla sola presenza della chitarra acustica e per questo rimane purtroppo un unicum in scaletta. Un peccato che Morrigan’s Dawn sia posto alla fine del disco perché, anche se è chiara la sua funzione in quella posizione, arriva dopo un lotto di brani dal minutaggio importante che rischiano di offuscarlo un po’.
Fortunatamente il penultimo brano in scaletta è un altro piccolo capolavoro che risponde al nome di Rosa Mundi: sette minuti di continue progressioni armoniche che la band ha partorito in maniera totalmente spontanea ed istintiva, anche se ascoltando il risultato finale non si direbbe affatto. Anche qui la partenza è acustica, ma poi i toni si alzano e subentra un bel riff metal che lascia intendere che non siamo di fronte ad una ballad. Addirittura, con il proseguire del brano, il gruppo si concede un’esplosione corale al limite dello shoegaze, che anticipa un assolo di chitarra come al solito più che apprezzabile. è qui che L’Alba di Morrigan raggiunge il proprio apice compositivo, con un episodio che dal vivo sarà sicuramente in grado di emozionare e che anche su disco fa il proprio lavoro in maniera egregia.

Queste sono più o meno tutte le sfaccettature di un album che si spera non passi inosservato, anche se risulta non esente da difetti: tra l’elettronica soffusa di scuola Katatonia che caratterizza I’m Lucifer e gli spunti maggiormente prog di The Chant Of The Universe, i torinesi sono in gradi di accontentare una vasta platea di ascoltatori con un sound ormai inconfondibile e sempre più lontano dalle influenze palesi che ne hanno dato origine nel lontano 2008. I mentori del gruppo rimangono sempre lì e non sfuggiranno di sicuro ad un orecchio attento, tuttavia la capacità di scrittura di Ugo Ballisai e dei suoi nuovi compagni è salita ad un livello superiore e ci possiamo solo augurare che continui, magari con qualche accorgimento ulteriore per ciò che riguarda il canto, ma senza perdere mai di vista i traguardi raggiunti. I’m Gold, I’m God è un album cupo, ma al contempo ricolmo di speranze, che si farà apprezzare maggiormente nelle future serate autunnali, magari con lo scroscio della pioggia come sottofondo.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
65 su 1 voti [ VOTA]
entropy
Martedì 10 Agosto 2021, 13.11.14
1
Amo questo gruppo. Il disco precedente secondo me è un vero gioiello nascosto di gothic/post metal. Ho aspettato per tanti anni il loro ritorno, che trovo ottimo, ma un po inferiore all esordio!
INFORMAZIONI
2021
My Kingdom Music
Gothic / Doom
Tracklist
1. Satya Yuga
2. I Fiumi Di Rosso Sangue
3. Where Everything We Know Begins And Ends
4. I'm Lucifer
5. I Am Gold, I Am God
6. Aiwass
7. The Chant Of The Universe
8. Kali Yuga
9. Alpha Supernova
10. The Voice Of Choronzon
11. Rosa Mundi
12. Morrigan's Dawn
Line Up
Ugo Ballisai (Voce, Synth)
Giampiero Ballisai (Chitarra)
Raffaele Carano (Chitarra)
Gianni Vallino (Chitarra)
Osmar M. Santucho (Basso)
Marco Rossini (Batteria)
 
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