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Leprous - Aphelion
27/08/2021
( 5496 letture )
È di nuovo tempo di consumare il rito d’ascolto del materiale inedito dei Leprous che, inflessibili nella propria tabella di marcia, pubblicano Aphelion a due anni esatti dal precedente Pitfalls. Esso si pone idealmente in continuità con Malina e Pitfalls confermando ulteriormente il volere dei norvegesi di non limitarsi a paletti stilistici auto imposti, preferendo ancora una volta la sperimentazione con sonorità prevalentemente aliene al metal e al rock tout court. Stando alle parole di Einar Solberg, Aphelion era stato pensato come un EP ma, a causa del tempo extra ritrovato a causa della pandemia, si è optato per un album intero. Ciò ha influito indubbiamente sulla lavorazione del disco che è stato registrato in tre luoghi differenti: ai Ghost Ward Studio di Stoccolma, assieme al collaboratore di lunga data David Castillo, poi presso gli Ocean Sound Recordings e i Cederberg Studios di Christer Cederberg. Ciò ha portato a dieci nuove canzoni, scritte e registrate in momenti diversi che, oltre a riconfermare il sodalizio con Raphael Weinroth-Browne al violoncello e Chris Baum al violino, ha visto il coinvolgimento della brass band Blåsemafiaen per Running Low e Nighttime Disguise.

Preferiamo togliere subito le castagne dal fuoco dicendo che anche questo nuovo capitolo discografico, esattamente come accaduto per i precedenti, animerà per un bel po’ le discussioni della fan base del gruppo, tra i detrattori rimasti fermi agli ormai imprescindibili Tall Poppy Syndrome e Bilateral e chi invece ha apprezzato l’evoluzione sempre più orientata verso un eclettismo spinto e lontano dal metal e dal progressive. Infatti solamente la conclusiva e superlativa Nighttime Disguise ripesca il raffinato metal delle origini tra chitarre stoppate, sincopi ritmiche e poliritmi della batteria in cui è perfino possibile udire Einar Solberg sfoggiare un ferale growl nella parte finale del brano, riprendendo quelle esplosioni emotive che hanno contribuito a rendere riconoscibile lo stile dei primi Leprous. Le restanti nove tracce si discostano in modo evidente, andando a costituire un corpus curioso e di difficile interpretazione che si abbevera abbondantemente di soluzioni che comprendono l’elettronica e il synth-pop, le suggestive orchestrazioni di violoncello e violino, l’alternative rock dei migliori Muse e 30 Seconds To Mars, passaggi indefiniti tra pop-rock-funk e chi più ne ha più ne metta. Come al solito domina Solberg, sempre più padre e padrone del progetto, che qui continua a mettere a nudo i propri stati d’animo più oscuri e deprimenti da un lato e dall’altro a costruire i brani valorizzando al massimo le proprie e indubbie doti vocali. Si susseguono infatti falsetti cristallini, gorgheggi e vocalizzi altissimi, passaggi quasi sussurrati e molto altro, andando a costituire un quadro sonoro tra dolore, ansie e paure. Seguono le tastiere, il pianoforte e l’abbondante impiego degli archi, qui tutti in primo piano nel dettare l’atmosfera sommessa e depressa del disco tra melodie orchestrali, tappeti dei tasti d’avorio e beat elettronici. Tor Oddmund Suhrke e Robin Ognedal invece sembrano essere stati maggiormente sacrificati nell’economia dei brani. I loro interventi appaiono in punta di piedi, timidi con molte chitarre pulite e pochissime esplosioni nei riff stoppati appena accennati. Gli assoli sono stati tirati via praticamente del tutto e, al posto del virtuosismo delle due chitarre, è stato dato a violoncello e violino il compito di riempire gli spazi vuoti con melodie più o meno ariose. Simen Daniel Lindstad Borven non pervenuto. O meglio la sua amalgama con Baard Kolstad alla batteria è talmente al servizio dei pezzi che è praticamente impossibile trovare uno spazio in cui egli si erga protagonista. Sul batterista nulla da ridire, dal momento che persino in un contesto così delicato come quello di Aphelion, egli riesce nel compito di mettere in risalto le ingegnose parti di batteria pur restando nei limiti di un songwriting più asciutto. Scorgendo la tracklist, i brani che meglio rappresentano l’umore generale dell’album sono nella prima metà: Running Low, Silhouette, All The Moments, mentre al giro di boa segnaliamo The Silent Revelation, On Hold Castaway Angels e la già citata Nighttime Disguise.

La valutazione di Aphelion qui ed ora costituisce un terreno alquanto scivoloso, insidioso. Un vero ginepraio insomma. Bisogna prendere il disco e l’evoluzione sonora dei Leprous per quello che è oppure, al contrario, è più corretto metterlo in prospettiva delle precedenti release? I norvegesi possono essere considerati progressive nel senso attitudinale e sperimentale del termine, e quindi sempre alla ricerca di nuovi stimoli o, al contrario, degli scapestrati modaioli hipster? Oppure forse la loro è una ricerca verso la più vasta trasversalità musicale possibile, rischiando persino di non piacere ai metallari perché troppo leggeri, ai fan del prog perché troppo naif e ruffiani per i loro canoni e persino ad altri potenziali pubblici perché paradossalmente troppo fini, tecnici ed intellettuali… Solo il tempo potrà rispondere a queste domande, anche perché attualmente l’aspetto più complesso dei Leprous consiste nel capire esattamente a chi si rivolgano, cosa vogliano suonare e come potrebbero diventare in futuro visto il continuo ed imprevedibile sviluppo del proprio stile. Certo che però, detto onestamente e aldilà del numerino simbolico qui sotto, questi nuovi Leprous piacciono e anche parecchio.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
47.67 su 113 voti [ VOTA]
Drake95
Martedì 25 Luglio 2023, 15.37.02
20
Voti lettori come sempre ridicolo, andate ad ascoltare i vostri gruppi con la barba lunga e i Camo che di musica un cazzo capite Per la recensione invece sono d\'accordo
DraKe
Venerdì 12 Novembre 2021, 17.59.58
19
Emotivo, intenso, di classe superiore....in una parola: bello!! Non solo non è metal, ma non è nemmeno inquadrabile in un genere ben definito ed è solo un bene perché quando si ha la tecnica x fare quello che si vuole, quando si hanno delle idee ben precise sui paletti entro cui stare e un'ispirazione compositiva alle stelle il risultato è ciò che conta è qui tende al clamoroso! Bello leggere i commenti qui sotto che mostrano sensibilità e competenza e che condivido in gran parte. I falsetti sono l'aspetto che tollero meno mentre trovo ripetitive alcune linee melodiche vocali, ma l'interpretazione di solberg è da pelle d'oca! Inoltre è dotato di una timbrica unica. Un perfetto esempio di come la tecnica sia piegata ai fini del brano e non di sé stessa. Per me qui siamo ai massimi vertici della musica. Questa è Arte!
Steve68
Venerdì 17 Settembre 2021, 15.38.54
18
Aphelion **** settimo disco per i norvegesi Leprous, uno delle band piu` innovative dell`ultimo decennio. Il percorso iniziato con Malina e proseguito con Pitfalls, fa un ulteriore passo in avanti. Dunque dal Prog metal o meglio Avant-garde metal all`Art rock e` la direzione intrapresa da almeno tre album. Premetto che il disco e` anche questa volta ricco di spunti interessanti con le chitarre sempre meno protagoniste in favore di synth, violoncello e violino. La ritmica e` come sempre di grande livello. Il meglio a mio parere nel finale con On Hold e Nighttime Disguise. Quest`ultima e` anche la traccia piu` metal del lotto. Chitarre stoppate e perfino il ritorno del growl in un breve tratto. Ma ora la riflessione che faccio e` : i lunghi passi verso questa trasformazione, ha avvicinato pericolosamente i Leprous nei pressi del symphonic rock dei Muse, e sappiamo tutti quale deriva hanno intrapreso gli inglesi… Quindi per ora bene cosi`, ma attenzione ai prossimi passi, dove Einar Solberg dovra` evitare pericolose attitudini tronfie e boriose, a favore di una piu` asciutta ricerca sperimentale. Non resta che goderci i 56 minuti divisi in dieci brani, nelle solite raffinatezze ritmiche e melodiche.
Black Me Out
Domenica 12 Settembre 2021, 14.46.23
17
Finalmente, dopo un po' di settimane di ascolti, mi sento di esprimere il mio parere, che è totalmente positivo: posto che adoro cento volte di più "questi" Leprous rispetto a quelli dei primi cinque album (che ai tempi ho comunque ascoltato e apprezzato, qualcuno di più qualche altro di meno) e che da "Malina" in poi a mio parere la qualità e la raffinatezza della band sono andate sempre più raffinandosi, questo nuovo "Aphelion" mi è entrato sottopelle lentamente, ma inesorabilmente, molto più che "Pitfalls", che al contrario ha avuto su di me un impatto più immediato. Inizio subito col dire che secondo me chi sostiene che i Leprous attuali siano l'emanazione del solo Einar Solberg si sbaglia, anche perché basta prestare attenzione agli arrangiamenti di brani come "On Hold" o la più catchy "Out Of Here" (che sul ritornello quasi omaggia la bellissima "Alleviate", dallo scorso album) per capire come le chitarre siano ancora fondamentali nell'economia del sound dei norvegesi (e hanno sempre dei suoni stupendi cavolo! Da chitarrista rimango davvero estasiato dal sound delle chitarre nel mix degli ultimi tre dischi del Leprous). Chiaramente pianoforte, archi e tastiere hanno preso il sopravvento e nel mix generalmente stanno sempre davanti, ma per me questo non è un aspetto negativo, anzi. Le atmosfere da musical di "Running Low" riescono a unire con grazie le diverse componenti e il risultato è stellare a mio parere. Ma poi, se anche fosse, voglio dire: hai un cantante come Solberg e non lo sfrutti al massimo? Sarebbe un po' stupido ragionare in questi termini per come la vedo io. Perciò ben venga sentirlo volare nei ritornelli di "Nighttime Disguise" (peccato per quel growl, per me abbastanza spompato e fuori luogo) e nei falsetti quasi alla Alex Turner di "Have You Ever?"! Vero, come dice Stefano, che il basso è un po' sacrificato, ma il pensiero dei musicisti secondo me è stato quello di fondere il basso elettrico con i bassi dei synth, che quando spingono infatti riempiono lo spazio sonoro in maniera non indifferente. Però in "The Silent Revelation" e in "Silhouette" il suono di Simen Børven viene fuori bene dai. Su Baard Kolstad nulla da dire invece, la sua è una prova di classe, al servizio dei brani, ma con una personalità debordante. Un piacere seguire le sue evoluzioni anche sui pattern più lineari. Dunque io sono veramente felice di ascoltare "Aphelion", il disco cresce di giorno in giorno e credo che lo ascolterò complessivamente molto più di "Pitfalls", che comunque gira ancora spesso nel mio stereo. Brani come "All The Moments", con la sua bella intro, e "Castaway Angels" li ascolto a ripetizione, ma anche "Running Low" e "Nighttime Disguise" ormai le canto a memoria. Per ora il brano che mi ha preso meno è "The Shadow Side", così come "Silhouette", ma credo che cresceranno a loro volta con gli ascolti. Segnalo poi la bella bonus track "A Prophecy to Trust", brevissima, ma godibile. In conclusione il mio voto è un 8 abbondante, vedremo se crescerà ancora, ma l'entusiasmo è ancora altissimo dopo ormai molti ascolti. Avanti così Leprous!
Salvo
Lunedì 6 Settembre 2021, 0.53.27
16
@M. G. sono d'accordo, il picco è On Hold, davvero molto bella. Il fatto è che mi interessa di più il 'Metal' rispetto al 'Rock', per questo preferisco i lavori precedenti... Ora ho più chiaro il voto...per ora sono anch'io sull'80, ma probabilmente crescerà con gli ascolti...
M. G.
Domenica 5 Settembre 2021, 17.25.26
15
Non credo abbia senso paragonarlo agli album precedenti a Malina o al massimo a The Congregation, visto il netto cambio stilistico. La band di Bilateral (n.b. il mio secondo album preferito fra i loro) non ha molto a che fare con quella di Aphelion. Ad ogni modo, per me il capolavoro imbattuto dei Leprous resta Malina, ma fra Pitfalls e Aphelion la sfida è interessante. L'ultimo album è sicuramente meno cupo e angosciante degli ultimi due album, ma comunque emotivamente potente e coinvolgente, oltre che elegante e raffinato. Oltretutto c'è stata una diversificazione dei pattern emotivi, con un certo lavoro sui contrasti che diviene evidente in "All the Moments". Per me il picco dell'album è "On Hold", brano stupendo che è entrato subito nella mia top3 dei Leprous. Segue "Nighttime Disguise", che ci dona un po' di adrenalina e di dinamismo prog metal. Notevoli anche "Running Low", col suo disturbante assolo di violoncello, "Out of Here", che trovo molto ispirata nel suo mescolare bene i vari elementi dello stile Leprous 2021, la ballad strappacuore "Castaway Angels" e le più rock "Silhouette" e "The Silent Revelation". "The Shadow Side" inizialmente non mi piaceva, ma è cresciuta molto con gli ascolti. "Have You Ever?", invece... non so, non mi prende affatto; è un brano molto raffinato, con un sound design dei synth davvero curato, ma non capisco dove voglia andare a parare. D'altra parte pure Pitfalls presenta uno scivolone, ossia "By My Throne". In generale, comunque, trovo Aphelion un album davvero validissimo. Più di Pitfalls? Per adesso non ne ho idea; lo capirò meglio con i prossimi ascolti. Si sente la mancanza dei riffoni contorti e storti alla "Third Law" e di ritmiche nervose alla "Coma", ma non si può neanche dire che Aphelion sia tutto soft. Più che quella rock, quindi, a essersi ridotta è la componente virtuosistica degli strumenti rock/metal: la batteria fa ancora cose straordinarie, ma sembra guardare più al jazz, mentre i momenti iper-tecnici delle chitarre e del basso sono spesso sostituiti dalle evoluzioni al violoncello. Nondimeno, da qui a dire che il bassista non sia pervenuto ce ne passa, perché si sente eccome! E questo nonostante il ruolo da protagonista assoluta dato alla voce di Einar, straordinariamente espressivo e dalle grandi capacità interpretative, ma anche versatile come mai prima d'ora (in "Nighttime Disguise", il suo passare da note gravi ad acutoni in falsetto, per poi chiudere con lo scream, è spaventoso). Parlando invece delle strutture dei brani, credo siano molto meno dispersive di quelle di The Congregation (che ha alcuni brani fighissimi, ma si perde in lungaggini inutili e ripetizioni). Forzando un po' le cose paragonandolo a Coal, Aphelion stra-vince a mani basse; ma a mr Coal non è mai piaciuto. Infine, come classificare Aphelion? In primis parlerei di synth rock, perché la componente elettronica è importante e si sente l'influenza dei Muse e dei Thirty Seconds to Mars. Anche symphonic rock sarebbe un'etichetta azzeccata, vista l'importanza della componente orchestrale, ora in parte estesa anche a qualche ottone. Progressive rock? Anche, perché il prog c'è ancora. Forse queste tre etichette potrebbe essere riunite sotto il vessillo dell'art rock, ma è così importante dirlo?
Salvo
Venerdì 3 Settembre 2021, 15.05.26
14
@Gabriele non è terribile, dai! Però in effetti tutti i lavori precedenti a questo e al penultimo lo surclassano, o comunque son migliori. @McCallon è vero, la seconda parte è migliore, la prima non è male però. Sono ancora indeciso sul voto.
McCallon
Lunedì 30 Agosto 2021, 19.58.24
13
L'ho ascoltato solo due volte per ora; è un album difficile, che per ora mi pare diviso in una prima metà che trovo non esaltante (e parlo di metà matematica, fino alla traccia 5) e una seconda metà dove il livello si alza notevolmente. Le seconde cinque tracce sono veramente belle, soprattutto Silent Revelation, Castaway Angels e On Hold.
Gabriele
Lunedì 30 Agosto 2021, 18.55.29
12
Terribile.
Danimanzo
Lunedì 30 Agosto 2021, 15.26.18
11
Ricevuto e appena terminato il primo ascolto. Solita classe sopraffina e musicalità eccelsa. Oramai si sono quasi completamente distanziati dal genere di partenza, ma se riescono a mantenersi su lidi rock abbiamo di fronte uno dei gruppi di punta presenti e futuri. Voto numerico 87/100.
HeroOfSand_14
Lunedì 30 Agosto 2021, 14.35.34
10
Dopo un singolo, misero ascolto ho poco impresso in testa e sono poco convinto. Non capisco se sia più o meno diretto di Pitfalls, leggo opinioni discordanti in merito. Ho paura che veramente tante cose di questi Leprous fatichi a digerirle, però i singoli sono finora quelli che mi hanno preso di più. Al top metto Castaway Angels, gioiello puro, e Nighttime Disguise che funziona bene (vuol dire che i fan loro sono bravi pure a dare direttive!). Per il resto dovrò tornarci sopra altre volte, troppi dettagli (come sempre) da assimilare e scoprire
Black Me Out
Domenica 29 Agosto 2021, 13.25.50
9
@eli6slash Il "finale incattivito" dell'ultimo brano è a mio parere molto più facile da spiegare: appartiene ad una composizione condivisa che la band ha effettuato con l'aiuto dei fan, i quali hanno praticamente fornito le direttive generali per scrivere il brano. E secondo me ha risaltato "l'amore" dei fan di vecchia data che hanno voluto dare un'impronta più metal al tutto. Infatti per me proprio quella piccola sezione (scream incluso) è quella che stona maggiormente nel contesto del disco.
eli6slash
Domenica 29 Agosto 2021, 12.09.30
8
Album meraviglioso, il finale incattivito mi fa dedurre che forse il prossimo sarà un po' meno intimo e melodico e più "metal"
Adrian Smith
Sabato 28 Agosto 2021, 12.17.57
7
Disco intimista, molto interessante. Pur lontano dal prog metal, ho ritrovato alcune armonia Dei primi Threahold e Conception. Cresce con gli ascolti. 84
Micologo
Sabato 28 Agosto 2021, 9.38.47
6
Bello, al di là di nomi, generi, dischi passati e confronti con altri. Col tempo si capirà se è anche un gran disco.
FrancescoNic
Sabato 28 Agosto 2021, 2.20.14
5
Questo è il miglior lavoro dei Leprous e non sto scherzando. Riesce a coniugare complessità e semplicità allo stesso tempo. L'elettronica è l'evoluzione del metal del futuro. Il che non vuol dire che le chitarre non avranno più peso. Ma è bello sentire sonorità così avvolgenti che ricalcano che non è solo la chitarra elettrica l'arma vincente. Lavoro straordinario dall'inizio alla fine. Io essendo cantante sono restato stupito dal progresso tecnico Solberg. Sono rimasto stupito dai suoi acuti in voce e non sempre in falsetto rinforzato, una cosa che non avevo mai veramente riscontrato. Penso che abbia fatto un passo avanti tecnico notevole! È un disco più rock che metal ma chissenefrega è un progressive stupendo, nuovo e davvero con delle idee originalissime! Per chi abituato ad ascoltare prog addirittura questo disco sarà più orecchiabile e semplice rispetto ad altri dei Leprous! E qui ritorniamo all'inizio quando dicevo che è complesso e semplice allo stesso tempo! È la fusione azzeccata in musica!
rob83
Venerdì 27 Agosto 2021, 23.36.54
4
Album spettacolare che cresce con gli ascolti, non c'e' nessuna canzone che non mi piace, neanche have you ever? che all'inizio avevo storto il naso!!! voto 90 x me!
EctobiusRex
Venerdì 27 Agosto 2021, 19.50.06
3
"Simen Daniel Lindstad Borven non pervenuto" Qualcuno si è distratto mentre ascoltava The Silent Revelation
Giaxomo
Venerdì 27 Agosto 2021, 19.16.27
2
Sono al primo giro, appena terminato il quinto brano (non avevo ancora ascoltato nessun singolo perché loro fanno parte della categoria "scatola chiusa") ma è già un gran bel (bellissimo) iniziare e per il momento non mi sembrano abbiano abbandonato le coordinate stilistiche del magnifico album precedente. Anche io comunque concordo con Eugyx, che, seppur attestandosi sempre su livelli alti/altissimi (parliamo comunque di una band di un'altra categoria...), non hanno più sfornato un disco del valore di Bilateral, anche se con Pitfalls, per me il loro secondo più bello, ci sono andati estremamente vicini. Forse è per questo che le attese per questo Aphelion sono più alte del solito. A risentirci.
Eugyx
Venerdì 27 Agosto 2021, 18.21.24
1
Trovo limitante nascondersi dietro etichette e generi preferiti. Senza negare che, secondo me, non sono più riusciti a creare una gemma ai livelli di Bilateral, Aphelion si attesta che ancora riescono a fare album di ottima qualità; poco importa se non è metal o prog, musicalmente ammalia e non stanca; l'ampio utilizzo degli archi è più preponderante e risulta efficace. Personalmente lo sto apprezzando molto e lo apprezzerò di più ascoltandolo di più.
INFORMAZIONI
2021
Inside Out Music
Inclassificabile
Tracklist
1. Running Low
2. Out Of Here
3. Silhouette
4. All The Moments
5. Have You Ever?
6. The Silent Revelation
7. The Shadow Side
8. On Hold
9. Castaway Angels
10. Nighttime Disguise
Line Up
Einar Solberg (Voce, Tastiere)
Tor Oddmund Suhrke (Chitarra)
Robin Ognedal (Chitarra)
Simen Børven (Basso)
Baard Kolstad (Batteria)

Musicisti Ospiti:

Raphael Weinroth-Browne (Violoncello)
Chris Baum (Violino)
Blåsemafiaen (Ottoni nelle tracce 1 e 10)
 
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