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Labyrinth - 6 Days to Nowhere
04/09/2021
( 1228 letture )
Labyrinth. Come per certi prodotti con cui abbiamo a che fare quasi giornalmente, un marchio che comunica affidabilità, professionalità e qualità media sempre importante al netto di qualche inciampo lungo la strada. Arrivata nel 2007 al sesto album e persa lungo la via qualche grande occasione, la band si presentò al suo pubblico con 6 Days to Nowhere, Roberto Tiranti impegnato anche al basso e una scaletta che mostrava più di una concessione a situazioni meno power - a tratti classificabili come vicine all’AOR – fortemente incentrato sull’esaltazione di melodie certamente di gran classe.

Aperto da un pezzo aggressivo e dolce allo stesso tempo come Crossroads, bene in equilibrio tra le varie sfumature musicali proposte dal disco, There Is A Way prosegue sulla stessa falsariga, ma con un occhio più attento a un certo AOR che abbiamo citato in apertura. Parlando di sorprese: Lost spiazza per il suo ricorso ai blast beat, peraltro inseriti in una struttura che ondeggia tra momenti quasi rarefatti che rendono l’impalcatura del pezzo un continuo "carica e scarica" che vede pure il ricorso al growl di Mattia Stancioiu. Una canzone che quantomeno costringe a seguirla con attenzione. Passo che viene poi ceduto a un’altra completamente diversa come Mother Earth, ancora una volta giocata sull’atmosfera, la perizia dei musicisti, un ritornello che si memorizza immediatamente e la voce di Tiranti, efficacissima per tutta la durata del lavoro. Un po’ le stesse carte che si gioca Waiting Tomorrow, altro brano un po’ più carico e irrobustito qua e là dal lavoro di chitarre e sezione ritmica, ma essenzialmente votato a quell’AOR che attraversa diagonalmente l’intera scaletta, come in altri frangenti. Quantomeno divertente il recupero bluesy di un super classico come la beatlesiana Come Together prima di rientrare in territori power/speed con Just One Day, che però apre ancora a uno di quei ritornelli melodici tipici del brand Labyrinth che, tanto per cambiare, restano subito in mente. Nuovamente notevole, per inciso, l’apporto delle due chitarre. Piacevoli l’incedere di What??? e le sue soluzioni ritmiche e gradevole la presenza di una voce femminile, mentre Coldness conta una volta di più su una scrittura scorrevole e l’ennesimo ritornello arioso da cantare mentre si ascolta il pezzo. Rusty Nail, Out Of Control e Wolves'n'Lambs si fanno ascoltare bene, ancora sospese tra ritmiche pesanti (per quanto possibile in questo campo) e melodie avvolgenti. Specialmente la terza. Si arriva in dirittura d’arrivo con la ballata Smoke and Dreams, canzone che guadagna molto dall’interpretazione di Tiranti e si chiude con la versione 2007 di Piece Of Time, già presente in No Limits del 1996.

Al tirar delle somme 6 Days to Nowhere non è il miglior album della discografia dei Labyrinth e oggi come oggi non è certo il primo a venire in mente quando si parla di loro. Tuttavia, si tratta di un lavoro ben scritto rispetto agli obiettivi della band al tempo della sua incisione, altrettanto ben prodotto ed eseguito in maniera impeccabile da tutti i musicisti coinvolti nell’operazione. Qualche canzone non è certo memorabile e qualcos’altro risulta forse un po’ frammentario (Lost), eppure il CD suona ancora quantomeno molto godibile. Se cercate qualcosa che possa fungere da esempio di come lavorano dei professionisti del metal-rock, 6 Days to Nowhere può essere ancora un vademecum adeguato.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
70.24 su 100 voti [ VOTA]
enrico bustaffa
Venerdì 10 Settembre 2021, 17.54.09
5
della fase "sperimentale." è quello che mi è piaciuto meno. Sicuramente è molto più azzardato stilisticamente dei due precedenti che alla fine dei conti gli rimangono di gran lunga superiori
max
Giovedì 9 Settembre 2021, 7.36.46
4
molto bello
Epic
Lunedì 6 Settembre 2021, 15.39.03
3
Aceshigh pensa che Freedom io lo reputo un capolavoro, il migliore dopo Heaven Denied. Almeno li I Labyrinth avevano presentato qualcosa di fresco.
Aceshigh
Lunedì 6 Settembre 2021, 10.16.17
2
Della fase senza Thorsen il mio preferito (potrà sembrare strano) rimane Freeman, ma anche questo non è per niente male. Qualche pezzo non mi è mai piaciuto (tipo l’atipica Lost), ma altri funzionano alla grande, tipo Mother Earth, l’opener Crossroads, o la più catchy Coldness. Voto 78
Epic
Sabato 4 Settembre 2021, 15.13.26
1
Album snobbato e sottovalutato, a me è sempre piaciuto. I Labyrinth hanno tentato di are qualcosa di diverso, non tutto è perfetto ma di sicuro si tratta di un buonissimo album. 75
INFORMAZIONI
2007
V2 Records
Power
Tracklist
1. Crossroads
2. There Is A Way
3. Lost
4. Mother Earth
5. Waiting Tomorrow
6. Come Together
7. Just One Day
8. What???
9. Coldness
10. Rusty Nail
11. Out Of Control
12.Wolves’N’Lambs
13. Smoke And Dreams
14. Piece Of Time (2007)
Line Up
Roberto Tiranti (Voce e basso)
Andrea Cantarelli (Chitarra)
Pier Gonella (Chitarra)
Andrea De Paoli (Tastiere)
Mattia Stancioiu (Batteria)
 
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