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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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11/09/2021
( 891 letture )
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Nel 2004, dopo diversi cambi di line-up, gli Opera IX danno alla luce Anphisbena, uno dei loro concept più sentiti ed ambiziosi. Accantonate le atmosfere puramente black e arcane degli esordi, con sapienza e maturità i nostri connazionali inseriscono ambient pagani e folk al loro suono, lasciando inalterate le marcate tinte melodiche che li caratterizzano. Con il fondatore-chitarrista-compositore Ossian al timone di comando, i nostri spostano decisamente il loro orizzonte musicale e concettuale, lasciandosi guidare da forti influenze sciamaniche, spirituali e mistiche, sia nei testi che nell’impatto sonoro. Il disco è composto da nove brani originali più una cover, come vedremo in seguito, edito dalla Avantgarde Music
Anphisbena ha di fatto un suono tanto curato quanto crudo, con le tastiere in primo piano ma mai invasive o eccessive, forti chitarre squisitamente old school e una voce lasciata leggermente indietro nel mixaggio, come se fosse uno strumento facente parte della ritmica generale. Una scelta sonora complessiva che ben si pone nei diversi stili musicali esplorati, considerando anche l’utilizzo saltuario di strumenti non appartenenti al genere, come tamburi medievali, violoncelli e flauti.
Dopo una epica e atmosferica intro Many Moon Ago ed un crescendo, la band esplode in The Serpens Nemeton, una canzone in cui il lavoro delle tastiere la fa da padrone, caratterizzando l’incedere e il mood del pezzo. Nelle seguenti The Prophecy e In Hoc Signo Sanguinis è sempre la componente melodica a svettare, i brani offrono interessanti accelerazioni black e un piacevole groove di base, con i primi innesti di suoni e ambienti medievali a caratterizzarne l’ascolto. Nella scaletta non mancano inoltre piacevoli spunti feroci come in Battle Cry oppure in The Sixth Tower, probabilmente uno dei pezzi più diretti e aggressivi mai composto dalla band biellese. Piacevolissimi concentrati compositivi nella strutturazione di un brano, inoltre, li si possono sentire anche nella titletrack Anphisbena. A chiusura di questa loro nuova creatura musicale gli Opera IX tributano i maestri del genere black: i Bathory, con One Road To Asa Bay, uno dei loro brani più epici ed apprezzati concepiti dalla mente di Quorthon, in una versione molto fedele all’originale, seppur con delle vocals diverse per interpretazione ma dal risultato finale più che convincente.
Anphisbena nella carriera dei biellesi segna una svolta musicale, sia stilistica quanto concettuale e, pur non essendo un disco perfetto e con alcuni punti probabilmente rivedibili o migliorabili, si rivela essere un piacevolissimo ascolto, sia oggi come ieri. Le composizioni suonano molto orecchiabili e scorrevoli, nonostante vi siano alcuni punti rivedibili come la durata e la ripetitività di certi passaggi, contrapposta però ad un’aura generale, che si propone in ogni brano, che gode di fascino e di piacevolezza nell’ascolto. Agli Opera IX va dato merito di esser sempre stati in grado di cambiare pelle e di evolversi, continuando per la loro via in maniera imperturbabile e duratura e, a distanza di anni, anche se probabilmente non all’altezza mistica degli album d’esordio, Anphisbena resta un piacevolissimo ascolto.
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4
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Carino, ma senza Cadaveria... |
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3
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Me lo ricordo questo, cover dei Bathory agghiacciante. |
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Carino.... Ma senza Cadaveria sono diventati una band normale |
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1
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Senza Cadaveria..no Opera IX... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Many Moons Ago 2. The Serpent’s Nemeton 3. The Prophecy 4. In Hoc Signo Sanguinis 5. Immortal Chant 6. Scell Lem Duibh (Song Of Death) 7. In The Sixth Tower 8. Battle Cry 9. Anphisbena 10. One Rode To Asa Bay
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Line Up
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M. The Bard (Voce, Chitarra) Ossian (Chitarra) Vlad (Basso) Lunaris (Tastiere) Dalamar (Batteria)
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