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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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The Treatment - Waiting For Good Luck
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16/09/2021
( 490 letture )
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“Cosa resterà degli anni ’80”? Se lo chiedeva, ai tempi, il buon Raf in una (non eccelsa) canzonetta pop italiana del periodo. Non è facile dare oggi, a 40 anni di distanza, un giudizio unanime; ma se si restringe lo sguardo al solo mondo della musica hard rock/metal, la risposta non può che essere “molto”. Prendiamo questi validissimi The Treatment: grintoso quartetto britannico che arriva con questo Waiting for Good Luck alla quinta realizzazione sulla lunga distanza: questo disco trasuda hard rock anni ’80 dalla prima all’ultima nota, pur non mancando una potenza sonora ed un impatto tipicamente figlio dei nostri giorni. La band inglese, fondata nel 2008 nella città di Cambridge, mostra al meglio ciò di cui è capace, dando libero sfogo a tutta l’energia e la potenza di cui dispone.
Andiamo per ordine: la formazione che ha lavorato all’album vede l’ottimo Tom Rampton alla voce (alla seconda uscita discografica con i The Treatment), Tagore Grey alla chitarra, Tao Grey alla chitarra e al basso, e Dhani Manswoorth alla batteria, alla quale si è unito, successivamente al termine delle registrazioni, il bassista Andy Milburn. L’album offre un gruppo di brani caratterizzati dalla presa immediata determinata da riff chitarristici riuscitissimi, linee vocali decise ma melodiche e “ruffiane” quanto basta, e sezione ritmica adeguatamente cadenzata e vigorosa. Sa di già visto o già sentito? Indubbiamente. Ma, come cantano gli Stones, “it’s only rock n’ roll, but i like it”.
La prima traccia, Rat Race, unisce un riff chitarristico tipicamente AC/DC ad un chorus azzeccato vagamente alla Def Leppard: insomma, fin da subito parliamo di una riedizione riveduta e (non troppo) corretta del classico hard ottantiano, di quello buono. Take It Or Leave colpisce soprattutto per gli azzeccati fraseggi di chitarra, mentre la successiva Lightining in a Bottle ha una linea melodica talmente compiacente verso l’ascoltatore da richiamare i Cheap Trick, pur non mancando l’energia. Vampress parte invece subito a tutta velocità, riportando in alto la tensione, in attesa di sfociare in un chorus anthemico e riuscitissimo, ben nobilitato dall’ugola del singer. Dopo una partenza a tutta carica, ecco il momento deputato ai mid-tempos di matrice blues, altro classico irrinunciabile dell’hard ottantiano: i The Treatment presentano due brani, l’uno di seguito all’altro, dalle spiccate influenze blues, Eyes on You e No Way Home, che fungono anche da riuscita alternativa all’immancabile “ballad di metà disco”, che invece i nostri si tengono nel cassetto. Si riparte al suono dell’hard rock con Devil in The Detail, un brano che potrebbe essere preso pari pari da un disco dei Dokken o dei Ratt di metà anni ‘80. Uno strano giro di basso fa invece da intro per Tough Kid, brano che parte quasi sussurrato per poi esplodere nel riff serrato e nel chorus trascinante, mentre Hold Fire sembra la versione velocizzata e “metallizzata” di alcuni brani anni ’70: se sentite reminiscenze Deep Purple o Led Zeppelin o AC/DC, non è un caso. Nuovamente “back to the blues” con Barman, una traccia che potrebbe essere frutto di un’ipotetica jam fra Eric Clapton e i Led Zeppelin, con tanto di honky-tonk piano assolutamente sorprendente. Si va verso la fine, ma resta lo spazio per il mid-tempo energico di Let’s Make Money, riuscita soprattutto nelle parti chitarristiche, e per il singolo Wrong Way, altro tuffo ben calibrato verso il rock degli eighties, di cui qui troviamo tutte le caratteristiche migliori.
Non sempre l’innovazione a tutti i costi premia: spesso un disco volutamente e dichiaratamente derivativo, ma ben composto, ben suonato e ben prodotto riesce a centrare il bersaglio in maniera più efficace di tanti esperimenti senza capo né coda. I The Treatment qui non cercano certo di realizzare un’opera epocale; tuttavia riescono, pur nella semplicità delle soluzioni scelte, a realizzare uno dei dischi più gustosi e piacevoli dell’annata. Scusate se è poco…
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Album più che discreto, un po' come i suoi precedenti.
Non saranno innovativi ma si lasciano ben ascoltare, più di certo di gruppi che li hanno influenzati (tipo gli ultimi AC/DC). |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rat Race 2. Take It Or Leave It 3. Lightning In A Bottle 4. Vampress 5. Eyes On You 6. No Way Home 7. Devil In The Detail 8. Tough Kid 9. Hold Fire 10. Barman 11. Let’s Make Money 12. Wrong Way
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Line Up
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Tom Rampton (voce) Tagore Grey (chitarra) Tao Grey (chitarra e basso) Dhani Mansworth (batteria)
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