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26/04/24
KARMA
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Craven Idol - Forked Tongues
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16/09/2021
( 2230 letture )
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Prendere rischi è sempre un azzardo, e anche chi si trova a recensire un disco deve mettere in conto che magari il suo pensiero può essere smentito da diversi fattori, ma il terzo album dei Craven Idol porta a sbilanciarsi: Forked Tongues è un capolavoro del thrash a tinte black, senza alcuna ombra di dubbio. Nata come duo nel 2005, la band rilascia il primo full length solo otto anni più tardi e dopo qualche cambio in line up raggiunge l'attuale stabilità, trovando quella particolare amalgama tra i componenti che incentiva a raggiungere buoni -talvolta ottimi- risultati, ed è questo il caso.
Forked Tongues è un album di qualità eccelsa e lo si capisce fin dall'artwork disegnato dall'affermatissimo Eliran Kantor, già autore di copertine per Testament, Heaven Shall Burn, Fleshgod Apocalypse, Satan, Sodom, nonché l'ultimo Helloween tanto per gradire. L'artista israeliano si è dichiaratamente ispirato alle opere "La grande onda di Kanagawa" e soprattutto "Il drago volante sopra il Monte Fuji" del maestro giapponese Katsushika Hokusai (1760-1849) per raffigurare l'orrendo mostro mitologico Tifone, che scaturisce dall'eruttante Etna fronteggiato da Zeus, mentre sulla back cover Cerbero scruta i minacciosi flutti del Mediterraneo. Se come si suol dire un libro non si giudica dalla copertina, è pur vero che l'album si presenta decisamente in una maniera che fa ben presagire la qualità di ciò che vi è inciso sopra. E a tal proposito va detto che dai sulfurei solchi del platter escono note che colpiscono l'animo nel profondo: tra urla belluine tipicamente old school (Iron Age of Devastation) disperati scream e vocal gutturali da oltretomba, Sadistik Vrath sembra voler portare l'inferno -o meglio, l'Ade- direttamente in terra; con un rombo soffocato il magma fuoriesce dalle viscere del vulcano -Even the Demons…- per riversarsi sull'ascoltatore che, in balia di tale furia, ammira impotente lo spettacolo dalle sue pendici. Il disco è in pratica una sorta di concept ispirato ai miti dell'antica Grecia e in particolare assistiamo alla rivincita da parte di Tifone (il Caos) nei confronti del supremo dio dell'Olimpo (e quindi dell'Ordine) che dopo aver inizialmente sconfitto il Titano viene nuovamente sfidato: ma ora le cose sono cambiate e gli Olimpi, indeboliti da millenni di eccessi e appagati da una fittizia età dell'oro, si ritrovano ancora a fronteggiare il potentissimo nemico che vuole distruggere l'armonia universale con rinnovato furore. Annichilente la furia del mostro in The Wrath of Typhon, la battaglia viene resa perfettamente da un uso degli strumenti assolutamente appropriato (epico il lavoro su Deify the Stormgod), con un blast beat allucinante che trova in Iron Age of Devastation e nella title track alcune delle sue maggiori espressioni e riff di chitarre che sembrano scagliare fulmini ad ogni plettrata. A proposito della quinta traccia, va evidenziato come essa risulti praticamente composta da due brani distinti dopo lo stacco di metà song e ciò conferma la varietà del songwriting, il quale mischia con sapienza un thrash selvaggio con un retrogusto death in diversi passaggi, come ad esempio gli assoli, ma il tutto sottomesso all'oscura ombra di un proto-black di ottantiana memoria (e che i Venom siano un'ispirazione per Sadistik Vrath è lapalissiano); la cosa che colpisce è l'apparente naturalezza con cui questa formula -anche grazie alla produzione affidata a Tom Dring- viene resa nella forma-canzone la quale prende appunto le sembianze dello stesso Tifone nella mente di chi ascolta questi accordi. Tutto è perfetto in quest'opera d'arte che vuole avvicinare, ribaltandolo, l'ideale di bellezza proprio della Grecia Antica adattandolo quindi alla musica pesante.
Gli inglesi hanno raggiunto un livello di maturazione che mai avevano toccato, dando alle stampe un concentrato di epica cattiveria e pura intensità; Forked Tongues tratta di mitologia con metallica passione e violenza inaudita rappresentando l'ideale colonna sonora per le vicissitudini di queste antiche divinità, rendendole incredibilmente reali e attuali. Capolavoro dei Craven Idol e disco thrash/black dell'anno, destinato a diventare un Classico -appunto- del genere.
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8
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ottimo lavoro ma anche per me voto esagerato. |
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7
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Bel disco, ma secondo me voto un po' esagerato |
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6
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Per gli amanti del genere consiglio i Wraith |
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5
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Cattivissimo come piace a Me! Questi sono Album come si deve! |
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4
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Ottimo scritto Matocc! Che diventerà un classico del genere non saprei, ma di certo ci troviamo davanti ad un salto qualitativo bello grande. Un devasto che non molla nemmeno un secondo della sua durata. Le prime impressioni sono positivissime. |
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2
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Un bel passo in avanti rispetto al precedente, e comunque buono, album!
Per il voto aspetto di assimilarlo per bene, ma ai primi 2 giri l'impressione è ottima |
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1
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Gran bel disco, colpisce duro senza andare nel caos. Voto 88. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Venomous Rites 2. The Wrath of Typhon 3. Iron Age of Devastation 4. Even the Demons… 5. Forked Tongues 6. Deify the Stormgod 7. The Gods Have Left Us for Dead
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Line Up
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Sadistik Vrath (Voce, Chitarra) Obscenitor (Chitarra, Voce) Suspiral (Basso, Voce) Heretic Blades (Batteria)
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RECENSIONI |
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