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GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
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1914 - Where Fear And Weapons Meet
23/10/2021
( 2587 letture )
I crudeli e feroci 1914, bestiali macchine da guerra, tornano dopo tre anni più agguerriti del solito con un disco prepotente e martellante. I nostri instancabili soldati arrivano con un lavoro a dir poco eccezionale, ispirato e privo di paure. Un’energica fatica che conferma le abilità e le capacità del gruppo stavolta andando addirittura oltre la trincea e scavalcando i propri livelli tecnici. Contestualizzato all’interno della Prima guerra mondiale, l’album risulta chiaro e senza insicurezze, veri e propri scontri di riff in ambientazioni di catastrofe totale.

Suggestioni belliche che troviamo nello spedito blackned death proposto dalla band capace di definire perfettamente la Grande Guerra che porta il nome di Where Fear and Weapons Meet. Una battaglia fatta di regolari ritmi marziali ed assoli tossici e letali di chitarre che si scontrano con le pelli infuocate della batteria, che in particolare in questo album ha un andamento in cedere costante e che legato al resto della strumentazione diventa una pesante "nave da terra" pronta a distruggere ogni cosa. La band ci conduce verso un’agonizzante fine passando su montagne di cadaveri, pozze di sangue e fango e pericoli disumani lì dove l’aria puzza di morte e di polvere da sparo, non c’è via di fuga, solo la mano del triste mietitore, che troviamo nell’artwork, può donarti la pace. Il tratto distintivo dei 1914 non è mai soltanto bellico, ma anzi, tende sempre ad avere toni drammatici, dolorosi e una musicalità violenta creata dalle furiose chitarre e dalla voce graffiante di Ditmar Kumarberg che catapultano in contesti e scenari storici di guerra dove uscirne è difficile, e la via di fuga non lascia senza lividi e ferite insanabili; sì, perché questo disco lascia davvero il segno. Where Fear And Weapons Meet è ancora più buio del precedente nonostante le tematiche trattate siano pressoché le stesse, ma la sofferenza che si percepisce è maggiore, l’intento dei nostri ucraini è sempre lo stesso: farci rivivere attraverso la loro musica devastante i momenti più crudi della Prima guerra mondiale. Il disco, proprio come i precedenti, segue una linea ben precisa: vi è una intro, War In, e una outro, War out, che suonano canzoni di quel periodo storico con la qualità del suono autentica. Il primo brano vero e proprio è FN .380 ACP#19074 (modello e numero di matricola della pistola usata da Gavrilo Princip a Sarajevo per uccidere l’erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico Francesco Ferdinando, evento che precede il conflitto mondiale) traccia incandescente che apre in maniera aggressiva l’album definendone l’andamento ritmico incalzante, seguita dalla facinorosa ed irrequieta Vimy Ridge (In Memory Of Filip Konowal) dedicata al pluridecorato soldato canadese/ucraino. Il disco prosegue raccontandoci la vittoria dell’Inghilterra sulla Germania con Pillars of Fire (The Battle of Messines), traccia di un dinamismo unico in cui tutto scorre velocemente e dove le chitarre ed una voce dannata si mischiano creando un clima freddo e disperato che proseguirà imperterrito per il resto del disco. Le ritmiche aggressive di Don't Tread on Me (Harlem Hellfighters) e Corps d’autos-canons-mitrailleuses danno una prepotente sterzata deviando per pochi minuti verso suoni più oscuri e pungenti come fossero filo spinato. Assieme ai sample d’epoca, anche le cornamuse della lunga ed espressiva The Green Fields Of France e l’acustica Coward, interpretata dal cantautore folk ucraino Sasha Boole reclutato da Nergal nel progetto Me And That Man, contribuiscono all’immersione negli scenari istoriati dell’album. Altrettanto notevole è la voce leggendaria di Nick Holmes dei Paradise Lost in …and a Cross Now Marks His Place dove recita la lettera di un comandante inglese alla madre di un soldato morto in battaglia.

Where Fear And Weapons Meet è immediato. Ha un crescente e sempre più insistente dinamismo strumentale data anche dalla velocità degli e da una spiccata andatura marziale che va a braccetto con una spietata batteria. Un disco tragico e travolgente, di una sofferenza più marcata rispetto alle storie raccontate nei due capitoli precedenti, di una furia insolita. La fattura di questo terzo full length dei 1914 è ottima e priva di sbavature, stratificato e cementato da intense ed accurate ricerche storiche. Where Fear and Weapons Meet è ufficialmente un capolavoro, la consacrazione della band.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
85.11 su 17 voti [ VOTA]
Deep Blue
Sabato 7 Ottobre 2023, 14.22.07
9
Sembra uno di quei documentari/fiction che si vedono in tv, molto particolare e rende l\'idea
Ezio
Martedì 7 Marzo 2023, 16.16.24
8
Riascoltato prima, una cavalcata verso il fronte bravissimi.
Ezio
Lunedì 7 Novembre 2022, 19.44.33
7
Una piccola perla, fottutissimo blackenhed death/Doom di livello davvero alto, canzoni lunghe ma che non stancano, prerogativa dei grandi album penso che il voto sia giusto senza rubare niente anzi io avrei dato qualcosa in piu'. Ascoltero' di sicuro anche il precedente questi 1914 sono una bella sorpresa.
PROF
Sabato 15 Gennaio 2022, 0.19.00
6
Appena ordinata l'ultima copia in vinile dal mio spacciatore abituale, sorseggiando la quarta pinta di questa fredda serata di gennaio...disco da ascoltare come gli altri, di notte in penombra, sfogliando libri di storia e riflettendo dell'assurdità di questa inutile guerra. Brividi, gelo, mio nonno era al fronte. Grande band. Voto 84.
Lord Vonatar
Sabato 6 Novembre 2021, 18.05.48
5
Mi è piaciuto molto, unica pecca, secondo me il suono del rullante, proprio detestabile. Fosse stato qualcosa di più old school, legnoso per intenderci sarebbe stato da 80 come primo ascolto
Mauroe20
Domenica 31 Ottobre 2021, 22.22.28
4
Direttamente tra i dischi nella top ten 2021.Ottimo lavoro di ricerca e contenuto.
Ad astra
Sabato 23 Ottobre 2021, 10.54.52
3
Io li adoro proprio, anche se oggi sono più “raffinati” di prima. Quanta bellezza
Black Me Out
Sabato 23 Ottobre 2021, 10.45.16
2
STU-PEN-DO! Avevo ascoltato a suo tempo "Blind Leading the Blind", ma forse non era il periodo adatto perché all'epoca non mi disse molto (riascoltato ieri sera invece ha avuto tutto un altro effetto, in positivo), ma questo nuovo album è davvero bellissimo. La durata è un pelo ostica (cinque minuti in meno avrebbero giovato probabilmente), ma il risultato è eccellente e lo dice uno che non ama quasi per niente il death/black. In questo caso però ho ascoltato più e più volte davvero con piacere, dal momento che la produzione è ottima e le sezioni folk e spoken word si amalgamano alla perfezione con il contesto "metal" imbastito dalla band. Musicalmente poi il disco riesce a ricreare un vero e proprio viaggio e narrativamente funziona proprio bene. Mi è piaciuto molto, ma probabilmente con gli ascolti è destinato a crescere ancora.
lisablack
Sabato 23 Ottobre 2021, 10.38.26
1
Bellissimo album, giusto il voto, tra i migliori del 2021
INFORMAZIONI
2021
Napalm Records
Death / Black
Tracklist
1. War In
2. FN .380 ACP#19074
3. Vimy Ridge (In Memory of Filip Konowal)
4. Pillars of Fire (The Battle of Messines)
5. Don't Tread on Me (Harlem Hellfighters)
6. Coward
7. ...and a Cross Now Marks His Place
8. Corps d'autos-canons-mitrailleuses (A.C.M)
9. Mit Gott für König und Vaterland
10. The Green Fields of France
11. War Out
Line Up
2.Division, Infanterie-Regiment Nr.147, Oberleutnant - Ditmar Kumarberg (Voce)
37.Division, Feldartillerie-Regiment Nr.73, Wachtmiester - Liam Fessen (Chitarra)
5.Division, Ulanen-Regiment Nr.3, Sergeanten - Vitalis Winkelhock (Chitarra)
9.Division, Grenadier-Regiment Nr.7, Unteroffiziere - Armin fon Heinessen (Basso)
33.Div., 7Thueringisches Inf.-Reg't. Nr.96, Gefreite - Rusty Potoplacht (Batteria)

Musicisti ospiti:
Sasha Boole (Voce nella traccia 6)
Nick Holmes (Voce nella traccia 7)
 
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