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HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Powerwolf - Bible of the Beast
13/11/2021
( 896 letture )
Recensire un disco dei Powerwolf non è in realtà così semplice come potrebbe sembrare. La loro produzione infatti è talmente monolitica e il livello così regolare negli anni che si rischia alla fine di scrivere sempre le stesse cose. Anche in questo caso non ci si discosta da tale concetto, con buona pace di chi cerca nella musica originalità e novità stilistiche. Se non altro però Bible of the Beast, terzo lavoro dei teutonici, ha il merito di definire, dopo due album orientati maggiormente verso un heavy di matrice classica, il sound più marcatamente power che li distinguerà negli anni a venire. Il full-length è uno degli episodi più significativi della carriera dei nostri, sia per quanto appena esposto che per la qualità complessiva delle composizioni e dell’esecuzione. Attila Dorn libera finalmente tutto il potenziale della sua carismatica voce, fino ad allora solo parzialmente espresso e la musica assume connotati di personalità notevoli che precedentemente si erano sentiti solo a sprazzi. Se a questo aggiungiamo l’ottima attitudine live, con face painting, scenografie pseudo-religiose, cori in latino, profusioni di accordi di organo da chiesa e tutto il resto (compreso il non prendersi troppo sul serio), si capisce bene il motivo per il quale la band diventerà un’istituzione del power metal.

La tracklist si rifà ad alcuni episodi biblici riletti alla loro faceta maniera; bisogna dire che il comparto testi non è certamente fra i punti di forza del platter, spesso anzi è meglio sorvolare sulla eccessiva banalità dei concetti espressi. La musica invece è di tutt’altra pasta, a volte esaltante e coinvolgente, altre volte più oscura, comunque sempre su buoni livelli e sostenuta da un’ottima performance di tutti i componenti del combo. Niente di nuovo, per carità, ma nessuno pretende dai Powerwolf molto di più di un sano headbanging su robuste canzoni metal.

Ad aprire le danze, dopo una ululante e orrorifica intro (ma è un horror un po’ alla Scary Movie), è Raise Your Fist, Evangelist, uno dei pezzi più conosciuti della band. Il brano è un irresistibile anthem fatto di riff, cori e pugni alzati nel quale si staglia in tutta la sua aggressività la voce di Attila Dorn, solida ed efficace come non mai. Quest’ultimo, con la sua ugola così differente dalla scuola power tedesca composta perlopiù da squillanti vocalist, è assoluto protagonista in tutto il platter ed il suo carisma caratterizzerà negli anni a venire più di chiunque altro la carriera dei Powerwolf.
Bible of the Beast prosegue su standard che si mantengono medio-alti, fra episodi più cupi (Moscow After Dark, Wolves Against the World), cavalcate palesemente maideniane (Pain in the Pentagram, St. Satans Day) o più peculiari e interessanti (Seven Deadly Saints), anthem estremamente orecchiabili come Catholic in the Morning... Satanist at Night, We Take the Church By Storm, Resurrection by Erection, Midnight Messiah e soprattutto come Werewolves of Armenia che con i suoi “uh-ha” rappresenta un vero e proprio cavallo di battaglia in sede live. Il tutto condito da un volutamente eccessivo e tamarro uso di cori latini, che paradossalmente però raramente risulta stucchevole.

Difficilmente nella musica del gruppo si avvertono segni di cedimento o cali di qualità; d’altro canto si può affermare lo stesso per ciò che concerne l’assenza quasi totale di picchi di creatività. Base ritmica sempre potente e rocciosa, massicci tappeti di tastiere e organi, riff e assoli di chitarre costantemente all’altezza della situazione e la voce granitica del frontman caratterizzano prepotentemente questi cinquanta minuti scarsi. La sensazione che si ha dopo l’ascolto è senza dubbio positiva, quasi appagante, e ci si sente come se la band ci abbia trasmesso una parte del suo vigore. Da questo punto di vista l’album riesce assolutamente nel suo intento. Certo, innovazione e ricercatezza non abitano da queste parti, chi cerca principalmente questo di tipo caratteristiche non ha mai ascoltato e probabilmente non ascolterà mai i Powerwolf. Per quei momenti in cui invece ci si vuole tirare un po’ su, magari il lunedì mattina, o tenersi svegli per un viaggio in auto o in generale avere voglia di esaltarsi con della sincera musica metal, un disco come Bible of the Beast è il compagno perfetto. Oggettivamente non molto più di questo, ma non è mica poco.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
83.8 su 5 voti [ VOTA]
Uomoragno
Lunedì 28 Novembre 2022, 14.52.18
2
Sicuramente un'uscita ed un album che hanno fatto discutere e ancora fanno discutere. Personalmente lo reputo interessante e coinvolgente, carico e sopra alle righe. Formule consolidate per entrare subito in circolo, orecchiabili, semplici e diretti. Senza tante balle. Hanno peccato forse di originalità, ma si sono sempre dati da fare.
JC
Martedì 16 Novembre 2021, 15.47.31
1
Ottimo nel suo genere. Quando uscì fu esaltante.
INFORMAZIONI
2009
Metal Blade Records
Power
Tracklist
1. Opening: Prelude to Purgatory
2. Raise Your Fist, Evangelist
3. Moscow After Dark
4. Panic in the Pentagram
5. Catholic in the Morning... Satanist at Night
6. Seven Deadly Saints
7. Werewolves of Armenia
8. We Take the Church by Storm
9. Resurrection by Erection
10. Midnight Messiah
11. St. Satans Day
12. Wolves Against the World
Line Up
Attila Dorn (Voce)
Matthew Greywolf (Chitarra)
Flak Maria Schlegel (Organo, Tastiera)
Charles Greywolf (Basso, Chitarra ritmica)
Stèfane Funébre (Batteria)
 
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