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Apocryphal - Tales of Galilea
10/01/2022
( 1051 letture )
I veronesi Apocryphal ritornano dopo quasi quattro anni di silenzio con una raccolta di narrazioni bibliche apocrife (di fantasia della band), tutte legate da un filo comune: la Galilea, raccontata e suonata attraverso un black puro e provocatorio. Tales of Galilea è un nuovo capitolo, un’evoluzione complessa ma ben chiara e definita; la linea di confine tra black e death qui è sottile ed evidenti solo le parti melodiche che scandiscono momenti ritualistici ed atmosferici. Un disco curato, veloce ma allo stesso tempo dal sound innovativo, istanti melodici importanti alternati a crescenti riff e da composizioni semplici e di forte impatto.

Il clima che si respira in questo secondo full length è ben diverso dal precedente, una nube di biblica oppressione soffoca un songwriting ottimo contornato da una perfetta batteria ed uno scream crudo e spirituale che generano in composizioni complete e di massima ricercatezza. Le formule strumentali e compositive di queste nove tracce sono classiche ma non monocromatiche; l’opener We Raise The Sword Of Uriah dichiara nell’immediato il punto di forza e colonna portante del disco: il perfetto lavoro di chitarre che sin da subito mostra le molteplici soluzioni e le mille sfaccettature dell’album, un groove volutamente crudo e vecchia scuola che ritroviamo anche in Trust No God, con uno scream quasi sofferente e arpeggi ai limiti del macabro marciume. Con Weak and Miserables e Into the S.E.A. (Supreme Evil Ascetism) invece, il registro cambia leggermente: due brani che mettono in mostra la bravura e la tecnica dei musicisti, un basso ammaliante e magnetico e riff incalzanti dai toni classici. Blood Calls è la traccia di massima perfezione del disco, un drumming in perfetta simbiosi con la chitarra che danno vita ad un ritmo decisamente forte, mentre Fire Rain è invece una vera e propria furia black a tutti gli effetti. Oltre a queste sei tracce sopracitate troviamo tre intermezzi, Tales I, Tales II e Tales III, posti esattamente ogni due canzoni che non sono altro che momenti superlativi ed a tratti vagamente epici di compiuta abilità strumentale della band.

Tales of Galilea è pregno di atmosfere violente, un lavoro che abbraccia vecchi stilemi e nuovi tecnicismi che spesso deviano in situazioni strumentali melodiche e in forti emozioni oscure date da un black primordiale sgretolato ogni tanto da attimi di pura follia death e da mille cambi vocali infernali. Un disco di introspettiva religiosità personale con un determinato potenziale e sicuramente ben riuscito, con uno stile preciso che combina melodie e cattiveria sonora in grado di suscitare senza ombra di dubbio una tagliente spiritualità oscura.

«We just not believe this learned tales»



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
80 su 1 voti [ VOTA]
LUCIO 77
Venerdì 21 Gennaio 2022, 21.44.52
2
Mi è piaciuto molto questo Album.. Sinceramente all'inizio il Cantato mi sembrava un po' troppo basilare per le Composizioni, poi però l'ho metabolizzato.. Bravi!
Fabio
Sabato 15 Gennaio 2022, 14.39.10
1
Bellísima recensione, grazie!
INFORMAZIONI
2022
Autoprodotto
Black
Tracklist
1. We Raise the Sword of Uriah
2. Trust No God
3. Tales I
4. Weak and Miserables
5. Into the S.E.A. (Supreme Evil Ascetism)
6. Tales II
7. Blood Calls
8. Fire Rain
9. Tales III
Line Up
Gianmarco Bassi (Voce, Basso)
Fabio Poltronieri (Chitarra)
Diego Gini (Batteria)
 
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75
 
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