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Tony Martin - Thorns
11/01/2022
( 3476 letture )
Un ritorno e una conferma: tutto questo è Thorns, nuovo disco dello storico cantante inglese Tony Martin in questo turbolento inizio di 2022.
Il ritorno, tanto sorprendente quanto convincente, è proprio quello del buon Tony Martin. Per quei lettori (pochi, penso e spero) che non conoscessero il personaggio in questione, è utile ricordare come Anthony Philip Harford (questo il suo vero nome) fu scelto per essere, in due fasi distinte e per complessivi 10 anni, il frontman di un certo “semisconosciuto gruppetto inglese” di nome Black Sabbath. Non solo: lo fu, entrambe le volte, in due situazioni per il gruppo assai critiche, e in entrambe le occasioni il suo contributo, e la sua voce stentorea e iconica, furono determinanti per la sopravvivenza ed il proseguimento di carriera del quartetto di Birmingham. Nel primo caso, nel 1986, il gruppo arrivava dal turbolento periodo post-Dio, caratterizzato da innumerevoli cambi di formazione e dal rapido avvicendarsi, in soli tre anni, della triade Ian Gillan-Glenn Hughes-Ray Gillen nel ruolo di cantante: assoldato Martin i Sabbath seppero dare alla luce tre validissimi album come The Eternal Idol, Headless Cross e Tyr, assai apprezzati da critica e pubblico. Nel secondo caso, nel 1992, Iommi e soci erano nuovamente alla deriva dopo la breve riunione con Dio e la sua rapida fine per il solito “problema Ozzy”: riecco nuovamente Tony alla voce e di nuovo due discreti album, Cross Purposes e Forbidden, utili a tenere vivo il gruppo prima della reunion finale con Ozzy. Sparito parzialmente dalla circolazione e in realtà dedito a progetti più ristretti e di nicchia una volta lasciati i Sabbath, Tony Martin guida saldamente la sua band e si ripresenta perfettamente tirato a lucido e in forma sul mercato discografico con questo nuovo album.

La conferma, di cui questo disco è prova diretta e tangibile, è che il buon classico vecchio heavy metal ha ancora un futuro promettente davanti; a condizione di saperlo maneggiare in maniera così esperta e brillante. Le undici canzoni che lo compongono sono assolutamente esemplari.
Per certi versi sono la quintessenza della classicità: formazione a quattro (chitarra, basso, batteria e voce), stile mood e riff potenti e oscuri allo stesso tempo, che prendono ispirazione a piene mani dai maestri del genere, primi fra tutti, ovviamente, i Sabbath, ed in particolare quelli del periodo Ronnie James Dio e (guarda caso…) Martin. Linee vocali potenti, evocative e spesso orientate agli acuti, che il nostro riesce a gestire nel migliore dei modi malgrado l’anagrafe apparentemente non sia di aiuto (il buon Tony va per i 65 anni…).
Per altri versi, Thorns va a sfidare il metal moderno e le “nuove leve” sui loro stessi terreni: la produzione è assolutamente attuale, i riff di chitarra hanno uno “spessore” ed un impatto che non temono assolutamente confronti, la sezione ritmica “pesta” da par suo, e non teme di avventurarsi in sfuriate speed assolutamente travolgenti, ove occorre. Ma soprattutto i brani presentano una compattezza, una efficacia ed un impatto tali da potersi assolutamente confrontare con quanto di buono, in ambito metal, è stato concepito e realizzato negli ultimi 20-25 anni, e non solamente con i dischi degli anni ’80 o ’90. Giova ribadirlo: Thorns è un disco “classicheggiante” per ispirazione, mood, tematiche, ma assolutamente non passatista. A differenza di altre recenti uscite, che per stile e sound potevano tranquillamente essere state prodotte nel 1990 (o prima), questo album ha ben marchiato a fuoco l’anno di uscita 2022, e lo urla a tutta forza in ogni secondo.
Undici brani e neanche un secondo di stanca o di calo. Si parte a piena potenza con As the World Burns che, insieme alla successiva Black Widow Angel, definisce le coordinate sonore dell’intero disco: riffoni potenti, secchi e trascinanti, ma con un retrogusto oscuro, maligno e coinvolgente, che non può non richiamare i migliori Sabbath; linee vocali forti, epiche e in certi casi ardite, gestite con maestria invidiabile dal frontman; sezione ritmica ben presente e capace di unire cattiveria e fantasia di esecuzione. Presentano altre sfaccettature interessanti la sulfurea Book Of Shadows, dove i toni evocativi la fanno da padrona e il “dark blues” di Crying Wolf, dove all’interpretazione da brividi di Tony Martin si aggiunge un accompagnamento di Hammond (probabilmente suonato dallo stesso cantante, che, oltre che vocalist di eccezione, è anche un valido polistrumentista). La parte centrale dell’album è all’insegna di potenza e velocità: pezzi come Damned By You, No Shame at All o No Where to Fly possono sembrare versioni riattualizzate di certe idee presenti in Tyr o Headless Cross, ma ciò che fa la differenza è l’innata classe compositiva ed esecutiva, che qui emerge ad ogni nota. Passion Killer e Run Like the Devil non fanno prigionieri, travolgendo tutto con cavalcate chitarristiche mozzafiato e linee vocali d’eccezione (nota a margine: ma che voce spettacolare ha conservato il buon Tony?). Dinuovo un blues cupo e malinconico ci sorprende con This Is Your Damnation, che parte sui toni acustici per poi prendere quota prepotentemente; il finale invece è tutto dedicato al vero capolavoro del disco, la title track Thorns: un mid-tempo eccezionale, dotato di un’epicità e una forza evocativa che avrebbe reso orgoglioso l’indimenticato Ronnie James Dio, del quale Martin dimostra di essere, ancora oggi, uno dei pochissimi credibili eredi.

Un disco veramente d’eccezione questo Thorns, da consigliare senza indugio sia ai “cultori della materia” – i fan di Tony Martin e/o dei Black Sabbath – sia a tutti coloro che credono ancora nel metal classico e nella sua capacità di essere attuale e coinvolgente; una piacevolissima sorpresa per iniziare nel migliore dei modi un anno che tutti speriamo sia all’insegna della musica e non dei drammi e delle difficoltà che hanno caratterizzato gli ultimi periodi.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
72.80 su 47 voti [ VOTA]
Iommi
Lunedì 20 Novembre 2023, 7.32.52
25
Riascoltato tante volte. Ok; é stato bravo.
iommi
Mercoledì 2 Novembre 2022, 10.15.42
24
questa schizofrenia stilistica di tony martin non la apprezzo. capisco benissimo che a lui piacciano più generi (come anche a me) ma allora fai più album perché così manchi di compattezza e non si capisce quale sia il tuo sound. Scream un sound ce lo aveva, pure il poco caratteristico back where i belong (e appunto risultava difficile collocarli nella stessa discografia, ma non sarebbe questo il male) questo thorns...sarò io che non l'ho ancora colto. Ad ogni modo ritengo che una voce meravigliosa come la sua non sia esente dalla necessità di trovare un grande chitarrista e scrittore che lo affianchi, tanto è vero che il meglio che ha fatto dopo i black sabbath lo ha fatto con aldo giuntini sotto i moniker giuntini project che ha assicurato continuità stilistica e stile adatto a tony martin. Con Dario Mollo ritengo abbia fatto peggio nel senso che forse non era il chitarrista perfetto per lui per cui di tracce molto belle ne hanno fatte,ma di album compatti e belli nella loro interezza no
McCallon
Venerdì 11 Febbraio 2022, 19.54.55
23
Bel disco, la voce di Tony è ancora di livello, non penso si possa discutere su questo. Tripletta finale fantastica, disco che si chiude in crescendo con la splendida Thorns, come sottolineato in sede di recensione. Le altre tracce mi sono piaciute ma senza esaltarmi completamente, pertanto mi trovo un po' più in basso rispetto al voto della rece, sul 75. Grande Tony Martin!
iommi
Venerdì 11 Febbraio 2022, 13.11.20
22
per il momtnro mi è cresciuta la prima traccia, che al primo ascolto mi aveva deluso, ma le altre ancora non le apprezzo abbastanza. vedremo con altri ascolti. non mi sento ancora pronto per un giudizio definitivo
DEEP BLUE
Sabato 29 Gennaio 2022, 10.00.36
21
Per quanta riguarda la parola "capolavoro "ci andrei cauto anzi proporrei di abolirla al momento visto che è così fuorviante.
Philosopher3185
Martedì 25 Gennaio 2022, 0.22.11
20
Col cazzo che la parola capolavoro ormai non significa piu' nulla..Album come:number of the beast,back in black,led zeppelin II,e molti altri,non si possono che catalogare come capolavori,miti.Se dite il contrario allora ci capite poco di musica.E' vero Martin,come molti altri,non ha piu' la voce di prima ma compensa con l'interpretazione e il sentimento.
Sandro70
Lunedì 24 Gennaio 2022, 21.55.17
19
Tyr e Headless cross sono , senza dubbio, due capolavori.
Gianni Vaporella
Lunedì 24 Gennaio 2022, 21.10.38
18
85??? Allora, la voce di Tony Martin, per quanto sempre unica, epica ed evocativa, non è più quella dei capolavori coi Black Sabbath (sì professorini qui sotto, soprattutto Tyr e Headless Cross sono autentici CAPOLAVORI). Anzi ne è piuttosto lontana. Inoltre il songwriting ed anche l'esecuzione tecnica dei musicisti nel disco non sono all'altezza del mostro sacro dietro al microfono. Per non parlare della registrazione, chi c era dietro al mixer, un Labrador?! 70 di stima, toh 75 perché c è Tony Martin, "The eternal Idol".
El Faffo
Lunedì 24 Gennaio 2022, 14.23.30
17
Capolavoro, mito, imbarazzante... Termini che ormai non significano più nulla, depotenziati dal misuso
carroz
Domenica 23 Gennaio 2022, 17.24.18
16
la, parola,capolavoro viene abusata,un po' troppo a,mio,parere
Philosopher3185
Domenica 23 Gennaio 2022, 15.34.26
15
Mi sembrava di aver letto,che Iommi voleva tornare a collaborare con Martin....speriamo,perche' se e' in forma il cantante,potrebbe venire fuori una versione 2.0 dei Black Sabbath.Tyr,sopratutto e' un capolavoro
El Faffo
Venerdì 21 Gennaio 2022, 19.14.06
14
@Luke: non mi trovi per nulla d'accordo nel definire pessimo Forbidden. Io stesso lo vedo a suo modo diverso, quasi come fosse il frutto del lavoro di un altra band... Però spacca ed è il disco più "Thrashone" del Sabba. Soliti discorsi sulla soggettività dell' Arte a parte, andiamoci piano. Personalmente amo Heaven and Hell su tutti gli altri ma non trovo un solo disco che non andasse pubblicato (nemmeno 7th Star).
Luke
Giovedì 20 Gennaio 2022, 21.21.55
13
due discreti album? Cross Purposes e Forbidden?!! Cross Purposes è bellissimo invece quell'altro è davvero pessimo!
Broken Arrow
Giovedì 20 Gennaio 2022, 7.47.05
12
Buon disco, ma voto assolutamente esagerato, almeno 10 punti in neno per un disco piacevole ma che spesso latita nel mostrare un songwriting pienamente convincente. La voce del buon Martin ovviamente non è più quella di una volta, ma si difende ancora alla grande!
Shock
Lunedì 17 Gennaio 2022, 20.19.54
11
Disco che mi ha sorpreso. Il singolo mi aveva fatto storcere il naso, ma il lavoro nel suo insieme è veramente piacevole. Inutile dire che la voce di Tony è l'autentico non plus ultra che eleva la qualità del disco. Bellissimi sia i pezzi più moderni che quelli più sabbathiani, e per me l'apice è Crying wolf, notevole. PS.: il disco da venerdì a mezzanotte era disponibile su Spotify, poi è sparito. Boh.
Rush 1981
Lunedì 17 Gennaio 2022, 12.02.58
10
Ps. Dimenticavo e mi stupisco della recensore ...come mai non sia stata menzionata la presenza di Pamela Moore come ospite nella canzone Thorns... cmq davvero un grande disco che cresce con gli ascolti
Wingo
Domenica 16 Gennaio 2022, 14.00.58
9
I dischi dei Black Sabbath con Tony Martin come vocalist sono tra i miei preferiti, perciò non posso che apprezzare questo nuovo album che richiama proprio quel tipo di sonorità presenti in quegli album. La voce di Tony poi si conferma fenomenale senza risentire minimamente del passare degli anni. I pezzi che mi piacciono di più sono Book of Shadows e Damned by You. Voto 85.
Enrico
Domenica 16 Gennaio 2022, 2.45.10
8
Voto meritatissimo.
Fabio G
Sabato 15 Gennaio 2022, 10.58.50
7
I primi 3 album con i Black Sabbath furono secondo me tra i più belli della band in assoluto. E questo mi riporta indietro nel tempo dell'era TYR. L'ho ascoltato, e Tony ha fatto un grande album. Atmosfere stile Black Sabbath. Spero che Iommi ascolti questo lavoro e torni a collaborare con lui.
Rush 1981
Venerdì 14 Gennaio 2022, 21.25.03
6
Grande voce quella di Tony Martin... con un altro centro nella sua bellissima discografia.... Black Sabbath e progetti vari.. è sempre un piacere ascoltare la sua voce.. espressiva,corposa,epica e magica.... tra le traccie del disco spiccano a mio parere Book of The Shadows e No where to Fly con la grande chiusura di Thorns. Grande Tony! Grande recensione con valutazione Giusta!
El Faffo
Giovedì 13 Gennaio 2022, 19.02.02
5
Non mi entusiasmano molto il paio di ballate, per il resto disco bello pestone e soprattutto gran songwriting
angus71
Giovedì 13 Gennaio 2022, 16.42.51
4
curiosissimo di ascoltarlo. gli darei 99 cosi ad minchiam per pareggiare i 30 dati a scatola chiusa
Vittorio
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 14.55.49
3
Non vedo l'ora di ascoltarlo!
McCallon
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 10.43.44
2
Non posso ancora commentare il disco, non avendolo ancora ascoltato, ma sono contento di sapere che il buon Tony abbia fatto una gradita impressione con questo ritorno sulla scena. Lieto anche di sapere che ci sono almeno due utenti fenomenali che, con disco non ancora pubblicato, abbiano già fatto ripetuti ascolti e attente analisi volte a comprendere come questo sia uno dei peggiori album della storia della musica tutta, affibbiando due volte 30 come voto.
Painkiller
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 7.05.47
1
Mi fa molto piacere leggere che questo ritorno sia di livello. È chiaro che il mercato abbia sempre spinto per Ozzy e Dio, ma gli album con Tony, Tyr e soprattutto Cross Purposes per me, non hanno nulla da invidiare al meglio della produzione passata. La sua voce resta caratteristica, potente, inimitabile. Lo ascolterò.
INFORMAZIONI
2022
Battlegod Productions
Heavy
Tracklist
1. As the World Burns
2. Black Widow Angel
3. Book of Shadows
4. Crying Wolf
5. Damned By You
6. No Shame at All
7. No Where to Fly
8. Passion Killer
9. Run Like the Devil
10. This Is Your Damnation
11. Thorns
Line Up
Tony Martin (Voce)
Scott McClellan (Chitarra)
Magnus Rosen (Basso)
Greg Smith (Basso)
Danny Needham (Batteria)
 
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