|
24/04/24
KARMA
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)
|
|
Yngwie Malmsteen - Facing the Animal
|
22/01/2022
( 1867 letture )
|
Decimo album in studio per il prolifico Yngwie Malmsteen, capace di creare uno stile distintivo, unico e largamente copiato ad inizio anni Ottanta e specialmente con lavori solisti che rappresentano ancora oggi pietre miliari dell’hard rock ed heavy metal neoclassico come Rising Force, Marching Out, Trilogy e Odissey. Gli anni Novanta furono particolarmente tumultuosi per il guitar hero di origini svedesi (nato nel 1963 come Lars Johan Yngve Lannerbäck) emigrato giovanissimo negli States, tra cambi di formazione, collezione di Ferrari e annessi incidenti automobilistici, problemi di alcol, cambi di moglie quasi con la stessa frequenza della rotazione dei singers della sua band. Eventi che non hanno tuttavia inficiato su una prolificità compositiva mai a discapito della qualità, grazie a ottimi lavori come Eclipse, Fire and Ice, lo strepitoso The Seventh Sign, Magnus Opus, il cover album Inspiration, fino ad arrivare proprio al decimo traguardo con questo Facing the Animal.
Composto e registrato a Miami per la precisione nel suo Studio 308 (giusto per restare in tema Ferrari) e nei Criteria Studios con il supporto dell’esperto Chris Tsangarides in consolle (Judas Priest, Thin Lizzy, Gary Moore, Helloween, Magnum, Ozzy, Depeche Mode, etc.) e con una band di assoluto spessore tecnico ed esecutivo composta della new entry Mats Levèn, dal fedele e compianto Mats Olausson alle tastiere, il monumentale Cozy Powell alla batteria (in una delle ultime prove in studio prima della tragica scomparsa nel 1998), e lo stesso Yngwie Malmsteen ad occuparsi ovviamente di tutte le parti di chitarra, alternandosi al basso con Barry Dunaway. Tredici brani, sessanta minuti di musica frizzante e carica, frutto di un songwriting ispirato e di un’esecuzione perfetta in cui proprio l’allora giovane singer svedese Mats Levén, sesto cantante alla corte di Malmsteen dopo nientemeno che Jeff Scott Soto, Mark Boals, Joe Lynn Tuner, Goran Edman e Michael Vescera, riesce ad apportare un elemento decisivo in termine di interpretazione e determinazione. Talentuosissimo e versatile (in precedenza prestò la voce a una serie di progetti spaziando dall glam/street degli Swedish Erotica all’hard rock dei Treat fino al prog/doom degli Abstract Algebra), Levén sfoggia una prestazione versatile e di talento, capace di mixare potenza, classe e un’estensione vocale tale da non far rimpiangere i predecessori.
I brani presenti nell’album sono un riuscito combinato di metal neoclassico, hard rock con influenze Rainbow, Jimi Hendrix, Uli Jon Roth, brani che strizzano l’occhio a sonorità quasi AOR, il tutto infiammato dalla Stratocaster di Malmsteen davvero in forma. Brani come la titletrack (dal refrain esplosivo) e Sacrifice (assoli da incorniciare), sfoggiano la combinazione perfetta tra i riffs funambolici di Malmsteen, la voce straordinaria e graffiante di Levén e una sezione ritmica potente, precisa e rotonda sorretta da Cozy Powell, senza dimenticare i sempre raffinati e azzeccati inserti tastieristici di Olausson, mai sopra le righe e perfetto collante tra i vari strumenti. Sullo stesso tasso qualitativo si attestano Enemy e My Resurrection, altre due gemme a cavallo tra hard rock di classe ed heavy pompato da un Malmsteen incendiario e da un Levén ancora sugli scudi, mentre affiorano sonorità più melodiche tali da richiamare a tratti il periodi Odissey con Joe Lynn Turner nelle power ballads Like An Angel – For April (pregevoli innesti acustici e pianistici sui quali emerge la vena più melodica e smussata di Levén), Another Time e Alone in Paradise, grandi pezzi hard rock a tinte AOR. Non mancano momenti più neoclassici in brani un po’ più standard (pur non essendo fillers) che richiamano il periodo Eclipse e Fire and Ice, come End of My Rope, Only the Strong e Poison in Your Veins, fino alla conclusiva – strumentale e neoclassicissima – Air on a Theme, perfetto ponte a quello che sarà poi contenuto nell’album strumentale Concerto Suite for Electric Guitar and Orchestra pubblicato l’anno successivo. A livello di testi è evidente come nell’intero album traspaia – in questo disco più che mai – una componente autobiografica e personale e nello specifico lo stato d’animo di Malmsteen è ben rappresentato dopo un tumultuoso divorzio con l’allora moglie Amber Dawn Landin (Facing the Animal, Enemy, End of My Rope, Poison in Your Veins) e allo stesso tempo l’incontro con l’allora compagna April Yilmaz che divenne poi la sua fedele terza moglie e madre del figlio Antonio (rigorosamente in onore di Vivaldi), capace di dare nuova linfa e stabilità alla serenità di Yngwie (My Resurrection, Another Time, Alone in Paradise, Like an Angel).
My soul is free I've got wind beneath my wings Yesterday's gone, my heart sings Time to believe in the better part of me Tomorrow is here a waiting
My resurrection My resurrection
Facing the Animal rappresenta in definitiva l’ultimo grande disco di Malmsteen, più nello specifico l’ultimo lavoro in grado di combinare allo stesso tempo elevatissimi standard di (i) ispirazione e freschezza di songwriting, (ii) esecuzione, (iii) produzione. Il sodalizio con Levén si interruppe purtroppo dopo questo album e uno straordinario tour mondiale, in cui alcuni screzi iniziarono ad affiorare (ricordo come aneddoto un’occhiataccia fulminea lanciata da Yngwie a Mats seguita da insulti in svedese a seguito da una apparente entrata non perfetta su una strofa di Rising Force nel corso di una data italiana) e la giostra di cambi di formazione e cantanti continuò vorticosamente in seguito. La carriera di Malmsteen proseguì negli anni Duemila tra pochi alti e molti bassi, frutto soprattutto di una notevolmente diluita vena compositiva, troppo autoreferenziale e alternata alla testardaggine di incaponirsi con album malamente autoprodotti, come purtroppo le ultime mediocri uscite testimoniano. Ma godiamoci questo rispolvero dagli scaffali, Facing the Animal ci regala senza dubbio un imponente e prepotente ruggito del maestro svedese.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
9
|
non è l\'ulimo bel disco di malmsteen, ha fatto bene fino a relentless e tra tutti questi album più o mneo sulla stessa media questo non lo ritengo il migliore perché non mi fa impazzire mats leven, ci avrei visto meglio Mike Vescera su queste canzoni e penso che avrebbero fatto bene anche goran edman e mark boals |
|
|
|
|
|
|
8
|
Bello, davvero. Like an angel è pazzesca. Se penso a quello che era è quello che è adesso ci soffro, ma perché Yngwie ti sei rimbambito? |
|
|
|
|
|
|
7
|
Bel disco senz’ombra di dubbio. Magari non raggiunge i picchi di dieci anni prima, ma qui lo svedese l’ispirazione ce l’aveva ancora, pezzi come la title-track ne sono esempio lampante. Personalmente trovo nella seconda metà 2/3 pezzi un po’ anonimi, ma il lavoro nel suo complesso rimane di gran bella fattura. A me piacque anche Alchemy e pure su War to End All Wars c’era qualche pezzo notevole, rovinato dalla celeberrima orrenda produzione. Col nuovo millennio l’inizio di un calo costante fino alle ultime penose produzioni… che gran peccato. Qui su Facing the Animal era ancora un grandissimo! Voto 82 |
|
|
|
|
|
|
6
|
gran bel disco, concordo con il voto del recensore |
|
|
|
|
|
|
|
|
4
|
Ultimo disco veramente riuscito di Malmsteen. Dopo, qualcosa a sprazzi sino a War to end all wars, poi il nulla. Un vero peccato |
|
|
|
|
|
|
3
|
Disco veramente riuscito, ottime canzoni, grandi musicisti e un cantante immenso. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Gran bel disco e recensione semplicemente perfetta. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Secondo me l'ultimo album valido e che apprezzo nel suo insieme. 85e |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
Pony Canyon / Mercury Records
|
|
|
Tracklist
|
1. Braveheart 2. Facing the Animal 3. Enemy 4. Sacrifice 5. Like an Angel – For April 6. My Resurrection 7. Another Time 8. Heathens from the North 9. Alone in Paradise 10. End of My Rope 11. Only the Strong 12. Poison in Your Veins 13. Air on a Theme
|
|
Line Up
|
Mats Levén (Voce) Yngwie Malmsteen (Chitarra, Basso, Voce) Mats Olausson (Tastiera) Barry Dunaway (Basso) Cozy Powell (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|