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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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18/02/2022
( 22485 letture )
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Ci risiamo: una pioggia di luce bianca abbaglia la notte, una voce distante ci confonde con sobbalzanti mormorii, un giramento di testa ci investe all’improvviso e “bam!”, ci troviamo per terra, sul tappeto del salotto. Non ricordiamo granché al risveglio, ma siamo sicuri di aver vissuto qualcosa di diverso, unico, speciale e -soprattutto- inspiegabile.
Tornano sulla Terra i canadesi, con un parto creativo durato più di un anno, che segue a ruota gli ottimi Target Earth e The Wake, trasportandoci di nuovo nel V-Mondo fatto di silhouette spaventose, figure sghembe e colori scuri e saturi. Non vedevamo l’ora di risalire a bordo di una delle loro navicelle di pura potenza obliqua, ed è esattamente quello che succede con l’incipit e lo sviluppo della strepitosa (termine che in questo caso andrebbe scandito lentamente) Paranormalium, che costituisce il primo step di un tris da capogiro. Notiamo subito le differenze senza difficoltà: la band, guidata dai leader Snake e Away, si muove su binari invisibili creando un’atmosfera in bilico tra prismi psichedelici e abrasive accelerazioni dove il buon Denis Belanger può sbizzarrirsi con registri più aggressivi. Notiamo subito una struttura generale meno “caotica” rispetto a The Wake, meno piena e con un focus principale sulle note dissonanti del fantasmagorico Chewy e del basso, ricco e pulsante, di Rocky. Il brano d’apertura, esattamente come i seguenti Synchro Anarchy e Planet Eaters suona 100% Voivod e, cosa più importante, suona fresco e sincero. Un potente ma pensante scudo energetico che fa del verbo Voivodiano un arma dalle mille caratteristiche. Come sempre inclassificabili e distanti da ogni categoria, inversamente proporzionali a tutto ciò che conosciamo in materia heavy, i quattro extraterrestri appassionati di sci-fi si rimettono in gioco creando una serie di micro-circuiti esemplificati dalla piacevole natura ibrida. Così scatta la title-track, quella Synchro Anarchy anticipata anche dal video, dove veniamo investiti da una piacevole sensazione di ritorno al passato, con un flavour alla Katorz, decisamente crudo e rock, immerso nei detriti psichedelici e comandato dall’interpretazione magistrale di Snake, sapientemente spalleggiato dai riff storti di Chewy, che non nasconde il suo amore per i Cardiacs . Il compianto idolo Denis “Piggy” D’Amour sarebbe fiero di cotanta bontà ritmico-creativa, così come del prog metal di Planet Eaters , altro singolo strappa-budella con il suo piano distante dalla realtà e le sue vorticose e repentine scosse. Nonostante la struttura portante non sia dissimile dai pezzi che lo precedono, assistiamo a un climax centrale incredibile, con un vortice di riff/batteria a dir poco sublime e uno Snake ancora sugli scudi a livello interpretativo, efficacemente doppiato dalla sei corde di Mongrain, che sforna un solo melodico da brividi. I Voivod costruiscono strutture impensabili ai più, utilizzando una materia tutto sommato semplice: il metal. Già, perché i nostri eroi dell’altro mondo convogliano tutte le energie in un discorso di personalità assoluta, nata sin dai tempi dell’acclamato Killing Technology, pionieristico e brutale. L’idea, filtrata attraverso lo spazio-tempo, si è flessa per creare un colore tutto nuovo, arricchito album dopo album da esperienze e traumi, fermate e ripartenze, speranze e tragedie.
Il Voivod - sound passa attraverso la materia e la ingloba, mostrandosi solo in parte per ciò che è. La galoppata del paranormale continua attraverso le note oscure di Mind Clock, brano lungo e dilatato che ripercorre le orme stilistiche di The Wake, introducendo strati su strati e accarezzandoci con una intro pacata e nascosta, preambolo di una battagliera legione progressiva che non intende fare prigionieri. Mind Clock prende le distanze dal trittico iniziale per diventare una boa di ormeggio, perfettamente calata nella scaletta di Synchro Anarchy con il suo prog metal unico e inimitabile. E se non tutti i colpi sono perfetti (The World Today si perde nel suo brodo senza mordere), non possiamo che gioire difronte a episodi di innata bellezza, come la veloce Sleeves Off, dove metal e punk danzano in un costane andirivieni di ignoranza fantascientifica. Un po’ come la precedente Iconspiracy , ma decisamente meno stratificata e più diretta, Sleeves Off diverte e punisce, mostrano un lato meno sospeso e cerebrale della band e ripercorrendo la storia del V-sound in poco più di quattro minuti. Goduria assoluta che precede una chicca dolce-amara impossibile da ignorare: Holographic Thinking è pura immersione sensoriale nei meandri dispersi dei Pink Floyd, con arpeggi melodici e una grande prova di Snake che, almeno per un po’, si scrolla di dosso polvere acida e rabbia distorta, prendendosi il palcoscenico con sfumature melodiche degne di nota. Il brano, ancora una volta lungo e disteso, porta con sé un sentimento prog remoto, riscaldando i retro-motori per ciò che verrà, prendendosi -almeno in parte- una meritata pausa dalle divagazioni velenose e appuntite di Paranormalium e Planet Eaters. Daniel Mongrain aveva fatto intendere che Synchro Anarchy sarebbe stato più thrash rispetto al suo predecessore, e anche se la sua affermazione non è propriamente corretta, possiamo garantire un assoluta libertà strutturale e alcune mosse thrashy come la disperata gemma Quest for Nothing, dove rabbia e velocità si sposano con alcuni scambi chitarra/basso da capogiro, gang vocals e una linearità di fondo particolarmente apprezzata. Il solo è ancora una volta incastonato tra melodia distorta e pianeti in collisione, con il conseguente bridge semi acustico e sospeso tra le rocce disintegrate, mentre il finale dell’iper-viaggio è affidato a Memory Failure, con il suo intro verticale e spezzettato: siamo su un ascensore sospeso nel wormhole, dove immagini e figure si liquefano circondandoci di colori mai esistiti. La progressione è ancora decisa e roboante, meno diretta e punk di Sleeves Off e Quest for Nothing, ma comunque abbastanza trascinante da farci trasportare in un insano headbanging solitario.
Soluzione dell’enigma: dopo saette ribelli quali Target Earth e The Wake , inframezzate dal super EP Post Society e dallo splendido live Lost Machine, ci sarebbe anche potuto stare un album “normale” (inteso come sufficientemente buono), e invece gli invasori canadesi hanno voluto beffarci ancora una volta con una sferzata metallico-aliena che si guarda attorno con circospezione, assorbendo energie da periodi differenti. C’è passato remoto, passato recente e -come ovvio che sia alla corte di Korgüll- futuro. Un futuro radioso e diverso da tutto il resto.
“Piggy Was Here”.
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Secondo me capolavoro. Meno immediato del precedente. Voto giusto. |
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Premessa: ascoltato sul tubo e l'unico disco dei Voivod che non ho comprato e per il momento non comprerò.
Poteva essere un gran disco,,,, ed invece mi è risuonato come la ripetizione di quanto già ascoltato su Dimension Hatross, Target Earth e Post Society.... A mio avviso il loro lavoro peggiore in termini di creatività. Il sound è impeccabile e, nonostante le ottime performance dei singoli (Rocky su tutti), mi è risultato monotono senza quei spunti visionari emersi su The Wake; ma forse sono abituato bene a trovare differenze significative in ogni album sfornati dai 4 canadesi. Poi per carità, ognuno ha i suoi gusti e nella mia cerchia sono l'unico non entusiasta di questo full length.... un peccato. |
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Certo, da più di trent'anni |
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Bel disco..... band stratosferica e molto originale |
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Ma che lavoro ha fatto Dominique Laroche su sto disco!!! |
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questi sono dei fenomeni , non sbagliano un colpo , album spettacolare che non stanca mai , pieno di atmosfere e contrattempi stupendi |
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Non so cosa dire sul disco, lo sto ascoltando e devo farmi ancora un'idea, una cosa è certa, questi non hanno paura di niente, il prog è anche uscire dai binari, altrimenti che prog è? Qualunque sia il mio giudizio finale personale non posso che complimentarmi con loro |
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Per me disco stupendo. me ne sono innamorato. Ma la coa buffa è che li conosco da sempre e non posso dire nè che mi piacciano nè che non mi garbino. Semplicemente alcuni dei loro dischi mi anniano, alcuni mi fanno rimanere indifferente ed altri mi affascinano e mi rapiscono. questo è uno di quelli. Per me una band sempre nuova. E non è poco, almeno a mio modesto modo di vedere ed ascoltare la musica. |
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Che piacciano o meno, sono una band unica, nessuno minimamente può raggiungerli nè tantomeno imitarli. Il disco di primo impatto rimane un po' ostico ma verso il decimo ascolto si riesce ad entrare in questa fitta trama di musica veramente progressiva, direi che ha un approccio quasi jazz questo disco. Ottimo il lavoro di tutti ma il basso finalmente in un disco è valorizzato come sempre dovrebbe esserlo. Qui svolge un ruolo di primo piano duettando con le chitarre e non seguendole e basta. Grandiosi! |
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E niente... io li AMO! |
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Mi accodo a tutti i commenti entusiastici qui sotto. I Voivod sono unici e a 60 anni mettono ancora sul mercato dischi già da podio di fine anno. |
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Per l’ennesima volta grandiosi. Album che, per come la vedo io, è il naturale successore di The Wake. Con forse qualche spruzzata più thrashy in qualche brano, ma senza che questo sia determinante sullo stile. Sì, probabilmente può mancare l’effetto sorpresa, ma dopo una doppietta fenomenale come Synchro Anarchy / Planet Eaters dico pure… ma chi se ne frega 😆 Lo metto un pelo sotto al suo predecessore, che a mio avviso rimane il loro miglior album dai tempi di The Outer Limits. Di conseguenza pollice altissimo anche stavolta. Band che dopo quasi 40 anni di attività sfornano prodotti di questo calibro non me ne vengono in mente. Voto 87 |
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uno dei pochi gruppi che da 30 e passa anni influenza tutti senza essere minimamente eguagliato, che è stato sin da subito unico e che continua ad esserlo...ogni volta che qualcuno mi ha chiesto "ma 'sti Voivod a chi somigliano?" mi sono sempre trovato nell'imbarazzo di non avere una risposta...avanguardia pura 30 anni fa, splendida certezza oggi... per me fra i pochi degni eredi del progressive anni '70... |
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Decisamente un album sopra la media ma, dopo i primi ascolti, secondo me manca qualcosa rispetto al precedente...piú prevedibile |
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Molto bella questa rece, complimenti! Avanguardia musicale! Disco stupendo, band straordinaria! |
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i Voivod sono una sicurezza, non ne sbagliano una! Lp già ordinato... complimenti al recensore |
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Gruppo dal suono incredibilmente unico e nonostante l'assenza Piggy e Blacky continuano ancora a stupire pubblicando album da sogno |
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Infini: riff di scarto di Piggy e poco più. The Wake e codesto album: nuova linfa compositiva da parte del chitarrista. |
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Il disco non l'ho ancora ascoltato. Mi verrebbe da chiedere a Diego75 che hanno in comune i fini, un disco mediocre che sa di poco e un the wake che rappresenta forse laigliire uscita di sempre dei Voivod con riferimenti a colossi uali Radiohead, tool, king Crimson come sempre ectc etc.... Almeno per me infini sta a The wake come death magnetic sta a Master of puppets. Tanto per sottolineare bene l'idea. |
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Continua impallamento dello smerd phone😂
... I Voivod!!!
Sempre avanti e sempre grandissimi!!!
Questo album ancora una volta fantastico e ispirato!!!
Li ho sempre amati e non mi hanno mai deluso.
Ad un primo ascolto un disco più scorrevole del predecessore The Wake. Per me al primo ascolto vale un 89 in ragione anche del momento attuale in cui il disco è uscito.
Grazie x la bellissima rece e un saluto a tutti
Stay Metallized 👊
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Metallized, addì 19/02/2022
Era il febbraio del 1990 quando da pischello di provincia entravo nel mio negozio di dischi preferito. Mi ricordo come se fosse adesso che mi precedeva un ragazzo di circa una 40a d'anni che comprò una compilation di Sanremo. Poi mi avvicino io che richiedo fiero Nothing Face dei Voivod e Girls girls girls dei Crüe. Pago in lire ed esco con la musicassette dei Voivod ed il 33 giri dei Crüe.
Tiriamo due somme a distanza di più di trent'anni.
Il negozio, i Motley Crüe e le lire non esistono più... Per i Motley quasi più 😆. Sanremo esiste ancora... Purtroppo o per fortuna... Degustibus 😂😂😂. Ma sicuramente per fortuna esistono ancora i Coivo |
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Bellissimo album, da Target Earth si sono ripresi alla grande. Diciamo pure che da fine anni 90 hanno avuto un periodo di crisi ispirativa, Katorz, Voivod, Infini li trovo poco riusciti, ma ora hanno ripreso lo stile prog thrash e sono fantastici. Voto 85 |
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Testamatta ride...hai ragione anche tu....ma secondo me per vedere qualcosa di nuovo .... ma veramente nuovo bisogna aspettare la prossima uscita....ho questa sensazione... per ora fanno ottimi cd....ma manca ancora qualcosa per dire " cavolo i voivod sono sempre avanti anni luce rispetto a tutti!"....non perdiamo comunque le speranze!....magari il prossimo sara' il nothing face del 21 esimo secolo....poco ci manca ....il chitarrista comincia ad amalgamarsi da ora con questo cd....che lo definirei il dimensione hatross odierno!....comunque 75 di voto non di piu' ne di meno. |
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Testamatta ride...hai ragione anche tu....ma secondo me per vedere qualcosa di nuovo .... ma veramente nuovo bisogna aspettare la prossima uscita....ho questa sensazione... per ora fanno ottimi cd....ma manca ancora qualcosa per dire " cavolo i voivod sono sempre avanti anni luce rispetto a tutti!"....non perdiamo comunque le speranze!....magari il prossimo sara' il nothing face del 21 esimo secolo....poco ci manca ....il chitarrista comincia ad amalgamarsi da ora con questo cd....che lo definirei il dimensione hatross odierno!....comunque 75 di voto non di piu' ne di meno. |
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Diego75#8: il tuo punto di vista è interessante e credo di aver capito cosa tu intenda dire, ma tuttavia non sono d'accordo (e sti cazzi dirai tu ahahah). Dire "arenati a quello che piace ai fans" può essere riferito a quasi tutti gli artisti, di qualsiasi genere. Poi c'è chi lo fa strategicamente e chi lo fa per caso, quasi senza volerlo direi. Nel caso specifico dei Voivod, band stimatissima dai più ma pur sempre di nicchia, potrebbe essere anche comprensibile il non voler rischiare di lasciare insoddisfatto il loro "esiguo" seguito ma, secondo me, le loro composizioni non puntano a quello in ogni caso: al contrario, direi che la loro è sempre stata, e continua ad essere, musica artisticamente libera. Inoltre non possiamo sempre chiedere a loro di stare a sperimentare o a trovare soluzioni ardite, innovative, uniche e mai sentite: credo abbiano già stra-abbondantemente dato da questo punto di vista, anzi, continuano a dare e a dare ancora per quanto mi riguarda. Le 4 pubblicazioni post Piggy, per ora, sono state un'evoluzione continua secondo me, poi è chiaro che le reminiscenze ci sono e la direzione artistica è quella, a maggior ragione dopo quasi 40 anni di carriera. Ma il fatto di sapere, più o meno, cosa aspettarsi dal loro nuovo album non equivale automaticamente a ricevere una cosiddetta minestra riscaldata. Nello specifico io mi aspetto semplicemente un grande album cerebrale che dia la sensazioni di arrivare da altri mondi: e puntualmente lo ricevo. Credimi non dico così per creare enfasi, è che semplicemente non saprei come dirlo diversamente. La soddisfazione in me è grande con punte di pura goduria, e Synchro Anarchy non ha fatto eccezione, tutt'altro. Poi bè, chiaro che, ribadisco, con la musica è (quasi) tutto soggettivo e, di conseguenza, siamo tutti nel giusto. Mi scuso per la prolissità. |
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8
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Boh ...a me sembra che da unfini in poi propongano la stessa miscela... buoni dischi ma non memorabili....voto 75 come il precedente!.....e lo dice 75 fan accanito!....band arenata a quello che piace ai fans. |
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7
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Piacevolmente stupito dal lavoro melodico voce-chitarra in più brani, in cui Snake e Chewy si intrecciano e rincorrono. Il nuovo basso ricorda i vecchi tempi con il suono e Rocky crea linee dinamiche e solide, come sempre grande produzione a esaltare il suono Voivod. Nessun calo di tensione , nessun errore o riempitivo, altro disco memorabile. |
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6
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Già,loro fanno parte di un altro universo... |
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5
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Il loro stile si auto riproduce negli anni, solido, costante e immortale. E questo rende longeva una band, è come una squadra che ha un'idea di gioco. Potrebbero arrivare al 2100, cambianto sempre qualche nota, qualche cambio di tempo e risultare sempre attuali. Musicalmente parlando questo è un grande dono......venuto da altre galassie? |
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4
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Al livello del disco precedente..questi sono come il vino, più invecchiano più migliorano |
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Ecco, per dirla alla Jules Winnfield "non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport". I Voivod fanno altro, sono altrove. |
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2
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Il disco lo sto ascoltando a ripetizione e ad ogni ascolto il voto sale. Anch'io mi inchino davanti a questa straordinaria band. Mai deluso,mai. Voto 90. |
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Prima di tutto un plauso alla bellissima recensione, gran bel lavoro Riccardo, complimenti. L'album, be...musica aliena composta ed eseguita da alieni fatta per orecchie e menti disposte a farsi alienare. Disco ovviamente bellissimo, semmai ci fosse bisogno di dirlo. I numeri uno, sempre. C'è poco da fare. Mi inchino ancora una volta. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Paranormalium 2. Synchro Anarchy 3. Planet Eaters 4. Mind Clock 5. Sleeves Off 6. Holographic Thinking 7. The World Today 8. Quest for Nothing 9. Memory Failure
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Line Up
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Denis “Snake” Belanger (Voce) Daniel “Chewy” Mongrain (Chitarra) Dominique “Rocky” Laroche (Basso) Michael “Away” Langevin (Batteria)
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RECENSIONI |
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