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21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
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( 9433 letture )
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Ritornano, freschi di contratto con la Nuclear Blast, gli svizzeri Eluveitie, una della band più interessanti tra quelle appartenenti a quel settore folk metal che tanto successo sta ottenendo tra le fila dei rockers europei.
Parto col dire che pur riconoscendo che si possono ascoltare parecchie buone cose in questo settore, difficilmente riesco ad entusiasmarmi per un intero album folk metal, e questo è abbastanza curioso dato che, come ho sottolineato anche nella recente intervista con il leader degli Eluveitie Chrigel Glanzmann, credo che il metal deva parecchio al folk vero e proprio, anzi, considero quest’ultimo come il progenitore della nostra musica preferita e pertanto dovrei essere parecchio coinvolto da questo tipo di proposta; invece, non so bene come, spesso sento questi lavori un po’ troppo…saturi, un po’ troppo concepiti con la voglia di mostrare a tutti i costi come i due generi stiano bene assieme, e questo porta talvolta a risultati un po’ troppo “formali” per i miei gusti.
Nel caso degli Eluveitie devo dire che il massiccio ricorso a strumenti tradizionali spesso dimenticati come l’hurdy-gurdy, (la ghironda italiana) e la cornamusa gallica, più il ricorso ad un lavoro di ricerca - per quanto limitato dal fatto che la lingua usata è solo una ricostruzione scientifica – sulla lingua effettuata con un insigne studioso del settore, contribuiscono a rendere Chrigel & C. un po’ più simpatici ai miei occhi; venendo a Slania si deve subito notare che la loro miscela death/folk risulta sensibilmente migliore rispetto a quella già interessante di Spirit, merito probabilmente sia di una maggiore ispirazione compositiva, sia della lunga mano della Nuclear Blast, sta di fatto che la produzione di Slania è veramente buona, e consente una maggiore fruizione dei suoni prodotti da quegli strumenti cui facevo riferimento in precedenza, in questa ottica brani come l’aggressiva Primordial Breath, la già popolare Inis Monia e l’evocativa Calling the Rain acquistano un certo slancio, ma è tutto l’album – incentrato concettualmente sull’anno solare Celtico - a giovarsi di questa situazione, risultando piacevolmente omogeneo anche nei momenti più odorosi di terra e di vento come Anagantios e Giamonios, fino alla piacevolissima strumentale Elembivos, che chiude il lavoro col giusto mood.
C’è una cosa però che vorrei aggiungere, anche se complessivamente non posso far a meno di considerare Slania superiore a Spirit: in questo nuovo lavoro si nota una maggiore presenza sonora delle parti più prettamente metal esaltate dalla produzione. Ecco, il modo attuale di produrre gli album metal, basato su un suono finale massiccio, pieno, con gli strumenti allineati per impatto l’uno con l’altro, ha dei limiti, e nel caso di specie toglie un po’ di sapore potenziale al risultato finale; mi spiego: si tratta di metal-folk o di folk-metal? Perché se si tratta di folk-metal – intendendo con ciò che è il folk la base su cui innestare il discorso death metal e non viceversa – allora che folk sia, che si abbia il coraggio di dare più risalto alla componente popolare anche a scapito dell’impatto, (Cristo, se quando avevo diciotto anni mi avessero predetto che un giorno avrei scritto una cosa simile sarei inorridito), anche a costo di disorientare, al limite perdere, qualche ascoltatore.
Quanto ho appena scritto è un discorso di carattere generale, non riferito in particolare a Slania che, lo ripeto a scanso di equivoci, è un buon album che cresce ascolto dopo ascolto specialmente tendendo l’orecchio verso il lavoro acustico delle ritmiche, ma credo che qualcuno deva avere il coraggio di dire che la modernità è in gran parte cosa buona e giusta, ma stiamo sempre attenti a non perdere il senso più vero di quello che si fa, o si corre il rischio di avere, sul lungo periodo, solo una serie di gruppi tutti con lo stesso identico suono, e ce ne sono già in giro un bel po’, o no?
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18
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Per ora il loro migliore album. |
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16
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Calling the Rain è in assoluto la migliore a parer mio, la ascolto anche 2/3 volte di fila ogni volta e non mi stanca mai. Nel complesso, considero Slania come il miglior album degli Eluveitie... Voto 85 |
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15
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Inis Mona e Calling the rain sono molto belle, il resto un po' meno. Voto: 73 |
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14
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iniziai ad ascoltare gli eluveitie nell'estate del 2010... proprio con questo album che mi piacque da subito... oggi, ad un giorno dal 2012, continuo ad ascoltarlo con piacere come la prima volta (Inis Mona nel mio Itunes conta 235 riproduzioni XD)... voto 85 |
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13
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Leggo solo ora l commento di Michele, ebbene NON E' UN ERRORE, e lo sottolineo perchè non è la prima volta che capita. "Che io deva" è la forma che insegnavano a scuola quando ero piccolo, e nessuno si sarebbe sognato di scrivere "che io debba", forma entrata nell'uso comune da qualche anno, ma successiva a quella originale, ancora valida, che continuerò ad usare vita natural durante. |
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12
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Gran Album , mi piacciono di brutto i testi in lingua estinta gallico . |
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11
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Raven,faccio lo stronzetto,ma hai sbagliato a coniugare un verbo. "Penso che qualcuno DEBBA avere il coraggio..." LOL |
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10
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La canzone dell' album assomiglia alla canzone dei Manau perché entrambe si ispirano a una melodia celtica tradizionale "Tri Martolod". Molte band l' hanno usato per le loro canzoni |
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9
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87.....Un grande album a mio parere. |
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8
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Quoto in pieno giudizio, commenti e voto del recensore. |
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7
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Confermo la somiglianza fra Inis Mona e la canzone dei Manau |
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6
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fino ad ora il miglior lavoro degli Eluveitie: stupendo lavoro folk metal, il mio album preferito del genere. 8,5 |
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4
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Francamente non so risponderti, cercherò di informarmi |
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3
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la song Inis Mona è un palese plagio de "La Tribu de Dana" dei Manau, band d'oltralpe dedita ad una sorta di celtic rap. |
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2
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Molto interessante (il disco, non pam). Devo sentirlo. |
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1
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Pam rulez |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Samon 2. Primordial Breath 3. Inis Mona 4. Grey Sublime Archon 5. Anagantios 6. Bloodstained Ground 7. The Somber Lay 8. Slania's Song 9. Giamonios 10. Tarvos 11. CallingThe Rain 12. Elembivos
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Line Up
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Chrigel Glanzmann (Voce, Mandolino, Tin whistle, Cornamusa, Gaita, Chitarra acustica, Bodhràn)
Ivo Henzi (Chitarra elettrica) Siméon Koch (Chitarra elettrica) Anna Murphy (Hurdy gurdy, Voce) Sevan Kirder (Cornamusa, Flauto, Tin Whistle) Meri Tadic (Violino, Voce) Rafi Kirder (Basso) Merlin Sutter (Batteria)
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