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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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05/03/2022
( 4008 letture )
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Se dovessimo descrivere il concetto di coerenza nell’ambito della musica metal, potremmo tranquillamente farlo con una sola parola: Saxon. Da più di quarantacinque anni la band inglese non ha quasi mai fallito un colpo e raramente si è discostata da quella linea dettata inizialmente dalla corrente NWOBHM e proseguita nei decenni successivi tramite una formula monolitica e riconoscibile. Anche quando ciò è accaduto, per esempio in occasione della svolta AOR nella seconda metà degli ottanta, il valore delle composizioni si è sempre mantenuto su un livello dignitoso, nonostante le reazioni negative di pubblico e critica. E benché il successo degli anni d’oro non si sia più ripetuto, i nostri non hanno mai ceduto di un millimetro, continuando senza sosta e con cadenza regolare la loro, ormai sterminata, produzione discografica.
Con il ventitreesimo album, Carpe Diem, Biff Byford e soci provano ad alzare ulteriormente l’asticella, piazzando al centro della scena i riff di chitarra, che tornano a suonare energici ed aggressivi come ai vecchi tempi. Il motto latino del titolo, quel “cogli l’attimo” decisamente inflazionato sin dall’epoca del celebre film L’Attimo Fuggente, è in realtà giustificato in quanto tema portante della title track d’apertura. La storia si riferisce alla conquista della Gran Bretagna da parte dei Romani, riferimento ripreso peraltro nella copertina raffigurante due legionari che vegliano sul Vallo di Adriano, imponente fortificazione che divideva l’isola in due parti e che serviva per difendersi dalle incursioni delle tribù dei Pitti. Il brano è Saxon vintage al cento per cento e ci riporta indietro di quarant’anni, cosa che di fatto accade per buona parte del disco. È tuttavia un salto nel passato per nulla malinconico e fuori luogo, lontanissimo dalla mediocrità di molti giovani gruppi che vorrebbero riproporre quelle impareggiabili atmosfere con risultati spesso pietosi. L’opener è già emblematico dell’aria che tira e le due canzoni successive possiedono uno spessore ancora maggiore. Base ritmica travolgente e chitarre spaccaossa fanno di Age of Steam una delle tracce migliori, ma è con Pilgrimage che la band si supera. Si tratta di una semi-ballata classica condita da riff e assoli avvincenti e immediatamente memorizzabili, caratteristiche queste che normalmente collidono ma che i Saxon sono sempre riusciti a far coesistere; nessun cambio di tempo, nessuna sorpresa di sorta, tutto alquanto prevedibile eppure, nonostante ciò, stiamo parlando di una grande canzone. Oltre a chitarre davvero efficaci e a tratti epiche che la fanno letteralmente da padrone in tutto il lavoro, è da evidenziare la prova complessiva di Biff Byford che, superata la soglia dei settanta, pare vivere una seconda giovinezza, riuscendo ben più di altre precedenti occasioni a far emergere le peculiarità sporche e melodiche della sua voce. In Carpe Diem non vi è spazio per compromessi e riempitivi, né per prolissità e brani di dodici minuti. Tutte le tracce, per un motivo o per un altro, catturano facilmente l’ascolto; cosa questa per nulla scontata, altri artisti devono faticare parecchio per arrivare a quello che i Saxon realizzano con relativa facilità ed è pertanto doveroso riconoscere loro i giusti meriti, con buona pace di chi li sottovaluta da una vita. Prendiamo ad esempio il memorabile ritornello di Remember the Fallen, pezzo che affronta il tema della pandemia; parecchio classico, probabilmente poco originale, ma che dire della bellezza della melodia? Per non parlare delle esaltanti cavalcate Dambusters e All for One, oppure dei cambi di ritmo da manuale di Super Nova e di Black Is the Night, o ancora del mid-tempo gotico Lady in Gray, con quel suo incedere fuori dal contesto ma allo stesso tempo compatibile e unitario con il resto dell’album. La conclusione infine è perfettamente degna di un tipico disco dei Saxon o di qualunque altra band di alto rango dei primi anni ottanta: Living on the Limit, autentico manifesto della volontà di continuare a cavalcare l’onda fin quando possibile.
Ed effettivamente non sembrano esservi dubbi che la band abbia ancora tanto da dire nel mondo dell’heavy metal. Il suo classico sound è in questo lavoro più vivo che mai, a dispetto dei quasi cinquant’anni di attività. Emergono dai solchi il sudore, l’onestà e la voglia di realizzare ancora produzioni di alta qualità con tenacia, ostinazione e senza cedere a stucchevoli sperimentalismi solo per compiacere chi li accusa di proporre sempre la stessa solfa. Evidentemente Byford, Quinn e compagni non si sono mai curati di questo tipo di critiche, concentrandosi esclusivamente sulla musica. Se poi i risultati hanno la valenza di Carpe Diem, che è probabilmente la loro opera migliore da un po’ di tempo a questa parte, allora non resta altro che togliersi il cappello e augurare ai Saxon tanti anni ancora di carriera su questi livelli.
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Questo album è buono ma senza grandi picchi e nemmeno The Pilgrimage mi ha entusiasmato più di tanto anche perché mi ricorda qualcosa di già sentito. Personalmente li ho visti a Trezzo nel 2018 e li avevo trovati in splendida forma specie Biff e dato che non li vedevo dagli anni 80 sono rimasto piacevolmente sorpreso. Voto 75 |
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Grande comeback dei Saxon! A settant'anni suonati possono benissimo insegnare che cos'è l'heavy metal. Lo preferisco al già gradito Thunderbolt. P. S. Complimenti a chi commenta i Maiden sotto una recensione dei Saxon. |
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Sentiti 3 pezzi per ora, non bastano per dare un giudizio sull'album ma si può avere cmq un impressione.bellissime Remember the fallen, classicissima,e the pilgrimage, (molto particolare) con un riff che ricorda un pelino hells bells. Non granché lady in Grey almeno al momento. |
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@Diego 75,condivido..per me l'ultimo dei Maiden veramente valido-a parere mio-e' stato Dance of death;vario,grintoso,con un sound piu' sporco e solo 2 pezzi lunghi(ottimi tra l'altro).Nel metal ci deve essere sempre pezzi cattivi e tirati,i Maiden ne hanno persa di cattiveria...poi i pezzi lunghi possono andarmi bene ma solo,se sono 2 o 3 e di qualita',invece la maggior parte sono polpettoni mosci,con il solito arpeggino ripetuto allo sfinimento. |
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Grey....ma sinceramente parliamoci chiaro...i gusti sugli iron maiden e sugli albums sono personali....io ho solo espresso il mio parere....anzi aggiungo che anche gli albums con blaze sono belli...anche se diversi dai classici....piu' oscuri. Tralasciando questo i maiden che si aspettano i fans ai concerti sono quelli anni 80...perche' non saprei quanto un ascoltatore possa reggere una o piu' canzoni da oltre 10 minuti dal vivo...in ambito di heavy classico. Invece penso che sara' piu' apprezzato il disco di Dickinson solista....piu' diretto...dopo ognuno pensi quello che vuole...certamente fa piacere a tutti che ci sia ancora in giro gente come loro ,saxon,scorpions ,judas e deep purple che ci regalano ancora buoni dischi a 70 anni suonati. |
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Diego (n. 26), consentimi di dirti che la realtà sarà leggermente diversa da quella da te ipotizzata: “quando smetteranno questi vecchietti”, saranno i metallari della domenica, e soltanto quelli, che non avranno “altro di cui parlare”, per tutti gli altri non cambierà nulla, ma proprio nulla… |
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In effetti grey. Aprite le finestre che escono le cazzate |
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@Diego75 legnoso? Un brand i Maiden? Morti dal 92? Ahahahahahaha...ma perchè, io dico, non fare più bella figura stando zitti? |
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Diego scusa, ma ci sono centinaia di band di cui parlare anche tra le nuove leve, davvero, in ogni genere di metal e rock! Bisognerebbe dare una chance alle nuove leve perchè solo così possiamo dare continuità al genere. Due esempinel thrash o anche più: Nekromantheon, Deathhammer, Vektor. Tre band da valorizzare assolutamente ed è così in tutto il metal! |
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Io invece dico che bisogna apprezzare questi dischi, a prescindere. Nel terzo decennio del duemila siamo ancora a parlare ed ad ascoltare Maiden , Saxon e Scorpions. Godiamone, senza paragoni, perché, quando smetteranno questi vecchietti, non avremo altro di cui parlare... |
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Pienamente d'accordo con Diego75. |
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E' mai possibile che quando esce un ottimo disco c'e' sempre qualcuno che debba paragonare tutto con sto uron maiden?....questo e' un ottima uscita.....e per me' i maiden sono morti e sepolti dal 1992...come se i maiden per forza debbano essere sempre considerati i numeri 1 in tutto....ma I fans non si sono accorti che sono diventati piu' un brano che un gruppo musicale??? ...i saxon hanno insegnato ai maiden che per fare un buon disco non serve chissa' quale ricetta....i maiden invece tra annunci e ristampe ....hanno prodotto l'ennesimo disco lungo e legnoso post reunion. |
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Chi dice che i Saxon sono migliori dei Maiden o uguali sbaglia, ma solo se prendiamo questa affernazione fino agli anni Novanta. Negli anni Duemila i Saxon hanno sfornato album molto migliori dei Maiden, e anche questo Carpe Diem lo prende a calci nel culo Senjutsu, pur con tutti i suoi limiti. Questa è la mia personale opinione. |
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Ezra: non ho capito la battuta... |
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Ma veramente li volete paragonare ai Maiden? Lo Zecchino d'Oro lo trasmettono a Novembre, qui si parla di Saxon. |
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@Fabio Rasta;ci credo..io li vidi a Firenze anni fa e fecero un gran bel concerto,senza risparmiarsi e non risparmiarsi dal ringraziare il pubblico e con Byfford che stringeva pe mani a quelli in prima fila.
Come tutti,ognuno ha i suoi gusti..gli ultimi degli Accept sono un po' fiacchi e con pezzi simili tra loro,ma quando una band piace si apprezza quasi tutto. |
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Ma si sono dei grandi poi come tutti i gruppi oggi in circolazione quello che avevano da dire lo hanno detto in gioventù...dispiace per i Maiden che fanno delle colate di cemento notevoli ma un album dei Saxon è sempre un piacere |
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Gli ultimi due, dopo un breve interesse dettato dalla novità di materiale nuovo da parte di coloro che furono, mi hanno stufato in un amen. Da quanto leggo questo ricalca la stessa falsariga degli ultimi anni: tutti o quasi pezzi in minore e un'epicità permeante da signore degli anelli. Quanto poco ho ascoltato lo conferma. Scrivi in minore? Va bene, sono scelte ispirate, ma rinunci del tutto ai riff "motorcycle" + gioiosi come Wheels, Strong Arm, Stand Up And Be Counted eccetera, ed è ciò che + ho amato dei SAXON, che non erano come DIO ma assai differenti. Mi manca molto da sempre anche la sezione ritmica "pulsante" marca DAWSON/GILL. Capisco l'età, una vita + sedentaria e tutto il resto. Ho letto il libro di BIFF (personaggio che adoro): dice che guadagna di + a compravendere ville inglesi che in interi anni coi SAXON. / Aggiungerò al commento 14 di Philosopher3185 che chi li vide negli anni in cui non se li cagava + nessuno (90/2000) disse che suonarono a Torino x 14 persone come se fossero davanti a Wembley pieno; questo è rispetto che genera altrettanto rispetto. |
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@epic: è proprio come dici @philosopher: alla fine penso siano gusti, per me i Maiden sono 10 spanne sopra, lo erano e lo saranno sempre, e per me Senjutsu è il miglior disco da BNW...perché l'equazione "canzoni lunghe = palla al cazzo" non funziona, semplicemente sono dischi che necessitano di ascolti approfonditi che nell'epoca del fast food musicale odierno non si ha più voglia di dare |
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Un buon album senza ombra di dubbio |
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Per quanto riguarda il rispetto e l'affetto,non sono inspiegabili perche' stiamo parlando di una delle band cardine della NWOBHM;una band onesta e dignitosa che ha sempre,o quasi,sfornato album ottimi,regalando prestazioni live eccezionali.Byfford e',a detta di molti,il classico gentil'uomo inglese,simpatico,carismatico e molto affabile. |
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@Epic,la stessa critica la si potrebbe fare ai maiden dal 2004 ad oggi...3 o 4 pezzi belli,il resto noiosi riempitivi e una durata complessiva degli album esasperante...almeno i Saxon,come i Judas e pochi altri,picchiano sodo ancora e non ti rompono le palle con canzoni di 7/8 minuti.Sono scelte differenti e' vero,ma i Maiden sondiventati troppo pallosi. |
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Broken Arrow prende voti alti ovunque perché i Saxon hanno acquisito questo rispetto reverenziale e affetto davvero inspiegabili, fanno album con 4 canzoni belle e 7 piatte da 25 anni, riff e ritornelli identici su ogni disco, eppure continuano a essere incensati. La canzone Carpe Diem è identica a Thunderbolt, Battering Ram o Sacrifice e via dicendo. Un'altra band sarebbe massacrata per il piattume, loro no. Comunque a me questo disco piace, è il migliore dal 2000 ad oggi, senza gridare al miracolo, ma solo perché i precedenti sono album sufficienti o discreti. Ribadisco il mio 75 |
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Buon disco, e per me The Pilgrimage è la vera canzone noioso, le altre tutte schegge di heavy metal puro. Concordo però con chi dice che le linee vocali non sono il massimo, non per esecuzione ma per inventiva. Per me vale 70/100 o poco più. |
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10
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Incredibile come prenda voti alti ovunque, santo dio...piatto come una sogliola. The Pilgrimage fantastica, un paio di altre tracce gradevoli, il resto un piattume ben eseguito ma dalle linee vocali a dir poco noiose. Mah...... |
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Ascoltato .... comprato subito . Grande album. Voto 85 |
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Niente male. Mi è piaciuto più del precedente, che mi aveva detto poco. Non è al livello di un Call To Arms (per me l’ultimo grande album dei Saxon), è più o meno il solito album dei Saxon degli ultimi dieci anni. Pezzi banalotti ce ne sono eccome (per me a partire dalla title-track in primis), alternati però ad altri validi come Age of Steam e ovviamente The Pilgrimage, il classico pezzo che da solo quasi giustificherebbe l’acquisto dell’album. Menzione d’onore a Biff, che a 71 anni suonati trasuda metal da ogni poro. Voto 75 |
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7
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Per me cocente delusione e lo dico con molto dispiacere. L ho ascoltato tantissime volte ma a parte lady in grey , the pilgrimage e the Age of steam non salvo molto. Disco molto piatto, però sono i Saxon e gli voglio bene uguale |
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6
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Album in linea con quanto proposto negli ultimi vent'anni. Una grande canzone, The Pilgrimage ottima veramente, per il resto di lascia ascoltare volentieri, ma anche in questo caso gli album degli anni ottanta sono tre spanne sopra. Un motivo per fare un nuovo tour. |
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5
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...bel disco....80 pure per me... |
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4
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Un buon album che nulla toglie e nulla aggiunge. 73/100. |
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3
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Album vivo e potente. Horns up |
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2
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Dispone....ma anche 85 ci sta bene....lo giudico alla pari di Killing ground....solido robusto fino alla fine. |
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Io miglior album dei Saxon degli anni 2000. Forse l'unico che regge da inizio alla fine. Voto 75 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Carpe Diem (Seize the Day) 2. Age of Steam 3. The Pilgrimage 4. Dambusters 5. Remember the Fallen 6. Super Nova 7. Lady in Gray 8. All for One 9. Black Is the Night 10. Living on the Limit
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Line Up
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Biff Byford (Voce) Paul Quinn (Chitarra) Doug Scarratt (Chitarra) Nibbs Carter (Basso) Nigel Glockler (Batteria)
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RECENSIONI |
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