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Frank Zappa - Sheik Yerbouti
17/04/2022
( 2042 letture )
Nella primavera del 1979 (giusto una manciata di mesi prima dell’uscita dell’opera in tre atti Joe’s Garage) Zappa se ne uscì con quel che fu probabilmente il suo disco di maggior successo commerciale fino a quel momento, più immediato e diretto rispetto a molte sue precedenti opera e caratterizzato da una copertina divenuta iconica (seconda solo forse alla sua immagine sul gabinetto) e composto da 18 tracce: ecco Sheik Yerbouti. Già solo il gioco di parole e l’artwork, contestualizzate nel periodo storico della sua creazione (1979) rendono tutt’oggi chiare e definite la potenza musicale e la libertà artistica che il genio di Baltimora padroneggiava con sarcastica sicurezza, non da meno il fatto che il suddetto disco fu il primo (presumibilmente) ad esser registrato da e per la sua neonata ed omonima etichetta discografica.
Va inoltre sottolineato il fatto che il taglio più rock e diretto (musica più semplice forse) del disco fu solamente una strategia dello stesso Zappa per raccogliere fondi economici per le costose sperimentazioni musicali successive (bisogna sempre ricordare che in quegli anni la tecnologia era più indietro rispetto alla visionaria mente del compositore). Al netto di questa premessa, il disco gode di musicisti in forma straordinaria, composizioni fresche e divertenti e soprattutto bordate satiriche di altissimo spessore che non lasciano superstiti, dalla politica alla religione, dalle pratiche sadomasochistiche gay agli ebrei, ce né per tutti.

Zappa mette in musica partiture melodiche di una orecchiabilità straordinaria nonostante il complesso ritmico strumentale su cui si ergono sia di una ricercatezza maniacale: un brano su tutti per farne esempio è Bobby Brown. Se da un lato la brutale satira maschile trova spazio nella precedente canzone, anche quella femminile non è da meno e il testo di Jewish Princess è tutt’oggi caratterizzato da una irriverenza prorompente. Ampio spazio a satira e parodie li possiamo sentire in Flakes dove a esser preso di mira è Bob Dylan con una divertentissima imitazione fatta dal nuovo talento scoperto da Zappa, tale Adrian Belew che qualcuno può ricordare legato al nome dei King Crimson.
Tra i diciotto brani che compongono la scaletta, taluni sono nel corso degli anni divenuti vere e proprie hit della sconfinata discografia zappiana, nonché pezzi che in chiave live han trovato ampi spazi e rivisitazioni in diverse chiavi e generi, Baby Snakes, City of Tiny Lites e la ritmatissima Dancin’ Fool che divenne candidata ai Grammy, nonché una grandissima dance-hit.
Quasi tutti i brani inoltre furono registrati in sede live con successive sovraincisioni in studio, con sperimentazioni e ampio uso di effetti sonori e frammenti musicali assortiti e disparati. Rubber Shirt ne è esempio puro: in questo brano Frank Zappa combina una traccia di batteria diTerry Bozzio che suona in un ambiente musicale, con la traccia di Patrick O’Hearn che suona il basso in un altro ambiente completamente diverso; le due tracce differivano inoltre per indicazione di tempo musicale e indicazioni ritmiche. Il risultato è una breve suite tanto allucinogena quanto fluida e dinamica o più semplicemente un divertentissimo esperimento musicale riuscito pienamente nel suo intento.

Nonostante il piglio più commerciale (nella sua accezione più remunerativa del termine) Sheik Yerbouti fu, ed è tutt’oggi, una delle porte di acceso più dirette allo sconfinato mondo zappiano. In questo disco confluiscono melodie dirette, meticolosità sovraumana, tecnica straordinaria, coraggio, sperimentazione, sarcasmo, satira, voglia di non prendersi e prendere sul serio, insomma tutto ciò che può identificare o far iniziare a conoscere Frank Zappa è racchiuso qui. Come nella più profonda identificazione della mentalità zappiana quindi, un musicista e una musica per tutti ma soprattutto contro tutti, sempre e comunque, ridendo di gusto sotto ai baffi.

Oh God, I am the American dream
With a splendle up my butt ‘till it makes me scream
And I’ll do anything to geta head
I lay awake nights sayin’ “thank you Fred”
Oh Gog Og God, I’m so fantastic
Thanks to Freddie I’m sexual spastic
And my name is Bobby Brown
Watch me now, I’m going down
…..Yeah, I knew you’d be surprised



VOTO RECENSORE
s.v.
VOTO LETTORI
96.5 su 4 voti [ VOTA]
DEEP BLUE
Sabato 23 Aprile 2022, 15.38.44
6
CHE MUSICA SIGNORI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dan
Martedì 19 Aprile 2022, 10.05.07
5
Pura goduria lo zio Frankino commerciale (?!?) Capolavoro
Strip Metal
Lunedì 18 Aprile 2022, 18.53.54
4
Ma che razza di problemi cognitivi avete?
L'ImBONItore
Lunedì 18 Aprile 2022, 16.38.12
3
Su YouTube lo trovi full album. Così ghisparmi i 16 euvo. Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee un ottimo album pegh me.
hard & heavy
Lunedì 18 Aprile 2022, 15.43.09
2
Cosa faccio, Lo compro? LaFeltrinelli Lo vende a 15,90 € Lo prendo? il senza voto non mi spinge ad acquistarlo, accetto consigli. GRAZIE
L'ImBONItore
Domenica 17 Aprile 2022, 12.27.56
1
Se fosse ancora vivo oggi chissà cheeeee ne direbbe della società e musica attuali. Non oso immaginare. Album moderatamente folle e suonato con mestiere come sempre
INFORMAZIONI
1979
Zappa Records
Inclassificabile
Tracklist
1. I Have Been In You
2. Flakes
3. Broken Hearts Are For Asshole
4. I’m So Cute
5. Jones Crusher
6. What Ever Happened To All The Fun In The World
7. 7. Rat Tomago
8. We’ve Got To Get Into Something real
9. Bobby Brown
10. Rubber Shirt
11. The Sheik Yerbouti Tango
12. Baby Snakes
13. Tryin’ To Grown A Chin
14. City Of Tiny Lites
15. Dancin’Fool
16 Jewish Princess
17 Wild Love
18. Yo’ Mama
Line Up
Frank Zappa (Voce, Chitarra)
Adrian Belew (Chitarra, Voci)
Tommy Mars (Tastiera, Voci)
Peter Wolf (Tastiere, Voci)
David Ocker (Clarinetto)
Patrick O’Hearn (Basso)
Ed mann (Percussioni, Voci)
Terry Bozzio (Batteria, Voci)
 
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