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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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24/05/2022
( 6483 letture )
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Quali sono le motivazioni che hanno portato un gruppo come i Rammstein ad avere un successo così grande, nonostante l'ostacolo della lingua tedesca, non a tutti comprensibile e a molti ostica e sgradevole? Esiste inoltre il dibattito sul fatto che non siano loro di fatto gli iniziatori della Neue Deutsche Härte -pare infatti che il termine sia stato coniato dopo l'uscita del loro primo album Herzeleid nel 1995- ma che si siano ispirati agli Oomph, che dopo il debutto con l'album omonimo ancora pregno di sonorità EBM, nel 1994 pubblicarono Sperm, con sonorità che trasudano di industrial, elemento fondamentale per la coesione del metal tedesco. Quali sono dunque le motivazioni di così tanto successo? Perché, diciamoci la verità, anche se li adoriamo, musicalmente non sono certo i musicisti tecnicamente più eccelsi, e spesso sembra che i brani siano ripetitivi, soprattutto negli ultimi anni e manchino di inventiva. Il loro sound così caratteristico, scarno, quasi freddo, marziale, coniato dai riff di Kruspe, uniti a una ritmica semplice ma potente e massiccia, sulla quale Till Lindemann ha coniato la sua mossa caratteristica il "Till Hammer". È molto spesso "Flake" Lorenz a tirare fuori il coniglio dal cilindro con sue tastiere, musicalmente parlando. Ma i Rammstein non sono soltanto musicisti, sono artisti a tutti tondo, nella loro arte vi è anche teatro, comicità, desiderio di provocazione con temi spesso controversi. La bravura di Lindemann a scrivere i testi è innegabile, sia poetici, che di natura trasgressiva e forse, sta anche qui la chiave di così tanto successo. Anche chi non conosce bene il tedesco non può non rimanere affascinato dalla sua tecnica vocale che ha ispirato molti altri cantanti suoi conterranei. Per viversi appieno la band bisogna assolutamente assistere a un loro concerto dal vivo, in cui i teutonici mescolano teatro, gag divertenti e provocatorie, e spettacoli pirotecnici che sottolineano i momenti salienti dei brani. Forse, sono sufficienti questi motivi per giustificare il loro successo, non credete?
Dunque arriviamo a Zeit, ottavo album in studio di un gruppo mai stato tanto prolifico, tanto che fra Liebe ist für alle da e l'album intitolato semplicemente col nome della band del 2019, sono trascorsi ben dieci anni. Forse, per questo motivo, l'annuncio di un lavoro ha un po' spiazzato, forse perché non atteso. Ma certamente il periodo di pausa forzato dovuto alla pandemia, ha spinto Till e soci a creare nuovo materiale in studio. Zeit (Tempo) presenta in copertina la band fotografata da Bryan Adams sui gradini della Trudelturm a Berlino-Adlershof, monumento dedicato alla ricerca aerea nel parco aerodinamico della città. La sensazione che provoca la foto è di freddezza, di suggestioni militari e soprattutto legate a ombre di un passato vissuto in gioventù, passato da cui la band sembra non volersi staccare mai. Impossibile non notare poi i velati riferimenti all'erotismo maschile, presenti anche in modo più poetico e meno evidente nella copertina del singolo di debutto, la titletrack, in cui si vede la testa di Oliver Riedel fuoriuscire bendato da un mare burrascoso e in tempesta. Tutti i brani dell'album hanno in comune il tema portante del tempo, preso in esame da diversi punti di vista e con diversi argomenti dai più seri a quelli più leggeri e irriverenti.
L'opener Armee der Tristen (L'esercito dei tristi) ci introduce all'ascolto con un ritmo marziale, subito dopo l'attacco del synth, l'andamento è molto elettronico, con la voce di Lindemann che si eleva con un timbro orgoglioso, curando delle linee vocali davvero molto coinvolgenti. Il testo ci invita a prendere parte a una marcia militare contro la felicità. La titletrack è una ballata in crescendo emotivo, probabilmente fra le più belle scritte dai tedeschi, da pelle d'oca, e senza dubbio fra i picchi dell'album, i cui versi ci fanno riflettere sulla caducità e la fragilità della vita umana:
Warmer Körper ist bald kalt Zukunft kann man nicht beschwör’n duldet keinen Aufenthalt erschaffen und sogleich zerstör’n Ich liege hier in deinen Armen ach, könnt es doch für immer sein! doch die Zeit kennt kein Erbarmen schon ist der Moment vorbei
Il corpo caldo diventa presto freddo il futuro non può essere evocato Non tollera permanenza costruito e immediatamente distrutto Giaccio qui fra le tue braccia oh, se potesse essere per sempre! Ma il tempo non conosce pietà il momento è scaduto già
Anche la successiva Schwarz è un pezzo malinconico e riflessivo, decisamente gotico ed è un inno alla bellezza del tempo notturno e culmina con un lungo assolo di tastiera davvero da brividi e dal sapore quasi vintage.
Ich will nicht schlafen gehen denn immer wenn ich einsam bin zieht es mich zum Dunkel hin Der Sonnentod ist mir Vergnügen immer wenn es dunkel wird die Seele sich in Lust verirrt die kalte Nacht ist mir Vergnügen trink das Schwarz in tiefen Zügen
Non voglio andare a dormire perché ogni volta che sono solo Sono attratto dal buio La morte del sole è un godimento per me Sempre quando si fa buio L’anima si smarrisce nella lussuria La fredda notte è un godimento per me Bevi il buio a grandi sorsi
Con Giftig (Velenoso) veniamo subito catturati dal sound aggressivo e da club EBM dato dalle tastiere di Doktor Flake con tanto di bassi ridondanti, è un pezzo molto ballabile, ma cupo e arrabbiato; la cattiveria umana viene paragonata a una puntura inaspettata di un insetto velenoso.
Zick Zack è uscito come video e come singolo (addirittura in edizione limitata con una rivista allegata) e bisogna dirlo che è stata geniale l'idea di anticiparne l'uscita con le loro foto truccate che potevano far presagire qualcosa di scandaloso, anche se poi effettivamente così è stato, ma non nel senso che magari qualcuno si era immaginato. Il video e il trucco sono semplicemente geniali e ricordano alcune provocazioni di Keine Lust (fra l'altro il regista è lo stesso), anche se musicalmente il brano è (forse volutamente) più pop e orecchiabile, con un intro di tastiera che ricorda vagamente Barbie Girl, ma il testo è geniale e si imprime in testa. Si scaglia in maniera decisamente sarcastica ed ironica contro l'ossessione per la bellezza e il non riuscire ad accettare il naturale invecchiamento umano, a costo di diventare delle caricature di sé stessi:
Wer schön sein will, der muss auch leiden Eitelkeit ist nie bescheiden Nadel, Faden, Schere, Licht ohne Schmerzen geht es nicht Schöner, größer, härter Straffer, glatter, stärker
Chi bello vuole apparire, deve anche soffrire la vanità non è mai umile Ago, filo, forbici, luce Senza dolori non funziona Più bello, più grande, più duro Più sodo, più liscio, più forte
Arriviamo a OK che altro non è l'abbreviazione di Ohne Kondom (Senza preservativo), tipico divertissement in stile Rammstein dal testo decisamente discutibile, introdotto da un coretto davvero divertente che pare riprodurre un coro di suore che canta in gregoriano. Meine Tränen (Le mie lacrime) è un'altra ballad che ci riporta alla memoria i temi e le atmosfere di Mutter. Il testo racconta di un uomo adulto che non è riuscito a farsi una vita propria e vive ancora con la madre, i versi lasciano sottintendere velatamente che ci possano essere anche delle implicazioni piuttosto delicate fra i due. Si va a scavare anche nel passato familiare e nella mancanza di sentimenti che ha generato freddezza e incapacità di esprimersi. Infatti "un uomo dovrebbe piangere solo quando la madre muore"
Das Haus ist klein, die Stille groß sie zwingt mich oft auf ihren Schoß Ich leb noch immer bei Mama und bleibe wohl für immer da Im Haus fehlt lange schon ein Mann Ich helfe aus, so gut ich kann
La casa è piccola, il silenzio grande Spesso mi costringe a tenermi nel suo grembo vivo ancora da mia madre e rimarrò per sempre lì In casa manca già da tempo un uomo Io do una mano, faccio del mio meglio
Giungiamo così a Angst (Angoscia), forse il pezzo più energico, quasi nevrotico, a tratti disturbante, di questo Zeit, che ci riporta ancora a qualche sonorità del passato, forte di un video davvero particolare in cui Till Lindemann impersonifica "l'uomo nero". I temi sembrerebbero quelli dell'incomunicabilità che porta sempre più all'isolamento ed a erigere muri attorno a noi, anche per l'avvento della tecnologia. Però il video mostra sempre questa, diciamo, fissazione dei tedeschi per il passato e la loro infanzia e infatti li vediamo vestiti in abiti vintage, a guardare vecchie televisioni. Dicke Titten, titolo che credo non abbia nemmeno bisogno di traduzioni, è l'altro momento diciamo goliardico dell'album con un testo decisamente esplicito sessualmente e con una divertente marcetta dal sapore decisamente retrò in apertura. La penultima traccia Lügen (Bugie) parla di un uomo che dice di essere apparentemente un uomo per bene e di amare e di comportarsi bene con la moglie, presenta un tocco decisamente particolare e fa quasi strano sentire la voce di Lindemann alterata dall'autotune, (oltre che certamente non ne ha bisogno); probabilmente l'effetto è proprio stato ricercato volutamente, forse per sottolineare il continuo mentire dell'uomo protagonista del brano. Arriviamo alla conclusiva Adieu, che effettivamente lancia qualche minaccia sul futuro della band e speriamo che sia soltanto un commiato per questo album.
Adieu, Goodbye, Auf Wiedersehen den letzten Weg musst du alleine gehen Ein letzes Lied, ein letzter Kuss kein Wunder wird geschehen Adieu, Goodbye, Auf Wiedersehen die Zeit mit dir war schön
Arrivederci Il tuo ultimo cammino lo devi percorrere da solo Un’ultima canzone, un ultimo bacio Non accadrà nessun miracolo Arrivederci Il tempo con te è stato bello
Che cosa dire di questo ottavo, inaspettato, album dei tedeschi? È un lavoro decisamente più cupo e malinconico dei soliti Rammstein a cui siamo abituati, i temi affrontati sono decisamente importanti e profondi, i brani più riusciti sono proprio quelli più oscuri, e i testi sono decisamente su livelli molto alti. È un album che non presenta molte novità sul piano compositivo, anche se di per sé i brani non sono certamente brutti, anzi sono decisamente curati anche dal punto di vista della produzione, ma ricalcano pedissequamente i sicuri sentieri già tracciati. Soltanto le tastiere di Christian Lorenz hanno dei lampi di genio o guizzi inaspettati, ma la voce di Till Lindemann è sempre e comunque ancora una certezza e una fortezza.
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Braccia Rubate alla Volkswagen !!!
Però i testi sono attualissimi e profondi,
meritevoli di altri musicisti
Questi sono rozzi veramente! |
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mi fate un confronto tra i tre successivi a rosenroth? vedo pareri molto discordanti su questi ultimi 3 album e io sono rimasto a rosenroth e ad apprezzarli fino a raise raise |
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altro colpaccio dei teutonici....ogni fan del metal dovrebbe almeno avere un album di loro.
Nonostante la lingua tedesca (vero scoglio) si fanno amare e piacere, sono imprescindibili |
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@Odrano: in italiano corrente ora, grazie. |
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Bel disco ascoltate il primo disco e questo e capirete ascoltare ascoltare e ascoltare.. |
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Altro capolavoro. Primo lato da brividi. Ottime anche Angst
E Adieu. Più lo ascolto più mi viene voglia di ascoltarlo.
Per me un 90 pieno. Solo un paio di brani sottotono tra cui OK e Dicke Titten. Speriamo ci regalino altri lavori. |
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Stavo per "imbracciare l'artiglieria", poi mi sono reso conto che @Alberto mi aveva preceduto. Il primo album è del '95. Forse oggi sono "meno duri", ma pensò che i Rammstein siano quanto di meglio sia venuto fuori negli ultimi 30 anni. E si permettono pure di cantare in tedesco. |
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Anche noi siamo appartenuti alle nuove generazioni eppure ascoltiamo metal. Le mode ci sono sempre state, poi c'è chi le segue e c'è chi no. |
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Capre come se piovesse... Ahahah... |
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Commento 21 classico fuoco amico...le nuove generazioni ascoltano blanco e trappaglia simile Micca i Rammstein |
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"Prodotto per nuove generazioni", una band il cui primo disco è uscito 28 anni fa... dovreste scendere dal piedistallo. |
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Ottimo prodotto per nuove generazioni che non hanno orecchie per comprendere che è un mix di tutto e un po'. Commerciale quanto basta |
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Ho iniziato ad ascoltarli con il disco precedente, facendo il percorso a ritroso.
Sarà anche per questo che mi ritengo molto soddisfatto di questa nuova uscita.
Disco granitico e malinconico, come sottolineato dalla recensione anche secondo me a fare la differenza sono le tastiere e i synth del doktor Flake.
Alla fine direi 80 pieno. |
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18
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Grande hype per l'uscita del disco essendo un grande fan dai Rammstein sin da ragazzino. Purtroppo non mi ha entusiasmato come speravo. Spiccano su tutte Zeit e Angst, Zick Zack piacevole e azzeccato come singolo, Armee Der Tristen convince dopo più ascolti, il resto è gradevole ma troppo poco. Non so quanto fosse lecito aspettarsi di più, fatto sta che il precedente mi aveva convinto molto di più. Per me da 73 |
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17
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Dai ragazzi, poche ciance, ennesimo colpo da biliardo, palla in buca e non ce n'è per nessuno. Disco solenne, granitico, e come sempre simpatico, capace di passare con estrema non chalance dalla filosofia di "Zeit" alla goliardia di "Dicke Titten" per finire alla magniloquenza di "Adieu", ed il resto tutto di gran valoreo. Che dire cari Maestri, grazie, siete unici ed inimitabili, portatori di gioia in questo mondo triste, non mi stancherò mai di dirlo. Musica, video e produzione di classe superiore, in sintesi, impossibile non amarli alla follia. Ci vediamo a Torino.... |
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16
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Personalmente non vedo tutta questa miglioria rispetto al precedente anzi direi proprio che siamo sulla stessa linea, una continuazione evidente del disco precedente. Inutile dire che preferivo i Rammstein d'annata e che questa formula su cui si sono seduti alla lunga (e son passati dei lustri) stanca. In particolare le chitarre le trovo poco ispirate in diversi punti e anche i synth non sono più quelli di una volta...Tille è il punto fermo intoccabile e insostituibile del gruppo, con una performance ancora una volta pazzesca. Detto ciò alcuni brani son riusciti meglio di altri (zeit, angst) e dal vivo sicuramente avranno un altro e alto rendimento! La produzione impeccabile come sempre...da sehnsucht in poi i dischi suonano da paura! |
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15
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Mi sta piacendo anche se io sono tra quelli che preferiscono il precedente omonimo. Al momento siamo sui 75 |
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14
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il mio voto è 80 mi piacciono tutte un album che scorre bene a parte Lügen Adieu a parer mio inutili , chitarra potente thrash con quei ricami di tastiera azzeccatissimi, in auto và di continuo, molto meglio dei due precedenti che non riesco proprio ad ascoltare |
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13
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Piattume totale. Non mi è piaciuto per niente |
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12
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Ma , abbastanza scialbo, faccio fatica ad arrivare alla fine sebbene non sia kilometrico. A mio avviso molto meglio il precedente. |
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Gli ascolto sempre perché sono divertenti e mi piace la voce di Lindemann. Qui sono diventati più seriosi e riflessivi e hanno abbassato molto la velocità dei pezzi. Ci sento sempre un tocco di elettronica Kraftwerkiana, se posso definirla così e anche la sezione ritmica, forse a causa della ottima produzione, è notevole. Zeit è un brano che mi piace molto. Non male ma preferisco al momento altre cose. Però quelle (poche) volte che viaggio in auto, loro ci saranno spesso. Au revoir. |
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10
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Una delusione totale. Peggio del precedente. |
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Decisamente ma veramente molto decisamente migliore del precedente. |
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8
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Personalmente mi è piaciuto molto e lo ritengo senza ombra di dubbio l album più maturo che abbiamo mai fatto!! |
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7
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Non mi appassionavano più dai tempi di rosenrot, ascoltato diverse volte gran bel disco |
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6
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nettamente superiore ai due precedenti ,finalmente niente canzoni "stupide",ma esattamente quello che ci si aspetta da loro .90 pieno per me |
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5
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Concordo con indigo... a parte Angst qui manca il pezzo memorabile che nel precedente trovavo in Deutschland, Puppe e Weit Weg. Questa volta è stato dato spazio più all' introspezione, meno alla tamarragine... |
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4
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Vi consiglio di ascoltare Le Jardin Des larmes, pezzo in cui Lindemann ha collaborato con la cantautrice francese Zaz. E' bellissima! |
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Armee Der Tristen, Zeit e Angst le tracce che ho apprezzato di più oltre alla divertente Zick Zack, molto catchy anche se ricalcata sul modello di loro vecchie composizioni (Pussy, Auslander ecc.). In generale non sono rimasto completamente soddisfatto, per me il self-titled del 2019 rimane superiore (qui una Deutschland o una Puppe mancano) ma alla fine, come dice anche @Shock, è un lavoro discreto che punta a "conservare" più che a innovare. Come voto mi tengo sul 73-75, quindi in linea con Sara e la sua recensione (molto bella, in particolare la sezione introduttiva). |
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2
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I primi album come qualità sono lontanissimi, almeno si fa ascoltare volentieri. Le canzoni più intime sono quelle riuscite meglio, grazie a Till che si dimostra ottimo interprete. Altre, tipo Zick Zack, OK e Dicken Titten, sembrano scritte in dieci minuti, divertenti ma finisce lì. La migliore canzone per me resta Angst, l'unica veramente degna di nota. Un disco discreto, ma al di là di quello dal punto di vista compositivo il gruppo è abbastanza alla frutta. |
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1
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a mio parere molto meglio dell'album del 2019, poco innovativo ma scorre che è un piacere. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Armee Der Tristen 2. Zeit 3. Schwarz 4. Giftig 5. Zick Zack 6. OK 7. Meine Tränen 8. Angst 9. Dicke Titten 10. Lügen 11. Adieu
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Line Up
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Till Lindemann (Voce) Richard Z. Kruspe (Chitarra) Paul Landers (Chitarra) Christian ”Flake” Lorenz (Tastiere) Oliver Riedel (Basso) Christoph "Doom" Schneider (Battteria)
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