|
26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
|
|
Soilwork - Overgivenheten
|
26/08/2022
( 2410 letture )
|
Overgivenheten, in svedese “abbandono”, è il titolo del dodicesimo album degli svedesi Soilwork, che procedono a testa fieramente alta il loro cammino in quella che da circa dieci anni a questa parte si è rilevata essere una seconda fiorente giovinezza, matura e consapevole. Nei circa sessantacinque minuti di musica, suddivisi in quattordici tracce edite dalla Nuclear Blast c’è realmente molto materiale su cui disquisire, ci sono idee, c’è personalità e soprattutto c’è tutto ciò che ogni fans della band svedese desidera sentire. Strid & Co. sono una macchina perfettamente rodata che viaggia da tempo su un binario parallelo ma ben distinto dal canonico melodic-death metal di stampo svedese o meglio, al più conosciuto “Gothenburg-sound” e questo nuovo lavoro ne è ulteriore e rimarcata conferma.
Overgivenheten gode di una produzione pressochè perfetta, il bilanciamento tra gli strumenti è ottimale e ne esalta le caratteristiche di ognuno nello spettro sonoro, sia nelle aperture melodiche che nelle parti più heavy ogni sfumatura sonora è percepibile in modo netto. Sopra a tutto ciò le liriche di uno Strid in forma superba fungono quasi da strumento addizionale che ben si fonde a quelli già presenti, sia per ritmiche che per dinamiche. Da segnalare per ultima (ma non per importanza) la prestazione dietro alle pelli di Bastian Thusgaard che offre un drumming vario, dinamico e di forte impatto sulla risultante finale dei brani. La composizione perlopiù generale dei brani segue una forma piuttosto canonica-standardizzata: intro, strofa, pre ritornello, ritornello, strofa, pre ritornello, ritornello, transizione o assolo, pre ritornello, ritornello e finale ma, assodato ciò l’abilità compositiva e tecnica dei Soilwork fa sì che i brani suonino fluidi, variegati, dinamici e di primo impatto, tant’è che già ad un secondo play le melodie si siano già impresse nel binomio orecchie-mente. Le strutture dei brani nel corso della tracklist offrono quindi come già accennato una certa ripetitività tra strofe più o meno spinte, assoli, interludi melodici e soprattutto ritornelli di immediata assimilazione e di facile traino, esempio lampante ne sono le prime due tracce ovvero l’omonima Overgivenheten e la successiva Nous Sommes La Guerre, e che di primo impatto lasciano presagire un marcato indebolimento del suono generale, cosa peraltro smentita immediatamente dalla successiva Electric Again. Sono presenti poi numerosi brani di evidenziata aggressività sonora: Golgata per esempio, ma anche This Godless Universe in cui si possono sentire arrangiamenti che rimandano la mente a lidi di synphonic-black. Alternati ad essi trovano largo spazio composizioni di stampo piuttosto heavy come Harvest Spine, Dead, I Hear You Calling e composizioni strumentali che fanno rifiatare l’ascolto divagando in spazi armoniosi ed eterei: Morgongava/Stormfagel, The Everlasting Flame.
Forse ai più questo disco può risuonare fortemente influenzato dal progetto The Nightflight Orchestra ma, è indubbio che i Soilwork mettano in atto una summa di ciò che è stato il loro cammino fino ad ora aldilà di progetti paralleli o tangenti, componendo un disco variegato, maturo, studiato che può soddisfare molto probabilmente sia i fans di vecchia che nuova data. Ricercare pecche quando il livello compositivo, esecutivo e tecnico generale è così elevato è pressochè impossibile, molto semplicemente ogni tassello è al suo posto e si incastra perfettamente agli altri per creare un vero e proprio grande mosaico dal titolo Overgivenheten.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
10
|
Ormai il melodic death metal dei gruppi putativi del Gothenburg sound si è imborghesito, con questo non voglio togliere nulla alla nuova musica dei vari In Flames, Dark Tranquillity, Soilwork, Arch Enemy e compagnia bella .. anzi ascolto molti altri generi musicali e Hard Rock; questi gruppi perà hanno cambiato pelle radicalmente e maturando lo trovo anche giusto , avrei solo cambiato totalmente registro e moniker ( cosa che Strid sta comunque interpretando con i Nightflight Orchestra ) perchè in alcuni casi il cambiamento musicale è piuttosto evidente e lontano anni luce dal "sound primitivo" del nome che portano alle spalle. Al momento rimango ancorato a lavori usciti più vicino alla metà e fine degli anni '90, li trovo a loro modo più veri e più originali di queste svolte più radio friendly.
Non mi permetto però di valutare con un voto scritto perchè ho solo parzialmente ascoltato questo nuova uscita targata Soilwork. |
|
|
|
|
|
|
9
|
In realtà anche a me non ha detto molto..ma io ho problema con la voce di strid ( che detesto) .nel genere sto letteralmente amando gli halo effect, che king s x permettendo per me sono il gruppo dell'anno |
|
|
|
|
|
|
8
|
Mah... A me paiono canzonette piuttosto noiose. |
|
|
|
|
|
|
7
|
sono pronti per sanremo |
|
|
|
|
|
|
6
|
Questi qua ormai da anni non sbagliano un colpo. Difficile mantenere il livello dopo un album come Verkligheten (a cui aggiungo senza problemi pure il seguente splendido ep A Whisp of the Atlantic), eppure ci vanno vicino. Già la title-track che apre il disco mette le cose in chiaro, ma tutto quello che viene dopo scorre alla grande, malgrado la lunghezza, e con altri picchi come Electric Again o Dreams of Nowhere. Grandi. Voto 83 |
|
|
|
|
|
|
5
|
Lo sto ascoltando a ripetizione. Mi pare in linea con il predecessore pure bellissimo. Manca una Stålfågel, ma la qualità è altissima. Per il resto copio il post di @Shock parola per parola, virgola per virgola.
|
|
|
|
|
|
|
4
|
Oramai i Soilwork hanno trovato la loro strada, e la stanno facendo alla grande. Album sulla scia di Verkligheten, dove il death melodico si incastra in un sound che risente dei NFO, ma senza eccedere come si vuol pensare. Infatti la voce di Strid qui da il meglio di sé stesso tra growl (senza essere esagerati) e clean (ma non come nel suo altro gruppo). Questo disco cresce sempre di più con gli ascolti e se ad un primo ascolto può sembrare troppo lungo alla fine invece scorre liscio e senza appesantire. Citare un brano più che un altro e' difficile, perché la qualità è sempre elevata, anche se un Nous somnes la guerre ruba l'occhio. Voto molto alto. Gruppo assolutamente straordinario. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Finalmente l'ho ascoltato tutto ieri notte; che dire: album che si pone sulla linea già tracciata da "The Living Infinite" in poi, con sempre meno death metal e sempre più melodia chiaramente derivante dal progetto NFO. A me piace questo stile, anche se sono d'accordo con chi lo definisce alla lunga un po' sterile e scevro di emozioni - nei pezzi dei NFO si percepisce di meno questo aspetto perché il gruppo è dichiaratamente goliardico e gioca proprio sull'esagerazione dei propri clichés - ma in ogni caso è più che gradevole e offre spesso brani memorabili. Nello specifico credo che questo "Overgivenheten" sia un po' troppo lungo e perda un po' di mordente nella seconda parte, mentre nella prima contiene ottimi pezzi come i primi tre e "Morgongava/Stormfagel". Sul finale "On The Wings Of A Goddess Through Flaming Sheets Of Rain" poteva essere un grande brano, ma a mio parere risulta forzatamente slegato negli ultimi tre/quattro minuti. Ho apprezzato particolarmente i suoni di chitarra e le orchestrazioni con i violini, non parlo delle capacità vocali di Strid, che si conferma sempre un fuoriclasse. Per ora mi fermo sul 77 come voto, vedremo come proseguirà con gli ascolti. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Ottimo disco, suonato bene e la contaminazione musicale derivata dagli altri progetti gli ha fatto bene come anche sul precedente....voto 80 ....ma non lo comprerò perchè non c'è più la magia o perlomeno questa magia personalmente su di me non ha più effetto ..... |
|
|
|
|
|
|
1
|
cosa vuoi commentare ormai fra i migliori tra i migliori…e probabilmente fra 2 anni sara’ interamente con voce clean..e allora si che la metamorfosi sara’ completa.
90 e sono stretto bellissimo disco |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Overgivenheten 2. Nous Sommes La Guerre 3. Electric Again 4. Valleys Of Gloam 5. Is It In Your Darkness 6. Vultures 7. Morgongava/Stormfagel 8. Death, I Hear You Calling 9. This Godless Universe 10. Dreams Of Nowhere 11. The Everlasting Flame 12. Golgata 13. Harvest Spine 14. On The Wings Of A Goddess Through Flaming Sheets Of Rain
|
|
Line Up
|
Bjorn “Speed” Strid (Voce) Sylvain Coudret (Chitarra) David Anderson (Chitarra) Rasmus Ehrnborn (Basso) Sven Karlsson (Tastiere) Bastian Thusgaard (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|