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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Il Balletto di Bronzo - Ys
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( 9267 letture )
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Dopo aver affrontato argomenti musicali teoricamente estranei a questo spazio, ma che hanno ottenuto un certo riscontro da parte dei nostri lettori, torniamo ora ad occuparci di un argomento più “canonico” per il nostro settore Classici, quello del prog italiano (che comunque, a voler essere pignoli, dovrebbe anch’esso essere estraneo a questo spazio, e che invece è stato anch’esso accettato subito), e lo facciamo parlandovi di uno dei gruppi fondamentali, quel Balletto di Bronzo -il cui nome deriva da un dipinto di Wadsworth- che risulta tra le pietre miliari dell’intera scena europea.
Nonostante la storia del Balletto di Bronzo cominci già alla fine dei sessanta con esperienze pienamente Beat (Sirio 2222 e 45 giri precedenti), è solo con l’entrata del tastierista cantante ex Città Frontale, il diciottenne Gianni Leone (poi Leo Nero) nella formazione che il gruppo acquista quella dimensione prog sperimentale che lo renderà famoso. Il prodotto dell’alchimia tra ciò che restava della formazione originale ed il nuovo arrivato produssero il capolavoro Ys, ispirato ad una leggenda celtica che narra la storia dell’ultimo uomo sulla terra (magari Io sono Leggenda non è poi così originale, e nemmeno il libro da cui è tratto) che una voce costringe a vagare cercando altri scampati alla nera sorte dell’umanità per raccontare loro la verità appresa dalla voce, ma essendo l’ultimo uomo, la vana ricerca di un suo simile lo porterà alla morte, e nemmeno nelle sue braccia egli riuscirà a raccontare ciò che deve; ecco a questo proposito il testo di Introduzione, incipit del disco oscillante tra dolcezza e rock psichedelico aperta dalla voce inquietante di Gianni per poi lasciarsi andare a fughe isteriche:
La voce narrò all'ultimo che sul mondo restò la vera realtà. E poi comandò di andare tra i suoi a dire la verita' e il gioco inizio'.
Quella voce premeva nel petto col dolore di cose capite forse era in tempo a dirlo anche agli altri forse era in tempo a dirlo anche agli altri.
Cos'è la vita vita di un uomo che ha pianto come guardare un cielo sereno come fissare i tuoi occhi nel sole come afferrare una mano protesa.
E la voce premeva nel petto col dolore di cose vissute doveva andare presto, doveva andare presto.
La poesia di un giorno di vento l'ultima foglia di un albero morto il primo giorno di sole d'aprile un corpo caldo una mano vicina.
Sintesi di altissimo livello tra le atmosfere classiche e le improvvise sfuriate delle tastiere di Leo, vero fulcro musicale del disco, Ys può lasciare interdetti al primo ascolto, proprio in virtù delle dissonanze e dell’anarchia intellettuale del compositore, tecniche spesso usate in modo “esclusivo” e supponente, altre volte talmente frenetiche da essere al limite della cacofonia ed anche oltre.
Primo Incontro regala un po’ di spazio alla chitarra elettrica dell’ottimo Lino Ajello (ex Volti di Pietra), buono il lavoro al basso di Vito Mannari e alla batteria di Stinga; più tecno-oriented Secondo Incontro, mentre Terzo Incontro restituisce partiture scomode e fraseggi efficaci di Hammond e Moog. A chiudere un disco classificabile molto a spanne come via di mezzo tra un’opera dark ed il prog à la ELP Epilogo, un riassunto di tutto il meglio ed il peggio della band, cacofonia, elettricità che annerisce i padiglioni auricolari, psichedelia, molti passaggi scomodi da seguire e che mettono a disagio, chiusura affidata alle voci; ed è forse la parte vocale il punto debole dell’album, in quanto Leo Nero è un tastierista geniale, ma un cantante non sempre in grado di supportare le sue idee, ed a questo proposito è curioso sottolineare che in quel disco cantò una corista che si chiamava Giusy Romeo, meglio nota qualche anno dopo come Giuni Russo (qualche sorpresa il prog la riserva sempre), cantante dai mezzi vocali mostruosi prematuramente scomparsa nel 2004; probabilmente se la personalità di Leo/Gianni avesse fatto un passo indietro e Giuni fosse stata utilizzata come prima voce oggi avremmo un capolavoro assoluto e la band difficilmente si sarebbe sciolta poco dopo la pubblicazione di Ys, per altro assolutamente ignorato dal pubblico; i due inoltre assieme al batterista Stinga parteciparono all’album di Celentano I Mali del Secolo .
Parte intellettuale e cerebrale del prog Italiano il Balletto di Bronzo sicuramente rappresentò la parte più musicalmente “impegnata” del prog, e per questo pagò dazio, ma la sua sgraziata stranezza compositiva è sopravvissuta al tempo, e l’attività di Leo, poi solista e personaggio d’avanguardia attivo negli USA ed in tutta Europa, ovunque ci fossero delle avanguardie musicali all’opera, prosegue tutt’oggi con uno zoccolo duro di seguaci che continua ad apprezzarlo. Curiosità: alcuni membri del gruppo si sono via via trasferiti in Svezia, dove hanno dato vita ad uno studio di registrazione, (L’Hulman) che ha visto passare, tra gli altri, anche gli Europe.
Da ultimo può essere interessante rileggere il resto dei testi che, nella loro apparente semplicità, sono invece abbastanza interessanti e non troppo lunghi, anche perché sul disco gli istrionismi musicali delle tastiere tendono spesso a soffocarli.
Primo Incontro Lui andò oltre i monti e più in là senza mai voltarsi a guardare lungo è il cammino da fare ma doveva andare, ancora andare.
Un uomo è là con la faccia all'ingiù e già l'edera abbraccia il suo corpo nero è tutto il sangue che ha su ferite di orecchie strappate.
La voce lo costrinse a gridare tutto ciò che moriva dentro sé quel che gridò il vento porò con sé non avrebbe più sentito niente.
Secondo Incontro Vedrà, vedrà anche se non sa sentire un cielo chiaro cosa gli può dire.
Un viso di vecchio già vicino alla morte la fede non c'era adesso è già forte. Lo sguardo di un uomo che non ha paura cos'è, se gli manca la voce sicura.
Ha visto la notte il giorno finire e donne nel buio già pronte a tradire le mani protese i volti più assenti morire i più buoni gioire i potenti.
Terzo Incontro Ma non rimane a pensare tra seé doveva cercare qualcosa che c'è e non fu notte e giorno non fu e l'orizzonte rimase laggiù.
Non si arrese non si arrese mai non si chiese uomo dove vai.
E quel che vide fu un altro uomo con quelle braccia stese in croce senza sentire la sua voce gli andò vicino e gli parlò.
Ma in quegli occhi senza luce pungenti spine erano inflitte sentì già sue quelle ferite e poi la luce non fu più.
Epilogo Con le braccia distese la sua strada nel buio cercò con le dita una forma incontrò. Solo il freddo della morte potè sentire tra le sue mani la sua parola vera salì dal petto ancora.
Ma la sua bocca stanca ed immobile restò quel grido lo schiacciò fin dentro lo straziò ed il buio intorno a sé poi fu dentro di lui e buio fu.
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30
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L'ho riascoltato in questi giorni dopo parecchio tempo e anche se avevo già commentato un anno fa... beh... questo disco per me é sempre geniale! Mi piace ancora come la prima volta.
Pur preferendo Sirio 2222 lo considero sempre un capolavoro, che però per capire appieno bisogna già avere le orecchie allenate con altre cose tipo gli Emerson, Lake e Palmer (con loro qui la differenza era solo la chitarra quasi)
Ho appreso di un aneddoto che forse già sapevo ma di cui non ricordavo, cioé che Leone si aggiunse alla line up originale del primo album poco dopo la pubblicazione del disco, line up a 5 che putroppo si dissolse per svariati motivi.... ecco a pensare che quella Line Up avrebbe potuto pubblicare un disco mi fa pensare a quanto sarebbe potuto essere diverso YS, forse ancora meglio o forse no chissà... sicuramente diverso. |
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29
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Area, se sei interessato al progressive italiano, oltre alle recensioni ancora da scoprire, troverai nel nostro DB anche vari articoli |
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28
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A me personalmente piace di più il precedentre Sirio 2222 che era molto Psichedelico e Bluesy, ma in questo caso senza l'Hammond. Mi piaceva anche di più la voce di Cecioni. Questo disco é molto bello ed é considerato un classico come il primo disco, però é meno facile da ascoltare, più "Tastieristico" e in certi punti un po caotico. Comunque da avere. |
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Credo più un arredatore di scena al lavoro per fare atmosfera. Simili poster erano diffusissimi all'epoca, ma spesso usati a sproposito. Poster e Magliette dei Maiden, ad esempio, ricorrono in vari film anni 80, magari accanto a roba assolutamente incongruente. Servivano a comunicare la sensazione di adolescenza inquieta. |
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Capolavoro e originalità irripetibile, forse il miglior disco prog italiano di sempre. L'unica pecca sono le parti vocali, ma quelle erano il punto debole di molti nomi dell'epoca. |
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Una curiosità Raven:il poster del primo album del Balletto appare nel film"I 2 maggiolini più matti del mondo"degli indimenticabili Franco e Ciccio,in una scena nella cameretta della figlia di uno dei due comici siculi.Segno,forse,che qualche promozione si tentò di farla nei confronti della band.Cattiva sorte forse.. |
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I gioielli del prog italiano da riscoprire sono innumerevoli. Molti li trovi già in data base, anche in forma di articoli, ma ovviamente ne mancano ancora tantissimi. |
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Grandi!Io personalmente adoro la voce di Ricky Belloni della Nuova Idea."Clown"era un altro piccolo gioiello.Spero di vederlo recensito qui un giorno!Ancora complimenti Raven. |
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Dei cervello si è riparlato recentemente quando è circolato il nome di rustici come sostituto di mussida nella pfm. In futuro potremmo parlarne, ma non so quando. |
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20
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Disco stupendo e gran bella recensione!Spero ripescherete un'altra misconosciuta prog band napoletana di nome Cervello..Rilasciarono un disco,"Melos",davvero valido!!Complimenti ancora per dare giusto spazio a quanto di buono questa nazione ha donato al rock. |
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Conosco solo questo disco dei Balletto. Comunque si, anch'io preferisco nettamente altro. |
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Ma Gals secondo me pure c'era di meglio dal punto di vista prog, tanto che - ed è quello che dicevo a Raven - secondo me il vero apice loro per me è Sirio 2222, che prog non è quanto un rock acido/psicho con influenze beat. Quell'album è secondo me davvero grande, con pezzi diretti e freschissimi! |
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Il voto non è affatto basso secondo me,anzi, e la recensione è ottima. Il disco è di qualità, ma c'era decisamente di meglio ai tempi, soprattutto vocalmente parlando. |
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Grazie, per me Sirio 2222 è un gran bel fottuto rock/psicho anni 70 di grande impatto e forza emotiva (con influenze beat vero). Contento che anche te piaccia. |
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No, affatto. Lo ritengo un po' diverso, semmai. Circa la mancanza del disco, non è che semplicemente ci si può alzare, scrivere la prima recensione che si decide di fare e pubblicarla. Quando si raggiunge una determinata dimensione di webzine le cose diventano un po' più complicate, tuttavia è uno di quei lavori che prima o poi arriverà |
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Raven ma sirio lo ritieni un lavoro minore??? Da come ne parli ("esperienza pienamente beat", "solo con il successivo corso diventeranno famosi") e dall'assenza della rece sembrerebbe di sì. Forse mi sbaglio, ma mi piacerebbe sentire il tuo parere, perché a me Sirio 2222 piace tantissimo e l'ho ritenuto sempre un passo avanti rispetto a YS (che admittedly forse dovrei rispolverare...). Evviva! |
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grande recensione, voto troppo basso!!!!!! quello dei lettori non parliamone. |
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Che album, troppo bello! Secondo incontro è FISSA nella mia mente, così come Meditazione del precedente album. Grandissimi! |
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Gli Area sono già nel nostro data base, gli altri ancora no, ma in seguito..... |
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X Raven: aggiungi anche Trip, Aktuala e Biglietto per l'Inferno. C'erano anche gli Area ma secondo me troppo politicizzati. |
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9
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Album insuperabile, tremendamente vicino alle sonorità metal e con una vena di fondo che ricorda il black più grezzo. Veramente un trip ! |
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Bhe io tra i miei coetanei (classe '89), faccio fatica persino a trovare gente che conosca il banco, le orme, o la pfm -.- |
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Mamma mia, e allora a citare Metamorfosi, Rovescio della Medaglia, Museo Rosenbach? |
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5
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Non ho mai conosciuto nessuno che sapesse, seppur vagamente, i Balletto di Bronzo. Mi dicevano: "Balletto....cosa???" oppure "Prog italiano??? ma il prog non è quello dei Drim Ziater???" Pensavo di essere l'unico sfigato che li ascoltava. Ora non sono più l'unico sfigato )) |
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4
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Io a quest'album do un 100 tondo tonso senza alcuna esitazione! Tra l'altro è uno degli album preferiti di Mikael Åkerfeldt, non so se mi spiego! Ma aldilà di quello è davvero un capolavoro! Ultima cosa: Il balletto l'ho visto dal vivo l'estate scorsa, sono in tre ora, ma spaccano ancora tremendamente! |
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3
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E me li prendo |
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Di prog non capisco nulla... ma i complimenti te li cucchi lo stesso... |
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Recensione magnifica!! Uno degli album della mia triade personale del prog rock, con Zarathustra e Crac! Secondo incontro riesce ancora a farmi venire i brividi ad ogni ascolto! Questi sono album che meriterebbero una fama infitamente maggiore di quella che hanno.. Quando fai certe recensioni avvisami, che a vedere la copertina di Ys in Home mi stava venendo un infarto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Introduzione 2. Primo Incontro 3. Secondo Incontro 4. Terzo Incontro 5. Epilogo
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Line Up
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Gianni Leone (Tastiere, Piano, Effetti, Voce, Mellotron, Celeste, Spinetta, Moog) Vito Manzari (Basso) Giancarlo Stringa (Batteria, Percussioni) Lino Ajello (Chitarra elettrica ritmica e solista, Chitarra acustica)
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RECENSIONI |
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