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Sabbath Assembly - Restored to One
11/09/2022
( 987 letture )
La “Process Church of the Final Judgement” o più brevemente “Process Church” è un movimento religioso e teologico fondato all’inizio degli anni Sessanta da due ex membri di Scientology, Mary Ann Mac Lean (“The Oracle”) e Robert Moore (poi De Grimston, “The Teacher”), espulsi dal movimento e poi coniugi nel 1963. Inizialmente noto come Compulsion Analysis si svilupperà in un vero e proprio movimento a se stante, prendendo il nome definitivo nel 1966. Il gruppo attraverserà varie fasi e avrà vita molto travagliata, stabilendosi prima come comune nel quartiere Mayfair di Londra, poi spostandosi a Bahamas e infine a Xtul nello Yucatan. Rilocatosi nuovamente a Londra e poi a New Orleans, dove sarà raggiunto dal nucleo messicano, il culto raggiungerà la sua massima diffusione, fondando piccole unità in molte città americane e arrivando quindi a contare un seguito di qualche centinaio di adepti, organizzati in maniera gerarchica. La fama del culto sarà piuttosto controversa e i membri spesso al centro di scandali e vari problemi, tanto che si cercheranno collegamenti tra la Process Church e la Family di Charles Manson, sulla base di una affermazione dello stesso Manson che dichiarò che lui e Robert Moore fossero di fatto la stessa persona. Lo stesso De Grimston cercherà negli anni Settanta di portare una ulteriore evoluzione della Process Church, incontrando però il rifiuto da parte della MacLean: i due si separarono, divorziando nel 1974. La maggior parte degli affiliati rimase con la MacLean, la quale cambiò il nome del movimento in Foundation Church of the Millenium, dandole chiari connotati cristiani, per poi abbandonare ogni riferimento religioso nella riformata associazione animalista Best Friend Animal Society, fondata nello Utah nei primi anni Novanta. De Grimston aveva già sciolto la propria branca alla fine degli anni Settanta, cambiando vita negli Ottanta.
Senza entrare nello specifico degli insegnamenti della Process Church, diremo che il movimento conobbe una discreta fama durante l’epopea hippie, finendo naturalmente per attirare anche numerosi artisti, interessati alla particolare teologia (e alle sue pratiche), che partendo dal presupposto dell’esistenza di un solo Dio, postulava che la natura umana fosse divisa in quattro entità, chiamate col nome degli Dei maggiori: Jehovah, Cristo, Satana e Lucifero, ognuna delle quali muoveva diverse aspirazioni dell’animo umano (Lucifero “la luce” rappresenta l’impulso di vivere il momento e godersi la vita, Satana “la separazione” di spingere tutto all’estremo, Jehovah “la forza” predica una vita fatta di etica e controllo e Cristo “l’unificazione” rappresenta l’armonia degli impulsi), che devono essere tutte glorificate e vissute appieno, fino al raggiungimento dell’equilibrio, attraverso l’amore e quindi la riunificazione in Dio. Le pratiche della Chiesa, definite “processi” (da qui il nome), servirebbero appunto per glorificare ogni aspetto delle diverse pulsioni umane e trovare questo famoso equilibrio.

La lunga introduzione è necessaria per inquadrare la particolarissima storia dei Sabbath Assembly, nome che deriva dall’appuntamento religioso settimanale dei membri della Process Church. Caso più unico che raro, infatti, il gruppo statunitense, fondato nel 2006, nasce col preciso intento di fungere da veicolo per il messaggio della Process Church originale. Disinteressandosi totalmente dell’effettiva storia del movimento e degli atti dei suoi membri, la band si concentra sul messaggio e sulla teologia della Process Church e si propone di utilizzare lo strumento musicale per dare corpo e voce ai suoi inni e quindi al suo particolare messaggio religioso, inteso come ancora valido e significativo. Le canzoni dei primi due album pubblicati sono infatti una rielaborazione e riarrangiamento degli Inni originali della Process Church, presi dal libro medesimo pubblicato negli anni Sessanta. Un’operazione che non ha eguali nel mondo del rock e che costituisce un vero e proprio unicum. La collaborazione con la cantante Jex Thoth per il primo album incontra quindi la volontà stessa dell’artista di aiutare la band nel riportare alla luce questi inni e gli insegnamenti a loro connessi, senza però voler dare vita a un gruppo vero e proprio. La cantante sarà infatti sostituita a partire dal secondo album da Jamie Myers, con la quale i Sabbath Assembly pubblicheranno i successivi sei album, nei quali si staccheranno progressivamente da questi temi, avendo esaurito il materiale originale e quindi anche il primario obbiettivo. Restored to One è il primo album del gruppo e costituisce il primo vero passo verso questo progetto singolare quanto sentito.

Musicalmente, la band sceglie una strada ben precisa, che è quella di restare fedele allo spirito degli inni originali, riarrangiandoli senza stravolgerne l’identità. Trattandosi quindi di composizioni degli anni Sessanta, non sorprenderà che il registro utilizzato sia quello del rock psichedelico tipico del periodo e della rivoluzione dei figli dei fiori, alveo nel quale l’intero movimento nacque e fu accolto nei primi anni di vita e formazione. La musica contenuta in Restored to One non ha quindi nulla a che fare col doom vero e proprio degli anni Settanta, anche se la band viene spesso identificata con questo genere, e si presenta quasi del tutto priva di distorsione, se in qualche assolo di chitarra. Siamo invece in pieno territorio Jefferson Airplane, Coven (inevitabilmente), Black Widow, The Doors, Janis Joplin e via elencando tra i Giganti di quella felice epoca. La voce di Jex Thoth è perfetta per rappresentare una sintesi dell’identità musicale di quel tempo e l’identità invece religiosa e spirituale degli inni stessi. Non dobbiamo infatti dimenticare che questi rappresentassero parte della liturgia del movimento e anche se frutto di una rielaborazione musicale successiva, la loro natura emerge spesso e volentieri tra le pieghe delle composizioni. E’ esattamente il principio del rock esoterico, che vede una musica apparentemente gioiosa e solare, farsi veicolo di tematiche tutt’altro che ortodosse e anzi, spesso e volentieri, volte a mettere in forte discussione la narrazione religiosa predominante celebrandone alternative di ogni tipo. Non dimentichiamo che la Process Church invitava infatti a glorificare e a non avversare ciascuna delle manifestazioni dell’animo umano, il che comprende anche le due entità chiamate Lucifero e Satana, il che portò numerosi problemi all’organizzazione dell’epoca, tanto che l’identificazione del movimento come religione satanista è stata ripetutamente oggetto di dibattito.
Già l’apertura affidata a Glory to the Gods in the Highest con le armonie della Thoth che introducono le note vagamente mediorientali delle chitarre ci conducono verso un mondo esoterico e misterioso e se la strofa risulta tutto sommato piacevole e “innocua”, lo sviluppo musicale è fin da subito sottilmente inquietante ed evocativo. Ma è solo il primo passo in un mondo oscuro, continuamente solleticato e magistralmente dipinto, con una qualità complessiva pazzesca se si pensa che l’album esce nel 2010, cioè successivo di quarant’anni l’apogeo musicale del rock psichedelico. Hymn of Consecration è già puro rock esoterico, con le percussioni tribali, i silenzi e i cori, le sovraincisioni che invocano “Satan” e il tono oscuro, che aumenta ulteriormente in And the Phoenix Is Reborn, pezzo ultradoom senza distorsione, di una tensione quasi insopportabile, fino al dolcissimo refrain e lo splendido solo, capace di trasportarci direttamente in un altro mondo. Primo vero capolavoro dell’album, che prosegue con la successiva The Saints Shall Inherit the Earth, forse la più vicina a un inno come lo si intende nella chiesa cattolica, la quale non sarebbe sfigurata in Jesus Christ Superstar, con quel break centrale che sa di Burt Bacharach in salsa esoterica. Meno interessante risulta The Power That Is Love, mentre Glory Halleluja è esattamente quello che il titolo intende, con un andamento allegro e sostenuto, sottolineato dall’organo hammond e le splendide armonie vocali di una Jex dolcissima e ammaliatrice al tempo stesso. Interessante e riuscito il cambio di tempo a metà brano, che conferma la qualità compositiva dei Sabbath Assembly al di là dell’aspetto religioso. Arriviamo così al pezzo forte del disco: Judge of Mankind, con i suoi otto minuti di durata, è di gran lunga il brano più lungo, con una invocazione all’entità Cristo nella prima parte, all’entità Satana nella seconda, a Lucifero nella terza ed a Yehovah nella quarta ed è un perfetto esempio di brano epico di chiara derivazione The Doors, con tanto di break strumentale che separa le varie parti e che ricorda -nemmeno troppo vagamente- l’esplosione strumentale orgasmica di The End, con Andy, Dave e Xtian che tirano fuori il meglio dai propri strumenti e Jex stupenda sacerdotessa invocante. Dopo la tensione del brano precedente, We Give Our Lives distende i toni -ma non troppo, visto che sempre di Satana si parla- nella prima parte, per poi tornare a crescere nuovamente. Ancora una volta, è la Thoth con le sue armonizzazioni a elevare il brano di livello, facendone un episodio riuscito. Spiritual, jazz e blues nell’introduzione cantata di The Time of Abaddon, con la quale tutti ci consegneremmo alla sacerdotessa Jex cedendo alla tentazione, fino all’entrata degli strumenti, dal timing perfetto e irresistibile, sul quale ogni ulteriore tentativo di resistenza crolla definitivamente. Melodia strepitosa, che chiude un disco incredibile.

Difficile, difficilissimo dare un voto a Restored to One. Musicalmente, parliamo di un album fantastico, calato in maniera totale negli anni Sessanta, tanto che nessuno dubiterebbe provenisse da quell’epoca e forse solo per la troppa pulizia della produzione, comunque rispettosa in toto di quei canoni stilistici e della strumentazione. La performance strumentale è di alto livello e quella vocale strepitosa, suadente e irresistibile, che certifica l’assoluta superiorità di Jex Thoth nel panorama del rock esoterico, unica e vera epigona della Maestra Jinx Dawson. Il fatto che i brani siano riarrangiamenti di inni composti negli anni Sessanta dalla Process Church costituisce l’elemento se vogliamo controverso e al tempo stesso identitario dell’intero progetto e anche quello che dà fascino al tutto. Interessarsi o meno al messaggio originario non costituisce ostacolo a godere della musica dei Sabbath Assembly, che può essere fruita a prescindere, nel suo valore intrinseco di opera musicale. Certo è che sarebbe come perdersi parte dell’opera stessa e del suo intento. D’altra parte, capire non significa necessariamente condividere.
Alla fine, resta un’operazione come detto unica nel suo genere, di alto valore musicale e di un sentimento così intenso e pervasivo che è impossibile non coglierlo e rimanere indifferenti. Siamo insomma di fronte a uno dei dischi più affascinanti di rock esoterico di sempre, degno successore dei capolavori degli anni Sessanta e Settanta. Assolutamente da avere per gli appassionati -che lo conosceranno già- e da riscoprire per tutti gli altri.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
99 su 1 voti [ VOTA]
Jo-lunch
Venerdì 16 Settembre 2022, 20.31.00
3
👍👍👍. Dammi tempo e ti farò sapere.. 🤗🤗
Lizard
Venerdì 16 Settembre 2022, 19.42.30
2
Ciao Jo-lunch: Grazie per il commento il consiglio, come ho scritto è quello di ascoltarli a prescindere da ogni altra considerazione, avendo ben presente che non si tratta di doom, metal e neanche hard rock. Il resto come ho scritto è giusto saperlo per capire il contesto e semmai apprezzare il progetto che c’è dietro l’album. Comunque difficilmente sfuggirebbe che si tratta di un disco “particolare”. Fammi sapere
Jo-lunch
Venerdì 16 Settembre 2022, 19.31.43
1
Ciao Saverio. Non conosco assolutamente niente di questo movimento e tanto meno ho mai ascoltato questi Sabbath Assembly e, francamente, non ne sento la mancanza. Detto ciò la tua rece è interessante e magari, per curiosita', si può prestare orecchio e dare un ascolto. Poi si può anche fare un commento in merito. Ti farò sapere. Buona serata a tutto.
INFORMAZIONI
2010
The Ajna Offensive
Psychedelic Rock
Tracklist
1. Glory to the Gods in the Highest
2. Hymn of Consecration
3. And the Phoenix Is Reborn
4. The Saints Shall Inherit the Earth
5. The Power That Is Love
6. Glory Halleluja
7. Judge of Mankind
8. We Give Our Lives
9. The Time of Abaddon
Line Up
Jex Thoth (Voce)
Andy (Chitarra)
Dave (Basso)
Xtian (Batteria)

Musicisti Ospiti
Sophie (Voce, Cori)
Steve (Organo, Trombone)
 
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