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Tad Morose - A Mended Rhyme
24/09/2022
( 871 letture )
Formati ad inizio anni Novanta, il quintetto svedese di Bollnas ha costituito una realtà rilevante della scena power prog europea, parte del filone che ha portato alla luce grandi album di band quali Conception, Elegy, Ivanhoe, Threshold, Vanden Plas, oltre ai nostri Eldritch. Distintisi per la capacità di combinare in maniera bilanciata ed originali tratti power e heavy con sonorità progressive e tratti più cupi e doom, gli appassionati del genere ricorderanno i Tad Morose spesso accostati ai connazionali Morgana Lefay, Evergrey e alla cult band Veni Domine. Nomi underground che seppero conquistare un seguito notevole specialmente verso la fine degli anni Novanta, grazie anche all’opera della casa discografica svedese Black Mark, attivissima all’epoca a scovare e promuovere giovani band di talento. I Tad Morose seppero imporsi con un songwriting dai connotati peculiari e in grado di mescolare in modo personale diverse influenze, frutto del connubio tra il lavoro di chitarra potente e deciso di Christer Andersson ben intrecciato alle sempre presentissime tastiere di Fredrik Eriksson, ora settantiane/ottantiane ora più contemporanee e progressive.

Questo A Mended Rhyme rappresenta il terzo full lenght della band e probabilmente il lavoro ancora oggi più completo, originale e riuscito dei Tad Morose, in una discografia ad ogni modo variegata nel corso di una carriera quasi trentennale. Da un lato la band continua quanto proposto due anni prima dall’ottimo Sender of Thoughts, disco del 1995 che proiettò la band in una dimensione più ampia e matura, aggiungendo tratti maggiormente progressive oltre che linee vocali più variegate e teatrali, ad opera del nuovo entrato e talentuosissimo Urban Breed, screamer di razza arrivato in sostituzione del più melodico ma meno esteso Kristian Andren (poi con Memento Mori, Wuthering Heights, Bloodbound e Fifth Reason). I nove brani che ci accompagnano nell’ora di musica di A Mended Rhyme sono qualitativamente molto elevati, a partire dall’opener Circuit Vision che proietta da subito i nuovi Tad Morose in una dimensione mai raggiunta prima, un brano dai taglianti riff power prog poggiati su tastiere pompate tanto in sede di accompagnamento che solistica, capaci di fondere silk and steel come solo Savatage e Angel Dust avevano saputo fare fino a quel momento, anche grazie a una grande performance di Urban Breed, capace di mescolare influenze dei maestri statunitensi quali Jon Oliva, Zak Stevens, Mike Howe e Ray Alder, con personalità e sfrontatezza sorprendenti. La successiva But Angels Shine parte cadenzata e rocciosa con tratti doom quasi alla Candlemass e Solitude Aeternus, per poi accelerare nel refrain esplosivo ed elettrizzante in cui emergono tratti di Conception ed Elegy. Il disco scorre alla grande e con varietà spaziando da momenti più prog come la titletrack, condotta da un grande lavoro di tastiere e da Anders Modd e Peter Morén, in un mix tra Fates Warning ed Eldritch con intermezzi evocativi di Marillion in alcune cuciture prog tastieristiche di Eriksson. Altro gran pezzo è The Trader of Souls, introdotto da un riffone che richiama lo stile di Tore Ostby dei Conception e su cui si innescano le tastiere e linee vocali aggressive e rotonde del bravo Breed, che sfodera vari registri in pochi minuti senza perdere grip tanto a livello di estensione quanto di interpretazione. The Dragon Tide riprende atmosfere doom e riffs propri dei connazionali Veni Domine e Morgana Lefay, su tappeti heavy ed epici che ancora una volta esaltano la vocalità di Urban, mentre il power prog di Goddess of Chaos, The Vacant Lot e la conclusiva articolata Guest of Inquisition riporta alla mente tanto nei riffs quanto negli svolazzi tastieristici i primi ottimi lavori che in parallelo gli albionici Threshold di Richard West e i nostrani Eldritch (in formazione storica con Holler/Simone/Smirnoff) stavano sfornando con freschezza e prolificità.

Nel complesso A Mended Rhyme rappresenta un lavoro di spessore e rilevanza che proiettò i Tad Morose nella cerchia ristretta di band che fecero la fortuna della scena power prog di fine anni Novanta, capaci di dar corso a una carriera longeva senza peraltro riuscire a toccare nuovamente tali altissime vette qualitative, pur sfornando una manciata di altri buoni lavori marchiati da Urban Breed quali i successivi Undead (2000), Matters of the Dark (2002) e Modus Vivendi (2003), prima di tornare con una formazione rimaneggiata e un nuovo vocalist dal 2013 e appiattendo la propria proposta su filoni meno prog e più lineari. Anche Urban Breed finì per diluire il proprio grande talento in una serie di progetti piuttosto dispersivi come Serious Black, Bloodbound, Pyramaze, mantenendosi su alti livelli di performance pur perdendo un po’ dello smalto e della sfrontatezza degli esordi. Se non conoscete i Tad Morose riscopriteli con questo album, non ve ne pentirete. Se li conoscete e avete nostalgia di quelle sonorità, non esitate ed andatevi a rispolverare A Mended Rhyme.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
85.25 su 4 voti [ VOTA]
Michael Rosenberg
Lunedì 21 Agosto 2023, 14.54.29
4
Grazie - sistemato!
Manuel
Sabato 29 Luglio 2023, 20.17.26
3
Ragazzi,nella tracklist avete riscritto la Line Up.
duke
Domenica 25 Settembre 2022, 17.47.28
2
...bella recensione....davvero.....la band e' davvero ottima....che ha fatto albums di buon livello....mi e' piaciuta molto....ricca e dettagliata....e le bands nominate sono tra le mie preferite....finalmente qualcuno si e' ricordato dei veni domine.....voto giusto.....
Adrian Smith
Domenica 25 Settembre 2022, 1.05.05
1
Miglior lavoro dei TM, il primo con Urban. Recensione che passa in carrellata la loro carriera con grande competenza e oggettività. Curioso di ascoltare l’ultimo in uscita in questi giorni e che magari recensirete. Voto 85 giusto.
INFORMAZIONI
1997
Black Mark
Power/Prog
Tracklist
1. Circuit Vision
2. But Angels Shine
3. A Mended Rhyme
4. The Trader of Souls
5. Time of No Sun
6 The Dragon Tide
7. Goddess of Chaos
8. The Vacant Lot
9. Guest of Inquisition
Line Up
Urban Breed (Voce)
Christer "Krunt" Andersson (Chitarra)
Fredrik "Frippe" Eriksson (Tastiera)
Anders "Modden" Modd (Basso)
Peter Morén (Batteria)
 
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