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Dub War - Westgate Under Fire
29/09/2022
( 729 letture )
Il ritorno dei Dub War a ventisei anni di distanza dall’ultimo disco in studio -Wrong Side of Beautiful del 1996 -mette in mostra una band capace di suonare e spostarsi tra elementi diversi pur rimanendo fedele a una linea ben tracciata che in questo disco prende il sopravvento sulle altre caratteristiche del sound del gruppo, quella del rap metal. Infatti la band originaria del Galles ha nel proprio sound elementi funk che condivide con una base metal e questo porta subito a pensare a gruppi come Faith No More o Living Colour, i quali prima di loro sperimentarono su questo versante. Ma la proposta dei Dub War non si ferma a questo in quanto oltre ad uno stile funk si trovano anche elementi reggae e punk che ricordano i Bad Brains.

Come prima accennato però, a partire dalla prima traccia Blackkk Man dal contenuto inerente la critica sociale ed incentrato sulla tematica del razzismo (prendendo spunto dai recenti avvenimenti che scatenarono le proteste del movimento Black Lives Matter) si può subito sentire come la vena rap del cantante Benji Webbe prenda il sopravvento sugli altri elementi. D’altronde il frontman è noto anche per il progetto Skindred a cui si dedicò dopo lo split con i Dub War a fine anni ’90 e in cui continuò a sperimentare mescolando tra loro diversi generi. In War Inna Babylon, cover del progetto reggae Max Romeo and The Upsetters, si possono sentire di più le altre influenze e a completare la traccia c’è la collaborazione del musicista Ranking Roger venuto a mancare nel 2019, che aggiunge un taglio ska alla traccia. Il disco continua mettendo in mostra il sound rap/alternative metal che, accompagnato da un tappeto sonoro funk, riesce a coinvolgere l’ascoltatore e risultare accattivante. Ci sono anche altri episodi in cui si sentono gli ulteriori elementi che compongono la proposta del gruppo -per esempio il punk di Art of War- inoltre trova spazio anche un pezzo più pesante e cattivo rispetto agli altri, Coffin Lid, e una ballad che è la reinterpretazione di un noto pezzo del musicista soul Al Green: Let’s Stay Together, cui viene abbreviato il titolo in Stay Together.

Da notare come non sia presente un vero batterista in questa reunion e ci si affidi a diverse collaborazioni per colmare il vuoto, tra tutte la più interessante sicuramente quella di Mike Bordin dei già citati Faith No More. Il disco risulta piacevole e ben fatto, l’ascolto scorre senza problemi anche se non ci sono momenti veramente memorabili e soprattutto dopo tutti questi anni dall’ultima release ci si aspetterebbe un po’ di più; in definitiva un buon ritorno che suona sincero e non forzato, ma che poteva essere migliore se la band fosse stata più ispirata e avesse avuto una formazione completa con cui lavorare.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2022
Earache Records
Alternative Metal
Tracklist
1. Blackkk Man
2. War Inna Babylon
3. Vibes in the Place
4. Art of War
5. Reveal It
6. Mary Shelley
7. Bite Back
8. Coffin Lid
9. Crying Clowns
10. Get Back Up
11. Fun Done
12. Stay Together
13. Celtic Cross
Line Up
Benji Webbe (Voce)
Jeff Rose (Chitarra)
Richie Glover (Basso, Chitarra)

Musicisti Ospiti
Mikee Gregory (Batteria)
Ranking Roger (Voce su traccia 2)
Spike T. Smith (Batteria su traccia 4)
Roy Mayorga (Batteria su traccia 5)
Dave Chavarri (Batteria su traccia 7)
Jamie Miller (Batteria su traccia 9)
Mikey Doling (Chitarra su traccia 9)
Mike Bordin (Batteria su traccia 10)
Tanner Wayne (Batteria su traccia 13)
 
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