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ApoGod Project - A Prog Bible
16/10/2022
( 1083 letture )
Argomentare di temi biblici non è certo una primizia in ambito musicale, in particolare in quello del progressive rock (famosissimo il concept La Bibbia de Il Rovescio della Medaglia). Andarne a parlare in chiave “apocrifa”, interpretando cioè liberamente i contenuti del Testo Sacro e sottolineandone le caratteristiche più epiche, avvincenti e cruente, è tuttavia molto meno frequente, a tal punto da poter essere considerata una novità, anche se non in senso strettamente assoluto (vedi per esempio De André, La Buona Novella, per quel che concerne l’aspetto puramente apocrifo). Una sorta di sfida, partorita dalla mente di due musicisti siciliani, Patrick Fisichella e Giovanni Puliafito, che sotto il nome di ApoGod Project - APO va anche inteso come acronimo di Another Point Of (view) – hanno messo in musica, con A Prog Bible, la loro visione apostatica di parte dell’Antico Testamento, nella fattispecie Genesi ed Esodo.
L’idea del progetto è nata nel 2018, quando i due artisti, già affermati nei loro rispettivi ambiti – fra le loro molteplici attività, Puliafito è un compositore di colonne sonore abbastanza noto nell’ambiente, Fisichella insegna chitarra ed è autore di musiche per il teatro – hanno cominciato a comporre il materiale per A Prog Bible in uno stile particolarmente consono ai loro gusti personali, il progressive metal. Ne consegue piuttosto naturalmente che i riferimenti principali dei nostri non possano non essere altri che i Rush, i Dream Theater e i Symphony X, dai quali peraltro essi stessi hanno dichiarato di trarre ispirazione. A tratti nell’album si avvertono oltretutto influssi punk e stilemi jazzistici, a dimostrazione della considerevole perizia tecnica e compositiva dei due musicisti.

Andando alla disamina del disco, difficile non restare affascinati dalla copertina, molto bella, di Domenico Puzzolo, raffigurante Salomè con la testa di Giovanni Battista sul piatto. È con questa immagine cruenta ed evocativa che comincia l’ascolto di The Creation – BigBanGenesis, vera e propria ouverture nella quale gli ApoGod Project introducono e anticipano tutte le linee melodiche dei brani successivi. Anche questa non è una novità, tuttavia in tale brano il duo va oltre i classici opening dei concept album prog, proponendo passaggi di accordi randomici (rifacendosi in qualche modo alla celebre frase che Einstein scrisse a Bohr “Dio non gioca a dadi con l’universo”) per i primi due minuti e ventidue secondi, trascorsi i quali avviene il Big Bang artistico (222 è il numero al quale viene associato il Big Bang appunto) da cui si dipana il pezzo, che fra momenti altamente prog, eccellenti linee di chitarra e un mood che non molla mai la presa, rappresenta una vera goduria all’ascolto. Il disco è prevalentemente strumentale, in cinque sole tracce infatti sono presenti delle linee vocali eseguite in toto dal cantante di estrazione jazz Salvo Cappellano, fatta eccezione per In The Great Flood of Blood, pezzo epico in un sorprendente e molto gradito stile prog death in cui il growl è a cura di un certo Azathoth, vocalist che ha preferito rimanere nell’anonimato. Tirando le somme, la tracklist è un autentico calderone melodico nel quale è difficile non rimanere coinvolti - vuoi per la personalità delle composizioni, vuoi per la varietà di stili proposta - e che riesce ad essere pienamente coerente e mai fine a se stessa. Al prog puro o contagiato da passaggi affini alla fusion, a tratti settantiano, di Adam & Eve – First Time Naked, Cain’s Pain e dell’ipnotica Tower of Babel, fanno da contraltare episodi più potenti ma certamente non meno interessanti e creativi, come Cyber Abraham and the Massacre of Sodom, caratterizzato in particolar modo dai sintetizzatori di Puliafito dai quali sembra letteralmente trasudare il dramma relativo al noto episodio biblico. O come Egyptian Plagues, che nel suo sviluppo epico e cadenzato ricorda in alcuni momenti la miglior indole barocca dei Symphony X. Dirigendosi verso l’epilogo dell’album, ergo in pieno Esodo, si cambia ulteriormente registro. Il dominio indiscusso delle chitarre di Fisichella in Pharaoh’s Rage lascia spazio a quella che è l’unica ballata del full-length, Promised Land (A Prayer of Moses), striata dei celesti cori di Silvia Bruccini, nella sua linearità e compostezza un’oasi di pace dentro al complesso coacervo fino ad ora ascoltato. Nella prima parte della lunga The Divine Code emerge prepotentemente l’abilità del duo nel comporre colonne sonore; le successioni melodiche che ne derivano infatti sarebbero ideali come base per closing credits. Quando sembra però che tutto si avvii al termine senza ulteriori sussulti, ecco che la canzone prende decisamente un’altra direzione, diventando un pezzo metal solido e ben interpretato da Cappellano.

Così si conclude A Prog Bible, concept album di spessore che richiede di essere assimilato poco alla volta e che la dice lunga su quanto questo genere abbia ancora tanto da esprimere, persino nel nostro Paese, dove la speranza di non essere inondati da “immondizie musicali” è sempre più flebile. Sono tempi nei quali bisogna avere il desiderio di scavare a fondo per trovare ancora artisti capaci di suscitare autentiche emozioni rock e musicisti di grande bravura ed esperienza come Puliafito e Fisichella, insieme a tanti altri colleghi di analoga levatura, dimostrano per fortuna che il panorama italiano non è così desolante come ce lo propinano i giornali, la tv, le case discografiche. È probabilmente vero che in ambito musicale c’è ben poco da inventare ormai, eppure realtà come gli ApoGod Project dimostrano che anche non essendo particolarmente pionieristici si possono comporre belle canzoni, perché in fondo è semplicemente di questo che stiamo parlando. Prog metal a tratti complesso ed elaborato, forse non particolarmente originale dal punto di vista prettamente compositivo poiché si tratta pur sempre di un genere lontano da anni da sentieri che possano condurre a innovazioni degne di questo nome. E malgrado ciò le ottime idee e la maestria espresse in A Prog Bible dai due artisti messinesi lasciano sensazioni dal sapore antico, intrise di quel “fuori moda” che corrobora lo spirito. Basta e avanza, sia per i nostalgici come il sottoscritto che per le nuove generazioni di appassionati di buona musica. E di queste ultime speriamo ve ne siano sempre di più.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
80 su 1 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2022
Metal Zone Italia
Prog Metal
Tracklist
1. The Creation – BigBanGenesis
2. Adam & Eve – First Time Naked
3. Cain’s Pain
4. The Great Flood of Blood
5. Tower of Babel
6. Cyber Abraham and the Massacre of Sodom
7. Egyptian Plagues
8. Pharaoh’s Rage
9. Promised Land (A Prayer of Moses)
10. The Divine Code
Line Up
Patrick Fisichella (Chitarra, Basso)
Giovanni Puliafito (Piano, Synth, Tastiera, Orchestrazioni, Drum Writing)

Musicisti ospiti
Salvo Cappellano (Voce tracce 6, 7, 9, 10)
Azathoth (Voce traccia 4)
Silvia Bruccini (Cori traccia 9)
Gabriels (Tastiera traccia 10)
Salvo Pennisi (Batteria)
Francesco Aiello (Percussioni traccia 7)
 
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