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Avantasia - A Paranormal Evening with the Moonflower Society
01/11/2022
( 3543 letture )
È innegabile come Tobias Sammet sia stato negli anni uno dei personaggi in grado di dare linfa, vigore e visibilità su ampia scala al genere power metal, specialmente in tempi in cui l’ispirazione e la presenza on stage dei maestri del genere stava visibilmente perdendo smalto e vigore. È altrettanto innegabile che Sammet, a oltre venticinque anni dagli esordi targati Edguy ed oltre venti dall’inizio dell’avventura Avantasia, sia stato un vero e proprio golden boy del metal, in grado di attrarre e combinare negli anni talenti di grandi interpreti a cavallo tra hard rock, heavy e power metal, portando il concetto di rock opera per la prima volta a livello di metal opera grazie al sapiente coinvolgimento negli anni di grandi singers come Alice Cooper, Bob Catley, Klaus Meine, Geoff Tate, Michael Kiske, Kai Hansen, Jon Oliva, André Matos, Eric Martin, Ronnie Atkins e molti altri. Niente meno che le più fulgide fonti di ispirazione di Tobias Sammet che coronando il sogno dell’allora ragazzino di Fulda, divenuto negli anni rampante, caparbio e ambizioso songwriter, si trova oggi al traguardo del nono capitolo del progetto Avantasia. Concepito inizialmente come side project estemporaneo degli Edguy ai tempi dei primi due – straordinari - capitoli The Metal Opera part I (2001) e II (2002), Avantasia prese progressivamente la forma di una stabile band grazie al coinvolgimento costante di navigati musicisti e producers della scuola teutonica come Sascha Paeth, Miro Rodenberg, Oliver Hartmann e Felix Bohnke, grazie ad investimenti personali di Tobias e a teatrali shows che portarono la proposta in giro per il mondo a seguito di capitoli come The Scarecrow (2008), Ghostlights (2016) o il più recente Moonglow (2019), proiettando Avantasia su una dimensione di songwriting e successo commerciale ben al di là della iniziale platea prettamente metal.

Confinare la proposta su binari strettamente power e symphonic metal non pare infatti più calzante, questo nuovo A Paranormal Evening with the Moonflower Society è infatti un lavoro in cui l’immediatezza e la melodia fanno da padrone, in una cornice teatrale e pomposa che proietta la proposta nella più ampia e generica categoria hard rock. Undici brani interamente composti da Sammet con il supporto in sede di produzione ed arrangiamento da parte dei fedeli Paeth e Rodenberg, con lo stesso Tobias a comparire in ciascun pezzo dietro al microfono, alternato di volta in volta da una pletora di ospiti di livello. L’ora di musica in oggetto ha inizio con Welcome to the Shadows, un brano integralmente interpretato da un Sammet maturo e molto in forma, capace di sfoggiare un vario range vocale dalla teatralità caratteristica nientemeno che di Magnum, Savatage e Meat Loaf. È evidente come il periodo pandemico abbia permesso al quarantaquattrenne compositore tedesco – a tratti ironico ed esuberante ma spesso capace di esprimere una veste introspettiva e riflessiva - di raccogliere le proprie riflessioni, ispirazioni ed emozioni nel suo Mysteryhausen Studio in modo alquanto maturo e bilanciato. Il lavoro procede con The Wicked Rule the Night, già ascoltato come singolo apripista e distintosi come pezzo tiratissimo, interpretato assieme a Ralf Scheepers, new entry nella famiglia Avantasia e vero screamer di razza le cui linee vocali richiamano chiaramente il background Gamma Ray, Primal Fear ma anche i maestri Judas Priest tanto nei riff taglienti quanto nell’incedere, fino ad esplodere in un refrain di sicuro impatto anche in sede live.

Fire, and yet we’ll come for you again
Try to close your eyes, we’ll show up anyway
Fire, you know we’ll return once again
You can turn the page, the image will remain
We’re in your dreams


Non manca una seconda new entry come la stimata, esperta e talentuosa Floor Jansen, capace di interpretare due tra i brani maggiormente catchy e dal potenziale commerciale come Kill the Pain Away e Misplaced Among the Angels, a cavallo tra hard rock e melodic metal e capaci di coinvolgere grazie alla trascinante immediatezza e sostanziale linearità, pur poggiandosi su arrangiamenti e su una produzione altamente professionali e potenti. Spazio poi a un episodio meramente power metal come The Inmost Light che nei poco più di tre minuti di svolgimento vede Sammet duettare con l’idolo Michael Kiske in un rincorrersi di melodie su una tirata base di doppia cassa, che ricordano gli Helloween dei due Keepers ma anche dell’allora bistrattato Pink Bubbles Go Ape vista la spensieratezza melodica e la struttura lineare e immediata, in un’alternanza che pare oggi normale ma che non ci deve far scordare come sia proprio grazie a Tobi ed Avantasia se Kiske sia gradualmente tornato da inizio anni Duemila ad interpretare certe sonorità con regolarità e maestria, tanto in studio quanto dal vivo, dopo anni di lontananza del metal. C’è da scommettere che proprio Sammet sia stato dietro le quinte uno degli artefici alla base della ritrovata alchimia con Hansen e della reunion di quelli che ora sono i vecchi/nuovi Helloween. Non manca il contributo prezioso di due fedelissimi del progetto Avantasia come Jorn Lande e Ronnie Atkins, entrambi ispirati e decisi nella propria vocalità in altri due brani riusciti, sia pure nel proprio andamento conciso e immediato, come rispettivamente Paper Plane (molto Masterplan a tinte melodiche) e Rhyme and Reason (a cavallo tra hard rock e AOR che conferma lo stato di grazia e maturità dell’esperto danese). Con The Moonflower Society si tocca forse la vetta qualitativa di questo nuovo lavoro grazie specialmente all’interpretazione da fuoriclasse del maestro Bob Catley, capace di condurre con classe e magnetica personalità su sonorità pomp rock naturalmente collegate ai Magnum e alla propria notevole discografia solista, cinque minuti di maestria e scorrevole hard rock arioso e tastieristico con un refrain da applausi.

A fire in the night
I see ghosts, spectres light around me
Vivid and stark, a blaze in the dark
Fire in the night
One by one, pictures gather round me
Where those moonflowers used to grow
Lost no more, spectres gather round here
Vivid and stark, a blaze in the dark
Night by night, stare into the black
Where moonflowers used to grow


La capacità di Sammet negli anni è stata senz’altro non solo quella di attrarre grandi talenti e fonti di ispirazione, ma di farli rendere al meglio e con naturalezza grazie a un songwriting tagliato sartorialmente e con eleganza in base alle rispettive personalità e tratti distintivi. Questa bravura negli anni si è liberata da rigidi paletti metal ed eccessi sinfonici, ed ecco dunque Eric Martin perfetto interprete di Rhyme and Reason in un hard rock elegante e raffinato in cui tratti Mr. Big acquisiscono vigoria e tacche di metronomo, in una dimensione teatrale e tastieristica, mentre il grande Geoff Tate ben si cala nella condensata Scars, in cui echi dei primi Queensryche e Fates Warning si diluiscono in atmosfere ora acustiche e soffuse ora maggiormente elettriche e digitali. La conclusiva Arabesque è forse il pezzo più Avantasia del lotto e senz’altro l’unico brano ad elevato minutaggio del disco, con Sammet e Lande ad alternarsi il microfono in strofa e bridge prima di esplodere in un refrain squillante e cristallino in cui al minuto tre irrompe neanche a farlo apposta Kiske con la sua potenza e magnetica estensione, lasciando poi spazio a momenti strumentali (a tratti forse troppo prolissi e ripetitivi) in cui la mano di Paeth e Rodenberg si fa sentire nelle orchestrazioni (purtroppo interamente sintetiche e tastieristiche senza l’utilizzo di veri strumenti acustici), in un andamento arabeggiante vicino a certe cose dei Kamelot maggiormente sinfonici nonché alla pomposità di Trans Siberian Orchestra, anche grazie a un solo ispiratissimo nella parte finale ad opera di Sascha Paeth, qui in grado di scandire una cascata di note in uno stile a cavallo tra Al Pitrelli e John Norum.

A Paranormal Evening with the Moonflower Society è in definitiva il lavoro più immediato e melodico mai composto da Tobias Sammet, un condensato di storie interpretato da interpreti di assoluto talento orchestrati alla perfezione dall’ormai rodato trio Sammet, Paeth, Rodenberg. Un disco che suona fresco e allo stesso tempo spontaneo, pur non perdendo un filo dell’atmosfera teatrale Avantasia. Certamente non il lavoro più ambizioso né il masterpiece Avantasia, ma un’ora di musica capace di coinvolgere, a tratti ammaliare e senz’altro entrare nella testa degli ascoltatori sin dal primo istante. Nota di menzione per il ricercato artwork dai connotati teatrali e con inserti fotografici ad opera di Alexander Jansson, Thomas Ewerhard e Kevin Nixon, che ben visualizzano le undici storie, che rendono l’ampio booklet piacevole da sfogliare e tra le cui pagine non passa inosservata la speciale dedica del lavoro all’amico e compagno di avventure André Matos, prematuramente stroncato nel 2019 e alla cui memoria il sempre sensibile Sammet paga il giusto ricordo. Bentornato Tobias, ben ritrovati Avantasia, ci vediamo presto on stage.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
85.22 su 27 voti [ VOTA]
Vlad
Domenica 31 Marzo 2024, 18.37.06
25
Di gran lunga il peggior disco di Sammet... melodie già sentite (con kiske si autoplagia)... con Floor Jansen poteva Sfruttarla meglio... nessuno spunto con Jorn... o Tate... piuttosto scarso. Li ho adorati tutti, questo veramente bocciato. Voto 50
uomoragno
Lunedì 2 Gennaio 2023, 18.33.42
24
Altro gran disco, perfettamente riuscito da parte di Tobias Sammet: tanta roba! Ci sono tre o quattro canzoni notevoli, le altre su livello decisamente e sempre sopra alla media. E\' un creativo e qui lo dimostra, aumentando la parte emotiva e personale, che dà un tocco più soft, ma coinvolgente. Con gli Avantasia ci si sente \"a casa\", tanta roba. Da ascoltare a più riprese. Voto 93
Henk88
Lunedì 12 Dicembre 2022, 20.58.12
23
Buono, un po’ troppo hard rock. Preferisco l’ultimo degli Sgrato a conti fatti, ma entrambe uscite da top10 nel 2022.
Mix
Sabato 12 Novembre 2022, 10.57.14
22
Sono sostanzialmente d'accordo con la recensione. La melodia abbonda e le canzoni scorrono che è un piacere, certo ogni tanto qualche calo si avverte, ma il fatto di aver spesso condensato il minutaggio per me è un pregio, difatti Arabesque non mi convince del tutto e come qualcuno ha già fatto notare lo spettro dei Rainbow è un po' troppo invadente. Bellissime le 2 con Floor Jansen e quella con Catley. Un 80 pienotto!
HyperX
Giovedì 10 Novembre 2022, 13.16.27
21
Non riesco più a trovare spunti interessanti in questo progetto da diversi anni. E poi negli anni ho sviluppato un problema con la voce di Sammet che a tratti mi arriva fastidiosa. Per il resto, il songwriting è ricco ma poco coinvolgente IMHO. Peccato.
Yaragorn
Mercoledì 9 Novembre 2022, 9.01.01
20
Allora…ribadisco quanto detto per Moonglow (valido anche per tutta la discografia di Sammet): Tobias andrebbe studiato a scuola di musica. Lo dico per le idee, per lo stile, per la varietà, per la mole fin qui prodotta. Quest’ album é bello, niente da dire. Un piccolo passo indietro, però, rispetto al precedente. In tutta sincerità secondo me con gli Avantasia non ha mai cannato, anche perché se un tempo dicevo che The Wicked Symphony, Angel of Babylon e The Mysteriy of time fossero inferiori ad altri, mi trovo ad ascoltarli ora con grandissimo piacere. Detto ciò questa ultima opera ha dei brani veramente belli ed efficaci, come Welcome to the shadows, The wicked rule The night, misplaced amongThe angels, The moonflower society (che brano), arabesque (che però non raggiunge le vette di The raven child e The scarecrow); gli altri brani sono più deboli, tre comunque buoni e un paio molto molto pop, forse troppo. Ma va bene così, non puoi fare sempre miracoli. Comunque sia buonissimo voto, secondo me 80 pieno.
Rooney
Martedì 8 Novembre 2022, 20.07.53
19
Buono. Anzi molto buono. Pieno di hits. Sammet sa scrovere e lo si capisce ancor di piu’ da questa vena meno prolissa e ancora piu’ catchy. Catley super.
Marco
Lunedì 7 Novembre 2022, 17.54.21
18
Album interessante e piacevole. Inferiore ai precedenti e con un limitato uso degli ospiti. Canta principalmente Tobias (grande prestazione!) e questo lo fa sembrare un suo album solista. Splendida Arabesque ma soluzioni simili sono già state usate decenni fa (i leggendari Rainbow).
Le Marquis de Fremont
Lunedì 7 Novembre 2022, 16.59.46
17
Niente. Ho ascoltato con attenzione più volte, anche incalzato dalle buone recensioni che ho letto ma non trovo niente (rien) di così esaltante. Brani un po' troppo uguali l'uno all'altro, con un concentrato mapazzoniano di suoni (ed ho delle eccellenti cuffie...). Forse salvo Paper Plane (molto easy...) e Arabesque. Questi Tedeschi che ho già sentito con Turilli e i Rhapsody (Sasha Paeth e Miro) mi danno purtroppo l'impressione di essere bravi a confezionare suoni pomposi e roboanti ma peccano, probabilmente assieme allo stesso Sammet, nel songwriting coinvolgente. Je recommande les messieurs, che nessuno si arrabbi, please. Au revoir.
progster78
Sabato 5 Novembre 2022, 16.30.03
16
Bel lavoro da 80, musicalmente molto valido ma inferiore ai gioielli già citati da altri. Spero che il buon Tobi faccia uscire qualcosa a marchio Edguy,difficile ma ne sento la mancanza.
Radamanthis
Venerdì 4 Novembre 2022, 17.28.44
15
Promosso a pieni voti anche per me ma innegabilmente inferiore alle recenti produzioni, Mystery of time, Ghostlight e Moonglow vere perle, questo invece direi che è sulla linea di The Scarecrow...bello sì ma inferiore ad altri. The Metal Opera 1 e 2...altra storia...anzi, LA STORIA! Comunque questo a mio parere un 85 lo prende a sono in linea col recensore. Ma mi sarei aspettato un qualcosina in più onestamente...
victory
Venerdì 4 Novembre 2022, 8.36.38
14
85 a sta porcheria e 83 a metal opera....ahahahahahah
YO
Giovedì 3 Novembre 2022, 14.54.24
13
Disco più asciutto dei precedenti album. Tobi ha sforbiciato parecchio e si è messo un pò più a nudo del solito, mostrando alcune fragilità ma anche tanto tanto talento.
dariomet
Mercoledì 2 Novembre 2022, 18.00.35
12
Per me ampiamente promosso, gli Avantasia sono una certezza
dariomet
Mercoledì 2 Novembre 2022, 18.00.22
11
Per me ampiamente promosso, gli Avantasia sono una certezza
Shock
Mercoledì 2 Novembre 2022, 16.04.37
10
@Dirk Schlaechter: anche di canzoni puramente hard rock ce ne sono giusto due o tre, quindi? Magari la semplice definizione di metal sarebbe più corretta. Che abbia fatto centro Tobias è puramente soggettivo, per me no, mi ritrovo di più nel commento di HeroofSand.
HeroOfSand_14
Mercoledì 2 Novembre 2022, 14.08.37
9
Ormai non provo più le stesse sensazioni di anni fa quando esce un disco di Avantasia e simili, ma Tobi rimane sempre uno dei miei idoli quindi il disco l'ho ascoltato fin dal primo giorno. Forse pecca della presenza di troppe autocitazioni e del fatto che, per me, questi ospiti ormai hanno stancato perchè le canzoni scritte per loro sono sempre molto simili. Floor è un innesto potenzialmente immenso ma sfruttato poco (Kill The Pain Away sembra tratta direttamente da Dark Passiono Play, poco originale), quella di Scheepers invece è bella tirata e ben costruita. In generale Tobi scrive ancora benissimo e canta altrettanto bene (piaccia o meno la sua voce, forse al top grazie alla pausa dovuta alla pandemia) ma non vedo più guizzi di genio come negli anni scorsi, e lo capisco considerando quanti dischi e canzoni ha creato. Purtroppo anche Jorn sfruttato poco, Kiske ormai canta la stessa canzone dalla prima metal opera (pur essendo molto ben fatte) e Atkins/Martin non li vedo come adatti a questa band, soprattutto il secondo. In generale, per chi è appassionato ancora del power classico ma ama anche altre influenze, è un gran bel disco. Il problema è quando si conoscono gli album precedenti, le canzoni con questi ospiti presenti da anni e le varie citazioni, in questo caso il giudizio cala. Non so quanto sarà longevo, purtroppo
Dirk Schlaechter
Mercoledì 2 Novembre 2022, 13.29.05
8
Mah…di certo di power e di heavy metal ci sono due-tre pezzi. L’etichetta hard rock ci puo’ stare. Il punto Shock e’ che Sammet ha fatto di nuovo centro.
Shock
Mercoledì 2 Novembre 2022, 11.45.28
7
Hard rock? Mah, c'è qualche canzone verso quel tipo di genere, ma definire hard rock questo album non mi pare proprio, opinioni. Comunque sono abbastanza deluso da questo album. Il precedente,cal netto di un paio di canzoni, era ottimo, questo decisamente il contrario. Poche buone canzoni, su tutte quelle con Floor, ma troppe decisamente sottotono. L'iniziale è alquanto brutta, la solita inutile power metal con Kiske uguale a decine.di altre, quella con Scheepers per me ci sta male, come quella con Eric Martin, grande cantante totalmente inadatto agli Avantasia. Pure quella con Tate è deludente . Si salva poco. Un album sufficiente ma niente più.
AlinoSky
Mercoledì 2 Novembre 2022, 10.51.45
6
Meh. Disco che diventa interessante dopo la metà. Belle le canzoni con ronnie e jon. Bob catley mi ha un po' stancato cosi come le canzoni con kiske, tutte uguali. Le canzoni con floor sembrano troppo dei nightwish. Per me disco da 65
Danimanzo
Mercoledì 2 Novembre 2022, 10.35.03
5
Non ne avevo letto benissimo nelle recensioni online e avevo dubitato a comprarlo. Invece l'ho fatto e sono decisamente soddisfatto. Più orientato verso sonorità prettamente Hard Rock/AOR, ma pieno di splendide melodie e sontuosi arrangiamenti che confermano, per l'ennesima volta, la maestria e il genio di Tobi nel comporre musica sontuosa e catchy allo stesso tempo. Voto 8 pieno.
Tino
Martedì 1 Novembre 2022, 22.19.15
4
Aspettative basse dopo i precedenti capolavori, disco invece sorprendentemente bello che non ha sostanziali punti deboli degni di nota. Le canzoni ci sono, la tecnica pure e tobias ormai è uno dei migliori autori odierni. Avrei voluto più tate ma va bene così, ottimo il pezzo con la jansen alla quale va un abbraccio di pronta guarigione. Voto 81
Adrian Smith
Martedì 1 Novembre 2022, 20.47.28
3
Un disco di spessore come del resto atteso, gran parata di guests. Grande Tobi, questa volta in veste decisamente piu’ hard rock rispetto ai precedenti. Il pezzo con Bob Catley clamoroso. Voto 85 ben centrato.
Vandroy
Martedì 1 Novembre 2022, 20.46.56
2
Concordo col commento #1. Il suo peccato originale è di venire dopo due dischi giganteschi.
Da-X
Martedì 1 Novembre 2022, 20.45.18
1
Non di certo un album brutto, ma lo reputo ben al di sotto di Moonglow che era un mezzo capolavoro. Mi dà la sensazione di essere quasi incompleto, lo ascolto e alla fine rimane la sensazione di qualcosa che manca. Lo riascolterò diverse volte, per ora per me è un 74.
INFORMAZIONI
2022
Nuclear Blast
Hard Rock
Tracklist
1. Welcome to the Shadows
2. The Wicked Rule the Night (feat. Ralf Scheepers)
3. Kill the Pain Away (feat. Floor Jansen)
4. The Inmost Light (feat. Michael Kiske)
5. Misplaced among the Angels (feat. Floor Jansen)
6. I Tame the Storm (feat. Jorn Lande)
7. Paper Plane (feat. Ronnie Atkins)
8. The Moonflower Society (feat. Bob Catley)
9. Rhyme and Reason (feat. Eric Martin)
10. Scars (feat. Geoff Tate)
11. Arabesque (feat. Jorn Lande & Michael Kiske)
Line Up
Tobias Sammet (Voce, Basso, Tastiera)
Sascha Paeth (Chitarra, Basso)
Michael Rodenberg (Tastiera)
Felix Bohnke (Batteria)

Musicisti ospiti
Ralf Scheepers (Voce traccia 2)
Floor Jansen (Voce tracce 3, 5)
Michael Kiske (Voce tracce 4, 11)
Jorn Lande (Voce tracce 6, 11)
Ronnie Atkins (Voce traccia 7)
Bob Catley (Voce traccia 8)
Eric Martin (Voce traccia 9)
Geoff Tate (Voce traccia 10)
Oliver Hartmann (Chitarra traccia 4, Cori)
Herbie Langhans (Cori)
Ina Morgan (Cori)
 
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