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Valley of the Sun - The Chariot
10/12/2022
( 1499 letture )
Non sempre è necessario inventarsi qualcosa di nuovo per stupire e convincere. Pensiamo alla cucina, per fare un esempio: i nostri saggi anziani ricordano bene come, quando la povertà era maggiormente diffusa nelle nostre terre, bastavano pochi ingredienti e una buona inventiva culinaria per rendere squisiti piatti all’apparenza poveri e insignificanti.
Nelle arti, e nella musica in particolare, spesso avviene lo stesso: se il “cuoco” è valido, e la sua ispirazione è ai massimi livelli, la “portata” può risultare assolutamente appetitosa, anche se in apparenza si tratta della “same old song”.
È esattamente ciò che accade con questi Valley of the Sun, band americana originaria di Cincinnati, attiva dal 2010 e giunta qui al suo quarto album full-length (più una manciata di EP), che, nel suo piccolo, è riuscita a realizzare una delle uscite più interessanti del 2022.
Come si accennava all’inizio, il nostro quartetto non inventa assolutamente nulla: prende a piene mani da ciò che di buono è stato prodotto e realizzato negli ultimi 40 anni di hard rock (sia americano sia europeo) e lo “cucina” in maniera estremamente ispirata e dannatamente dinamica ed efficace.
La loro musica risente moltissimo della fondamentale influenza dei Black Sabbath: lo “spessore” e la potenza plumbea di molti loro riff dimostrano una piena conoscenza e una devota ammirazione per quanto prodotto da Tony Iommi e soci; ma nei loro brani c’è molto del grunge (sia quello propriamente detto – più Soundgarden e Alice In Chains che Nirvana – che post-grunge), c’è uno stile vocale che va decisamente a parare in zona Black Stone Cherry / Monster Truck, e non manca un piacevolissimo retrogusto blues-rock che pervade diverse parti di questo disco.
Suona attempato e noioso? Tutt’altro: se gli ingredienti sono conosciuti e non certo originali, la passione, la vivacità e l’impatto di questi dieci pezzi, nessuno dei quali scadente, sono tutti farina del sacco dei Valley of the Sun, che dimostrano di maneggiare questo stile senza alcun compromesso né complesso di inferiorità verso chicchessia.

Con Sweet Sands, l'album si apre con un riff che ricorda molto Tom Morello nel periodo Audioslave (altra influenza che ritornerà spesso nel corso del disco), mischiato alla potenza cadenzata dei migliori Sabbath; un brano che parte apparentemente piano per poi esplodere in una linea vocale assolutamente trascinante. Questo brano avrebbe potuto essere tranquillamente usato come singolo apripista.
Gli elementi stoner arrivano forti nel secondo brano, Images, dove le chitarre fanno da padrone e sostengono adeguatamente la voce, per una delle tracce più potenti dell’intero disco, che riesce a ben amalgamare l’impatto degli strumenti con una linea vocale ottimamente riuscita e coinvolgente.
Uno dei singoli principali di The Chariot è il terzo brano Devil I've Become, anch’esso dominato da un riff massiccio e pesante che spinge la canzone in avanti. Accoppiato con l’ottima voce di Ryan Ferrier, Devil I've Become è un altro pezzo forte del disco.
Ritmi cantilenanti e ipnotici sono invece caratteristici di The Chariot, title track che predilige il mid-tempo ma sa colpire nel segno con una linea vocale che entra immediatamente in testa e non ne esce facilmente. L’ottima prestazione strumentale dell’intero gruppo fa il resto, e non è poco.
Altro singolo emesso prima dell'uscita dell’album, Headlights è una canzone che riparte con la velocità, sin dall’intro poderoso di basso e batteria; chitarre e voci entrano in gioco poco per volta, in maniera insinuante, ma quando lo fanno lasciano il segno con assoli esaltanti e una linea vocale perfetta per essere cantata dal vivo.
Sembrerebbe arrivato, a metà disco, il momento dell’immancabile e canonica ballad: attenzione alle apparenze. Sebbene As We Decay si apra su una chitarra pulita e una voce morbida di Ferrier, la canzone si trasforma gradualmente in una potente traccia hard rock, con elementi blues e southern rock assolutamente entusiasmanti. L’impatto emotivo di questo pezzo è davvero notevole.
Running Out of Love si apre su un riff di chitarra e basso di stampo stoner, ma presto arriva l’esplosione di energia, vocale e strumentale, che è caratteristica costante di questo disco. Come altri brani qui contenuti, anche questo racchiude un assolo di chitarra esplosivo e linee vocali riuscite e coinvolgenti che diventano sempre più accattivanti ad ogni ascolto.
Qui inizia la parentesi “hard n’ roll”: Sunblind è rock n’roll veloce, potente e scatenato; divertente e curiosa l’alternanza di assoli fra chitarra e organo Hammond. The Flood è invece un roccioso e potente hard blues, una versione vitaminizzata e attualizzata di certi pezzi ’70 di AC/DC o Bad Company.
Il colpo finale è giustamente tenuto per ultimo: forse la traccia più intensa di The Chariot è la conclusiva Colosseum, che parte su un muro di distorsione e una chitarra quasi violenta per creare l'atmosfera, per poi lasciare il proscenio alla ottima voce di Ferrier che realizza un’altra traccia vocale di assoluto rilievo per intensità e capacità di coinvolgimento.

I Valley of the Sun sono una band che sa come creare ripetutamente accattivanti brani hard rock e come farlo senza diventare stantii o ripetitivi; cosa assai rara ai nostri tempi. Questo è un album che non necessariamente si ama al primo ascolto: piace subito, ma di primo acchito sembra il classico disco divertente senza molta sostanza. Fidatevi, è un errore: ad ogni ascolto questo disco sa crescere, e dimostra sempre di più uno spessore assolutamente non comune.
I Valley of the Sun hanno saputo trovare il “loro” suono principale, tributando i giusti onori e omaggi ai maestri delle scene hard rock e stoner rock, ma nello stesso tempo costruendo il loro tocco personale, e realizzando così una delle uscite più sorprendenti (in positivo) dell’intero 2022. Li aspetteremo con ansia alla prossima prova, sperando che la loro ispirazione si mantenga su questi notevoli livelli.



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
77.5 su 2 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2022
Ripple Music / Fuzzorama Records
Hard Rock
Tracklist
1. Sweet Sands
2. Images
3. Devil I’ve Become
4. The Chariot
5. Headlights
6. As We Decay
7. Running Out of Love
8. Sunblind
9. The Flood
10. Colosseum
Line Up
Ryan Ferrier (Voce, Chitarra)
Josh Pilot (Chitarra)
Chris Sweeney (Basso, Tastiere)
Lex Vegas (Batteria)
 
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