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24/04/24
KARMA
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)
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Poverty`s No Crime - Save My Soul
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( 1270 letture )
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Lo ammetto: non sono mai stato un grande fan del combo teutonico capitanato dalla potente voce di Volker Walsemann e dalla chitarra macina riff di Marco Ahrens. Per una ragione su tutte: la scarsa capacità di innovazione musicale di una band che da troppi anni, e lo dico in questo caso con una vena di tristezza per le ottime potenzialità non espresse appieno, ci propone sì degli ottimi lavori, composti, suonati e prodotti con grande perizia, ma che mancano di quella vena di originalità e di evoluzione, peculiare per la crescita musicale di ogni gruppo. Chi infatti si aspetta un lavoro che si discosti dai precedenti The Chemical Chaos e Slave To The Mind resterà deluso; per contro i fan eleggeranno, per l’ennesima volta, l’album come quello della consacrazione nell’Olimpo del Prog. Il problema, a mio avviso, sta proprio in questo: il fatto che la band, che è sulla piazza ormai da più di quindici anni, non abbia mai oggettivamente realizzato una vera e propria perla che possa rimanere negli annali del genere.
Dopo questa doverosa premessa, parlare positivamente del lavoro in questione potrebbe risultare difficile. Tuttavia, come ho gia scritto, le uscite dei Poverty’s No Crime sono di indubbia qualità e si fanno ascoltare con molto piacere. È anche il caso di questo Save My Soul che consegna all’ascoltatore 54 minuti di musica di buonissimo livello tecnico-compositivo. L’album si apre con l’Intro che lancia la successiva Open Your Eyes, pezzo di notevole impatto, ben amalgamato nei suoni di chitarra e tastiera e nelle possenti partiture ritmiche degli ottimi Heiko Spaarmann e Andreas Tegler rispettivamente al basso e alla batteria. L’ottima stesura compositiva del disco trova i suoi apici in brani come la title-track, dove le chitarre e soprattutto le tastiere di Jorg Springub disegnano all’unisono linee melodiche di grande atmosfera che vengono riprese anche all’interno di In The Wait Loop, pezzo che si segnala sia per l’incessante e variegato guitarworking che per l’intermezzo centrale in cui le dissonanze di tastiera danno nuova linfa ad un sound un pò statico. Le influenze Maideniane nei riff di Ahrens si possono sentire per tutta la durata del disco e in particolare in speed songs come End Of Sight che registra inoltre l’ottima performance vocale di Wasselmann; mentre in pezzi più heavy-thrash -è il caso di The Torture e From A Distance- il sound è più marcatamente dreamtheateriano riuscendo però ad affrancarsi da citazioni fin troppo palesi e a vivere autorevolmente di vita propria. A far tirare il fiato ci pensa la lenta e suggestiva The Key To Creativity, di grande fascino, anche se un po’ ruffiana, che riporta alla mente le atmosfere degli Stratovarius (vi dice qualcosa 4000 Rainy Nigths?) dove la voce e le tastiere la fanno da padroni e cullano l’ascoltatore per tutta la durata del pezzo.
Ora però è il caso di parlare di due pezzi che hanno fatto montare tutta la mia rabbia. Non perché siano deprecabili, ma anzi, sono la dimostrazione palese della mia premessa, ovvero che quando Wasselmann e soci sono in stato di grazia e di rischio, riescono a tirare fuori brani di tutto rispetto sia per innovazione che per composizione. La song di chiusura, la lunga Break the Spell, caratterizzata da un sound cadenzato, da un’ottima seppur breve prova vocale, e da una interessante parte centrale di sola musica ottimamente composta, mi fanno chiedere il perché i Poverty’s No Crime non osino spingersi più di tanto in territori che sono completamente alla loro portata. E’ soprattutto nella strumentale Spellbound, secondo il mio parere la song più sperimentale dell’album, che vengono fuori i migliori pregi della band in fase tecnica e di composizione.
Per chiudere posso solo dire che la band ha tutte le carte in regola per giocarsi la mano che sbancherebbe e li consacrerebbe definitivamente agli occhi non solo dei fan ma anche degli addetti ai lavori, ma non riesco a capire il perché non voglia, o forse non riesca, a farlo. Davvero un grande peccato.
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benvenuto |
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Benvenuto nella mischia! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Open Your Eyes 3. Save My Soul 4. End in Sight 5. The Key to Creativity 6. In the Wait Loop 7. The Torture 8. Spellbound 9. From a Distance 10. Break the Spell
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Line Up
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Volker Walsemann - vocals, guitar Heiko Spaarmann - bass Marco Ahrens - guitar Andreas Tegeler - drums Jörg Springub - keyboards
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RECENSIONI |
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