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21/04/23
ALPHA WOLF + KING810 + TEN56 + XILE
LEGEND CLUB - MILANO
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Obituary - Dying of Everything
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06/02/2023
( 3119 letture )
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Obituary : bignami di storia.
Dopo il clamore suscitato dall’inaspettato ordigno esplosivo dell’omonimo Obituary (2017), eravamo curiosi non tanto sul “cosa” aspettarci dalla gang floridiana, ma sull’effettiva qualità del nuovo operato. Con una carriera a dir poco integra e carismatica, all’insegna di veri capolavori death come Slowly We Rot (1989) , Cause of Death (1990) , The End Complete (1992) e il buonissimo World Demise (1994), la storica band si era momentaneamente interrotta con il tiepido Back from the Dead del 1997. L’entusiasmo e l’appeal riprendono con il distruttivo, groovy e preponderante Frozen in Time , che spacca in due il 2005 grazie alla sua qualità intrinseca, la produzione e il supporto di mamma Roadrunner. Il glorioso Obitorio torna al lavoro nel migliore dei modi e, da quel momento, sciorina cattiveria e marcia potenza a go-go. Non sempre a fuoco (Xecutioner’s Return e Darkest Day solo così-così), gli Obituary schiacciano sull’acceleratore della nostalgia senza strafare in eccesso vintage, e tirano fuori dal cilindro Obituary nel 2017. Sei anni sono un lasso di tempo notevole, ma a quanto pare a Gibsonton il tempo passa molto lentamente e -in questo caso specifico- va addirittura a ritroso, cavalcando l’onda del 1990 senza risultare né noioso né stucchevole. La forma sonora coniata e interpretata dagli Obituary rimane assolutamente ben salda agli stilemi: niente fuffa, lacca o moderni stratagemmi, sia chiaro. Cosa capita quindi nell’arco dei 45 minuti di Dying of Everything ?
John Tardy , Donald Tardy , Trevor Peres , Terry Butler e Kenny Andrews macellano il Mondo a loro piacimento e, dopo ben sei anni di stop creativo, sterminano parassiti e ingiustizie globali a suon di heavy metal. Diretto, suonato con precisione e grinta, tra mid-tempo arrembanti e schegge potenti quanto il Lato Oscuro. Divertentissimo il divenire di zolfo e pioggia acida scatenato dall’opener-manifesto Barely Alive, veloce e spietata gemma thrash che omaggia i compari Slayer nell’attitudine strafottente e sprezzante, grazie anche allo stridente assolo di Kenny Andrews, vera ciliegina sulla torta nera. Si muore di tutto, vero, ma gli Obituary sono in forma smagliante e -come scritto poc’anzi- l’anagrafica sembra non essere un problema. Dopo lo stregato incipit-bomba tocca a una serie di cattive intenzioni, aperte con entusiasmo dal singolo/video apripista The Wrong Time, dove la cripta riprende vita in 4 minuti e 30 secondi riascoltiamo un bignami di sferragliante Obituary - sound, in linea diretta con Slowly We Rot : ponte spazio-temporale che non fa prigionieri, colpendo duro grazie alla guida gutturale di John Tardy, gli assoli di Kenny Andrews e un bridge da headbanging forsennato. Without a Conscience cambia leggermente formula esaltando il songwriting in un ritmato mid-tempo dall’appeal groove: benvenuti alla caverna della strafottenza. In una riff-fest anni ’90 vincono ancora una volta le variazioni sul tema: assoli, riff e stop’n’go sono una manna dal cielo per tutti coloro che fuggono a gambe levate dalle novità pericolose, con un’intensificazione del mosh pari al 200% durante il bridge strumentale, così come la distruttiva title-track, che segue a ruota War, aperta da campi di battaglia infuocati, esplosioni e rumori sinistri: buona composizione che però fa fatica a decollare. Dying of Everything rappresenta il canonico giro di boa. I giri aumentano nuovamente per quella che sembra il sequel ideale di Barely Alive , dove ritroviamo un Donald Tardy super impegnato con doppio-pedale e ritmiche da asfaltatrice pneumatica. Scapocciamenti di rito si intersecano con una grinta che fa fatica a sopirsi. Un centro iconoclasta che viene seguito a ruota dalla matematica fin troppo elementare di My Will to Live e Weaponize the Hate , che sono sì valide ma da cui ci saremmo aspettati qualcosa in più dopo l’elevata qualità del lato ‘A’. Fortuna ed esperienza entrano nuovamente in campo per il finale cavernoso, destrutturato dall’uno/due di Torn Apart e Be Warned , laddove la prima riprende le coordinate death-groove di Wrong Time , risvegliando anche i morti. L’appeal funereo di Be Warned invece dilata le tempistiche presentandosi come il brano più lungo del lotto, in un muscoloso e strisciante manifesto che lambisce territori doom chiudendo la serranda rugginosa.
Dying of Everything conferma lo stato di forma dei veterani: non aggiunge nulla di nuovo (ed è giusto così), ma ci fa assaporare ancora una volta, e decisamente in modo ghiotto per la maggior parte del tempo, il vero sapore del death metal. Pesca a piene mani dalla discografia degli americani, scrutando con il lanternino e spulciando nelle segrete più famose della Florida. Graziato da un guitar-work spesso eccellente, tra le trame di un sempreverde Peres e le delizie di un infervorato Andrews , Dying of Everything è una mazzata che poteva durare qualche minuto in meno, ma che non concede tregua con sprazzi di bontà vecchia scuola.
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VOTO LETTORI
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73.23 su 146 voti [
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29
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Disco di mestiere, ben suonato, ben prodotto, mancano i pezzi memorabili ma credo sia normale per una band con una dozzina di dischi alle spalle. Dare oltre 70 tuttavia mi pare ecessivo
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28
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Parlare di capolavoro mi sembra eccessivo... È un buon disco, si fa ascoltare bene dall\'inizio alla fine... Ma una volta ascoltato una volta mi è bastato... Invece uno qualsiasi dei primi 4 album me li ascolto e riascolto a loop più che volentieri |
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26
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Questo album è un capolavoro di musica estrema. Chi dice diversamente è in malafede o amante di un sottogenere. |
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25
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Buona minestrina riscaldata. Un 70 onesto |
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24
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Without a conscience e Be warned sono gli Obies che piacciono a me. Belli marci. Disco molto buono e copertina spettacolare. sinceramente My will to live non mi prende molto, la meno ispirata del disco. Per me voto 77 |
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23
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Un grande ritorno. Credo fosse impossibile aspettarsi di meglio… un disco che trasuda coerenza, onestà e tanta voglia di dire ancora la propria. Che piacere! 85 pieno senza se e senza ma |
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21
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Bel ritorno, che conferma -nonostante sei anni trascorsi non siano proprio pochi- il livello del precedente omonimo album. 2/3 pezzi meno incisivi del resto, ma anche altri 2/3 notevoli, tipo l’opener Barely Alive. Ecco magari un paio di pezzi a manetta in più mi avrebbero fatto enorme piacere, ma anche così va bene. Rimangono comunque una band unica e riconoscibile tra 10000. Mitici. Voto 80 |
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20
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Assolutamente d\' accordo con Dopetrower : album ascoltabile ma niente di più. Un 70 anche per me. Il paragone con Frozen in Time, Cause Of Death e Slowly We Rot non regge, death metal alla vecchia maniera ma meno coinvolgente e qualitativamente inferiore. Comunque album ben suonato e grintoso quanto basta. |
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19
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Ho aspettato molto questa recensione perché considero questo album il migliore della band dai tempi di Back From the Dead (e gli Obituary li ascolto da Cause of dead oltre averli visti 4 volte live,). Peccato, come già detto rece molto superficiale....album da 80 pieno |
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17
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72 è tirchio.. 78-80 per me |
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16
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@thrasher:
corretto \'frozen in time\' ! |
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15
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Ottimo disco, recensione superficiale che spiega poco i pezzi e la differenza con il passato. E\' sufficiente cercare su Google e scoprire che \"obituary\" significa necrologio e non obitorio, come la maggior parte dei fan già sa. |
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14
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Buon disco... Si fa ascoltare molto volentieri... Certo i primi quattro erano un\'altra cosa! |
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13
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Non invecchiano e non stancano. Ottimi come al solito, mai tiratissimi ma sempre efficaci e letali con una giusta dose di groove. Kenny Andrews grandissimo solista, gli altri beh leggende, come i loro capelli. Ottimo disco, assieme all\'ultimo autopsy un piacere per il death vecchia scuola |
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12
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100% d\'accordo con il commento 11! Appena ascoltato tutti l\'album, sempre grandi e fedeli al genere! |
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11
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No compromessi, no fronzoli, no trucchi, no mascherine, no dj che schratchano.
Qui solo fottuto e granitico death metal da decenni! Miei miti assoluti da sempre e orgoglio dei veri heavy metal fans ! |
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10
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Mi accodo ai complimenti all\' album.da ascoltare la mattina prima di andare a lavoro per trovare la giusta carica. 85 |
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9
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Assolutamente grande ritorno.....questa è gente che sa come fare death metal e senza compromessi!!!!....lunga vita!!!....voto 85...almeno |
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8
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Frozen è del 2005 non 2007. A questo disco di un 85 è un ottimo album death metal |
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7
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...i maestri sono tornati....alzare il voto...please.... |
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6
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Macché ascolto in macchina.. Gran disco da 80 pieno.. 🤘Na sassata |
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5
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Sì, ma vi siete dimenticati Inked In Blood. Più ispirato sia del precedente che di questo, solo buono per qualche ascolto in macchina. |
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4
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Obitorio in inglese è morgue, in effetti... |
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2
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Ottimo ritorno. Per me vale un 80 pieno. |
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1
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CAZZO QUESTO SI CHE E METALLO DELLA MORTE AL 100% |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Barely Alive 2.The Wrong Time 3.Without a Conscience 4.War 5.Dying of Everything 6.My Will to Live 7.By the Dawn 8.Weaponize the Hate 9.Torn Apart 10.Be Warned
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Line Up
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John Tardy (Voce) Trevor Peres (Chitarra) Kenny Andrews (Chitarra) Terry Butler (Basso) Donald Tardy (Batteria)
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