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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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25/03/2023
( 1943 letture )
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Nonostante il nome dei Siena Root abbia incominciato a circolare al di fuori della madre patria Svezia solo negli ultimissimi anni, la band è attiva dal lontano 1998, ed ha pubblicato nella sua lunga carriera la bellezza di otto full length, godendo nel tempo di consensi sempre più ampi sia di critica che di pubblico. Un successo, seppure di nicchia, ottenuto a suon di pubblicazioni di valore ed un’intensa attività live che li ha fatti conoscere in tutto il nord Europa, in particolar modo in Germania, divenuta una seconda patria d’adozione per il combo svedese. Non a caso l’etichetta discografica MIG (acronimo di Made In Germany) ha prodotto e distribuito gli ultimi album della band, garantendole slot prestigiosi nei principali festival rock europei, nonché il ruolo di opener nella tournée dei Deep Purple nel 2017. Una lenta ma costante ascesa garantita dal caparbio lavoro dei membri fondatori, il bassista Sam Riffer e il batterista Love Forsberg, che non si sono mai arresi nella loro crociata di portare alle nuove generazioni la musica rock degli anni Sessanta e Settanta. Senza mai adagiarsi sugli allori, i due capitani hanno più volte rimescolato le carte sia in ambito di lineup che di etichette discografiche, approdando per la pubblicazione dell’ottavo album alla neonata label tedesca Atomic Fire Records, un partner con mezzi e capacità superiori, in grado di permettere alla band svedese di compiere l’ennesimo salto qualitativo in termini di distribuzione e diffusione della propria musica. Un discorso a parte merita la formazione che partecipa al nuovo album. I due leader hanno sempre impostato il loro progetto sulla condivisione e la partecipazione più o meno libera di uno stuolo sconfinato di musicisti, arrivando a gestire un vero e proprio collettivo musicale. Addirittura, per il penultimo full length, The Secret of Our Time del 2020, Sam Riffer e Love Forsberg hanno alternato nel ruolo di cantanti Lisa Lystam e Zubaida Solid, dopo un ventennio di lead vocalist maschili. Una scelta di rottura che prosegue con la pubblicazione del nuovo album, che vede proprio Zubaida Solid nel ruolo di unica cantante. Il chitarrista Johan Borgstrom ospite nell’album precedente viene definitivamente promosso a membro full time della band, mentre sono presenze immancabili i collaboratori di lunga data, Stian Grimstad al sitar, Erik Peterson al clavinet e Lisa Isaksson al flauto. L’ottavo album, dal perentorio titolo Revelation, viene registrato quasi interamente nel 2021 presso il Silence Studio e dopo il cambio di label nel 2022 vede finalmente la luce il 24 febbraio del 2023.
Mai come in Revelation, i Siena Root vanno ad abbracciare tutto lo spettro di sfumature cromatiche che hanno caratterizzato la loro carriera; l’ottavo album è una sorta di compendio di tutti quei generi, così armoniosamente interconnessi, che costituiscono l’humus ricco e fertile che alimenta e nutre la creatività della band. Blues, hard rock e psichedelia sono alla base delle composizioni del quartetto svedese, che più che interpretare questi generi, li vive con una forza propositiva così radicata in profondità nel proprio DNA, da risultare sempre autentica e sincera. Anche l’approdo ad un’etichetta discografica “importante” non ha minimamente scalfito la voglia dei Siena Root di mettersi in gioco, esplorando i meandri più tortuosi ed impegnativi di musicalità così radicate negli anni Sessanta e Settanta. Come un caparbio cercatore d’oro, i musicisti svedesi setacciano le correnti apparentemente esauste di fiumi già saccheggiati a dovere da avidi predecessori, trovando piccole e preziose pepite sfuggite all’attenzione e alle capacità dei più, fondendole poi in piccoli gioielli, composizioni scintillanti che impreziosiscono ogni loro album. L’incipit di Revelation è affidato ad un trittico di brani volutamente più classici e tradizionali, dove riff di chitarra e organo richiamano i giganti dell’hard rock di fine anni sessanta. In questa prima sezione dell’album i Deep Purple sono la band chiamata maggiormente in causa, in particolar modo in Coincidence & Fate e Professional Procastinator dove lo spirito di Jon Lord sembra aleggiare su composizioni che per struttura e gusto melodico tanto devono ai maestri inglesi. La ruffiana No Peace si muove invece tra Uriah Heep e The Sweet in un esplosivo mix tra hard e ammiccamenti glam anni Settanta. Gradualmente il baricentro dell’album si sposta dall’hard rock verso l’hard blues di Fighting Gravity, parente stretta dei primissimi Whitesnake con un tocco di Cream, e la zeppeliniana Dusty Roads, riuscitissima ballad che coniuga le chitarre acustiche al suono soave ed evocativo del flauto di Lisa Isaksson. Impressionante la capacità interpretativa di Zubaida Solid, perfettamente a suo agio su sinuose tonalità più basse e morbide, dopo una prima parte all’insegna del sacro furore del rock duro. Winter Solstice segna l’ennesima cesura in Revelation, essendo un’autentica perla di smooth jazz condito di psichedelia dove ancora una volta la cantante può sfoderare una calda sensualità canora avvolta nel suono vellutato del flauto. Tracce dei The Beatles nella lisergica e psichedelica traccia acustica Leaving the City, contrassegnata dall’incedere ipnotico del sitar di Stian Grimstad, mentre la composizione gemella, la successiva Little Burden, sempre affidata agli strumenti acustici, coniuga i suoni della tradizione americana di inizio anni settanta, da Neil Young agli Heart passando per i Jefferson Airplain. Revelation si chiude con Keeper of the Flame e l’elettricità torna a scorrere negli strumenti dei Siena Root. La band si accomiata dal pubblico con una composizione dall’intro malinconica dove la voce calda ed avvolgente di Zubaida Solid prima dialoga soffusamente con le note struggenti della chitarra di Johan Borgstrom, per poi dilagare in una prova di forza e potenza man mano che il brano accelera in un crescendo vertiginoso.
Ancora una volta, l’ottava, i Siena Root fanno centro, producendo un’opera che prosegue nella rotta tracciata dai capitani Sam Riffer e Love Forsberg, aggiungendo piccole ma significative novità ad una musicalità, che pur guardando al passato, è sempre in costante e graduale evoluzione. Il cambio di etichetta discografica e gli ennesimi avvicendamenti di lineup, così consolidati nella filosofia della band, si sono rivelati il giusto stimolo per comporre un full length complesso e variegato in grado di attingere da un passato illustre senza snaturarlo, ma nemmeno senza riprodurlo pedissequamente. In termini di produzione, l’uso di strumentazione analogica, da sempre arma vincente della band, ha permesso a Revelation di avere un suono caldo e organico, senza cadere nella tentazione di adottare iperproduzioni troppo pompate ed asettiche. I suoni e le melodie dei Siena Root trasudano passione allo stato puro e rievocano il calore ed il sole luminoso di un’ideale quanto indimenticabile summer of love, facendo rivivere a chi ascolta, seppur per pochi istanti, le sensazioni e le emozioni di un’epoca così distante ma allo stesso tempo così vicina.
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VOTO LETTORI
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69.27 su 190 voti [
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7
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Album stupendo, ma d\'altronde non hanno mai sbagliato nulla in carriera. L\'entrata in formazione di Zubaida Solid è stata una genialata: sciamanica, streghesca, graffiante. Per me il vertice qua lo raggiungono con Keeper of the Flame. Album sicuramente ai vertici del 2023. 85 |
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6
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Anche qui niente di nuovo, ma almeno belle canzoni e suonate bene |
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4
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Una piccola curiosità. Tutti i musicisti lavorano nei supermercati Esselunga delle loro città. Da qui il logo della band. |
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3
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Per me non hanno mai sbagliato un disco e la qualità è sempre stata altissima. E questa ultima uscita non è da meno. La sto ascoltando a ripetizione e non mi sono ancora stancato. |
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2
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A breve avremo su queste pagine anche l\'intervista alla band |
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Tanta qualità; disco vintage nei suoni e nelle soluzioni. Un piacevole deja vu che merita sicuramente un ascolto sia per i nostalgici dei \'70, sia, a maggior ragione, per i giovani che si affacciano oggi alla musica e che probabilmente non hanno mai sentito queste sonorità.
Io ci ho sentito persino i Camel...di cui ho molta nostalgia. Quindi, bravi. 80. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Coincidence & Fate 2. Professional Procrastinator 3. No Peace 4. Fighting Gravity 5. Dusty Roads 6. Winter Solstice 7. Dalecarlia Stroll 8. Leaving the City 9. Little Burden 10. Madukhauns 11. Keeper of the Flame
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Line Up
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Zubaida Solid (Voce) Johan Borgstrom (Chitarra) Sam Riffer (Basso) Love Forsberg (Batteria)
Musicisti Ospiti Erik Peterson (Clavinet) Stian Grimstad (Sitar) Lisa Isaksson (Flauto)
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