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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Brian Eno + David Byrne - My Life In The Bush Of Ghosts
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( 5333 letture )
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Dedicato al mio postmoderno iniziatore avanguardistico (tradotto nella sintesi di un tecnico teatrale).
Benvenuti nel regno della NON – Musica. Questa non è musica da ascoltare, ma da NON – ascoltare. La genialità del noto mentore avanguardistico di nome Eno si cela proprio sotto l’apparenza di tale paradosso. E’ possibile creare una NON – musica, una serie di note fatte per essere apprese e non ascoltate? La risposta di Eno + Byrne (agitatore culturale delle Teste Parlanti) è nettamente positiva. Con “My Life In The Bush Of Ghosts”, titolo desunto da un’opera letteraria di Amos Tutuola, poeta e scrittore Nigeriano, Eno e il suo newyorkese amico, si cimentano nell’impossibile: dare un senso unitario alla musica e alla realtà che la circonda, dare concretezza sonora al Tutto, realizzando quel concetto che Marinetti avrebbe definito nella sintesi Pensiero + Azione. Musica Cosmica, Ambient, Avanguardista o Dadà, qui ci troviamo in un contesto che sfiora il capolavoro Assoluto, intendendo quel qualcosa che esce dal supporto fisico per permearsi all’effimera apparenza che noi umani chiamiamo Realtà. Il segreto per comprendere la natura multiforme e intrinsecamente filosofica di tale composizione musicale è il NON – Ascolto. Per parlare in maniera chiara e oggettiva, dirò semplicisticamente, a chi volesse intraprendere questo Non – Ascolto, di mettere nello stereo il cd e occupare il tempo facendo altro. Non prestate attenzione a quello che proviene dalle casse, sarà il suono a impadronirsi di voi. La musica ha un’anima e Eno l’ha scovata? Può darsi, non possiamo provarlo, ma NON – Ascoltando questo disco, la sensazione che si prova è proprio quella. Dopo qualche minuto si avverte la necessità di apprendere da questo disco una quantità di informazioni imbarazzanti. Per chi possiede una mente preparata allo shock, sarà difficile l’ascolto. Troppi imput, troppe cose che vi bombardano le sinapsi tutte in una volta sola e una volta sola in tutte. O nel Tutto. Siddartha della Musica, Gotama avanguardistico, fiume perennemente in riavvolgimento, Eno associa il suo proverbiale paradosso alla messianica figura di Byrne, genio ribelle e sottovalutato del Novecento, capace di accostare al rumorismo il cadenzare inquietante e disilluso della postmoderna New – Wave. Ironico e disincantato, il disco presenta dei titoli, ma le canzoni assumono una forma tale che la parola perde di significato, tutto di fonde in un unico incessante moto perpetuo di suoni in continua mutazione. Qua e là appaiono voci inquietanti dall’aldilà avanguardistico, dando un aspetto umano e teatrale alla NON – Musicalità Eniana. I brani “Mea Culpa”, “Regiment”, “The Jezebel Spirit”, potrebbero tranquillamente chiamarsi “Blu, verde, Giallo, Arancione, Bus, Tram, Sferragliare, Pim PUm Pam, Preghiera, Fantasma, Govinda, Bla Bla Bla”… Qui non conta la concretezza, qui prende forma il senso. Può qualcosa di A – Musicale, atavico e animistico, prendere il controllo su di noi in un momento di apparente concentrazione su di un lavoro, mentre siamo estraniati dal contesto musicale? E quale sensazione proviamo dopo il NON – Ascolto? Può il cervello essere stimolato senza volerlo? Probabilmente Eno, cercando la risposta nel Tutto, si è affidato all’ombelico del mondo Africa, là dove la tradizione tribale e animistica può dare concretezza alle cose inanimate, al sole, alla pioggia, ai retaggi più atavici dell’umana specie. Polistrumentisti geniali, ma modesti, Eno + Byrne trovano, assieme al loro nutrito ensemble di vogliosi ricercatori sonori, il NON – Luogo della musica, il Nirvana discografico, l’Eterno Ritorno del suono, pentrando il lato più oscuro e ingovernabile della fragile mente umana. Tutto sotto la segreta e velatamente celata presenza del Deus Ex – Machina della musica post-moderna: sua eccellenza Mr. Robert Fripp. Anche se l’ascolto sembrerà strano, disgustoso, estasiante, benevolo, kramatico, ossessivo, inquietante, ipnotico, onirico, selvaggio nella sua rilassatezza, qui vi è l’Unità Musicale, il Tutto Sonoro, la Quintessenza del pensiero musicale Novecentesco, abilmente sintetizzato. Nel grande trionfo analogico che andrete ascoltando riaffiorano da chissà quale interferenza voci di disk-jockey e l’inquitante testimonianza di un esorcista. Si fa sinceramente fatica ad arrivare in fondo al disco. E’ la paura che vi bloccherà. Non fateci caso, l’uomo reagisce sempre così davanti al nuovo, all’Incognita. Siate come Colombo, è questo lo spirito giusto per affrontare Eno.Il tutto non poteva che essere accompagnato da un einsteniano messaggio visivo, ora contenuto nella sezione multimediale del cd (anticamente su pellicola), prova cinematografica votata all’Atomismo, alla Decostruzione della simbolica Realtà che ci circonda, realizzato in un pressante e opprimente Bianco e Nero.Un NON – Ascolto che consiglio vivamente a tutti coloro che cercano e che ancora non hanno trovato. Questo disco sarà per loro una nuova esperienza da aggiungere al cammino, un nuovo passo verso la conoscenza. Avvertenze: solo per i più forti di spirito si consiglia un’ascolto (badate bene, ho detto “ascolto”, non “NON – Ascolto”) nel buio più completo. Inquietante.
P.s. La Cover dell’album non poteva essere da meno, anche nella nuova confenzione ristampata. Avantgàrd.
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8
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Conobbi due canzoni di questo album capolavoro nel film Wall Street, precisamente Mea Culpa e America is Waiting. Incuriosito mi procurai l'album e mi stupi' piacevolmente, e lo fa tuttora |
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7
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Mi fa veramente piacere la recensione di questo disco che solo i miei coetanei conosceranno.Recensione perfetta due geni assoluti della musica hanno inciso un disco assolutamente fantastico e unico. |
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6
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Ragazzi, com' è che dal 2012 nessuno commenta questa gemma? La recensione è abbastanza obsoleta, proporrei una revisione al più presto magari abbinandola ad una rece di "before and after" o "remain in light", due assenze imperdonabili per esperti come voi. Ah dimenticavo di dire che Brian Eno è stato il maggior innovatore musicale di tutto il 900, a prescindere dai generi, e prima che qualcun altro raggiunga lo spessore del suo lavoro il sole sorgerà ad ovest |
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5
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D'accordo col voto. Un disco esagerato anche nei nostri anni. |
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4
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Da avere,ma solo per intenditori. |
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3
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se uno che ama il metallo da 35 anni vi consiglia questo disco vi potete fidare |
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2
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concordo pienamente; state proponendo delle recensioni molto interessanti per quanto riguarda questa sezione dedicata ai classici. |
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1
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Come ho già avuto modo di dire: la nostra batteria di scrittori è largamente la migliore. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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America Is Waiting [3:38] Mea Culpa [4:57] Regiment [4:11] Help Me Somebody [4:17] The Jezebel Spirit [4:56] Very, Very Hungry [3:21] Moonlight in Glory [4:30] The Carrier [4:19] A Secret Life [2:31] Come With Us [2:42] Mountain of Needles [2:39]
Extra Tracks (Ristampa 2006)
"Pitch To Voltage" [2:38] "Two Against Three" [1:55] "Vocal Outtakes" [0:36] "New Feet" [2:26] "Defiant" [3:41] "Number 8 Mix" [3:30] "Solo Guitar With Tin Foil" [3:00]
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Line Up
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David Byrne and Brian Eno - guitars, basses, synthesizers, drums, percussion, found objects John Cocksey - drums Chris Frantz - drums Dennis Keeley - bodhran Mingo Lewis - bata, sticks Prairie Prince - can, bass drum Jose Rossy - congas, agong-gong Steve Scales - congas, metals David van Tieghem - drums, percussion Busta Jones - bass Bill Laswell - bass Tim Wright - click bass Rooks on "Help Me Somebody" courtesy April Potts, Eglingham Hall
Arrangiamenti: Brian Eno, David Byrne, Robert Fripp
Voci:
Side One:
"Unidentified indignant radio host, San Francisco, April 1980." "Inflamed caller and smooth politician replying, both unidentified. Radio call-in show, New York, July 1979." "Dunya Yusin, Lebanese mountain singer. (From The Human Voice in the World of Islam, Tangent Records TGS131)" "Reverend Paul Morton, broadcast sermon, New Orleans, June 1980." "Unidentified exorcist, New York, September 1980."
Side Two:
"Algerian Muslims chanting Qu'ran. (Same source as 3 (Tangent Records, above))" "The Moving Star Hall Singers, Sea Islands, Georgia. (From The Moving Star Hall Singers, Folkways FS 3841). Produced by Guy Carawan." "Dunya Yusin. (See 3 (Tangent Records, above))" "Samira Tewfik, Egyptian popular singer. (From Les Plus Grandes Artistes du Monde Arabe, EMI)." "Unidentified radio evangelist, San Francisco, April 1980."
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RECENSIONI |
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