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André Matos - Time to Be Free
( 4890 letture )
Tutti sappiamo chi è il “prestigiatore” in copertina e tutti sappiamo com’è andata la sua vicenda con gli Angra prima e gli Shaaman poi. Parlando oggettivamente tutti dovremmo riconoscere che l’ultimo capolavoro a cui Andrè Matos ha prestato la voce è stato l’ormai lontano Holy Land. È inutile girarci intorno, gli Shamaan non possono essere paragonati agli Angra. Nemmeno gli ultimi Angra possono essere paragonati ai veri Angra. Non lo dico perché sono uno di quelli con la puzza sotto al naso, quelli che pensano che tutto ciò che è “vecchio” è migliore a tutti i costi di quello che ci potrebbe riservare il futuro. Lo dico perché sono due gruppi diversi, semplicemente per questo.

Ormai ho metabolizzato ogni singola nota di Time to Be Free e posso essere ragionevolmente sicuro del fatto che abbiamo trovato l’erede di Holy Land. Non intendo da un solo punto di vista qualitativo, perché se così fosse farei davvero l’“esperto” e bacchetterei a priori qualsiasi altra nuova uscita associata agli Angra. Holy Land è inarrivabile. Però qualche volta la qualità non è tutto. Spesso nell’ascoltare un disco ti scatta un qualcosa dentro, un’emozione incontrollabile che pian piano ti fa battere i piedi, che ti fa cantare a squarciagola anche le parti più alte, nonostante tu sia stonatissimo; che ti fa mettere lo stereo a palla nonostante tua madre col mattarello in mano ti sta intimando di abbassare. Ecco, questo è Time to Be Free. È soprattutto emozione, incontrollabile, irrefrenabile. È vita che fluisce dal vostro impianto stereo.

Passando alla musica, rimarrete sicuramente soddisfatti. La classe è quella dei bei tempi e l’eleganza pure. Troverete un po’ di tutto tra i solchi di questo Time to Be Free. Sfuriate power di vecchia data, mid tempo incalzanti, orchestrazioni, pezzi più ricercati e via dicendo.
Si va dalle orchestrazioni di Menuett alla carica di Letting Go, continuando con la potenza di Rio. Davvero toccante il testo. Ci parla del legame che Matos ha con la città di Rio. Una cornamusa ci introduce a Remember Why, altra canzone davvero valida. La forza di questo disco è anche questa, quella di non avere filler. La qualità media dei pezzi è davvero alta. Segue How Long (Unleashed Away) uno dei pezzi più immediati e d’impatto. Un refrain davvero bello, anche per questo è uno dei miei pezzi preferiti. Stesso discorso per Looking Back, canzone armoniosa e perfetta per esaltare le doti vocali di Matos. Bè adesso preparatevi per un crescendo di emozioni, un climax emotivo che non può davvero lasciarvi indifferenti. Face The End è davvero meravigliosa. Non voglio dire altro, scopritela da soli. Rescue ci scuote in maniera decisa, una canzone primitiva, tribale, le cui atmosfere riportano alla mente The Shaman, presente su Holy Land. A New Moonlight colpisce per la sua raffinatezza, specialmente nell’intro. Una rilettura della “Sonata al chiaro di luna” di Beethoven. Vi lascio il piacere di giudicare senza influenze. C’è tempo per l’ultima impresa, la strepitosa Endeavour. Stesso discorso delle canzoni precedenti, leggere non basta, bisogna ascoltare. Se poi riuscite a procurarvi la riuscitissima cover dei Journey, Separate Ways (Worlds Apart) allora il gioco è davvero fatto.

Non voglio sprecare fiato per osannare la voce di Matos o la bravura del suo gruppo, c’è solo una cosa da fare, mettere Time to Be Free nel lettore e ascoltare in silenzio.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
51.02 su 35 voti [ VOTA]
HeroOfSand_14
Martedì 12 Settembre 2017, 15.09.34
11
Gran disco, riascoltato dopo diverso tempo ha un fascino molto particolare che mi ricorda i bei tempi degli Angra. Matos qui non usa sempre il suo timbro pulito ma a volte lo sporca, come farà sempre più spesso negli anni, ma va benissimo cosi perchè è autore di una prestazione maiuscola. Super anche la band che lo supporta, con i fratelli Mariutti che sono una garanzia. Letting Go è poesia, Rio e la titletrack sono di assoluto livello mentre A New Moonlight merita più ascolti perchè sembra di essere a teatro ascoltandola. Disco che merita di essere pubblicizzato
Rob
Lunedì 21 Aprile 2008, 1.22.46
10
Ribadisco, Angra o non Angra, questo disco vale 80, forse anche più...
Yossarian
Sabato 19 Aprile 2008, 12.06.12
9
Cmq la cover dei Journey nn mi piace affatto! Idem x l cd!
Renaz
Venerdì 18 Aprile 2008, 11.32.44
8
Una laurea buttata al vento! Tzè
Rob
Giovedì 17 Aprile 2008, 21.27.53
7
Ma era proprio quello che ho cercato di spiegare in apertura di recensione... si vede che non mi avete capito o che non mi sono spiegato
Renaz
Giovedì 17 Aprile 2008, 10.22.47
6
Quoto Stefano, gli Angra sono lontani
Stefano
Mercoledì 16 Aprile 2008, 11.39.02
5
Mi spiace ma di Holy Land ci sento veramente poco....forse qualcosa solo nella seconda traccia....il resto sembra molto sperimentale, al massimo può ricordare più Fireworks. Saluti!
Rob
Venerdì 11 Aprile 2008, 11.39.35
4
Porca miseria!!! Me l'avete tirata co sto dottore! Ho di nuovo la febbre!!! Maledetti!!!
Rob
Giovedì 10 Aprile 2008, 13.33.20
3
Ehm... si parlava di dottori? Qualcuno ha qualche problema di salute?
Renaz
Giovedì 10 Aprile 2008, 13.19.14
2
Solo i dottori possono confezionare recensioni di tale calibro. Tzè tzè, i diplomati sono cacca
WildChild
Giovedì 10 Aprile 2008, 10.35.58
1
e bravo il dottore...
INFORMAZIONI
2008
SPV
Power
Tracklist
01. Menuett
02. Letting Go
03. Rio
04. Remember Why
05. How Long (Unleashed Away)
06. Looking Back
07. Face The End
08. Time To Be Free
09. Rescue
10. A New Moonlight
11. Endeavour
12. Separate Ways (Words Apart) Bonus Track Japan
Line Up
Andrè Matos – Vocals and Piano
Andrè Hernandes – Guitars
Eloy Casagrande – Drums
Fabio Ribeiro – Keyboards
Hugo Mariutti – Guitars
Luis Mariutti – Bass

www.andrematos.net
 
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