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08/12/23
NUDIST + CARMONA RETUSA + ARTICO
CIRCOLO DEV, VIA CAPO DI LUCCA 29/3G - BOLOGNA
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25/08/2023
( 820 letture )
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Sesta fatica per gli Exmortus, entità californiana che ha recentemente festeggiato il traguardo del ventennio di attività. Rilasciato cinque anni dopo l'ultimo The Sound of Steel, Necrophony lascia da parte l'immaginario bellicista e muscolare che campeggiava sugli artwork dei tre dischi precedenti, in favore di atmosfere apparentemente più gotiche. Copertina mortifera e decadente, titoli crepuscolari, richiami ad Edgar Allan Poe (Mask of the Red Death): il nuovo parto degli Exmortus sembra portare con sé un cambio di registro, se non altro a livello estetico. Sensazioni che si ritrovano, parzialmente, anche a livello sonoro -si potrebbe infatti dire che l'album suoni leggermente più oscuro dei precedenti, senza tuttavia alterare di una virgola lo stile ormai più che collaudato del Quartetto.
La musica degli Exmortus si situa all'incrocio tra la solidità del thrash metal, riscontrabile soprattutto nell'ossatura ritmica dei brani, e la melodia del melodic death scandinavo -la voce dal leader Jadran "Conan" Gonzalez è stata in passato accostata a quella di Mikael Stanne. A ciò si aggiunge un'importante impronta neoclassica, presente negli estrosi solismi ad opera del succitato Conan, vero e proprio líder maximo della compagine statunitense. E abbondanti dosi di melodia si fanno sentire sin dall'apripista strumentale Masquerade, scenografica e barocca, greve di quell'atmosfera lievemente oscura di cui si parlava in apertura. La seguente Mask of Red Death mantiene, a tratti, il feeling magniloquente dell'intro, rivelandosi però più schietta e squadrata. L'andamento diretto cela comunque una ricchezza sonora non indifferente. Messi in risalto dall'ottima produzione, gli strumenti si ritagliano ciascuno il suo spazio, fino al culmine rappresentato dalla parte solista, che riprende tra l'altro la melodia portante del primo brano. Insomma, gli Exmortus sono in gran forma e fanno bella mostra delle loro capacità tecniche con uno stile cangiante quanto immediato. Ne si ha ulteriore riprova nella seguente Oathbreaker, arricchita dai mille orpelli della chitarra, anche qui assoluta protagonista del brano. L'estrosità delle sei corde è portata a massima espressione in Storm of Strings, strumentale esplicitamente vivaldiana dove brillano incontaminate le influenze neoclassiche dei musicisti. Tecnicamente ineccepibile, il brano riesce a trascinare e divertire anche i meno appassionati dell'onanismo chitarristico, grazie ad una durata limitata e a qualche melodia azzeccata. Ciò di cui abbonda la prova delle sei corde -vivacità, estro e variazione- manca crudelmente alla voce del buon Conan. Fin troppo piatta e monocorde, questa assicura il minimo sindacale e risulta la pecca più vistosa di Necrophony. L'impatto strumentale, per fortuna, non viene mai meno, sia nei momenti più ragionati che in quelli più irruenti. Tra i primi segnaliamo la granitica Mind of Metal, particolarmente debitrice delle influenze thrash del Quartetto -pare a tratti di sentire gli High Command, il che è tutto dire- e Test of Time, sospesa e quasi riflessiva, soprattutto nel piacevole ritornello. Dopo una tetra introduzione, Children of the Night alza un poco i ritmi, ripescando fugaci impressioni classic metal. Anche la title-track, introdotta da una cupa Ouverture strumentale dalle atmosfere che ormai iniziamo a conoscere, tiene alti i battiti. Melodico e potente, alternando sapientemente parti serrate e di più alto respiro, il brano si dimostra uno dei migliori della raccolta.
In definitiva, il sesto album degli Exmortus offre spunti di grande interesse; mantenendo incontaminato il proprio stile, il Quartetto si concede qualche libertà, ammantando il lavoro di un'affascinante aura vespertina. Spiccano a tal proposito gli interludi strumentali che ne ritmano l'ascolto, brevi quanto sofisticati, capaci di dare più ampio respiro ad una scaletta a tratti sovrabbondante. La grande quantità di dettagli, così come l'andamento generalmente sempre controllato dei brani, rischiano per contro di rendere la tracklist fin troppo compatta, tanto che alla lunga, si ha quasi l'impressione che i vari episodi si perdano e si confondono in un continuum ricco e stordente. Le carenze delle quali soffre la voce di Gonzalez non aiutano, ed è un peccato: il cantante è infatti in grado di interpretare in maniera più che convincente la cover di Moonchild posta alla fine della promo: uno spunto per le prossime release?
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1
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Per me non è niente male, mi piace molto, specie dal punto di vista solilstico.
Un 80 glielo do molto volentieri |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Masquerade 2. Mask of Red Death 3. Oathbreaker 4. Mind of Metal 5. Storm of Strings 6. Test of Time 7. Darkest of Knights 8. Prophecy 9. Children of the Night 10. Beyond the Grave 11. Overture 12. Necrophony
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Line Up
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Jadran "Conan" Gonzalez (Voce, Chitarra) Chase Becker (Chitarra) Phillip Nuñez (Basso) Adrian Aguilar (Batteria)
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RECENSIONI |
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