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Death Dies - Stregoneria
12/09/2023
( 547 letture )
Per i cultori del black metal nostrano, leggere nuovamente il nome dei Death Dies dopo otto anni da Legione sarà sicuramente una piacevole sorpresa. Stiamo infatti parlando di una delle band e di alcuni dei musicisti che hanno firmato la storia del metal estremo italiano: dai tempi degli Evol, Damien De Saba e Samael Von Martin sono stati tra i protagonisti indiscussi della scena veneta. Stregoneria segna dunque il ritorno della band cult: come si sono comportati i nostri?

Il riscontro è sicuramente positivo, da sufficienza piena. Si tratta pur sempre di musicisti navigati che, in aggiunta, si sono avvalsi di numerose collaborazioni per aggiungere un pizzico di sapore a questo piatto: collaborazioni di spessore come quella di Mr. Yasuzuky degli Abigail per la voce in Mystery Forest o di Andy “Bull” Panigada dei Bulldozer per l’assolo di chitarra nell’incipitaria Argento. Di carne al fuoco, dunque, ce n’è. E, come spesso capita, il rischio è quello di cuocerne a puntino un po’ e bruciarne dell’altra.
Sebbene da un punto di vista puramente tecnico Stregoneria non abbia alcun punto critico, nel senso che è un disco suonato in modo eccellente, l’ascolto d’insieme rivela un album talvolta incoerente e un po’ raffazzonato. E se è vero che in certi casi l’incoerenza potrebbe non essere un problema (come nei lavori delle band d’avanguardia), quando si ascolta un disco schietto nelle intenzioni come questo, dove a farla da padrone è un black metal dalle tinte thrash e speed, ecco che l’incostanza stilistica fa storcere il naso. Se riprendiamo in mano PseudoChristos (per chi scrive, il gioiello della band) sentiamo un album forse un po’ invecchiato ma genuino e onesto. Stregoneria sembra invece soffrire un po’ di una crisi d’identità. L’intro occult doom à la Black Sabbath della già citata Argento; l’assolo di chitarra fuori luogo di Lucho Sanchez (in prestito per l’occasione dai Blizzard Hunter) in Vento d’Erebo, una sbrodolata di note in rapida successione , più simile ad un mero esercizio tecnico per riscaldare le dita che un vero e proprio assolo ed in totale disaccordo con il resto del brano: sono solo due degli esempi di incongruità che troviamo nel disco. Esempi che, presi separatamente, potrebbero anche apparire efficaci e, anzi, piacevoli ma che, nell’organicità del disco, hanno invece l’effetto di una pernacchia ad un funerale: divertenti forse ma non adatti al contesto.
Quando invece i Death Dies rimangono fedeli alla linea intrapresa dal disco, come in Lame o in Falce e Corona sfornano pezzi di grande effetto. Poco originali, sicuramente, ma coinvolgenti e pungenti, come un disco simile deve essere. Degna di nota è poi la finale Sorrow of the Witch, un ritorno al passato, essendo una riuscitissima cover del brano degli Evol.

Schietti e diretti, questi brani -insieme ad altri, forse un po’ meno efficaci, come Abiura l’Eterno- sono il vero fulcro del disco e rappresentano l’essenza di una band che avrebbe molto da dire e da dare ma che, forse, necessita di un altro disco per ritrovare la retta via



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
69 su 6 voti [ VOTA]
Uno
Domenica 17 Settembre 2023, 16.46.48
10
@DaveHC non è che non sappiano suonare presi singolarmente, ma ogni volta li ho trovati slegati, sia visivamente che dal punto di vista sonoro. Avevano i suoni molto approssimativi, soprattutto le chitarre orribili. Non hanno tiro e le canzoni che hanno non aiutano di certo. Quindi nel complesso non li ho trovati mai convincenti. E di concerti black e death ne ho visti veramente a centinaia.
DaveHC
Venerdì 15 Settembre 2023, 18.56.23
9
A me comunque il disco è piaciuto. Non l\'ho sentito affatto come un insieme di roba senza logica, ma ha un suo stile, seppur derivativo e per nulla originale, e si fa ascoltare con leggerezza dagli amanti del genere. Dal vivo non li ho mai visti e non entro nel merito, anche se considerando che si tratta di musicisti con una esperienza più che trentennale alle spalle, almeno alcuni di loro, mi sembra strano che non siano in grado di suonare...
Uno
Giovedì 14 Settembre 2023, 15.18.05
8
@DaveHC no davvero ahahahah! È che la dimensione live non perdona, se una band è mediocre si vede subito. Un disco invece può essere sistemato per farli sembrare bravi. Non parlo di genere, che può piacere o meno, è che sono proprio una band che non sa fare buona musica secondo me e il disco è una accozzaglia di roba messa insieme senza una logica. Non riesco a capire come sia possibile che vengano chiamati a suonare, anche in contesti grossi.
DaveHC
Giovedì 14 Settembre 2023, 2.11.20
7
È un trucco psicologico per sponsorizzare i loro live??? 🤣
Uno
Mercoledì 13 Settembre 2023, 23.11.14
6
Andate a vederli dal vivo e confrontateli con qualsiasi altra band conosciuta, poi mi direte.
DaveHC
Mercoledì 13 Settembre 2023, 21.21.13
5
Pensare che si viva di rendita per aver fatto parte degli Evol non ha senso... pur essendo una band che ha avuto un suo perché non mi pare possa far vivere di rendita nessuno... i Death Dies non sono certo originali, ma fanno un buon black metal stile primi anni 90 ben suonato, ben prodotto e godibile per chi apprezza il genere.. non ci vedo nessuno scandalo , nel metal in tutte le sue sfaccettature sono in molti a farlo.
Korgull
Mercoledì 13 Settembre 2023, 13.39.30
4
Si forse gli Evol non erano gli unici, ma erano forse tra i migliori che avevamo. I Death Dies li ho seguiti molto meno, e forse qui si all\'epoca in cui uscirono c\'era una saturazione mai vista di gruppi black italici, ma mi sembrano volutamente \"basici\", hanno cioé consapevolmente ignorato alcune evoluzioni che ha avuto il genere per suonare primitivi.. la cosa ovviamente può piacere o meno ma non li condanno per questo
Galilee
Mercoledì 13 Settembre 2023, 13.30.34
3
Ai tempi degli Evol ce n\'erano un bel pò di band Black italiane. Altro che unici. Al massimo erano un gruppo tra i tanti.
Uno
Mercoledì 13 Settembre 2023, 13.24.50
2
Io vorrei dire una cosa \"antipatica\". Questi musicisti stanno vivendo di rendita sbandierando ancora il nome EVOL che, in tutta onestà, ha lasciato il segno solo in Italia e solo perchè erano gli unici a fare quel genere a quel tempo. I DEATH DIES sono una band concettualmente vecchia, superata, banale e sconclusionata, che se non avesse ex membri dei sopracitati EVOL non verrebbe minimamente considerata e non suonerebbe da headliner. Li ho visti dal vivo un paio di volte, anche molto recentemente, e mi sono sembrati una band di dilettanti messi insieme a caso. Imbarazzanti! I pezzi di questo album sembrano scritti da un adolescente alle prime armi, non decollano mai. La Canzone \"Impero\", per fare un esempio, è sin dall\'inizio una sequenza di accordi messi a caso che non evocano assolutamente NIENTE. Ma sembra che nessuno abbia il coraggio di dirlo apertamente. Cos\'è, assistenzialismo? E dai, su!
DaveHC
Martedì 12 Settembre 2023, 14.03.09
1
Alla fine a me è piaciuto... sicuramente non stiamo parlando di un disco fondamentale, ma l\'ho ascoltato volentieri... la time to kill si conferma un\'ottima etichetta
INFORMAZIONI
2023
Time To Kill Records
Black
Tracklist
1. Argento
2. Lame
3. Riflessi di sogni meschini
4. Impero
5. Abiura l’eterno
6. Mystery Forest
7. Vento d’erebo
8. Falce e corona
9. Al Shi’ra
10. Sorrow of the Witch
Line Up
Viktor Flamel (Voce)
Samael Von Martin (Chitarra, Cori)
Der Todesking (Chitarra)
Danjal (Basso)
Damian De Saba (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Mr. Yasuzuki (Voce nella traccia 6)
Andy “Bull” Panigada (Chitarra nella traccia 1)
Simon Fèrètro (Chitarra nelle tracce 5, 6 e 8)
Lucho Sanchez (Chitarra nella traccia 7)
 
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