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Axel Rudi Pell - Wild Obsession
16/09/2023
( 734 letture )
E’ il novembre del 1989 quando Axel Rudi Pell diede inizio alla propria, lunghissima e tutt’ora ricca di uscite, carriera solista. Dopo una manciata di lavori in studio con i tedeschi Steeler (omonimia con la band statunitense che lanciò Malmsteen qualche anno prima), il biondo chitarrista di Bochum si mise in studio per comporre e registrare questo Wild Obsession. La formazione creata attorno a lui vede l’esperto singer statunitense Charlie Huhn alla voce (già con Victory e in precedenza Ted Nugent e Gary Moore), George Hahn alla tastiera, e una sezione ritmica potente e precisa composta dal fedelissimo Volker Krawczak al basso e dal tellurico Jörg Michael (al tempo già ammirato con Rage e Mekong Delta e all’inizio di una carriera da ricercatissimo turnista e membro di bands quali Running Wild, Grave Digger e Stratovarius). La musica proposta in questo esordio è sintetizzabile con il termine class metal, date le influenze del sound di band quali Dokken e Warlock da un lato, mescolato a radici hard rock di Rainbow, Thin Lizzy, Scorpions e Ufo e a influenze chitarristiche fortemente improntate alla lezione di maestri quali Richie Blackmore, Michael Schenker e Yngwie Malmsteen.

Il disco scorre in modo fluido sin dall’opener Wild Cat, brano che getta solidamente le basi di quello che sarà l’Axel Rudi Pell sound in oltre trent’anni di carriera, vale a dire un heavy metal melodico in grado di combinare riff secchi e partiture pregevoli di chitarra a linee vocali melodiche, il tutto sorretto da una sezione ritmica veramente sferzante e veloce, tanto nelle pennate di basso quanto nel drumming portentoso di Michael. Call of the Wild Dogs e Slave of Dogs sono brano essenziali e intrisi di Thin Lizzy, Rainbow e Scorpions sound, ben condotti dalla sei corde di Axel Rudi Pell e dal cantato di Huhn, una miscela tra Don Dokken e Joe Lynn Turner per grinta e timbrica, così come Cold As Ice e Hear You Calling Me sfiorano lidi propri di Warlock, Sinner e Whitesnake, con un refrain molto catchy e in stile hard rock a stelle e strisce. Call Her Princess è costruita attorno a un irresistibile e tagliente riff di chitarra su cui Pell si diletta in scorribande solistiche, in un connubio di heavy e hard rock, tutt’ora un classicissimo regolarmente riproposto in sede live. Non manca una ballata molto di maniera come Broken Heart, che lancia molti spunti poi ripresi nella discografia di Pell, così come toni di hair e glam metal sono toccati in Snake Eyes, una sorta di riuscita Ratt e Warrant style track, fino alla conclusiva I Don’t Want to Be Alone Tonight che prende la lezione di Jimmy Page nei riffs secchi propri dei Led Zeppelin di inizio carriera.

Wild Obsession è un capitolo importante della discografia di Axel Rudi Pell, che segna l’inizio di una serie tutt’ora attiva di decine di album solisti, escludendo live e raccolte, che lo vedono a tutt’ora attivissimo in sede di studio. Una carriera senz’altro ammirevole per costanza e qualità toccata soprattutto nella prima parte della discografia, che vide Rob Rock, Jeff Scott Soto e, da ultimo, Jonny Gioeli, illuminare col proprio talento le varie uscite che si sono susseguite negli anni. Wild Obsession è un album che non inventa nulla, che suona fluido, energico e scorrevole, gettando le basi per grandi lavori dei Nineties come Eternal Prisoner, Between the Walls, Black Moon Pyramid e Magic. La produzione di Axel Rudi Pell si è in seguito infittita finendo gradualmente per cadere nello stantio e nel forzosamente già sentito, specialmente nelle ultime scialbe e troppo prolisse prestazioni in studio, pur sempre mantenendo una solidissima base di fedeli seguaci che ancor oggi ne apprezzano le gesta e non mancano di supportare le tante uscite che ci accompagnano con cadenza pressoché annuale.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
81.11 su 9 voti [ VOTA]
Philosopher3185
Domenica 26 Novembre 2023, 1.31.09
10
Un ottimo album da parte di un chitarrista poco citato rispetto ad altri Ma che ha un suo stile ed scrive belle canzoni,magari niente di troppo Sperimentale ma rocciose,melodiche e con degli assoli e armonizzazioni Molto belle.
Michael Rosenberg
Venerdì 22 Settembre 2023, 23.13.53
9
Sto gia’ pregustando una degustazione di rossi col Barone e il Marchese prima del concerto degli Elegy, 22 ottobre a Milano, storica reunion. Almeno ci si conoscerebbe di persona! Ci siete?
Le Baron Boy
Venerdì 22 Settembre 2023, 10.01.51
8
Bonjour Marchese, ormai è chiaro che sul biondo crinito abbiamo sensazioni ed emozioni differenti, ma la questione è di facile risoluzione, potremmo discuterne in compagnia del buon Michael Rosenberg in una cantina della Franciacorta con un buon calice di rosso, al vino ovviamente ci pensa lei, ma mi permetta, alla musica di sottofondo con lo shuffle di Axel ci penso io… Con i miei ossequi
Le Marquis de Fremont
Giovedì 21 Settembre 2023, 17.19.08
7
Pour moi, tutti gli album di Axel Rudi Pell, sono piacevoli da ascoltare, specialmente in determinati contesti, con ottimi vini di grado o morbide grappe. Concordo che gli album degli anni \'90 sono stati i migliori e che può sembrare ripetitivo se si ascoltano tutti gli album di seguito. Se ne ascolti uno alla volta, non ti da questa sensazione. Tra i migliori compositori in assoluto per le ballad, a mio avviso assieme ai Manowar. Questo inizio non è un capolavoro ma si fa ascoltare volentieri. Ottima recensione. Au revoir.
Le Baron Boy
Giovedì 21 Settembre 2023, 8.24.00
6
Leggere una recensione per un disco di Axel Rudi Pell mi incuriosisce sempre, ancora di più in questo caso trattandosi proprio del disco d’esordio. Dopo una recensione così precisa e centrata aggiungere altre righe è superfluo, ma ci tengo a sottolineare come il nostro biondo chitarrista fosse veramente ispirato nella prima parte della sua carriera, fino a Shadow Zone ha prodotto musica di alta classe, supportato anche da grandi cantanti e batteristi (Michael e Terrana. Punto). Wild Obsession, pur con i limiti di suono e una vena compositiva ancora leggermente acerba, risulta più godibile, genuino e passionale di un qualsiasi album di Axel prodotto negli ultimi 15 anni. Voto 77
Aceshigh
Lunedì 18 Settembre 2023, 10.55.20
5
Buon inizio per la carriera “in solitario” del chitarrista tedesco. Un album molto orientato al metal americano (così come influenze anericaneggianti si potevano trovare anche nei precedenti album incisi con gli Steeler) che mi risulta molto gradevole ancora oggi. Con gli album successivi poi farà ancora meglio. Voto 79
Adrian Smith
Domenica 17 Settembre 2023, 18.24.56
4
Sarebbe bello rispolverare quelle dei Nineties, i migliori. Ben centrata questa recensione, l’album meno metal fprse di AR Pell.
MaxLordag
Sabato 16 Settembre 2023, 18.53.10
3
Rece top ! Da qui fino a “Masquerade Ball” solo album fantastici più l’oblio…gusto personalissimo ma credo condiviso da altri mi…
Mic
Sabato 16 Settembre 2023, 13.01.02
2
Recensione pefetta. Mi rendo conto che mancano le recensioni di tutti \"i primi\" album di ARP, i più belli.
Lucassen
Sabato 16 Settembre 2023, 10.33.13
1
Album che fa trasparire il lato più hard rock di Pell, recensione e voto giusti.
INFORMAZIONI
1989
BMG
Heavy
Tracklist
1. Wild Cat
2. Call of the Wild Dog
3. Slave of Love
4. Cold as Ice
5. Broken Heart
6. Call Her Princess
7. Snake Eyes
8. Hear You Calling Me
9. Return of the Calyph
10. (Don't Trust The) Promised Dreams
Line Up
Charlie Huhn (Voce)
Axel Rudi Pell (Chitarra)
George Hahn (Tastiera)
Volker Krawczak (Basso)
Jörg Michael (Batteria)
 
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