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08/12/23
NUDIST + CARMONA RETUSA + ARTICO
CIRCOLO DEV, VIA CAPO DI LUCCA 29/3G - BOLOGNA
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18/09/2023
( 2673 letture )
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Buffa la storia dei Soen: ai tempi dell’uscita di Cognitive e del seguito Tellurian una delle band più guardate dall’alto in basso del panorama prog metal, tacciati di plagiare il sound dei Tool in maniera evidente e senza remore, per poi divenire nel tempo una delle realtà più solide e apprezzate del genere. E quando si parla di solidità, si può tranquillamente affermare che sia uno dei tratti distintivi di questa ultima loro fatica discografica, Memorial. Arrivati alla soglia del sesto disco in studio, pare ormai evidente che il sound della band si sia stabilizzato in un prog metal ritmicamente “quadrato” che punta molto sullo studio delle melodie e delle atmosfere sfruttando prettamente la bella voce di Joel Ekelöf e il sapiente guitar work di Cody Ford.
Ancora più ch nel precedente Imperial, in questo album i Soen lavorano “di sottrazione”, tralasciando alcune derive quasi psichedeliche emerse negli album precedenti per dare risalto a ritmiche veloci, incalzanti e a tratti anche molto più dure e dirette del solito. In Memorial sono presenti forse i riff più pesanti mai prodotti dal gruppo e anche Ekelöf ha fornito una prestazione più spigolosa che nelle precedenti uscite della band. Ciò non toglie che il cuore del sound degli svedesi sia comunque riconoscibile e ben radicato nelle 10 tracce dell’album: basso e batteria che stendono un tappeto incalzante, preciso e con un groove sempre facilmente riconoscibile, una coppia di asce di alto livello che in diversi brani sciorina assoli di gran gusto, e un grande lavoro sui ritornelli per renderli sempre orecchiabili ma non banali, facilmente memorizzabili ma senza mai cadere nel commerciale. Parentesi su Martin Lopez: grande professionista, ottimo batterista, sicuramente tecnicamente dotato, con un gran senso del groove e delle orchestrazioni all’interno di pattern metal, nonché membro fondatore della band, ma forse limitato riguardo la musica dei Soen. Quello che sa fare, cioè pestare duro e veloce ma con un tocco personale e mai banale, lo sa fare benissimo, però in certi frangenti un batterista con un background musicale più variegato potrebbe fornire quel quid in più al sound della band che potrebbe migliorare ulteriormente il portamento dei brani, rendendoli casomai più eterogenei fra loro, fatto di cui parleremo subito sotto. Tornando a Memorial, si fa fatica a trovare punti deboli nelle singole tracce di questo album, delle quali forse la sola Icon risulta meno riuscita specie nella parte centrale dove si viene a creare una sorta di incastro sonoro non particolarmente azzeccato (ma che rimane comunque un pezzo che fa la sua figura), però forse manca quel pizzico di diversità fra le tracce che potrebbe rendere l’ascolto più stimolante. Il disco si apre con 4 tracce sicuramente valide e di alto impatto, con Unbreakable che spicca per l’ottimo refrain e il notevole assolo di chitarra. Violence rallenta il ritmo e dà il giusto spazio a basso e batteria nella strofa per esplodere nel ritornello, mentre l’opener Sincere e la quarta traccia Fortress si muovono su binari simili. Dopo questo lotto iniziale si può intuire quale sia un punto di forza ma anche il limite di Memorial: la compattezza sonora e l’immediatezza sono sicuramente piacevoli all’ascoltatore metal, però limitano anche lo spettro di possibilità in cui sperimentare. A questo riguardo, Hollowed è il giusto break, che, al netto dei dubbi quasi legittimi sulla partecipazione della nostrana Elisa, risulta invece il pezzo che potrebbe diventare la Nothing Else Matters dei Soen: ottima melodia, ritornello che entra in testa, assolo che trasuda classe, per una power ballad dai toni eleganti e struggenti che se passasse in radio potrebbe diventare tranquillamente quel pezzo della band che conosce anche la nonna che i Soen non sa nemmeno chi siano. Elisa offre non certo la performance della vita, ma bel riconoscimento per la cantante italiana che quest’anno piazza due collaborazioni internazionali di rilievo (l’altra con i Muse) ritornando alle sue origini di rocker. La titletrack e il successivo brano Incendiary ritornano, anche se non come nelle prime 4 tracce, a pestare in parte il piede sull’acceleratore pur concedendo più aperture melodiche, mentre con Tragedian si ritorna a parlare di ballad dove voce chitarra la fanno da padroni. Nel caso di questo brano pezzo forte è anche il testo, veramente impeccabile nell’esprimere un senso di stoica risolutezza di fronte alle difficoltà della vita. Di Icon si è già discusso, e rimane da considerare la sola conclusiva Vitals, che racchiude probabilmente la miglior performance canora di Ekelöf del disco, in bilico fra sentori di blues e jazz e un raffinato rock.
I Soen in conclusione costruiscono un altro solidissimo mattone nella loro discografia, portando avanti il loro percorso di ricerca sonora senza ripetere la formula già sentita in Imperial, un lavoro forte nei singoli brani e un po’ meno nel suo insieme forse per una disposizione non proprio azzeccatissima della scaletta, con la scelta di piazzare le 3 ballad tutte nella seconda metà del disco. Un po’ di diversificazione fra le tracce avrebbe giovato, è vero, ma d’altronde è innegabile che la qualità intrinseca dei singoli brani è così elevata che comunque l’ascolto rimane sicuramente piacevole e in linea con gli alti standard a cui gli svedesi hanno abituato il proprio pubblico.
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In termini di qualità oggettiva è un’ottimo disco, non c’è che dire: lo valuto anche io 80/100. A parte il primo pezzo che non mi convince per nulla, gli altri brani sono tutti azzeccati e scorrono che è una bellezza. Però dal prossimo disco devono trovare una qualche specie di svolta, altrimenti rischiano di diventare una caricatura di se stessi. |
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comfort zone? per me va benissimo così. Ennesimo album superlativo. |
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Sono ormai ripetitivi, è vero ,alcuni pezzi si somigliano, ma adoro \"quella\" voce e quel suono. Vitals meravigliosa, ma paradossalmente la mia paura è che in fututro possano prendere quella direzione . Voto 8 |
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La minestra sarà anche buona, ma è già la terza volta che viene riscaldata. A parte il primo inascoltabile album dove plagiavano malamente i Tool, hanno cercato di ritagliarsi un loro stile prendendo spunto da Opeth, poi Katatonia e poi Riverside (periodo primi 3 album), ora che hanno trovato la loro comfort zone non si schiodano più da lì. |
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P.s. Nn capisco questa storia del prog metal, questi sono tutto fuorché prog metal, a parte qualche controtempo... |
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Disco di metal moderno molto radiofonico, ma ha una qualità stratosferica, roba che oggi difficilmente si sente. Poi quelle due canzoni che non nomino nemmeno, tanto si capisce di quali sto parlando, sono assurde per i tempi che corrono. Per me é un disco da 90 pieno, forse manca un po\' di \"sbizzarrimento\" ma chi se ne frega.
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Non li avevo mai ascoltati. Molto bello questo disco. |
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I Nickelback del prog 😆😆😅 |
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Ascolto e sostengo la band dagli esordi apprezzando tutte le loro varie uscite, gli ultimi tre lavori sono equivalenti tra loro come sound, diventato ormai riconoscibile e personale ma per questo senza più quella curiosità di cosa e come suoneranno i nostri questa volta!
Dopo due album con lo stesso format, Lotus e Imperial, speravo in un qualche, seppur leggero cambiamento con Memorial, ma ormai sono entrati nella loro confort zone come già ha accennato qualcuno, e questo pensiero locondivido pure io.
Ad ogni modo un grande album, ben confezionato, suonato e con un ottimo artwork.
Concludofinendo di essere contento di vedere questa band che fino a poco tempo fa riempiva piccoli locali, di come adesso inizi a organizzare concerti in luoghi ben più grandi,
complimenti e bravi Soen, verrò al Live di Trezzo nel 2024 a rivedervi |
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Quoto io commento n 20 di galilee. per me il seguito elevato che ha ottenuto questa band é un abbaglio collettivo...musica inascoltabile é dire poco |
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concordo con chiunque dica che si stanno adagiando troppo. tolta vitals, che fin dal primo ascolto ho trovato splendida, il resto sono belle canzoni, ben congegnate, ben suonate e molto ben cantate, ma che francamente suonano troppo come tante altre cose che hanno già fatto in passato. la stessa impressione l\'ho avuta all\'uscita di imperial, sotto quella recensione avevo anche elencato quali brani si sovrapponessero con altri presenti in lotus. ecco, per me lotus rimane quanto di più bello abbiano prodotto, tutto quel che è venuto dopo sembra una copia sbiadita. a memorial comunque voglio dare il merito di essere più diretto e graffiante dei precedenti, ma forse lo è pure troppo, cioè o sono ballad o sono pezzi pompati. concordo del tutto col recensore quando dice che la scaletta così com\'è stata proposta non funziona del tutto, tante potenziali hit e poi le tre ballad relegate alla seconda metà, con icon in mezzo che è davvero fuori posto e che salto sistematicamente. insomma lo ascolto, mi piace ma non mi convince, vitals a parte. |
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Sono bravissimi e su questo non ci sono dubbi, ma io li trovo inascoltabili. Non mi prendono. Dopo 2 minuti le mie orecchie sono già altrove. Non riescono a catturare la mia attenzione. |
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Totalmente d\'accordo con le prime tre frasi di Dave al #15. \"Lotus\" rimane l\'apice della band a mio parere, \"Imperial\" a me non ha proprio detto nulla, ma ne riconosco il valore, quest\'ultimo l\'ho ascoltato con piacere, ma mi ha lasciato ancora meno. Formalmente rimane un album impeccabile e, come già detto in altri commenti, ci sono almeno un paio di episodi notevoli anche se, per chi conosce già il gruppo, non risultano mai davvero sorprendenti. Anche per questo ho deciso di non andare a vederli a Bologna, ma sono ben felice che abbiano fatto sold out. Forse i Soen dovrebbero pensare a un cambio di passo perché questo adagiarsi sugli allori di una proposta che funziona ma rimane uguale a se stessa alla lunga stancherà. E dire che se ne sono usciti con un live - \"Atlantis\" - che ribadisce ancora una volta che questi cinque sono dei fuoriclasse in certi contesti stilistici! Peccato poi che negli album in studio si stiano veramente appiattendo. Speriamo sia solo un falso allarme. |
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@GT_Oro non volevo assolutamente pensare che tu non ne avessi le competenze. Mi fa piacere saperti batterista 😁. Le tue considerazioni sono assolutamente appropriate. Però continuo a pensare che un Harrison per esempio snaturerebbe completamente quel sound quadrato e martellante che tanto sta dando ai soen...li ridurrebbe l\'ennesimo gruppo prog molto simile ad altri. I pezzi insomma suonerebbero sicuramente diversi da quelli che sono oggi e che piacciono proprio per quello. Sono pensieri assolutamente personali. Ad ogni modo ti rinnovo i complimenti per la recensione! Ciao! |
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@GT_Oro non volevo assolutamente pensare che tu non ne avessi le competenze. Mi fa piacere saperti batterista 😁. Le tue considerazioni sono assolutamente appropriate. Però continuo a pensare che un Harrison per esempio snaturerebbe completamente quel sound quadrato e martellante che tanto sta dando ai soen...li ridurrebbe l\'ennesimo gruppo prog molto simile ad altri. I pezzi insomma suonerebbero sicuramente diversi da quelli che sono oggi e che piacciono proprio per quello. Sono pensieri assolutamente personali. Ad ogni modo ti rinnovo i complimenti per la recensione! Ciao! |
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Io lo sto trovando molto bello anche se sono d\'accordo con chi afferma che hanno trovato la loro \"confort zone\" (un pò come gli Amorphis). La qualità resta altissima (Hollewed e VItals sono pezzi bellissimi), ma hanno trovato la formula. Oppure la formula è sempre la stessa e siamo noi che ci siamo abituati a loro? Non lo so, al momento 80 |
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Lotus è IL DISCO. Imperial è un ottimo disco. Questo è un buon disco. Stanno lentamente perdendo spessore come band, anche perché, i lavori prima di Lotus sono talmente sinceri che sono stati perfetti per la maturazione. Ora si vogliono commercializzare, facile intuirlo. Nulla da dire, ma spesso poi la qualità si perde tanto da confondere la Lindt con la Kinder. La differenza sembra sottile, ma in realtà c\'è e la senti fino a quando non smetti di spendere più soldi per la Lindt. |
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Gavin harrison, forse uno dei top in assoluto al momento, in qualsiasi genere. |
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@Lobo: in verità la batteria la suono da qualche anno Lopez concordo che sia un batterista fenomenale in ambito metal (ho appunto scritto questo nella rece), ma a prescindere dalla bravura ecc. rimane troppo legato al metallo. Personalmente per la strada che hanno preso i Soen mi sarebbe piaciuto sentire un accompagnamento più \"estroso\" e meno di doppio pedale a martello, mi viene in mente un Gavin Harrison, per dire, un po\' più classe ed eleganza e meno viulenza... Pensa a come ne avrebbe giovato per dire Vitals dove invece Martin è molto \"legato\" perché un po\' fuori contesto. Poi si entra sempre nel merito dei gusti personali eh... |
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Album molto più lineare dei precedenti ma sempre di estrema classe. Bella la recensione ma devo fare un appunto su Lopez. È un batterista spettacolare sia nel groove che nei fill. Non limita assolutamente il gruppo anzi! Soprattutto nei precedenti album ha prodotto performance solo apparentemente per chi non suona lo strumento semplici....ma in realtà devastanti per intensita. in questo album ha dimostrato oltre la tecnica e il gusto di sapersi mettere a servizio dei pezzi ed è stato volutamente in seconda linea. Per me è una album riuscitissimo e lunga vita ai soen!!! |
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Mai sopportati... sempre ritenuti sopravvalutati e inconsistenti. Ci sono band molto meno blasonate che meritano decisamente di più. |
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Album di gran classe e ottime sonorità che però anche io trovo un po\' troppo lineare nell\'incedere. Cosa che alla lunga lo appiattisce un po\'.
Comunque, ad avercene. 80/100 meritato senza dubbio.
Con un po\' di coraggio in più di discostarsi da un certo schema, sarebbe stato un album da 9 o da 90 (a seconda della scala usata).
Comunque, piaciucchia anche a mia moglie che se fosse stato per la mia Lamborghini (che son ben lontano dal possedere) non ci saremmo mai neppure conosciuti |
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@Marquis: scusate l\'OT, ma davvero le altre stavano con Lei solo per la Lambroghini e altre proprietà immobili? |
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Forse è come riporta la bella recensione che le ballad sono mal disposte nella tracklist o che la disposizione dei brani è sbagliata ma ho notato una certa omogeneità nei brani che si discostano poco uno dall\'altro. Tranne Hollowed. Piace anche alla mia attuale girlfriend (che ha più soldi di me e quindi non è qui per la Lamborghini, come le altre...) e che non viene assolutamente da ascolti metal o rock. Questo mi fa pensare che i Soen hanno raggiunto una formula che li pone tra le band prog metal e una certa commercialità che ampia la platea a cui piacciono. Sono della fazione di chi dice che Imperial era migliore e secondo me, li i pezzi avevano una personalità propria. Qui trovo anche derivativa la titolazione dei brani e la copertina stile Imperial.
Bien sûr, questo Memorial non è male ma serve molta concentrazione per cogliere le differenze tra i pezzi. Tranne Hollowed... Au revoir. |
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Devo dire che Vitals è veramente un pezzo top. |
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Bell\'album, la qualità con loro è sempre elevata. A mio giudizio, in ogni caso, è sotto a Imperial e Lotus. Vitals e Hollowed pezzi da 90. |
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5
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Album che in questi giorni sto ascoltando in loop; veramente un gran bel lavoro. |
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Lo sto ascoltanto tanto in questi giorni. A cazzotto mi piace più di Imperial e meno di Lotus. Siamo comunque da 80 a 90... livelli altissimi. Ma quanto è bella Vitals e quanto è \"elegante\" Cody Ford. |
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3
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Disco davvero bello voto 90 |
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2
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Pensare che Icon è una delle canzoni che preferisco..
Per me l\'album da 90 dove la prima canzone Sincere è quella meno riuscita e più debole del lotto. Degna continuità di Imperial.
Rimpiangeremo quando i Soen diminuiranno il volume sonoro per tornare a linee più prog rock o chissà, percorreranno altre strade musicali. Per me sia Imperial che questo Memorial sono da 90 pieno.
Batteria e chitarra eccezionali. Avrei allungato l\'album con almeno un\'altra canzone o avrei comunque aggiunto la canzone che si trova solo per il mercato asiatico ovvero, pesticide.
Meravigliosi. |
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1
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Ho preferito il precedente Imperial,ciò non toglie però il fatto che questo Memorial sia un lavoro di ottima fattura, ben costruito e ben prodotto. Ci sono arrivato tardi ai Soen ma come si dice meglio tardi che mai...questo per me e\' da 80,ottima band! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sincere 2. Unbreakable 3. Violence 4. Fortress 5. Hollowed 6. Memorial 7. Incendiary 8. Tragedian 9. Icon 10. Vitals
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Line Up
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Joel Ekelöf (Voce) Cody Lee Ford (Chitarra) Lars Enok Ahlund (Chitarra, Tastiera) Oleksii “Zlatoyar” Nobel (Basso) Martin Lopez (Batteria, Percussioni)
Musicisti Ospiti Elisa Toffoli (voce in traccia 5)
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