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21/03/24
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Heidevolk - Walhalla Wacht
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( 3974 letture )
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Con l'ausilio della Napalm Records giunge fino a noi il primo full-lenght degli Heidevolk, band che già nel precedente biennio era riuscita a far parlare di se. Difatti prima con gli autoprodotti De Strijdlust is Geboren e Wodan Heerst, e subito dopo con alcuni tour al fianco di front del calibro di Gernotshagen e Kampfar, i nostri hanno catturato le attenzioni dell'esigente popolo pagano.
Per cui, come avrete sicuramente intuito, la formula proposta dagli olandesi va ricercata nel più classico dei viking/folk, a ricalcare, a seconda della occasioni, le fortune di compagini blasonate quali Amon Amarth e soprattutto Finntrol. Walhalla Wacht si presenta quindi come un prodotto musicalmente poco originale, del resto appartenente ad un filone che non vive propriamente di illuminazioni, ma emozionante e formalmente inappuntabile. In primo piano troviamo sicuramente il cantato, per quanto espresso in una non sempre digeribile lingua madre, eseguito alla perfezione dai due dotati singer, Mark Splintervuyscht al quale sono affidate le liriche narranti e pulite, e Joris Boghtdrincker impegnato negli stacchi più duri ed in alcuni frangenti estremi. Ne conseguono versi dal carattere duale, ma simultaneamente armonici, carichi di patos e feeling soprattutto nelle appassionanti parti corali. Il background musicale chiaramente è funzionale alla proposta, articolato da un guitar work abbastanza lineare, che accelera i toni solo quando la ritmica si fa più incalzante; infatti quest'ultima è fondamentalmente centrata su tempi cadenzati, compiacente nel ricreare le atmosfere ricercate. A corredo non potevano mancare i classici elementi folkloristici, supportati dall'utilizzo di archi e corni, i quali impreziosiscono il sound enfatizzando il fervore epico. Tutti pregevoli i dieci brani che compongono l'opera: da individuare nell'opener Saksenland e nella più spedita title-track gli episodi migliori di tutto il lotto.
Pur non in presenza di un platter fondamentale, con Walhalla Wacht gli Heidevolk convincono, riuscendo a confermare le aspettative, e soprattutto collocandosi sin da subito tra le realtà emergenti più interessanti del settore. In sintesi, un debutto appetibile per tutti gli amanti del genere.
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4
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E vero che le linee di chitarra e le composizioni sono di una semplicità notevole, ma rispetto al primo loro disco si può parlare di tecnical folk P.S. il recensore parla sempre di debutto con riferimento a questo album, ma è il secondo. |
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3
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no nn direi...meglio nettamente questo di de strijdlust is geboren...qui senti che il suono comincia lentamente a maturare....poi in uit oude grond e adesso in batavi è bello compatto \m/ parola di chi si è li cuccati dal vivo 2 volte!!!!!!!!!!!!!!!!XD |
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2
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inferiore al debutto, ma comunque un gran bell'album di pagan metal! |
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1
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mi ha colpito tantissimo la copertina |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Saksenland 02. Koning Radboud 03. Wodan Heerst 04. Hulde Aan De Kastelein 05. Walhalla Wacht 06. Opstand Der Bataven 07. Het Wilde Heer 08. Naar De Hal Der Gevallenen 09. Zwaard Geheven 10. Dagenraad
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Line Up
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Joris Boghtdrincker (Voce) Mark Splintervuyscht (Voce) Sebas Bloeddorst (Chitarra) Reamon Bomenbreker (Chitarra) Stefanie Speervrouw (Violino) Rowan Roodbaert (Basso) Joost Vellenknotscher (Batteria)
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