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Arcadia - Cold Cold Bodies
( 2152 letture )
Si può fare una riflessione sulla storia di alcune realtà del nostro metal. Col passare del tempo le band più longeve di una scena possono essere oggetto di valutazioni in parte diverse rispetto a quelle che si sarebbero fatte all'inizio, fatte salve le considerazioni più strettamente musicali. Perciò alcune delle cose che si potrebbero dire degli Arcadia oggi non sarebbero diverse da quelle dette due o quattro anni fa, ma il tempo costringe a fare alcune altre considerazioni che sarebbero state fuori luogo in quel periodo.
Cosa succede se una delle realtà più consistenti nate dalla scena italiana fine anni '90 trova un accordo con una buona etichetta disposta a lavorare con impegno su un progetto? probabilmente succede di ascoltare il "disco della maturità" della band in oggetto; se la premessa è vera, è il disco della maturità degli Arcadia quello che ci troviamo a recensire: Cold Cold Bodies si presenta proprio in questo modo. Basta ascoltare qualche minuto e metterlo a confronto col lavoro precedente per notare quanto evidentemente siano cambiate le cose per la band nel giro di qualche anno.
All'"inizio" del secolo gli Arcadia rappresentavano una band decisamente "sopra le righe": formati come una sorta di super-band con "convocazioni" arrivate in diverse parti dello "stivale". Scorrazzavano in lungo e in largo e si permettevano di andare in America a suonare crossover in faccia agli inventori del genere, senza nessun rischio di sfigurare, anzi. Gli elementi, presi uno per uno, erano il non-plus-ultra italiano di un certo tipo di musicista, sia dal punto di vista tecnico che come approccio e modo di presentarsi dal vivo. E infatti non mancavano di stupire chi non li avesse mai visti, dando l'impressione di trovarsi ad un livello complessivamente sconosciuto alla media del metal emergente nazionale. E' in questo periodo che la band ha costruito il suo linguaggio. Uno stile che oggi è tutto ciò che Cold Cold Bodies intenda offrire. Un distillato, una "summa", di quello che, musicalmente, gli Arcadia sanno di sè stessi. Ogni dettaglio di produzione, ogni secondo di disco è "Arcadia". Un'evoluzione coerente ed estrema del post-metal americano che fu il punto di partenza di questo progetto. Si ascolta una produzione ruvida, ma cristallina, in cui si percepisce sempre perfettamente quello che fa ognuno dei musicisti, in particolare il campionamento della batteria e la realizzazione tecnica della voce hanno un'impostazione iper-professionale, che mantiene una certa freddezza e "distacco" sonoro anche nelle escalation di violenza più veementi disseminate tra i brani. In questo senso l'undicesima traccia Burn The Witches è da manuale: tra le urla lancinanti di Michele e le "valanghe di batteria" si ha modo di apprezzare ogni singola nota dell'assolo nel bridge di Dimitry e di valutare la solida completezza di un chitarrista che già agli esordi sorprendeva per maturità tecnica e sicurezza. Dei brani si potrà dire tutto ed il contrario di tutto. A nostro modestissimo avviso (se si esclude l'opener She Got A Knife), Cold Cold Bodies raggiunge la completa carburazione con la sesta traccia Oxygen And A Very Good Pill e continua a crescere pressochè ininterrottamente fino alla conclusiva Of Rust, Needles And A Taste Of Blood. Nel percorso indicato hanno modo di disntiguersi per completezza, ma soprattutto per la confidenza con cui vengono proposte: Cadavers Under Formaline, Burn The Witches (vedi sopra) ed, appunto, Of Rust, Needles And A Taste Of Blood, in cui la band snocciola il suo "rosario" di soluzioni compositive e di arrangiamento in modo convincente e tecnicamente ineccepibile. Ritornando alla premessa iniziale, rimarrebbe forse da fare una qualche riflessione sul significato assunto dal disco se ci si sforzasse di inserirlo in un quadro più ampio, questo proprio perchè (nonostante non abbia molto senso giudicare un lavoro solamente in base alle tendenze dominanti di un'epoca o di un'altra) ci risulta difficile non valutare un lavoro degli Arcadia alla luce della scena e della musica di riferimento, o in generale all'ambiente musicale che generò le sonorità californiane di fine anni '90. Credo che pochi obietterebbero se si dicesse che gli Arcadia rappresentano oggi la più matura espressione italiana di un certo tipo di approccio, e anche se si può convenire facilmente con parte della critica sul fatto che la tendenza stia velocemente perdendo vitalità e stia subendo la valanga di metal-core imperante ovunque, rimane la sensazione che si rischi di sorvolare, senza sapere precisamente cosa un certo tipo di musica abbia dato alla nostra scena, e cosa avrebbe ancora dato se, oltre ad un consenso stereotipato su sonorità qualche anno fa assolutamente dominanti, ci si fosse fermati un minimo a riflettere sui significati che stavano dietro ad un certo linguaggio. Certamente gli Arcadia questo linguaggio lo conoscono parecchio bene e Cold Cold Bodies può senz'altro rappresentare un preziosa occasione di rifletterci su prima che qualcun altro arrivi e, per eliminare ogni dubbio, volti del tutto la pagina, proponendoci qualcos'altro molto alla moda.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
39.74 su 27 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2008
Valery Records
Crossover
Tracklist
1. 0.066
2. SHE'S GOT A KNIFE
3. KISSING CYNAIDE
4. COAGULATED AND ALMOST FORGOTTEN
5. RAVENS AND DOVES
6. OXYGEN AND A VERY GOOD PILL
7. IT CORRODES THE STARS
8. CADAVERS UNDER FORMALIN
9. LOVE IS DEAD
10. EPHE_DREAM
11. BURN THE WITCHES
12. WHERE SOMEHOW IT'S ALWAYS DECEMBER
13. OF RUST, NEEDLES AND A TASTE OF BLOOD
Line Up
Michele Nocentini: vocals
Demetrio Scopelliti: guitars
Amedeo Lippolis: bass
Edoardo Nicodemo: drums
 
RECENSIONI
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