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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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Warrel Dane - Praises To The War Machine
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( 8390 letture )
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Questo esordio solista di Warrel Dane lo aspettavo con non poca impazienza, e come me penso anche molti altri, affascinati dalla sua voce che non ho mai fatto mistero di considerare una delle più belle e suggestive nel panorama metal.
Il cantante dei Nevermore possiede infatti un talento naturale, già ampiamente messo in luce nei lavori con la suddetta band e che in questo disco gode di una maggiore autonomia anche se, come avremo modo di vedere, Dane non riesce (o non vuole?) a liberarsi completamente dal sound della sua band d'origine.
Il disco consta di 12 tracce che, seppur legate da un sound basato su alcuni elementi in comune, risultano sufficientemente varie e interessanti. La partenza, a dire il vero, non è esaltante: When We Pray e Messenger pagano una certa tendenza ad uniformarsi al suono della band da cui Dane proviene (più precisamente mi ricorda in alcuni momenti lo stile di Dreaming Neon Black), ma senza quelle costruzioni articolate e multiformi che costituivano un valore aggiunto. Ma da Obey ad August è un poker di ottimi pezzi infilati in sequenza: Warrel tira fuori le sue migliori doti canore, messe in risalto da atmosfere più cupe e introverse, riflessive; il risultato è una serie di canzoni suggestive: dalla più inquietante e cattiva Lucretia My Reflection, passando per la delicata Let You Down e arrivando ad August, il pezzo migliore del platter, in cui un magistrale lavoro di songwriting fonde sezioni aggressive, stacchi melodici, accelerazioni e frenate improvvise, il tutto dominato, ancora una volta, da una linea vocale eccezionale, che rapisce, emoziona, trascina con cattiveria e poi rilassa l'ascoltatore abbandonandosi a toni più dolci e rassicuranti.
Your Chosen Misery, ballad mediocre che si salva in un finale più aggressivo, e The Day The Rats Went To War, pezzo abbastanza godibile ma di nuovo troppo simile allo stile Nevermore, fanno da pausa prima del quartetto finale, del quale almeno i tre quarti rappresentano di nuovo buone canzoni.
Brother è forse il pezzo più toccante dal punto di vista emotivo, in cui le armoniose e delicate melodie tracciate dalla linea vocale si fondono con imponenti inserimenti degli strumenti secondo una schema non originale ma realizzato in maniera fantastica; la seconda cover del disco, Patterns, è di nuovo più potente e aggressiva, ma non spicca particolarmente rispetto alle altre, mentre This Old Man si segnala per un ottimo lavoro delle chitarre, impegnate in accattivanti riff che inframezzano sezioni in cui invece domina una linea vocale un po' anonima. A concludere l'album è Equilibrium, altro pezzo di ottima fattura, in cui si distingue una sezione ritmica potente e incalzante, che concede a Warrel Dane la possibilità di un cantato più cattivo, sebbene sempre pulito.
Questo album dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, le incredibili doti canore del singer dei Nevermore, capace di emozionare inquietando, commuovendo, attaccando l'ascoltatore. É pur vero che ci si può chiedere se questo disco fosse necessario, non distaccandosi in maniera rivoluzionaria dal sound della sua band di origine, con la quale tutto questo ha già avuto modo di dimostrarlo ampiamente. Comunque, Praises To The War Machine è un album di alta qualità, piacevole, coinvolgente, ben studiato, suonato, prodotto. Acquisto consigliato a tutti.
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19
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Adoro i Nevermore, adoro Warrel Dane, adoro questo maledetto album. Grande prova (anche se gli album dei Nevermore si attestano su livelli assolutamente più elevati). |
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18
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l'ho rimesso nello stereo dopo un po' che non lo ascoltavo più.. aaa.. che album.. minchia! |
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17
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non si può dire che sia fantastico...ma l' intimità e la ricerca di linee vocali sempre particolari rende il lavoro mai banale e certifica una delle più belle voci sul panorama metal. |
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16
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bel disco mi piace molto.... mi sono avvicinato all'ascolto con parecchi pregiudizi siccome adoro i nevermore soprattutto This godless...e Dead Heart....che considero capolavori....questo lavoro non è ai livelli dei nevermore sopra citati ma è molto ascoltabile e bel congegnato.... |
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15
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Capolavoro! Si si più lo ascolto e più mi rendo conto che è un capolavoro... When We Pray, Your Chosen Misery, Brother (per me la migliore), The Day The Rats Went To War, Lucretia My Reflection...(l'unica che non mi convince è Obey) e via così, un capolavoro dietro l'altro...pure la bonustrack dell'edizione limitata è stupenda! Grande Warrel, grandi Nevermore... |
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14
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per ritrovare Warrel, riascolterò i Sanctuary. Disco discreto e niente più.Voto 70. |
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13
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Devo dire ... i Nevermore non li ho mai adorati.. c'era giusto qualche canzone qui e là che mi piaceva.. e quando mi sn prestato ad ascoltare per la prima volta quest'album nn mi aspettavo niente che attirasse la mia attenzione... ed invece sono rimasto felicemente colpito... dal lato emotivo di sicuro è uno dei migliori album usciti in questi ultimi anni |
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12
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Ho ascoltato questo cd quando era uscito, quello che mi era saltato alle orecchie era il difetto solito dei dischi solisti, si sente che sono fatti abbastanza in fretta, ne risentono gli arrangiamenti. All'epoca avevo skippato tutti i lenti, molti brani iniziavano con arpeggi, e ho ascoltato praticamente solo quelli più metal. Che secondo me sono quelli meno riusciti. Vedo questo album come un cd dove Dane racconta intimamente vicende varie che gli sono accadute nella vita, è come se fosse una sua biografia (leggete i testi), la punta è la sua interpretazione, che vedo vicina, quanto a profondità, non a melodie ecc, a quella di Dreaming Neon Black. Quando si sente coinvolto nell'intimo, sento che dà il meglio di sè. Mi è quindi ricapitato di ascoltarlo l'altro giorno, questa volta mi sono soffermato sui lenti, e a mio parere, My chosen Misery, è tra le punte del cd in questione; da 2:21 in poi è pathos che ti strappa via, non so di cosa parli (anche se una mezza idea ce l'ho) ma è qualcosa che se l'è sentita dentro. Prima il pezzo è abbastanza distante dagli schemi metal, quasi qualcosa richiama i Jefferson Airplane (qualcuno ricorda White Rabbit rifatta coi Sanctuary?). Old man è toccante, August è un grandissmo pezzo, quella tirata che preferisco è The Day The Rats Went To War, buone le cover Lucretia (ottimo arrangiamento delle strofe che continuano a salire in potenza, soprattutto la seconda) e Patterns. Sopra cmq a qualsiasi altra cosa la profondità emotiva espressa da Dane. Parla del padre, della madre, del fratello, di persone con cui ha avuto a che fare nella vita. Cosa che ha voluto tenersi per il suo disco solista (anche se in passato è già sceso nel suo). Forse da vedere più come storia e sua rappresentazione piuttosto che come disco, la musica accompagna le sue esperienze, l'attenzione a mio parere è da concentrare su ciò che racconta. E su come lo fa. |
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11
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Come per Renaz, questo disco mi ha colpito in maniera negativa. Sarò una delle poche voci fuori dal coro, ma mi aspettavo mooooolto di più da un artista di questo calibro. |
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10
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Grande album anche se non si discosta poi molto dalla band madre. Lavoro eccellente da parte dei musicisti e la sua voce è sempre splendida. Mi aspettavo un album più acustico. |
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9
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Io l'ho trovato sotto la media, da ogni punto di vista |
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8
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Non sono tanto d'accordo sull'analisi dei pezzi. Ma come fai a dire che la linea di This Old Man è anonima? La frase "and they buried him next to his bride" è da brividi, uno dei momenti più emozionanti del disco... Per il resto grandissimo cd. Produzione spaventosa, songwriting ispirato, ed un Dane in forma strepitosa - pochi tecnicismi vocali fini a sé stessi e tanta, tantissima "emozione", una voce calda, profonda e vibrante come non mai. |
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7
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ho semplicemente cercato di ascoltare l'abum con obbiettività senza lasciarmi prendere dal mio fanatismo nevermoraiano..e secondo me è un albume tecnicamente impeccabile ma non mi comuinica tantissimo sarà la produzione iper fredda...bo....poi per me tra dire capolavoro e bell'album ce n'è di differenza...un po' come è stato per l'ultimo dei Testament. NON voglio sminuire le capacità di Warrel Dane o dire che l'album sia brutto...ma che forse da queste persone mi aspetto qualcosa sempre sopra le righe...e non "solo" una buona cosa... |
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6
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E' eccezionale, un album ricco di patos di rabbia.. si è vero probabilmente i Nevermore hanno qualcosa in piu' rispetto ai componenti che accompagnano il grande Warrel (anche se non si parla di pischelli ma di musicisti più che rodati), ma Loomis comunque rimane a livello di tecnica e songwriting due gradini sopra quest'ultimi. Questo platter deve mostrare in pratica tutto la maestosità canora di mr. Dane; quindi se volete iperbolici assoli e tecnicismi fini a se stessi avete sbagliato disco. Se invece amate sua maesta' canora Dane, avete beccato la porta giusta( qui risulta in forma strepitosa bissando la precedente prova su disco de "this godless endeavor" targata Nevermore) |
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5
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Condivido abbastanza l'opinione di Yossarian, non riuscirei mai a dire "poco cuore" riguardo a Warrel, anche se in effetti capolavoro mi sembra un po' esagerato si tratta di un disco davvero ottimo. |
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4
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Rispetto la tua opinione, ma se c è una cosa che al mitico Warrel nn manca è il cuore, dai il disco è bellissimo, ascoltalo bene...capolavoro, esagero!!! |
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3
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TANTO MESTIERE MA POCO CUORE...... MA NON POTEVO CHIEDERE DE + |
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2
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Disco stupendo, che classe! |
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1
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Grande album!! Grande Warrel!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. When We Pray 2. Messenger (feat. Jeff Loomis) 3. Obey 4. Lucretia My Reflection 5. Let You Down 6. August 7. Your Chosen Misery 8. The Day The Rats Went To War (feat. James Murphy) 9. Brother 10. Patterns 11. This Old Man 12. Equilibrium
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Line Up
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Warrel Dane - Vocals Peter Wichers (ex-Soilwork) - Guitar Matt Wicklund (ex-Himsa) - Guitar Jim Sheppard - Bass Dirk Verbeuren (ex-Soilwork) - Drums
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