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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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No-Man - Schoolyard Ghosts
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( 4498 letture )
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Steven Wilson non ha certo bisogno di qualcuno che gli spieghi cosa significhino le parole eleganza e raffinatezza. Questo 2008 ci porta il ritorno sulla scena dei No-man, duo composto, come detto, da Steven Wilson (tutti gli strumenti) e Tim Bowness, che oltre ad essere il cantante, si è occupato della stesura dei testi di Schoolyard Ghosts. Una volta presentati a dovere i musicisti, devo avvertirvi che questo album col metal non c’entra nulla. Ora siete liberi di continuare a leggere o di passare a qualche altra recensione.
Un mellifluo pianoforte accompagna la calda voce di Bowness, in questo modo inizia l’album, con l’opener All Sweet Things. Una canzone leggera come una piuma e candida come la neve. Definirla onirica e sognante è quasi riduttivo. Una song acustica di rara bellezza. Inizia davvero bene il platter. Un giro di basso “molle” e “intimo” è l’inizio di Beautiful Songs You Should Know, altra canzone molto valida, faccio davvero fatica a ricordarmi pezzi acustici più belli di questi. A fare la parte dei protagonisti sono un malinconico violoncello, una chitarra acustica e delle percussioni. La voce di Bowness completa l’opera. Pigeon Drummer ci fa venire in mente i Porcupine Tree dell’ultimo Fear of a Blank Planet. Unica “scossa” in un album, che come vedremo, risulterà, per certi versi, soporifero. Un riff acidissimo e distorto fino al parossismo e la voce “effettatissima” di Bowness si alternano fino a metà pezzo, quando la cura per gli arrangiamenti viene fuori in maniera decisa.
In realtà Il meglio deve ancora arrivare, e Wilson ci accontenta subito con Truenorth, canzone lunga e articolata dove si passa dal pop di classe, all’elettronica. Il tutto viene magnificamente accompagnato dalla London Session Orchestra. Addirittura Wilson si cimenta con un flauto facendo registrare, col lento incedere degli archi, un frammento d’arte limpido e scintillante. Ed è ancora il flauto ad essere presente nella successiva Wherever There Is Light, che ci fa addormentare come un neonato sul morbido seno materno. Nuovamente superbo il lavoro degli archi. Ascoltando questo album ho avuto la sensazione di sognare ad occhi aperti. Sicuramente è un album che bisogna saper prendere, da ascoltare quando si è soli con i propri pensieri. Consiglio l’ascolto con le cuffie prima di addormentarsi. Schoolyard Ghosts, a mio avviso, ha già dato -a questo punto- il meglio. D’ora in avanti fa registrare un calo, nemmeno troppo leggero, a livello qualitativo. Con le ultime tre tracce, i due hanno probabilmente esagerato. È davvero difficile restare desti fino alla fine, e il desiderio di “stoppare” l’ascolto alla traccia sei è davvero forte.
Un album raffinato, che se preso bene, saprà cullarvi con la calma e l’eleganza che solo la musica di qualità possiede. Peccato per la parte finale, davvero un peccato.
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5
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Disco straordinario, forse leggermente manierato, ma di stoffa ultrafine. Ovvio che i fan sfegatati PT apprezzino poco |
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4
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E' straordinariamente bello, una grande melodia rilassante e stimolante. Concordo col recensore sul finale. |
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3
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L'album è splendido. Ovviamente bisogna essere un ascoltatore di musica a 360 gradi. Non è il loro miglior lavoro probabilmente, ma viene secondo solo a "Returning Jesus". Sono d'accordo nel sostenere che la prima parte è più varia e coinvolgente. I primi 5 brani sono uno meglio dell'altro, in particolare "All sweet things", "pigeon drummer" e "Truenorth". I brani più deboli e piuttosto anonimi sono invece "Song of the Surf" e "Streaming". Ma il disco ha un'impennata finale nella strepitosa "Mixtaped". Una traccia dal mood jazzy che è una perla di atmosfera. Se avete un impianto home theater, ascoltatevi la versione del disco in 5.1. Poi se siete stati tra i pochi fortunati ad avere il cd bonus omaggio, troverete tra le 6 bonus track una versione interessante di "pigeon beater". Voto 85 |
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2
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Certo, se una persona è abituata ad ascoltare solo metal, è comprensibile che quest'album sia noioso. Ma se uno ha un bagaglio musicale più ampio troverà quest'album straordinariamente coinvolgente, permeato da sfumature avvolgenti e toccanti. La voce di Bowness poi scivola come seta sulla pelle, pizziando le corde intime di ognuno di noi. Da ascoltare soli e in fase meditativa. |
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1
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l'ho trovato molto noioso |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. All Sweet Things 02. Beautiful Songs You Should Know 03. Pigeon Drummer 04. Truenorth 05. Wherever There Is Light 06. Song of the Surf 07. Streaming 08. Mixtaped
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RECENSIONI |
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