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Klimt 1918 - Just In Case We'll Never Meet Again
( 4169 letture )
Con Just In Case We’ll Never Meet Again la band capitolina Klimt 1918 arriva al fatidico esame del terzo disco, quello chiamato a comprovare l'effettiva consistenza artistica nella carriera di un gruppo. L'esame, diciamolo subito, è ampiamente superato: dopo la defezione del chitarrista Alessandro Pace e la successiva introduzione di Francesco Conte, il gruppo capitanato dai fratelli Soellner dà seguito a Dopoguerra con un lavoro in cui la vena metal viene leggermente stemperata in favore di sonorità maggiormente improntate all'indie rock ed allo shoegaze.

Laddove il già magnifico Dopoguerra si presentava come un album stilisticamente piuttosto disomogeneo (con riferimenti a U2, Katatonia e Interpol, giusto per citare i più evidenti), Just In Case We’ll Never Meet Again segna il ritrovamento di un'identità musicale ben definita ed originale, in cui i Klimt 1918 sembrano aver trovato la quadratura del cerchio, il perfetto punto d'incontro tra le sonorità da loro più amate. Il marchio di fabbrica resta però sempre lo stesso: un rock sognante ed etereo, avvolto da una struggente malinconia, che canta la nostalgia, i ricordi, la lontananza, istantanee di volti e luoghi persi in un tempo che ormai non c'è più. La musica, di conseguenza, è un fiume in piena che travolge l'ascoltatore in un susseguirsi di brani dall'alto tasso emozionale, a partire dall'opener The Breathtaking Days, passando per veri e propri gioielli quali Ghost Of A Tape Listener, The Graduate e Skygazer. Non mancano ad onor del vero episodi meno riusciti (nella seconda metà del disco si nota un certo calo nel songwriting ed in certi frangenti la “maniera” fa spesso capolino), ma in generale tutto l'album brilla di luce propria: il classico caso in cui il risultato finale è maggiore della semplice somma delle parti.

Se devo muovere una critica mi sento di farla alla produzione: seppur effettuata da due veterani quali Castillo (mixaggio) e Bogren (mastering) ed in linea con le più blasonate produzioni internazionali, in certi frangenti mi è sembrata fin troppo artefatta e stucchevole; avrei preferito qualcosa di più genuino e di meno “sofisticato”, ma sarebbe come cercare il pelo nell'uovo.
Con questo lavoro i Klimt 1918 sanciscono una volta ancora la loro superiorità tra i colleghi della scena italiana e non; una magnifica realtà che aspetta solo la giusta consacrazione. Perciò se anche voi amate “quel sentimento nostalgico e malinconico che con dolcezza aiuta ad affrontare i problemi della vita” fatelo vostro senza neanche pensarci. Per tutti gli altri dategli una chance, nel caso non doveste incontrarli mai più.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
73.22 su 53 voti [ VOTA]
UpLoad
Mercoledì 13 Agosto 2014, 19.58.54
8
Bellissimo, ma dopoguerra è superiore.
Raven
Martedì 18 Novembre 2008, 9.59.09
7
Benvenuto
Thomas
Domenica 16 Novembre 2008, 15.48.24
6
Benvenuto tra noi Stefano !. I Klimt sono un grande gruppo
Sanvean
Domenica 16 Novembre 2008, 15.08.39
5
I primi lavori erano capolavori! Questo è solo stupendo!
Il Mentalista
Domenica 16 Novembre 2008, 11.53.53
4
Anch'io penso che questo sia il disco meno ispirato della loro carriera, ma nonostante tutto i Klimt non perdono neanche un briciolo della loro forza comunicativa e della loro carica emozionale, quindi voto alto anche per me e benvenuto stefano!
Arakness
Sabato 15 Novembre 2008, 19.03.55
3
...più che stemperata direi abbattuta. I connotati metal si sono dileguati a favore di una verve shoegaze e dark wave sempre più dominante. Oramai il paragone con i My Bloody Valentine mi viene facile (senza dimenticare i maestri Cure e Dredge). SIcuramente un buon episodio, significativo, ma nel complesso il meno ispirato della loro straordinaria carriera.
Khaine
Sabato 15 Novembre 2008, 18.14.21
2
Ciao Stefano, benvenuto tra di noi e complimenti per la bella recensione e per la cultura che dimostri
Nikolas
Sabato 15 Novembre 2008, 18.04.47
1
Purtroppo non ho potuto vederli quando hanno suonato qua vicino, avrei davvero voluto sentirli perchè sono un gruppo validissimo! P.S. Benvenuto Stefano!
INFORMAZIONI
2008
Prophecy Productions
Gothic
Tracklist
1. The Breathtaking Days (via lactea)
2. Skygazer
3. Ghost of a Tape Listener
4. The Graduate
5. Just an Interlude in Your Life
6. Just in Case We'll Never Meet Again
7. Suspense Music
8. Disco Awayness
9. Atget
10. All Summer Long
11. True Love is the Oldest Fear
Line Up
Marco Soellner: voce, chitarra
Francesco Conte: chitarra
Davide Pesola: basso
Paolo Soellner: batteria
 
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