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Architects - Hollow Crown
( 9867 letture )

Gli Architects, dai natali inglesi, sono il fulgido esempio di giovanissima band destinata a sorprendere; formatasi nel 2004, oggi raggiunge il traguardo del terzo full-lenght in studio, il primo sotto l’egida della Century Media. Difatti sin dal loro debutto, avvenuto nel 2006 con l’album “Nightmares”, il quintetto pur esibendo un età media di circa diciassette anni, ha ricevuto progressivi apprezzamenti tanto dalla critica quanto dal pubblico di proseliti; stima che si è irrobustita incredibilmente nell’ultimo periodo, grazie soprattutto ad infuocati live come spalla di formazioni accreditate come “As I Lay Dying” e “Bring Me The Horizon”, tanto da arrivare ad essere considerati una delle migliori band metal/hardcore emergenti.

“Hollow Crown” consolida e migliora il sound del gruppo senza però stravolgere la formula o discostarsi troppo dai cliché del genere. Piuttosto i nostri preferiscono arricchire la proposta con alcuni nuovi elementi: in particolare questa volta sembrano aver appreso la lezione di Kidman e compagni, disegnando dialoghi tra basso e chitarra che in un certo qual modo rimandano ai Meshuggah.

L’album si apre con “Early Grave”, scelta anche come primo singolo e video promozionale, nella quale gli Architects scaricano addosso al malcapitato di turno tutta la loro violenza, fatta da un muro sonoro concepito dall’ottima sezione ritmica e da un guitar work intricato e ben congeniato; in grande spolvero Sam Carter, forte di linee vocali potenti e versatili, sempre al limite salvo nel finale dove concede un breve stacco di clean vocal. Degna di menzione perché sopra le righe anche “Follow The Water”, caratterizzata da incredibili e coinvolgenti sequenze di chitarra, continui cambi di tempo e da un urlo disperato che accompagna la traccia fino all’epilogo.

Ma i sopracitati non sono gli unici passaggi valevoli; a riprova di ciò, il platter non è costituito di solo due o tre singoli ad uso e consumo di pubblico o radio, semmai mantiene una qualità costante, dove cori o coretti - ove raramente presenti - sono una esigenza naturale e mai meramente commerciale.

La chiusura è affidata al brano che dà il titolo all’album, un crescendo melodico accattivante, nettamente differente e sensibilmente più rilassante rispetto ai brani precedenti, ma in un certo qual modo quasi necessario dopo tanta veemenza.

In conclusione, di certo non si grida al miracolo né tantomeno al capolavoro, ma “Hollow Crow” è un lavoro che si eleva dalla media del genere ed è senz’altro un piacevole inizio per questo neo entrato 2009.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
57.64 su 50 voti [ VOTA]
LUCIO 77
Domenica 4 Aprile 2021, 11.17.05
6
Primo loro Album, ascoltato oggi.. E' scorso via piacevolmente quindi Pulgar arriba! Volevo chiedere ai Conoscitori di questo Gruppo: Visto che preferisco i Suoni pesanti e non l'Ammorbidimento, mi confermate che è meglio andare a ritroso se si vuole ascoltare altro della loro Discografia? Grazie...
Sentenza
Sabato 3 Aprile 2021, 12.56.49
5
Rispetto a Ruin sembrano un altro gruppo. Hanno voluto cambiare le carte in tavola iniziando da qui quel percorso che li porterà a comporre successivi album di caratura più famosi. Dato che tra questo e i successivi la spaccatura a livello musicale è netta, c'è chi ha amato questo e detesta i successivi e chi viceversa. Ed è un vero peccato. È chiaro che un album come questo poteva essere solo un unicum della discografia, per non cadare in una ripetitività deleteria. In una parola è un album compatto, forse troppo, ma davvero sbalorditivo nell'aggressività e nella potenza. Meriterebbe di essere riscoperto nuovamente dalla scena per riproporne il concept.
ErnieBowl
Mercoledì 3 Luglio 2013, 18.18.40
4
Dal primo ascolto mi sembra un buon disco ma non mi vanno giù le clean vocals, in "In Elegance" hanno esagerato un po'. Un'altra cosa che non mi piace, nonostante sia un piccolo dettaglio, è la dissonanza (come all'inizio di "We're all alone") che usano nei riff, dopo un po' diventa ripetitiva e noiosa ed è presente in molte canzoni.
Michele
Venerdì 25 Febbraio 2011, 23.20.32
3
Un disco ben suonato e ben prodotto,da parte di una band giovanissima,poi...hanno la loro ragione di esistere =)
HSB
Mercoledì 15 Dicembre 2010, 0.15.16
2
discone, se siete amanti del genere screamo - metal core , fate vostro questo disco.... meritevole.. voto 90
Enrico
Mercoledì 14 Gennaio 2009, 4.28.17
1
In effetti, non mancano i clichè del genere ma, a mio parere, il lavoro non scade mai nel banale. Suona potente e definito e scorre senza stancare dalla prima all'ultima traccia. Gli incastri melodici delle chitarre ricordano vagamente quelli dei Misery Signals, ma altrettanto originali e degni di nota!! L'inclinazione della voce a volte invece tende a quella di Spencer Chamberlain - vocalist Underoath. Personalmente lo ritengo un album più "maturo" rispetto ai precedenti. Da ricordare anche i brani "Every Last Breath" e "One Of These Days".
INFORMAZIONI
2009
Century Media
Metal Core
Tracklist

1) Early Grave
2) Dethroned
3) Numbers Count For Nothing
4) Follow The Water
5) In Elegance
6) We’re All Alone
7) Borrowed Time
8) Every Last Breath
9) One Of These Days
10) Left With A Last Minute
11) Hollow Crown
Line Up
Sam Carter – Vocals
Tom Searle – Guitars
Dan Searle – Drums
Tim HB – Guitars
Alex Dean – Bass

www.myspace.com/architectsuk
 
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