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Moonsorrow - Kivenkantaja
( 10120 letture )
Fondati nel 1995 a Helsinki dai cugini Sorvali, dopo una serie di quattro demo e la pubblicazioni di due ottimi full-lenght, i Moonsorrow si impongono sulla scena con lo struggente Kivenkantaja.
Un album che taglia in parte col passato della band perché mostra un sound più maturo e ricercato, con l’abbandono delle sonorità più dirette e una ricerca sempre più incessante di qualcosa di complesso e pomposo. Anche in questo caso il legame con il folclore della propria terra d’origine è forte e le tematiche trattate ricadono sempre sul paganesimo o leggende finlandesi.
Mai come in questi casi è difficile inquadrare un album in un determinato filone. Anche se esso è riconducibile a quel genere sempre meno di nicchia del viking/folk non vi appartiene totalmente perché le composizioni di questo geniale gruppo sono contaminate da diverse elucubrazioni musicali.

Questo terzo lavoro della band finnica si presenta ostico e difficile da metabolizzare. Le canzoni sono articolate e la loro disarmante lunghezza (spesso sfiorando il quarto d’ora) non facilitano l’ascolto che deve essere attento e concentrato per poter garantire il completo apprezzamento di quel che è un capolavoro indiscusso.

Passando ad esaminare la consistenza intrinseca dei brani rimaniamo esterrefatti dall’imponente epicità che traspare da ogni singolo arpeggio, riff o linea vocale. Un concentrato di stili che affonda le proprie radici nel black e nel folk scandinavo, tra sfuriate crude e passaggi calmi e raffinati.
Prettamente lo stile è quello che di consuetudine viene definito Viking anche se contaminato. L’impatto sonoro è degno dei grandi nomi del genere a partire dal pioniere Quorthon con i suoi Bathory o il creativo Vratyas Vakyas dei Falkenbach.
La funambolica opener Rauniolla è una composizione eccellente dai ritmi cadenzati: le chitarre con i riff ripetuti e suadenti indirizzano la voce rigorosamente in finlandese, che alterna il cantato pulito per i passaggi più arpeggiati, al growl più crudo per i momenti tirati o topici. Un lungo viaggio di tredici minuti tra boschi, rovine e battaglie al passo di emozioni vibranti. L’uso sapiente delle tastiere affonda come una lama nell'atmosfera solenne e crea uno squarcio nel brano esaltandone la portata epica. Riff serrati e rintocchi di campane aprono Unohduksen Lapsi frangente diretto e pomposo dalla carica espressiva fuori dal comune. Una forte vena di epicità pervade l'intero brano che mostra il lato più solenne nel chorus ricco di cori impetuosi. Con Jumalten Kaupunki si mantiene altissimo il livello indiscusso dell’album. Una melodia suadente ed elaborata apre il brano accompagnato dal perenne tappeto di tastiere stregate. I giri di chitarra si intersecano alle tastiere aprendo la strada al chorus con i soliti e granitci cori che rubano la scena al resto degli strumenti. Una sinfonia emozionante e sincera che regala momenti indimenticabili.
La title-track è introdotta da una leggera chitarra acustica che ci prepara a un viaggio musicale più rude e minaccioso. Le chitarre austere spiccano rispetto al resto degli strumenti che si mettono a disposizione del growl inquieto e affliggente che svela la sofferenza dell’animo umano.
Il pathos intrinseco del brano viene di colpo vanificato dalla successiva Tuulen Tytar / Soturin Tie:
il suo ritmo brioso e colmo di strumenti tradizionali ci permette di dimenticare l’angoscia di Kivenkantaja catapultandoci in un mondo festeggiante e dinamico. La seconda parte del brano invece si incupisce e riaffiorano i riff taglienti che si protraggono fino al lento scemare del brano.
A chiudere il platter sopraggiunge Matkan Lopussa accompagnata da cori maschili e femminili che ricreano un’atmosfera calma e sognante fino a che l’ultimo flebile sussurro muore alla fine del viaggio.

Un capolavoro senza tempo che per la proposta varata e per coraggio potrebbe avvicinarsi ad album del calibro di Blood, Fire, Death o Hammerhearth dei Bathory.
Pietra Miliare.



VOTO RECENSORE
95
VOTO LETTORI
80.14 su 82 voti [ VOTA]
Spirit Of The Forest
Sabato 20 Gennaio 2024, 23.38.20
35
Niente da dire sulle abilità nel songwriting e nelle capacità tecniche,ma si può sprigionare epicità e furore senza sovraccaricare il sound di tastiere a profusione e maree di contenuti sonori. Troppo pomposi e synth oriented,ci vuole più sintesi e crudezza barbarica. Li trovo davvero eccessivi, e a tratti nauseabondi. 65
Gim
Domenica 13 Agosto 2023, 21.47.07
34
79 il voto dei lettori ahahahahahahahah, andate ad ascoltare metalcore per carità del signore. Questo è un 100 a mano basse
LUCIO 77
Giovedì 24 Giugno 2021, 21.32.23
33
Mi è arrivato giorni fa insieme al Successore che ascolterò il prima possibile.. Veramente intenso e coinvolgente.. Melodie a tratti struggenti...
M0RPHE01978
Martedì 17 Settembre 2019, 12.32.01
32
Capolavoro totale!
Luky
Venerdì 7 Luglio 2017, 12.20.34
31
Il primo album che ho ascoltato dei Moonsorrow, 3/4 anni fa. Vario e complesso, con un mix di chitarre taglienti e tastiere folk, unite ad un cantato epico ottimo nel growl, con infine una sognante e leggiadra voce femminile che ci accomoagna alla fine del nostro viaggio: non é di facile assimilazione, ma dopo tanti ascolti posso dire la mia. È un buonissimo album, che ti rapisce e trasporta tra i piú selvaggi ghiacci finlandesi e non te ne fa andare fino a quando non hai concluso l'ascolto. Voto 90
MorphineChild
Venerdì 7 Luglio 2017, 11.07.54
30
io faccio parte della schiera degli entusiasti. il disco forse più bathoriano dei Moonsorrow, con i tipici frangenti cadenzati ad intrecciarsi al lavoro incessante di tastiere e chitarre e tre pezzi come Rauniolla, Jumalten Kaupunki e la title track da tramandare direttamente ai posteri. c'è ancora spazio per l'allegria folk nei suoni delle tastiere, ma il dramma oscuro che abbraccerà i dischi successivi già si percepisce, nel growl greve di Kivenkantaja come nella dignitosa tristezza di Matkan Lopussa. a mio parere, un autentico capolavoro
entropy
Mercoledì 20 Aprile 2016, 11.35.02
29
Anche io ho provato ad avvicinarmi al gruppo con quest'album spinto dai pareri entusiastici che vedo in giro per questa band. Ma evidentemente il viking (che mi sembra un black metal meno caotico) non fa per me. Speravo di trovarmi davanti alla magia che ho scoperto con i primordial, ed invece in effetti siamo più vicini ai bathory (che neppure mi piacciono). Peccato!
tino ebe
Martedì 16 Febbraio 2016, 17.12.55
28
Dopo tanti rinvii mi sono avvicinato a questa band tramite quello che è definito il loro capolavoro e l’ho ascoltato parecchie volte Evidentemente non sono più quello che vent’anni fa si emozionava con le atmosfere vichinghe e nordiche, ma fatto sta che nonostante l’indubbia capacità tecnico compositiva, trovo la proposta poco personale con continui rimandi a grandi lavori del passato, tipo heart of the ages degli in the woods, qualcosa di falkenbach e soprattutto the crystal palace dei forlorn. Detto questo, ascolto piacevole, ma classica band che se ascolto sto bene se non ascolto sto bene uguale. Voto 70
Macca
Giovedì 17 Dicembre 2015, 10.40.13
27
Bellissimo, intenso, melodico ed epico al contempo. Grande album, il genere è chiamato "viking" per dovere di catalogazione ma il termine è molto riduttivo secondo me, qui dentro c'è quasi tutto. Voto 90
dime_diamond
Martedì 10 Novembre 2015, 0.14.42
26
Ma che album è?? quante sonorità tutte diverse tra loro! Un capolavoro come pochi! 95 ma anche di più! Support music, not rumors! cit.
Northern Brewer
Giovedì 26 Febbraio 2015, 18.58.37
25
Il migliore dei Moonsorrow: epico, longevo, maturo e solenne. Capolavoro dall' inizio alla fine. 100.
Baltar71
Giovedì 28 Agosto 2014, 22.27.15
24
Lo sto ascoltando adesso, mi sta commuovendo per la sua bellezza.
VikingFolkMetal
Giovedì 27 Febbraio 2014, 18.14.32
23
Bellissimo... Gemma perfetta del panorama Viking-Folk... Quest'album regala sensazioni ed emozioni indescrivibili, un misto tra sentire una battaglia sanguinosa infuriare e sentire la bellissima quiete degli ombrosi e verdeggianti boschi finnici. Solo pochi album ( Bathory del periodo Viking, Falkenbach, ed Ensiferum a mio parere ) riescono ad esprimere una tale epicità, si perchè questo non è un semplice album è un ALBUM STUPENDO ED EMOZIONANTE. Questo è L'ALBUM perfetto Viking! Voto 100/100
ensiferum2000
Venerdì 6 Dicembre 2013, 17.35.17
22
bellissimo....
viking
Sabato 15 Giugno 2013, 16.03.54
21
grande disco!! per me è 100!
organium
Giovedì 14 Febbraio 2013, 15.35.42
20
quoto Theo...100 ma solo perchè di più non si può dare!
Theo
Martedì 25 Settembre 2012, 21.29.26
19
Cambiato idea... 100/100
Sorath
Mercoledì 19 Settembre 2012, 16.25.20
18
Dopo l'ascolto di questo lavoro hp quasi le lacrime agli ochhi per la sua maestosa bellezza. L'epicità e tutti gli altri elementi fanno di questo Kivenkantaja un lavoro imprescindibile per tutti coloro i quali amano il folk metal e specialmente la musica suonata con passione e che sa trasmettere sensazioni uniche. Path leads to a valley, waters running downwards. To eternity our time shall lead us, to the golden house of the gods.
Matildaviking
Martedì 10 Luglio 2012, 16.41.22
17
I Moonsorrow non ne sbagliano uno! Sono fenomenali! Un nome una garanzia.
Theo
Lunedì 9 Luglio 2012, 21.01.13
16
capolavoro e basta, per me 99
valerio6666
Lunedì 9 Luglio 2012, 20.29.20
15
album scoperto da poco. cazzo che disco!!!! 95 ci sta tutto
Flag Of Hate
Domenica 8 Aprile 2012, 20.37.27
14
Che gruppo meraviglioso, i Moonsorrow: metto su una loro canzone, e vengo rapito e trascinato di peso.... questo è il loro disco migliore, secondo me. 92/100 come mi-ni-mo!
Enrideath
Martedì 7 Febbraio 2012, 20.27.05
13
Sublime, da antologia del metal, non stanca mai
Finntrollfan
Venerdì 2 Dicembre 2011, 17.05.28
12
Raunioilla = Passione Musicale = 13 minuti di puro genio musicale, un tuffo al cuore per chi come me ama i Bathory! La titletrack e Jumalten Kaupunki mi fanno raggiungere vette emozionali che raramente riesco a ottenere con altri gruppi! Inferiore a Verisakeet ma di poco, un 93 lo merita pienamente!
NonemonehPnaitsirhcitnA
Martedì 22 Novembre 2011, 18.41.42
11
@il vichingo: O anche 99 in ogni caso concordo appieno con quanto dici a proposito di For Whom The Bell Tolls, capita anche a me di sentire tante cover prive di senso che si limitano ad imitare il pezzo originale...mi chiedo a cosa serva suonare cover in questo modo. I Moonsorrow invece hanno adattato il pezzo al loro stile, cosa che poi sarebbe un po' il senso di fare delle cover, no?
NonemonehPnaitsirhcitnA
Martedì 22 Novembre 2011, 18.38.32
10
@Moonchild: Già, in Havitetty come anche nell'ottimo Verisakeet, anche se in quest'ultimo non compaiono le spettacolari linee melodiche del secondo in ogni caso secondo me da Verisakeet a Varjoina, Tulymyrski compreso, i Moonsorrow hanno prodotto dei dischi impeccabili. Spero che continuino in questo modo, lasciando nel dimenticatoio quelle orripilanti tastiere un po' troppo amene
il vichingo
Lunedì 21 Novembre 2011, 17.05.25
9
Ho da poco ascoltato la cover cha hanno fatto di For Whom te bell tolls, contenuta nell'EP Tulimyrsky. Che dire... quando una cover ha un senso, una logica, una reinterpretazione e una personalità che la distingue dall'originale! Davvero fantastica! in ogni caso se si da 95 a Kivenkantaja bisogna dare come minimo 98 a Havitetty, non c'è storia!
Moonchild
Martedì 8 Novembre 2011, 16.28.25
8
@ NonemonehPnaitsirhcitnA: Scusami ho interpretato male il tuo commento. Ebbene sì, adesso che ho capito dove volevi arrivare ti do parzialmente ragione! Premetto che i miei album preferiti dei Moonsorrow sono Havitetty e Voimasta Ja Kunniasta. Il primo per le melodie tetre e le emozioni suscitate, il secondo per lo stile arioso delle canzoni e lo spirito vichingo che trasuda dalle canzoni, spirito che poi hanno perso col tempo (se ascolti l'ultimo Varjoina di viking c'è poco niente ). Comunque ti do ragione perchè il songwriting (basta leggere il testo della titletrack) è estremamente tragico e malinconico ma l'atmosfera viene rovinata dai sintetizzatori che sono un po' troppo "allegri", come dici tu. Per fortuna con Havitetty hanno corretto questa pecca.
NonemonehPnaitsirhcitnA
Domenica 6 Novembre 2011, 10.06.38
7
@Moonchild Capisco cosa vuoi dire, ma il punto è che sono io a non voler dire che sia prodotto male anzi, come qualità della produzione il disco è ottimo. Quello che critico io è precisamente la scelta di utilizzare un determinato sound. E a mio avviso non è questione di corposo o non corposo...è proprio questione che quel tipo di tastiere hanno un che di circense, allegre e spensierate, quasi scherzose (tra parentesi, questo problema in forma minore è presente anche nel tanto osannato Voimasta...). E questa scelta ha l'aggravante di rovinare un disco con un songwriting eccellente, che se fosse stato realizzato con sonorità più taglienti, aggressive e drammatiche come Verisakeet sarebbe stato un capolavoro da 10 e lode, a mio avviso
Moonchild
Mercoledì 2 Novembre 2011, 17.14.55
6
@ NonemonehPnaitsirhcitnA: Ah, ok, ora ho capito dove sta il tuo problema ... sinceramente penso che il suono non sia prodotto male (basta ascoltare il riverbero della campana nell'intro di Rauniolla per capire cosa intendo dire). Se proprio si deve fare una critica sono disposto ad ammettere che il suono delle tastiere è un po' troppo corposo, ma alla fine la qualità audio è più che buona! Che poi Havitetty sia una spanna sopra a Kivenkantaja eh, questa è un'altra storia, si chiama evoluzione!
NonemonehPnaitsirhcitnA
Giovedì 20 Ottobre 2011, 13.40.20
5
@Moonchild: no no, dico sul serio, le sonorità delle tastiere mi fanno ridere. Ripeto: secondo me i Moonsorrow i capolavori li han realizzati da Verisakeet compreso in poi, primo tra tutti Havitetty. Per quanto mi riguarda Kivenkantaja è un album con un gran potenziale, ma prodotto malino. Avesse avuto un sound più cupo ed epico, e meno ilare, forse sarebbe stato davvero un capolavoro.
TROLLHAMMAREN!
Giovedì 8 Settembre 2011, 15.16.01
4
Un album incredibilmente epico, 6 canzoni abbastanza lunghe ma ottimamente suonate. In Kivenkantaja si resta estasiati di fronte alla teatralità del suono. Questa è classe signori, classe che riuscirà a deliziare anche i palati più fini. In ogni canzone si può notare il gusto per la buona musica che possiedono questi ragazzi. Come “Top Songs” si possono citare la titletrack e sicuramente Jumalten Kaupunki, che può entrare a buon diritto nella Top Ten dei Moonsorrow, assieme a capolavori come Pakanajuhla o Sankarihauta, tanto per capirci. In quest’album non ci sono brutte canzoni: forse Matkan Lopussa farà storcere il naso a qualcuno per la strumentazione minimalista che lascia ampio spazio a cori maschili a una dolce voce femminile. Raunioilla: 92 Unohduksen Lapsi: 89 Jumalten Kaupunki: 100 Kivenkantaja: 95 Tuulen Tytar: 93 Matkan Lopussa: 89. Media voti: 93 +2 per l’artwork e +3 per i sentimenti che suscitano queste canzoni. TOTALE: 98
Moonchild
Lunedì 5 Settembre 2011, 16.00.07
3
@ NonemonehPnaitsirhcitnA: Un disco sopravvalutato??? Sonorità ridicola??? Woah ..... stai scherzando per fortuna... per un attimo ho pensato che tu dicessi sul serio Questo disco è a dir poco una pietra miliare Voto: 98
NonemonehPnaitsirhcitnA
Venerdì 4 Marzo 2011, 20.19.16
2
Questo invece mi sembra un disco decisamente sopravvalutato...secondo me i Moonsorrow le grandi cose le han fatte da Verisakeet (compreso) in poi. Tra l'altro in questo disco (Kivenkantaja) i sintetizzatori fanno veramente schifo...hanno una sonorità che secondo me è ridicola. Se avessero avuto toni più drammatici come negli album seguenti sicuramente lo apprezzerei molto di più...
DarkGirl666
Venerdì 6 Marzo 2009, 18.21.36
1
grande recensione! potresti descrivermi l'artwork interno al cd?
INFORMAZIONI
2003
Spikefarm Records
Viking
Tracklist
1. Rauniolla (alle rovine)
2. Unohduksen Lapsi (i figli dell’oblio)
3. Jumalten Kaupunki / Tuhatvuotinen Perinto (la città degli dei/l’alleanza dei 1000 anni)
4. Kivenkantaja (il portatore di pietre)
5. Tuulen Tytar / Soturin Tie (la figlia del vento/la via del guerriero)
6. Matkan Lopussa (alla fine del viaggio)

Line Up
Ville Sorvali: voce, cori, basso
Henri Sorvali: chitarra , tastiere, fisarmonica, mouth harp, chitarra acustica, flauto, tin whistle, cori
Mitja Harvilahti: chitarra, cori
Marko Tarvonen: batteria, percussioni, cori, chitarra acustica a 12 corde
Markus Eurèn: tastiere
 
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