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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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( 8258 letture )
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La storia d’amore tra il sottoscritto ed i Samael è quanto di più meraviglioso si possa narrare. Li conobbi nel lontano ‘92 in occasione dell’uscita del loro secondo Blood Ritual ed a breve distanza li vidi suonare dal vivo nella solita bolgia dantesca che caratterizzava il Rainbow Club di quegli anni. Durante l’esibizione live rimasi sconcertato dal black elettronico -all’epoca ancora embrionale- che questi irriverenti transalpini ebbero il coraggio di sparare in faccia ai tanti curiosi accorsi al loro capezzale. Le stranezze stilistiche che l’accoppiata Vorph e XY proponeva, capeggiate dall’inconcepibile scelta di rinunciare ad un vero e proprio drumkit -cosa che da taluni fu letta come un oltraggio agli stilemi metal- conseguirono tra il pubblico un ottimo successo, tuttavia non fecero subito scuola.
Come tutte le passioni durevoli, anche la nostra fu generata da una folgorazione dirompente (Blood Ritual, Cerimony Of Opposities) e successivamente suggellata da una maturazione che ebbe molti momenti significanti: dalla rivoluzione tecno di Passage, al rave-metal di Solar Soul la distanza tra noi fu sempre prossima, a testimoniare un sentimento -da parte mia- davvero inesauribile, ma pure un criterio compositivo -da parte loro- mai scontato e/o sornione. Anche a mente fredda non riuscirei a stilare una classifica delle varie performance di transito nei vari anni: ho apprezzato tanto le scarmigliate e furiose accelerazioni giovanili, quanto i rigorosi e scientifici studi d’insieme delle ultime prove; nel complesso è piuttosto semplice intravedere nei sette full-length (Era One & Lesson In Magic #1 escluso) un cammino ben preciso verso lidi meno metallici e più elettronici, cosa che qualcuno ha considerato alla stregua di una via-crucis stilistica; io, di contro, immaginavo una trasformazione verso l’EBM più puro. Bene, signori miei, Above all’EBM ci ammicca anche, ma con una tendenza tutta sua e particolarmente avvezza alla violenza.
Prima di azionare il PLAY per questo nuovo capitolo dei nostri elvetici, ancoratevi per bene al giaciglio su cui pensate di godervi la pratica: Above è una martellata sonora che non potete nemmeno immaginare. Fin dai primissimi secondi dell’overture Under One Flag è chiarissima la volontà di recuperare le attitudini ipervelocistiche delle origini. Vorph aveva annunciato -peraltro sottovoce- di voler aumentare l’impatto della propria musica, tuttavia io stesso, che mi vanto di conoscerli piuttosto bene, non potevo immaginare una prestazione tanto maschia. I tasti su cui i Samael premono per ringiovanire di almeno 10 anni sono abbastanza scontati, ma la riuscita complessiva è davvero sconvolgente: innanzitutto un’intensificazione ritmica parecchio decisa che aumenta la velocità nativa dei vari brani, nessuno escluso; in questo senso XY costruisce con la drum-machine una base talmente fitta e rapida da divenire prevalente nell’economia dei brani. I mid-tempos sono merce rara e la tendenza cadenzata e sincopata del drumming degli ultimi Reign Of Light e Solar Soul si mantiene solamente in alcune porzioni di Virtual War e Earth Country. Tantissimi blast-beat ed una pungente doppia cassa da brutal-deathster ne completano una performance davvero esaltante; ovviamente la precisione dell’elettronica contribuisce a mantenere quella freddezza, iconograficamente svizzera, che i nostri hanno sempre -e ribadisco “sempre”- manifestato. Per quanto mi concerne XY ha firmato la più grande delle sue programmazioni: che fenomeno!
L’incremento medio dei battiti della drum-machine (con picchi veramente ultra-fast) non è fine a se stesso e disallineato (come lo è nei conterranei Darkspace) con il reale progredire strumentale, che difatti risulta accelerato di pari passo. I Samael, in Above, utilizzano un guitarism derivato dalla tradizione black nordica: molto tremolo-piking, accordi in tritonale, scale diminuite e semidiminuite, ottave di riferimento medio-alte ed una distorsione grezza e “grattata”; qualche “reminiscenza” death-thrash la si intravede ancora, ad esempio in Dark Side, nella limitrofa God’s Snake ed in alcuni riff particolarmente corposi sparsi nel disco, in cui Makro e Worph fanno ringhiare l’ascia in bitonale. L’attitudine alla melodia è stata mantenuta ed anzi, rispetto al passato, questa viene costruita proprio con la 6 corde invece che con la tastiera o gli effetti di loop, che in Above assumono una connotazione molto differente: eravamo abituati a sentire nei Samael una base costante e ripetuta sulla quale XY lavorava di keyboards; oggi che il songwriting è mutato, pure l’apporto dell’elettronica è stato trattato diversamente. Il grillo saltellante (per capire dovreste vederlo dal vivo) rinuncia infatti a configurare la sua piattaforma come indiscussa prima attrice nel processo realizzativo di Above: ciò significa rinunciare ai giri campionati di un tempo per concentrarsi in un uso dei tasti principalmente armonico, dalla timbrica neutra e poco “danzereccia”. Quello che da Passage in poi era un potente “urlo sintetico”, oggi è un delicato “sussurro” di completamento, molto importante, ma non più primario nel bilancio dei motivi trainanti. Prestando attenzione e, soprattutto, avvalendovi di un impianto di un certo valore, ritroverete nel sottofondo il possente lavoro “da mediano” che XY si carica sulle spalle: gli apporti sono numerosi, ma spesso soffocati dall’irruenza dei cordofoni e dal martellio incessante e pesantissimo della batteria elettronica. La produzione, tra l’altro, è totalmente sbilanciata in tal senso, con la chiara intenzione di favorire la costruzione di un wall of sound monolitico, ovviamente a discapito di una perfetta distinguibilità di tutti i contributi strumentali e vocali presenti.
Ottimo, come sempre, il lavoro di Masmiseim al basso: un suono pieno e stentoreo che ben si sposa con la distorsione marcia delle chitarre. Un cenno ora alla prestazione vocale di Vorph. La mutazione stilistica di Above passa anche attraverso il cantato del suo membro cardine. Dimenticatevi la pienezza quasi pulita degli ultimi Reign Of Light e Solar Soul: XY applica all’ugola del fratello una distorsione che altera pesantemente il registro del suo screaming. Il risultato è quello di creare un grido che per tecnica e timbrica trova paragoni nel solo harsh-EBM più oltranzista (Hocico, Wumpscut, ecc…). Corrotto, alterato, poco chiaro: per me semplicemente incantevole!
Come avrete capito dal mio entusiasmo, la summa di tutte queste soluzioni, più o meno tradizionaliste, plasma un’amalgama emozionante e comunque molto originale; molti raffronteranno questo album all’esordio “satanista” Worship Him, anche se in realtà di quel black scarno e seminale è rimasto ben poco; nemmeno i riff orgiastici “pre Satyricon” (come li definiva il nostro ex Dario Celoni) di Cerimonies Of Opposities sono tornati alla ribalta. Above è un album mortifero, freddissimo, praticamente unico; è pregno di quell’aurea metafisica che ha caratterizzato i lavori dei Samael fin dagli anni ‘90: la spaventosa regolarità nello svipluppo delle battute (che a volte li avvicina ai Fear Factory di Soul Of A New Machine) e la minuziosa costruzione degli arrangiamenti fanno di brani come Under One Flag, Polygames e Black Hole magnifici esempi di studio matematico applicato alla musica; Virtual War e Illumination sono le perle (industrial) che mancavano alla setlist per consacrare questo lavoro da titani. Profondo, malvagio, spaventoso… Above è un incubo; la più sinistra delle allucinazioni in cui possiate ritrovarvi.
Per me invece non è altro che l’ultimo atto di una meravigliosa storia d’amore. Quella tra me ed i Samael, naturalmente. Fossero tutte così…
Che capolavoro!
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VOTO LETTORI
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84.17 su 158 voti [
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Disco solido e compatto ...forse un tantinello troppo! In ogni caso complessivamente buono! |
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Mah. Sono disorientato. Leggo la recensione e lo scrittore sembra che gridi a un miracolo...aggettivi a tre dimensioni, exploit retorici rutilanti, genuflessioni ripetute sino all'autolesionismo, lacrime, bava e schizzi di amore assoluto e........85!!???.... Ahahahahah!!! Vabbè!! Ad ogni buon conto, Samael e il suo culto è ben lungi dal terminare. La stella brilla altissima e inarrivabile. Qui c'è Satana nella sua quintessenza fatta di gnosi e orgoglio! Con samael la musica è sempre grande! 90 |
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Disco stratosferico. Nient'altro da dire! |
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me ne fotto se questo disco non suona come i darkthrone, i dark funeral, i marduk o "panda" simili: per me è diventato uno dei migliori dischi black di sempre! |
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E come dimenticare: contattami in privato sulla mail @metallized. Effettivamente, e questo oramai lo si sa, il prodotto era destinato ad un progetto parallelo più "deciso" rispetto al mood Samael degli ultimi periodi. Però l'indole è sempre quella e guardare indietro credo abbia fatto molto bene sia a loro che ai fans, ammesso che Cerimony è comunque un capolavoro difficilmente ripetibile. E poi, personalmente, le sperimentazioni black/elettro tirate mi fanno impazzire (vedi Darkspace o Helel). |
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Grande Giasse ti ricordi di me ? mi sa che Blood Ritual nel '92 te lo passai io, se ricordo bene ) in ogni caso, questo disco lo sto ascoltando piu' volte ma non riesce a convincermi. non so, non lo capisco. sicuramente e' un mio limite, ma non capisco perche' Xy si e' messo a far andare la drum machine a 8000 giri.. a presto. ciao |
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A me non dispiace anche se il gruppo ha prodotto di meglio. |
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Massiccio. Fin troppo. Non un album orribile, anzi in alcuni punti è veramente notevole, solo lo trovo troppo... Plasticoso. In ogni caso, distante anni luce dai capolavori "Passage" e "Ceremony..". |
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In ogni caso è bello massiccio, non male, non male.... |
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Io penso invece che la maggior parte del drumming in questo disco sia suonato. Non per niente, a differenza dei dischi precedenti, la scritta Drums è prima con tanto di sponsorizzazioni all'interno... |
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Si ragazzi... XY suona anche qualche tamburo acustico (tom-tom) e qualche piatto, ma il 90% del drumming è programmato (e si sente): lo fa anche dal vivo. |
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Xy: Drums, Keyboards and Programming |
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Disco violento e senza fronzoli. Una mazzata! Dai credits risulta addirittura che la batteria è realmente suonata da Xy e non programmata. |
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l'ho appena preso, vi farò sapere |
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A mio modo di vedere o - visto che parliamo di musica - di sentire, i Samael una volta facevano black metal "raffinato" non ora. Ora le chitarre macinano riff piuttosto scontati, il cantato è inferiore al passato e la batteria elettronica è messa troppo in evidenza. Lo so che capolavori come : Blood Ritual e Ceremony of Opposites non sono facilmente ripetibili, però scendere a questo livello beh... non me lo aspettavo proprio. Quelli si che erano dischi "raffinati" potenti con riff incredibili. Adesso corrono corrono senza meta senza senso. Non che la velocità non mi piaccia ma dai... qui i riff sono davvero scontatissimi; tutti simili già sentiti altrove milioni di volte. A questo punto era meglio se continuavano a sperimentare. |
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Un insulto per quali fan? Quelli attaccati al raw black o quelli attaccati al loro industrial/pseudo-ebm? Quest'album mostra che i samael sono tornati a far black, ma non più rozzo, grezzo, bensì moderno ed in maniera eccelsa. E' un cambio radicale. Se fia aprte della prima schiera, avresti dovuto ripudiare i samael già da un bel po' di anni; se fai aprte della seconda, invece, sappi che i samael nascono da radici black, e ora ci sono tornati. Hanno dimostrato di avere un'ampia mente in campo musicale proponendo un genere completamente diverso da quello iniziale e questo disco è la dimostrazione che tale eterogeneità mentale/musicale non è morta creando qualcosa di ancora diverso, OBIETTIVAMENTE di ottimo livello. |
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Mammamia...... onestamente penso che si tratti di una "ciacalla" di disco. Un vero schifo messo in musica. Immondizia senza senso. Un insulto per i fan, una vera e propria presa per i fondelli. Delusione totale. |
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Ascoltato un paio di volte...ragazzi che atmosfera che crea questo album! Fenomenale! Io sono uno di quelli entusiasti del loro viaggio recente attraverso spazio e spiritualità, ma devo ammettere che ci riescono anche suonando Black metal! E quindi di nuovo lode ai nostri svizzeri! (anche se si potevano alzare un po' di più le chitarre cavolo!) |
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purtroppo negativa, ma aspetto con ansia la tua diagnosi. |
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Ovviamente Ross non ti fermare ad Above... Ehi taipan non capisco se la tua nota sulla "sposa" è posistiva o negativa... ma ne parleremo abbondantemente. |
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non mi piace.Sono legato ai SAMAEL da " Cerimonies Of Opposities" in poi e da loro mi aspetto una stesura di songs meno ripetitive .Latitano in quntità eccessiva pure le atmosfere sinistre a me tanto care.Potente è potente, ma nono mi basta.Ovviamente questione di gusti.E per quanto riguarda" LA SPOSA" credo che stavolta sia morta. |
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Scusate tanto,ma non avevo mai ascoltato i Samael prima di questo disco (mi perdoni Giasse?).Devo dire che questo "Above" e' veramente un gran bel disco,potente e che sembra gelarti il sangue nelle vene,non so se riesco a rendere l'idea!Ascoltando questo cd sembra di essere uno di quei pupazzi con i quali provano gli air-bag,sbattono contro un muro e se il salvavita non funziona,si spaccano tutti!GRANDE,GRANDE LAVORO E GRAZIE A TE GIASSE PER LA RECENSIONE CHE ME LI HA FATTI CONOSCERE. |
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Grazie mille per i complimenti (Vale, Simone, Autumn, Raven, Renaz), sempre ben accetti. Preciso una cosa: non ho affrontato il confronto con Passage per il semplice fatto che i due dischi sono profondamente diversi. Come dire... tutti e due "fanno male" ma in modo diverso: Passage è una morsa avvolgente, via via più stretta, che finisce per soffocare; Above è un colpo secco inferto da una mazza ferrata. Scegliete voi di che morte morire! p.s. x Master: fra un po' arriva... |
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Concordo un pò col Menty e un pò con il ragnetto... forse sarò ignorante io, ma preferivo Passage... magari considerandolo in una chiave melodic industrial mi sarebbe piaciuto di più, non so. A parte tutto, recensione strepitosa. |
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Straordinariamente complicato e glaciale in tutta l'anima del disco. L'85 lo merita tutto. Mentre la race.... beh merita molto più di 85, stupenda! |
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Mah... mezzo flop. Produzione incerta con batteria sintetica messa troppo in evidenza. Le chitarre saranno anche taglienti ma davvero poco originali. Il cantato nettamente inferiore al passato (mi riferisco a quando facevano un black "più true"). Insomma : un disco in definitiva senza quasi senso; pasticciato; approssimativo. Una caduta che nella cariera di un gran gruppo può sempre starci. Speriamo nel prossimo. |
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non per rovinare la faste e tantomeno la poesia (...del resto il mio fratellone è un maestro in questo), a me francamente questo capitolo targato Samael non ha entusiasmato, o meglio, esattamente come Giuseppe dopo una serie di lavori formidabili dove i nostri hanno davvero superato se stessi e il genere (o generi, che dir si voglia) un ritorno alle origini, francamente mi lascia perplesso. Tutto questo proprio perchè sulla copertina c'è scritto SAMAEL sulla copertina! Diversamente, e probabilmente, ABOVE sarebbe stato accolto dal mio gulliver in modo sostanzialmente differente. Mi riservo di metabolizzarlo meglio, anche se... |
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Per quanto mi riguarda, è stato difficile entrare in sintonia con quest'album. Mai mi sarei aspettato, dopo Reign of Light e Solar Soul, un album così depravato, corrotto e violento. Un sound glaciale e pesantissimo che sembra voler erigere un muro tra la band e chi non ha intenzione di fare devozione dell'ascolto; uno scotto da pagare per comprendere un'opera che si lascia avvicinare con difficoltà, ma che una volta fatta propria non si lascia più allontanare o abbandonare. Black, industrial, qui siamo oltre, siamo al di sopra... Above, appunto. |
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Guardate che ho tra le mani un altro capolavoro inenarrabile... e non scherzo... qualcosa che scotta davvero. ve ne parlerò a breve, anche se tutto il mondo doom ha già capito di cosa parlo... |
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Basta Giasse, stai creandomi notevoli problemi economici, d'ora in poi solo recensioni negative, grazie |
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Perchè le sue recensioni devono sempre farmi mettere mano al portafoglio? |
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Il rapporto d'amore che invece un lettore puo' avere con le tue recensioni è narrabile? Bel lavoro e grazie di avermi consigliato anche questo gruppo |
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Beh... le sensazioni spontanee sono quelle che ci fanno amare o odiare un disco. A questo punto sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il resto del mondo... poi, tra un po', tiriamo le somme... thx per la spiegazione. Stay Metal... |
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Salve Giasse... Penso che la somiglianza la si possa trovare forse nel modo di concepire la forma di canzone... Ho notato che hanno abbandonato la struttura che caratterizzava Passage, o i passaggi black di Ceremony...Penso che non si tratti di una questione di suoni o di modi di suonare-cantare, ma proprio di impostazione stilistica... Però ammeto che probabilmente è frutto di una mia associazione di idee non proprio corrispondente alla realtà...Diciamo che mi hanno comunicato quello che di solito mi comunica Rosenrot o Mutter, però in modo leggermente diverso...più industrial... |
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Sai Nightbalst che non ci vedo bene la similitudine con i Rammstein? Forse il solo utilizzo del basso è paragonabile, perchè le chitarre suonano black, l'elettronica -come dicevo nella rece- è stata abbastanza ridimensionata, soprattutto a livello melodico ed il drumming è parecchio più rapido. Anche la voce mi pare agli antipodi con un timbro sforzato e filtrato dall'harmonizer (Lindemann canta impostatissimo e baritonale). Però il tuo punto di vista mi incuriosisce, visto che sono un fan anche dei Rammstein: che ne dici di approfondire un po' la tua visione? Intanto un saluto. |
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Bell'album senza dubbio...Forse un pò troppo Rammstein, ma di sicuro bello...Certo, non è Passage... |
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Tracklist
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1.Under One Flag 2.Virtual War 3.Polygames 4.Earth Country 5.Illumination 6.Black Hole 7.In There 8.Dark Side 9.God's Snake 10.On the Top of It All
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Line Up
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Vorph: vocals, guitars XY: Programming, Keyboards, Percussion Makro: Guitars Masmiseim (Christophe Mermod): Bass
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RECENSIONI |
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