|
26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
|
|
|
( 3733 letture )
|
Spellcraft dei tedeschi Darkseed è uno di quei dischi che lasciano diversi interrogativi in chi li ascolta. Nell'arco della sua quasi ventennale carriera la band, che si auto definisce gothic, ha subito svariate metamorfosi stilistiche dando l'impressione di ricercare con ossessiva perseveranza la notorietà a discapito della crescita artistica. Dagli esordi melodic death dei primi anni '90, alle contaminazioni classic metal di fine decade, sino alla deriva elettro-goth degli ultimi album, i Darkseed del leader storico Stefan Hertrich (principale compositore, la cui uscita di scena provoca nel tardo 2006 lo scioglimento del gruppo) si sono barcamenati in un calderone di soluzioni ammiccanti la moda del momento, fosse questa una primordiale manifestazione dello swedish death, o l'affermazione mondiale dell'industrial proposto dai connazionali Rammstein. Gioco forza i lavori ne sono spesso usciti penalizzati in termini di originalità, fallendo persino nella riproduzione carbon copy delle fin troppo evidenti fonti d'ispirazione.
Freschi di accordo con la Nuclear Blast, i Darkseed danno alle stampe nel 1997 un album il cui tentativo di espandere i confini del death verso un romanticismo genuino e naïf si perde in risonanze maideniane, sperimentazioni dark-pop alla Depeche Mode e azzardi doom di stampo Paradise Lost. Non mancano i richiami al power teutonico nelle progressioni ritmiche, il tutto miscelato al fine di creare un alchimia che stenta però ad emergere. La qualità della registrazione non contribuisce certo alla resa del platter, sebbene soffermarsi eccessivamente sulle sue pecche strutturali significherebbe estrapolarlo forzatamente dal contesto di quegli anni. Pezzi interessanti come Fall Whatever Falls o Kills My Heart si alternano a veri e propri buchi nell'acqua come Walk In Me, Spirits o Nevermight. L'evidente limite di una proposta troppo variegata si manifesta inesorabilmente nella scelta discutibile delle voci femminili, scarne sia in termini di espressività che di tecnica, concessione oltremodo ruffiana ai cliché del gothic. In un guazzabuglio infernale degno del miglior Nicholas Flamel, il sovrapporsi degli ingredienti più disparati priva interamente l'album di sapore, devitalizzando quanto di buono seminato e disperdendo energie in soluzioni musicali tortuose e senza via d'uscita. L'evolversi della carriera dei Darkseed negli anni a venire confermerà purtroppo la loro incapacità di trovare un approccio credibile e un'idea artistica di fondo, portandoli ad un inglorioso quanto inevitabile anonimato.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Nicholas Flamel... bella metafora |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Craft Her Spell 01:31 2. Fall Whatever Falls 04:20 3. Self Pity Sick 04:04 4. You Will Come 04:10 5. That Kills My Heart 03:46 6. Be Ever Heard 03:19 7. Walk In Me 04:11 8. Spirits 04:43 9.Nevermight 03:49 10. Senca 04:27
|
|
Line Up
|
Stefan Hertrich - voce Thomas Herrmann - chitarre Daniel Kirstein - chitarre Rico Galvagno - basso Willi Wurm - batteria
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|