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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
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Candlemass - Death Magic Doom
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( 6580 letture )
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Data la grande importanza della release, come già facemmo in passato per Death Magnetic dei resuscitati (?) Metallica, Metallized vuole proporre una visione completa dell’album in questione scomodando ben due recensori.
25 anni di storia, 10 full-length, una vita passata a suon di doom metal: loro sono i Candlemass.
A voi le impressioni sul nuovo, attesissimo Death Magic Doom.
La Redazione
Prima Recensione di: Fabio Rossi “Hm is the law” C’era notevole curiosità per il nuovo album dei Candlemass dopo la buona prova di King Of Grey Islands, pubblicato nel 2007. Dopo ripetuti ascolti posso affermare che la decima release in studio del gruppo svedese, intitolata un po’ banalmente Death Magic Doom, è un grandissimo disco, uno dei migliori mai prodotti dal gruppo di Stoccolma. Gli otto pezzi ivi contenuti sono intelligentemente sempre in bilico tra sonorità heavy e doom; strutturalmente semplici, duri, immediati, con numerose ed azzeccate aperture melodiche. I testi di Leif Edling vertono efficacemente su tematiche orrorifiche e religiose; in grande evidenza il corposo lavoro alle chitarre del duo Björkman/Johansson impegnati incessantemente a creare riffs accattivanti e coinvolgenti per tutta la durata del disco. Di notevole levatura la prova del cantante Robert Lowe, una colonna portante del gruppo che, ormai, non fa più rimpiangere il grande Messiah Marcolin. Interessanti alcuni velati interventi delle tastiere in grado di esaltare, in taluni frangenti, il tono epico delle composizioni (esempio in Clouds Of Dementia).
La track di apertura If I Ever Die è un possente hard rock con un riff portante molto bello. Il finale del brano introduce magistralmente Hammer Of Doom, il pezzo migliore secondo me, dal ritmo lento, funereo e claustrofobico; ti coinvolge sin dal primo ascolto con in evidenza il suono di una campana a morto ed un riff allucinante. Straordinaria la successiva melodica The Bleeding Baroness che richiama terribilmente alla memoria i mitici Black Sabbath degli esordi. Meno significativo il doom di Demon Of The Deep, mentre House Of Thousand Voices, il brano più lungo, è oscuro e soffocante pregno di atmosfere sinistre. La dura e diretta Dead Angel possiede un grande riff molto potente ma si perde con un ritornello un po’ banale. Clouds Of Dementia è caratterizzata da un mid-tempo ossessivo e travolgente. Chiude l’epica My Funeral Dreams strutturalmente caratterizzata da parti lente alternate ad altre più veloci con un Robert Lowe desisamente sugli scudi.
Death Magic Doom è un lavoro molto equilibrato in grado di accontentare i vecchi fans e di far avvicinare alle inconfondibili sonorità dei Candlemass coloro che ancora non li conoscono. Il merito va ascritto non soltanto all'elevato spessore artistico dei brani ma anche ad una produzione davvero superba.
L’unica nota stonata per questa release è che ha avuto la sfortuna di uscire quasi in contemporanea con un altro bellissimo album doom metal The Devil You Know degli Heaven & Hell con un certo Toni Iommi alla chitarra e R.J. Dio alla voce: il confronto è davvero improbo!
VOTO Prima Recensione: 80
Seconda Recensione di: Daniele Salvatelli “Born Too Late” Ho atteso con molta curiosità questo nuovo lavoro dei Candlemass; soprattutto dopo aver constatato a malincuore la scarsa qualità dei due inediti contenuti nel precedente Ep, Lucifer Rising. Le vicissitudini passate della band e il loro ruolo fondamentale all'interno del genere, nonché i recenti tira e molla con Messiah Marcolin, credo siano informazioni a tutti fin troppo note; sembrandomi abbastanza superfluo riprendere questi argomenti a mo' di introduzione, passerei a parlare direttamente di questo Death Magic Doom.
Dopo ripetuti ed attenti ascolti posso dire, non senza una malcelata punta di delusione, che quest'album non mi ha convinto per nulla; cosa che invece il precedente King Of The Grey Islands era senza dubbio riuscito a fare. Il sound degli svedesi in Death Magic Doom vira sempre più verso un power metal di facile presa, come è possibile ascoltare nella traccia d'apertura If I Ever Die; diretta e ammiccante, ma decisamente prevedibile. L'elemento che ha portato larga parte della critica ad osannare questo lavoro è che quest'ultimo potrebbe essere facilmente collocabile nella metà degli anni '80 per le sue sonorità e per il feeling che suscita. Se tutto questo è più che apprezzabile, e non solo da parte dei nostalgici o dei defenders, quello che a mio avviso affossa ogni buon proposito è un' eccessiva linearità a livello compositivo, talvolta disarmante e soprattutto non mascherabile dietro intenzioni di presunta accessibilità. Mi pare fin troppo evidente che composizioni così sfocate non possano che mostrare il fianco a delle carenze creative, più che dimostrare una volontà di proporre un'espressone metallica dura e pura. Prendiamo su tutte - come esempio - The Bleeding Baroness e House Of Thousand Voices che, nonostante degli ottimi spunti espressivi della voce, strumentalmente sembrano procedere con poca convinzione, in un insieme di riff che mal si amalgamano nell'economia dei brani. Nonostante questa fiacchezza compositiva i nostri riescono comunque a regalarci brani davvero notevoli; Hammer Of Doom sembra uscita direttamente dal loro disco d'esordio, per quanta carica misterico-evocativa trasuda da quelle note sospese in un battito d'eternità, e Demon Of The Deep non è da meno nel suo maestoso incedere. Le altre canzoni procedono mestamente e solo il superbo lavoro di Robert Lowe, passionale ed evocativo in ogni passaggio, riesce a smuovere e a rendere interessante il lavoro. Terzo brano da salvare ritengo sia Clouds Of Dementia che, nonostante qualche palese autocitazione melodica, lascia almeno una traccia del suo passaggio.
Avevo promesso di non riaprire il solito inutile dibattito sulla band, ma non posso fare a meno di chiedermi, soprattutto dopo questo ascolto, perché ci si ostini a fare dei confronti tra vocalist. È facile fare paragoni tra un cantante che ha impresso la propria voce nei dischi del massimo picco creativo della band (Marcolin) e un altro che invece sta quasi da solo tenendo in vita i Candlemass, visto che le idee cominciano a scarseggiare. In sintesi dico che questo disco è certamente ascoltabile, e con una prestazione di Robert Lowe eccellente, ma i bei tempi sono ormai lontani: un lavoro discreto, nulla di più. Rimane il grande rammarico per una band in netto declino, e non è certo colpa del cantante texano, al quale va larga parte del voto assegnato in questa recensione.
Io sono un fan dei Candlemass, ma non per questo devo essere sordo.
VOTO Seconda Recensione: 68
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27
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Buon album, ma gli altri con Lowe secondo me sono meglio. |
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26
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Gioiello post/Marcolin in cui la decisiva "virata" (secondo me in realtà già iniziata da Tales of Creation) verso sentieri decisamente molto più true/heavy e grintoso power metal, si sposano a pennello con il loro epic/doom metal delle origini...E l'ingresso di Lowie contribuisce in modo ancor più decisivo ,con il suo timbro graffiante e evocativo molto "R.J.DIO style"!
Un album fresco,potente ed evocativo che mette d'accordo tutti...il successivo Spalms of Dead poi raggiungerà il top ...ennesimo loro "canto del cigno"!
Io do un bel 85! |
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25
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Io sto con la prima recensione. Disco stupendo. |
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Per me il loro capolavoro rimane Nightfall, ma è bellissimo anche questo! |
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Ascoltato solo una volta e di primo acchito Psalms mi è piaciuto di più, però mi sembra interessante. Approfondirò! |
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Ok, calcolando che l'era Lowe si è conclusa, posso dire che questo è il mio album preferito del succitato periodo. |
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quell'anno lo ascoltai molto, per me è un bell'album altrochè. Bleeding Baroness e Demon of the deep sugli scudi. |
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20
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Ok, questo è un discone della madonna. Concordo con The Noghtcomer sul discorso inerente l'originalità, ma Death Magic Doom, pur non essendo originale, è un discone. Marcolin? Grazie per Nightfall, Ancient dreams, Tales of creation e l'omonimo, ma addio! Lowe ha una voce molto più calda e sinceramente dopo aver anche ascoltato alcuni classici reinterpretati dal vocalist statunitense, devo dire che Messiah non mi manca per nulla. Tornando al disco, dico che Death Magic Doom ha dei pezzi che vanno a finire per diriitto nell'olimpo dell'epic doom: If I Ever Die, Hammer of Doom, The Bleeding Baroness e My Funeral Dreams sono canzoni da urlo. Adesso, sperando che il loro ultimo lavoro sia un lavoro clamorosamente bello, ritorno ad ascoltare questo capolavoro. |
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19
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@ Giuseppe: forse penserai che sono paradossale, ma pur dandoti ragione non condivido completamente quello che hai scritto. Perchè? Semplice: la tua analisi tecnica, molto diretta e senza peli sulla lingua, si fonda senz'altrosu una considerazione esatta (sto parlando del discorso "originalità"), ma -imho- non può essere questo l'unico parametro mediante il quale valutare l'album. Mi spiego: a distanza di molti anni è già un bene che gruppi storicamente associati ad un'epoca ben definita (ed aggiungerei in questo particolare genere) riescano a produrre lavori di buona fattura, a dispetto degli inevitabili ricorsi alle "convenzioni" che rendono tale ed identificabile un dato stile (in questo caso si parla del doom), già di per sè non facile, in quanto delimitato entro confini ben precisi (a mio avviso meno malleabili di quelli che definiscono altri generi). Accetto il tuo giudizio se basato sul gusto personale (sul quale non si discute e che va rispettato), ma altrimenti -valutando con quel metro- dovremmo stroncare tanti di quei dischi da perdere il conto, soprattutto tra quelli più recenti, e limitarci ad ascoltare i pochi lavori che realmente contengono degli spunti innovativi di rilievo. Ma la musica è anche emozionalità, piacere irrazionale e valutazione soggettiva: se la si vede in questi termini anche un disco "ruffiano" può avere un senso e risultare piacevole. |
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sono d'accordo con il primo recensore, per me il disco è nell'insieme molto sulfureo/evocativo, ma se ci fosse M.Marcolin alla voce... |
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Io sinceramente l'ho preferito a King Of The Grey Islands. Grandissima prova tecnica, grandissimo coinvolgimento. 85 |
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Inserita la media voto (68 + 80 : 2 = 74) |
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15
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Disco assolutamente deludente. Non una sola canzone o riff originale. Niente che non potresti prevedere già dopo i primi 4 accordi. Questo non è ( o non dovrebbe ) essere il livello di questa grandissima band. il mio voto: 50 |
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14
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Per me il voto è 75. Buon disco ma gli manca la marcia in più di King of the Grey Island. Si vede che Leif Edling sta cambindo il modo di scrivere musica per adattarsi alle potenzialità di Robert Lowe, che sono enormi! In KOTGI Lowe ha cantato su musiche palesemente scritte per le timbriche di Marcolin. Death Magic Doom è il primo vero disco dell'era Lowe, che si preannuncia comunque eccellente. Se potete, non scaricatelo. Compratevelo. |
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13
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Sono assolutamente in sintonia con arkanoid e curioso di sentire questo album, che sino ad oggi avevo pensato di evitare per i motivi, per ora da me solo ipotizzati, descritti da Enrico. |
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12
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Semplicemente superbo!!! |
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11
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Disco fenomenale in tutti i sensi |
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10
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Stringo la mano ad arkanoid e mi trovo d' accordo con “Born Too Late” per quanto concerne il lavoro svolto dai grandi Candlemass,disco che denota stanchezza e odora vagamente di stantio. |
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9
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Più passa il tempo e più mi convinco che questo sito è uno dei migliori in assoluto in campo metal. Queste due recensioni sono di notevole spessore pur essendo contrastanti l'una con l'altra. Esprimono posizioni e sensazioni diverse con garbo e professionalità dando adito a succose e proficue disquisizioni. Complimenti veramente ai due recensori (fatevi un giro si internet non troverete recensioni su questo disco altrettanto profonde) |
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8
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Disco semplicemente "RUFFIANO" all'ennesima potenza. Mi è piaciuto; non è nemmeno avvicinabile ai capolavori del passato; il nuovo cantante non è male ma, vicino a "dio" Messiah Marcolin, non è NESSUNO. In numeri : 65. |
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7
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Grandissimo disco secondo me il migliore della loro straordinaria carriera dopo Nightfall |
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6
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Straordinario in assoluto la migliore release dell'anno |
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5
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Aspetto di sentirlo. Bella rece. |
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4
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Nightfall è inarrivabile. Però che gran bella release! |
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3
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Semplicemente straordinario |
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2
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Semplicemente straordinario |
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1
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Bello, oscuro,doom,Candlemass. Un discone. "if I ever die" è un emblema di Power Doom. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. If I Ever Die 2. Hammer Of Doom 3. The Bleeding Baroness 4. Demon Of The Deep 5. House Of 1,000 Voices 6. Dead Angel 7. Clouds Of Dementia 8. My Funeral Dreams
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Line Up
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Robert Lowe - voce Jan Lindh - batteria Leif Edling - basso Mats "Mappe" Björkman - chitarra Lars Johansson - chitarra
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