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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 8418 letture )
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Quanto conta la cura del sound in un disco, rispetto al valore effettivo dello stesso?
Immagino che i lettori più affezionati si stupiranno a leggere il mio tono vagamente ironico come inizio di una recensione dei Rush, band che ho a più riprese lodato e dichiarato come una delle mie preferite in assoluto.
Ammetto che il mio incipit sia in qualche modo esagerato rispetto a quello che andrò poi a dire, ma credo che, una volta spogliato del sarcasmo implicito in esso, sia comunque un buon modo per riassumere il mio pensiero su Power Windows, undicesimo album della band canadese.
Ciò che voglio precisare da subito è che questo disco, come alla fine ogni album del trio, mi piace. Mi piace punto e basta. Ed è proprio qua che sta il problema. Coi Rush sono abituato a sognare ad occhi aperti, ad essere rapito da musica che va oltre alla facciata della tecnica o di una produzione eccelsa – elementi comunque mai assenti – e da cui scaturiscono emozioni indescrivibili. Con Power Windows sento invece che qualcosa viene meno, come se dietro al lavoro certosino della band (e a quei due/tre capolavori che i nostri riescono sempre a infilare in un album) qualcosa manchi, e che non basti un l'esperienza di questi grandiosi musicisti per sopperire completamente a questa mancanza.
Ma dato che le ho accennate, citiamole queste grandi canzoni presenti: Marathon è uno dei pezzi più coinvolgenti che mi vengano in mente in tutta la carriera della band, con un refrain assolutamente irresistibile (quante volte ho sorpreso miei amici o parenti canticchiarlo dopo averlo sentito solo due o tre volte!) e un lavoro stupefacente di Lee al basso, strumento che lungo tutto il disco si ergerà a ruolo di assoluto protagonista, riservandosi più volte di sovrastare la chitarra (che qua infila comunque un assolo eccellente). Altro pezzo di ottima fattura è Manhattan Project, anch'essa caratterizzata da un sound di facile presa e orecchiabile, ma mai banale, giocato soprattutto su una linea melodica molto delicata; l'ultima – a mio avviso – canzone davvero di ottimo livello è la conclusiva Mystic Rhythms, che come si intuisce dal titolo è basata su atmosfere molto particolari e, per l'appunto, mistiche (impossibile non pensare a Hold Your Fire, che sarebbe arrivato solo due anni dopo); delle tre è sicuramente il brano che richiede più tempo per essere assimilato, ma forse anche quello in grado di suscitare più emozioni (anche se deve vedersela per questo con Marathon).
Il resto del disco si divide tra canzoni di livello medio-alto (vi prego di notare che si tratta di una scala relativa alla carriera dei Rush, poiché utilizzare un riferimento “assoluto” porterebbe a giudicare tutti i dischi con votazioni altissime) e altre tenute a galla solo dalla perizia tecnica del trio, capace di trasformare in pezzi piacevoli anche brani che mancano di quel “quid” per diventare grandi lavori. Alla prima categoria appartengono di sicuro Middletown Dreams, ottimamente giocato su un ritmo allegro e inarrestabile, The Big Money (in cui forse il basso si fa anche troppo invadente) con la sua fase centrale e la chitarra che mi ricordano qualcosa di Grace Under Pressure (che, non dimentichiamolo, era uscito solo un anno prima) e per finire Territories, dall'incedere molto particolare che mi lascia sempre un po' spiazzato ma che non può non coinvolgere l'ascoltatore (ottima la parte dopo la metà del disco, che per continuare nei parallelismi mi viene spontaneamente da collegare – anche se in modo vago – con Roll The Bones).
I due pezzi che non convincono sono invece Grand Design e Emotion Detector; la prima, soprattutto, suona troppo “di mestiere” e quando la ascolto la mia immaginazione mi fornisce la sgradevole immagine della band seduta a tavolino a dirsi: “Ok, questo pezzo non è il massimo ma vogliamo pubblicarlo, cerchiamo di renderlo più presentabile”; la seconda invece sembra inciampare in un timido tentativo di anticipare la strada di Mystic Rhythms e del disco che seguirà – e in tal senso è significativo che i due brani siano di seguito e in fondo all'album – ma con un piede saldamente fermo su quanto presente nelle prime tracce del disco. In fin dei conti il risultato non è comunque malaccio e il confine tra questo pezzo e quelli citati prima non è così marcato.
In definitiva mi trovo a dover ribadire i dubbi evidenziati in apertura di recensione: per un pubblico abituato alle emozioni che i Rush hanno sempre saputo regalare questo disco presenta alcuni cali che fanno traballare il giudizio finale. Nondimeno, se questo platter venisse ascoltato da qualcuno che malauguratamente non conosce la band, o se semplicemente fosse stato il lavoro di un altro gruppo, nessuno, ma proprio nessuno, si sarebbe potuto lamentare!
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Il migliore dei Rush anni \'80. E pensare che il primo album ignoto preso dalla home (Darkestrah - Nomad) ha preso lo stesso voto ahhahaha |
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E\' il loro album più \"pomp\" (come giustamente sottolineato da qualcuno nei commenti), quello più \"AOR oriented\"... ma è anche, per quanto mi riguarda, quello meno immediato (degli anni \'80). Nel senso che i pezzi, pur con tutta la classe assoluta che da sempre li accompagna, non sempre arrivano al primo impatto. E\' un altro grandissimo album, sempre ottimamente suonato e, come detto, con tantissima classe, ma anche io lo metto dietro agli altri che lo precedono e lo seguiranno. Sia chiaro, parliamo sempre di canzoni favolose, ma a volte sembrano trascinarsi (in alcuni punti) e a volte non impattano come han sempre fatto le loro composizioni. Anche se è giusto dirlo, anche nei pezzi meno immediati c\'è sempre quel lampo di genialità (un riff riuscito, un giro di tastiera memorabile, un refrain epico) che svolta le carte in tavola... e questo solo dei musicisti come loro possono permetterselo. Comunque tra le composizioni mi preme citare \"The Big Money\", \"Grand Designs\", \"Manhattan Project\" e \"Emotion Detector\", davvero favolose! Quando si mette sù un album dei Rush, si viaggia sempre!! |
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A me i Rush non fanno impazzire, ma con questo disco è stato instant love; la potenza del prog-rock con le armonie e i suoni degli anni \'80 è una combinazione fantastica... mio personale parere. |
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io trovo che il miglior aggettivo per questo power windows come per il successivo hold your fire sia \"sognante\" e trovo siano un apice qualitativo del gruppo oltre che due dischi unici dissimili da ogni altra cosa |
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I Rush sono sempre stati una garanzia, almeno fino ad un certo punto, ma quello che mi ha sempre lasciato perplesso e la qualità delle incisioni. Questo album è bellissimo e contiene pezzi davvero coinvolgenti ma il sound…. trovo che sia tutto virato sui medio alti e lo trovo piuttosto affaticante già a volume medio (un peccato perché questo disco dovrebbe essere sparato a mille) . I bassi ci sono, eccome, ma non scaldano un suono che alla fine risulta piuttosto freddo. Mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni in proposito.
Un caro saluto a tutti. |
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Si sente un certo taglio AOR e alcuni pezzi sono "scolastici",ul restobottini ma non come negli album precedenti..un buon album ma certamente non un capolavoro. |
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Dopo l'ascolto di questo disco sei in pace col mondo. Oltre. Gli arrangiamenti di Mystic rhythms sono da brividi. |
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Che disco strano...Eppure è magnetico. Lo ascolti a ripetizione e ogni volta scopri qualcosa di diverso. Fintamente facile. Marathon e Mystic Rhythms poi sono due perle incredibili. 78 |
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capolavoro indescrivibile come il successivo hold your fire |
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Altro capolavoro dei Rush in un ambito piu' commerciale come l'AOR, emozionante dalla prima all'ultima nota, voto 95 |
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Altro album coi fiocchi di una band leggendaria. Troppe tastiere? Addirittura riferimenti agli U2 in alcuni punti? E allora? Era il 1985, si sa benissimo che i tre canadesi hanno sempre strizzato l’occhio, con la loro classe sopraffina, al sound del momento. Il mercato è il mercato. Se però poi vengono partoriti album con profondità stilistiche e liriche intense come questa, NULLA da eccepire. |
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Pop idiota, leggi la track list, questa e' un area virtuale? Ma il disco e' vero. Molto dispiaciuto per Neil, molto. Un grosso abbraccio ad Alex che conosco personalmente. Ovviamente i Rush hanno cominciato con gli Zeppelin? Qual'e' uno dei simboli sonici dei 4 sticks? |
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Altro grandissimo album! Uno dei migliori degli anni ottanta, a me il periodo synth-oriented dei Rush è sempre piaciuto (sebbene anche per me il top l'hanno raggiunto nel decennio precedente). Grande esempio di come evolvere il proprio sound creando sempre musica di alto livello. 8 pezzi di grande classe, su tutte Marathon, meravigliosa. Peart sempre strabiliante. Voto 87 |
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Per me i Rush sono altro, mi fermo a Moving Pictures... in ogni caso la band non si discute. |
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Il benessere interiore dopo l'ascolto di Power windows è impagabile. Altro pianeta. |
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Buona recensione, anche se, per quanto mi riguarda, sono d'accordo con la maggior parte delle persone che hanno commentato fin qui. Power Windows è un disco grandioso, per contenuti, testi e naturalmente musica, condensati in un tripudio di sintetizzatori ed effetti, ma usati sapientemente e con la solita maestria dal prog trio per eccellenza. Sarà che io sono un patito del loro periodo anni ottanta, o synth oriented, che dir si voglia, da Permanent Waves a Hold your fire (Presto lo devo approfondire) ma effettivamente sono quelli gli anni in cui è venuta fuori la genialità assoluta di questa immensa band. Senza nulla togliere a dischi come CoS, 2112, AFTK e ovviamente Hemispheres. Da Power Windows, di cui mi piacciono tutte le 8 tracce, direi che spicchino su tutte: Marathon, Manhattan Project, Territories (da urlo!) e quella meraviglia criptica di Mystic Rhythms. |
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Ah probabilmente è anche il disco con i testi migliori e con il lavoro di basso più sboroso di quel genio di Lee. |
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Uno dei loro dischi migliori. Il songwriting è ad un livello stratosferico...l'unica leggermente sotto tono è The Big Money, per il resto sono tutti gioielli. probabilmente l'ultimo capolavoro della band. |
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Agent, ho letto tutte le tue recensioni dei Rush, che trovo bellissime. Però che palle sto periodo sinth oriented (eccetti signals) - giudizio prettamente personale! |
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Questo disco merita di più. Non sarà uno dei loro capolavori ma vale più di 78. |
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senza voler offendere nessuno parafrasando 'i gusti son gusti' . Ma secondo me ''power windows '' è un CAPOLAVORO senza tempo - magari oggi giorno uscissero album del genere con un uso delle tastiere incredibile che si fonde in un prog rock sublime cioè di classe da vendere!! il mio voto personale è 90/100. |
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Non è il migliore dei Rush. Il voto di Nikolas è più che congruo: se diamo 95 a PW e MP quanto diamo? |
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assolutamente no. Fai bene a dire la tua ed a pensare quello che hai scritto nella recensioni. Sono considerazioni comunque fondate e non campate in aria. E poi non hai mica detto che fa schifo... |
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Immaginavo, che dire probabilmente mi sbaglio io, dato che sono solo contro tutti |
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Mi dispiace ma non posso essere d'accordo con Nikolas, per me quest'album è un vero e proprio capolavoro come il suo successore e tutti i precedenti fino a 2112. Testi, tecnica e melodia sono fusi sempre con sapiente gusto e maestria. Voto: 95 |
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10
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altro grande centro questo Power Windows ad opera dei maestri indiscussi del prog rock i RUSH, giù il capello a tanta bravura e una vena creativa che non si esaurisce mai. |
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Un disco bellissimo a mio avviso merita un 85 |
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Ovviamente al posto di lavi volevo scrivere live XD P.S. Com'è che che la rece di AFTK in home non ha ancora nessun commento? |
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@Autumn: tranquillo è sempre piacevole discutere pacatamente su queste cose a me questa fase, pur non essendo la mia preferita, non dispiace affatto (78 a questo disco è il più "basso" voto che abbia dato ai dischi di questo periodo, contro un 87 a GUP e l'80 a Signals e RTB) @Roberto555: in effetti è difficile scegliere da cosa iniziare visto che ci sono ben 18 album in studio Sicuramente i dischi di cui dicevo a inizio recensione, ossia 2112, Hemispheres, A Farewell To Kings, Permanent Waves e Moving Pictures sono TUTTI da ascoltare. Se non sei un amante strettamente del prog ti consiglio proprio Moving perchè è sicuramente quello più easy-listening. Comunque tutti quelli senza dubbio. Poi se vuoi provare un po' di sound diversi puoi provare: Grace Under Pressure, SIgnals, Roll The Bones, e ovviamente l'ultimo Snakes And Arrows, giusto per farti un'idea delle varie evoluzioni stilistiche intraprese dalla band. Tra i lavi senza dubbio Exit... Stage Left |
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Ho capito Nikolas. Non era per far polemica, è solo che diverse volte ho trovato gente che fa fatica ad apprezzare questa fase dei Rush e proprio non me ne capacito, tutto qui. |
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Mi rivolgo al recensore: conosco la band solo di nome ho ascoltato qualche pezzo in passato e non mi era sembrato per niente male. Non possiedo nessun disco ma vorrei ascoltare la loro musica e conoscerli: la discografia però sembra una lista della spesa; consigli sul "da dove cominciare" per apprezzarli al meglio. GRAZIE DI CUORE SE MI RISPONDI |
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Un po' entrambe: per il gusto personale non sto a dilungarmi perché non c'è molto da dire, mentre per il resto quello che ho cercato di dire nella recensione è che a me pare che dietro alla struttura aor del disco ci sia (in minima parte ovviamente, dato che ho comunque parlato di grandissimi pezzi e che solo due non mi dicono granché) un lavoro frutto eccessivamente del "mestiere" che produce canzoni curate e d'impatto che però perdono qualcosa della freschezza che li conraddistingue |
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L'unico punto su cui non ti seguo è il perchè non ti convinca il fatto che Power Windows sia molto aor: è questione di gusto personale o ci sono motivazioni concrete? |
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Anzitutto grazie per il commento, sempre ben accetto Posso sicuramente capire che il fatto che sia l'album più pomp e aor ti piaccia, e invece forse è proprio quello che non convince del tutto me. Sul lato dei testi dubbi non ce ne sono, grandiosi come sempre. Poi, i dischi dei Rush sono forse quelli su cui è più difficile esprimere un giudizio oggettivo, dato che il tipo di emozioni che riescono a suscitare sono così personali e varie che se prendo 18 persone diverse non è difficile che ci siano 18 dischi preferiti diversi. Come ultima cosa vorrei solo sottolineare come sia difficile giudicare questi dischi anche in virtù che come ho detto nella recensione, se mi "limitassi" ad esaminarne il valore "assoluto" sarebbero tutti dischi che orbitano attorno al 90, per cui sono costretto a fare confronti tra i dischi, il che, visto il livello IMMENSO raggiunto da altri dischi, porta alcuni (questo, COS, FBN,TFE, e più avanti quando li avrò recensiti anche Presto e VT) a giudizi (non mi sto limitando al voto numerico, ma anche ai giudizi su singole canzoni, giudicate magari "meno convincenti" di altre) che sembrano davvero bassi, ma che come cerco sempre di sottolineare hanno quantomai un valore relativo. Scusatemi per il mio lungo e noioso discorso |
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Non sono completamente d'accordo Nikolas, per me Power Windows è un disco grandioso al pari di tutti gli altri. Otto gemme e nessun filler, per non parlare dei soliti testi sopraffini. Questo è il loro album più pomp e aor... e a me fa impazzire. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Big Money 2. Grand Designs 3. The Manhattan Project 4. Marathon 5. Territories 6. Middletown Dreams 7. Emotion Detector 8. Mystic Rhythms
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Line Up
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Geddy Lee - Bass guitar, synthesizers, bass pedals, vocals Alex Lifeson - Electric and acoustic guitars Neil Peart - Drums, percussion, electronic percussion
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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