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ALAIN JOHANNES + THE DEVILS + ANANDA MIDA feat. CONNY OCHS
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HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Crown the Lost - Blind Faith Loyalty
( 2688 letture )
Decisamente troppa la carne messa al fuoco dagli Statunitensi Crown the Lost – tra i nuovi portabandiera di un certo ritorno alle origini – col risultato di risultare per lunghi tratti noiosi, se non addirittura fastidiosi, a dispetto delle indubbie qualità che si intuiscono tra le righe, (del pentagramma, ovvio).
Blind Faith Loyalty contiene elementi marcatamente Thrash nelle ritmiche, con la batteria di Kevin Antonacci spessissimo in doppia cassa, una impostazione vocale classicamente Heavy che si giova dell’inserimento di alcuni passaggi “di sostegno” in growl, un’attitudine spiccatamente Epic nel suonare i pezzi, insomma: un po’ tutto il campionario che affonda le sue radici negli stili più classici dell’Heavy Metal world.

Il problema di questo disco è che vuole mettere assieme troppe cose, le idee ci sono, ma non riescono ad essere trasmesse all’ascoltatore in maniera fluida.
Il gruppo è in possesso di buone qualità tecniche, a partire dal vocalist Chris Renaldi - dal timbro vagamente Halfordiano - per proseguire con una rocciosa e precisa sezione ritmica, per finire con il chitarrista Joe Bonaddio, un ragazzo in grado di sparare gradevoli soli per tutta la durata del platter senza perdere quasi mai smalto.
Non manca nemmeno una dose piuttosto elevata di discrete idee disseminate a macchia di leopardo per tutti i cinquantacinque minuti di durata di Blind Faith Loyalty.
E allora?

E allora Renaldi ha una bella voce, ma non riesce a disciplinarla, a governarla per trarne quanto possibile, punta ad una interpretazione teatralmente Epic, ma col risultato di essere quasi sempre monocorde, privo di variazioni dinamiche e spunti originali di qualsiasi genere, e sentire la stessa identica tonalità per cinquatacinque minuti vuol dire una sola cosa: annoiarsi.
Basso e chitarra ritmica fanno la loro parte, ma a spiccare è la batteria, ed anche lì il discorso è simile, doppia cassa si, rullate continue va bene, ma per cinquantacinque minuti di fila……
Il tutto porta a far passare in cavalleria anche l’ottima prova di Bonaddio, che però ci mette del suo ad appiattire il risultato finale del Cd mediante l’apporto di un growl assolutamente insufficiente.

Inutile citare un brano anziché l’altro, tutti contengono del buono e tutti vengono rovinati dalle pecche che ho evidenziato in precedenza.
I Crown the Lost dovrebbero avere il coraggio di prendere una decisione: semplificare.
Non è necessario inserire in ogni singolo pezzo ogni e qualunque spunto creativo passi per la testa di chi lo compone, così come non è necessario cercare di fare in modo che ogni singola nota suonata o cantata urli all’ascoltatore: ”Si, non c’è dubbio, siamo proprio bravi e siamo pertanto costretti a dimostrarlo, perché quasi sempre le cose prendono una piega che non è esattamente quella che gli autori si aspettano, ed è un vero peccato, perché con pochi accorgimenti potrebbero ottenere risultati importanti.

Li aspetto al prossimo giro di valzer, ma sono al secondo album condotto sulla stessa falsariga del primo e non li vedo molto interessati al cambiamento.
Spero di sbagliarmi, ma personalmente scommetto che saranno un’eterna incompiuta.



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
25.5 su 20 voti [ VOTA]
Raven
Domenica 7 Giugno 2009, 13.53.48
2
Già, ed è un peccato, perchè potrebbero dare molto.
ROSSMETAL 65
Sabato 6 Giugno 2009, 17.04.35
1
SI',IL VERO PROBLEMA DI QUESTO GRUPPO E' IL CANTANTE.ASCOLTATE LE PRIME CINQUE CANZONI:MENTRE LA BASE RITMICA,CHE SECONDO ME NON E' MALE,VARIA E PROPINA LE PROPRIE RITMICHE IN MANIERA PIU' CHE BUONA,IL CANTANTE SEMBRA INTERPETRARE SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITA' LO STESSO BRANO.DECISAMENTE POTENTE,MA MORTALMENTE NOIOSO.
INFORMAZIONI
2009
Cruz del Sur
Power/Thrash
Tracklist
01. Defame The Hypocrites
02. Drawing The Parallel
03. Bound To Wrath
04. Symbiotic
05. Finality
06. Dreaming In Reverse
07. Privation
08. Impose Your Will
09. Hollow Refuge
10. Blind Faith Loyalty
Line Up
Chris Renaldi - Vocals
Joe Bonaddio - Lead Guitars/Vocals
David E. Gehlke - Rhythm Guitars
Kevin Antonacci - Drums
Shaun Gunter - bass
 
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