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Job For A Cowboy - Ruination
( 6068 letture )
E sono tre anche per i Job For A Cowboy.
Dopo l'esordio con Doom, EP che li ha segnalati al mondo come new sensation in ambito death/core, ed un seguito di qualità assoluta, quale Genesis, eccoli tornare con Ruination.

L'album, è bene dirlo subito, è la conferma che il death/core sta agli Stati Uniti come la pizza al golfo di Napoli. Luoghi comuni a parte, la band di Glendale (Arizona) da l'ennesima prova di quanto sia capace: già dall'incipit Unfurling A Darkened Gospel è lampante che il gruppo non abbia perso niente in fatto di aggressività, tecnica e attitudine. Infatti, si parte sparati e si procede sulla stessa linea al suon di parti veloci e break schiacciasassi, perché, è proprio il caso di dirlo, formula vincente non si cambia. Ma, stabilito ciò, le successive songs Summon The Hounds, Consitutinal Masturbation e Regurgitated Deisinformation pur non abbassando di una virgola il tiro, quindi procedendo su binari qualitativi elevati, tendono ad uniformarsi, palesando una certa ripetitività di fondo.

Effettivamente è difficile muovere critiche nei confronti di Ruination, l'album pare inattaccabile e le tracce a venire ne sono ideali prosecutrici. Questo però, a mio modo di vedere, succede al primo ascolto. Dato che ogni disco, se vale in senso assoluto va ascoltato e riascoltato più volte, ho provato ad usurarlo nel lettore. Dopo alcuni ascolti ho notato punti controversi, di cui è bene parlare trasformandoli in punti interrogativi. I Job For A Cowboy sono degli esecutori eccelsi. Niente da obiettare. Se però dopo un ottimo Genesis, a due anni di distanza si passa al seguente album e ci si accorge che non c'è granché di innovativo nel songwriting, mi domando quanto sia giusto incensarlo. Se il death/core della band è oggettivamente genuino, tirato, ben fatto, allora come mai le canzoni difficilmente rimangono in testa? I due punti nascondono per me un comune denominatore. L'attributo più complesso in un genere estremo è l'essere si preparati, ma anche autoritari, e nei limiti del possibile, singolari. I Job For A Cowboy sono quanto di meglio ci si possa attendere tecnicamente, non mostrano mai il fianco. In parole povere, svolgono il compito formalmente in modo perfetto, per dirla in altri termini sono natural born executioners. La personalità però a volte latita e l'originalità la segue a ruota. Con questo non voglio lasciar intendere che i nostri non abbiano attributi, tant'é che in più di un'occasione hanno dimostrato ampie potenzialità in varie direzioni qualitative. Il fatto è che da una band di tale spessore ci si aspetta anche un songwriting proporzionato, un mood che resti impresso in testa, che ti rivoluzioni la giornata magari grazie ad un riff sbalorditivo. A conti fatti, è questo ciò che manca davvero ai picchiatori statunitensi, nonostante, è bene ripeterlo ancora una volta, la qualità e l'enorme perizia tecnica.

Ruination, per concludere, è un disco buono, consigliatissimo per gli amanti del genere, per chi adora il death/core ma non disdegna il brutal, per chi gode di fraseggi veloci e di blast beat a raffica. E' un disco di genere, ed in base a questo va valutato. Se la band riuscirà in futuro nell'impresa più complessa, quella della personalità tout court, allora salirà nell'Olimpo di coloro che segnano il passo; diversamente, rimarrà comunque una delle migliori realtà di un genere, pur senza plasmarlo.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
43.45 su 37 voti [ VOTA]
Macca
Venerdì 10 Aprile 2015, 14.37.01
12
Comprato insieme ad un altro blocco di disci e per ora ascoltato solo 3 - 4 volte, ma non mi sta entusiasmando. Tecnica e cattiveria a volontà, ma non ci trovo molto altro per ora.
drago
Martedì 31 Luglio 2012, 15.35.42
11
comunque sono avvocato... per tua informazione ..... e tu lascia fare le recensioni a chi un minimo ne capisce di musica .... l'obbiettività è un requisito fondamentale, tu non sai nemmeno dove sta di casa tale parola... ahahahahahah senza rancore comunque.. è solo che mi da fastidio chi giudica a priori
Alex Ve
Lunedì 30 Luglio 2012, 19.20.16
10
1) lascia il codice penale a chi ne capisce, non è arte tua - 2) Se avessi dato un'occhiata a tante altre mie recensioni verificheresti che non ho pregiudizi per un genere piuttosto che per un altro, anzi la tua critica fa il paio con tante altre (assolutamente legittime) che mi vengono rivolte per motivi diametralmente opposti a quelli forniti da te. Io metallaro? ......hahahahahahahahahhaahhaahha
drago
Lunedì 30 Luglio 2012, 15.03.12
9
io di certo non sono un'aquila... ma tu di certo hai l'udito di beethoven ...dare 75 a questo disco , dalla prima all'ultima traccia ugualissimi e noioso(e te lo dice uno a cui piacciono tanto i Job for a cowboy), e 60 a hell chose me (scusami per il 50) , sei ai limiti del codice penale......le recensioni bisogna farle oggettivamente...non esclusivamente soggettivamente..... che poi voi ''metallari'' vi siete fissati sul fatto che il deathcore è na merda...gruppi tutti uguali...aprite un po i vostri orizzonti, e le vostre orecchie
Alex Ve
Mercoledì 25 Luglio 2012, 19.30.38
8
@drago: 1) non ho recensito un live, ma un disco in studio, ergo quanto hai scritto tu non ha senso se riferito alla recensione. - 2) Hell Chose Me da me ha avuto 60 non 50 - 3) Ti chiami Drago ma di certo non sei un'aquila
drago
Mercoledì 25 Luglio 2012, 16.21.34
7
non so chi è che fa queste recensioni..... ma dai un 75 ai job for a cowboy, e poi dai 50 a hell chose me dei carnifex..... ma chi sei??? tiziano ferro??? non c'è paragone tra i 2 gruppi....tecnicamente e come stile di canto.... il cantante dei Job,nei live, è a dir poco pietoso.... scott lewis dei carnifex è un mostro...meglio live che su cd....
drago
Mercoledì 25 Luglio 2012, 16.21.24
6
non so chi è che fa queste recensioni..... ma dai un 75 ai job for a cowboy, e poi dai 50 a hell chose me dei carnifex..... ma chi sei??? tiziano ferro??? non c'è paragone tra i 2 gruppi....tecnicamente e come stile di canto.... il cantante dei Job,nei live, è a dir poco pietoso.... scott lewis dei carnifex è un mostro...meglio live che su cd....
Michele
Martedì 17 Aprile 2012, 14.40.20
5
Un ottimo disco, con gli ascolti cresce e si comincia a capire qualcosa A me sti qui piacciono ogni giorno di più!
Flag Of Hate
Mercoledì 11 Aprile 2012, 23.40.49
4
Come fare 3 dischi (sarebbero 4, ma l'ultimo non ho ancora avuto l'onore di ascoltarlo) perfettamente IDENTICI. Tutte le tracce si confondono in un solo, lungo, indigesto pastrugno sonoro che porterà inevitabilmente allo sciopero duro e puro stile FIOM dei vostri timpani. Violenza si, ma vuota, anonima, ininfluente. Il Cowboy di mestiere cura le vacche nella prateria americana. Dovrebbe continuare a far quello, invece che maltrattare le nostre povere orecchie.
teo zini
Lunedì 11 Aprile 2011, 12.07.02
3
Sono tanti i gruppi che non sgarrano e non escono dal quadrato, e si danno all' evoluzione del "gi� detto" e della "formula funzionante" e questi "Job for a Cowboy" ci sanno fare. Certo, se continuano cos� non arriveranno mai a varcare la porta dell'olimpo (o dell'inferno in questo caso), ma questo non sta a significare che il contenuto di questo disco sia noioso. Questi di cattiveria ne hanno parecchia e colpiscono in faccia quando c'� da colpire! http://nonsispammasumetallized.it
Ubik
Mercoledì 1 Settembre 2010, 21.57.14
2
mah nn mi dicono nnt
ROSSMETAL 65
Sabato 12 Settembre 2009, 23.50.56
1
Altro disco impressionante per impatto e coesione musicale.Secondo me e' addirittura superiore all'esordio "Genesis".Ma,sono rimasto solo io a fracassarmi le orecchie con i JFC,MAN MUST DIE,GOROD ETC??DISCHI FAVOLOSI,MA DEL TUTTO IGNORATI.FORZA RAGAZZI,CHE IO A 44 ANNI HO I TIMPANI COMPLETAMENTE FUSI!!!!!
INFORMAZIONI
2009
Metal Blade
Death Core
Tracklist
1. Unfurling A Darkened Gospel
2. Summon The Hounds
3. Constitutional Masturbation
4. Regurgitated Disinformation
5. March To Global Enslavement
6. Butchering The Enlightened
7. Lords Of Chaos
8. Psychological Immorality
9. To Detonate And Exterminate
10. Ruination
Line Up
Jonny Davy – lead vocals
Bobby Thompson – guitars
Al Glassman – guitars
Brent Riggs – bass guitar, backing vocals
Jon "The Charn" Rice – drums, percussion
 
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