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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Caliban - Say Hello To Tragedy
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( 3758 letture )
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Il titolo Caliban segna un rialzo. Gli investitori però aspettino, non è detto che questo non sia solo frutto di una bolla speculativa.
In pista da oltre 10 anni, torna una di quella band che anni orsono si era segnalata per una fama in costante crescita: i Caliban. Il gruppo tedesco, formatosi a fine anni '90 giusto in tempo per cavalcare l'onda lunga del metal/core, torna ora con il settimo lavoro in studio. Nel frattempo, i tedeschi che erano arrivati a farsi produrre da uno dei maestri della consolle, tale Andy Sneap, hanno visto negli anni ridursi le proprie aspettative, guarda caso col calare delle quotazioni del metal-core. Per dichiarare la parola fine sulla storia dei tedeschi però è ancora presto, perché a quanto pare, se non altro, la band si mostra quanto mai prolifica e costante nelle uscite.
Cerchiamo di capire se con questo Say Hello To Tragedy si è fatto un passo avanti rispetto al passato. L'album, prodotto bene, sembra segnare un deciso incattivimento nel sound, in particolar modo con le varie accelerazioni che segnano le canzoni, intervallate purtroppo da break davvero poco originali e sempre uguali negli anni. Quel che però di positivo c'è bisogna segnalarlo e quindi è necessario ammettere che con questo lavoro la band prova a fare qualcosa che si distacchi dalle solite nenie, a volte facendosi prendere dalla furia sonora, altre cercando linee melodiche leggermente più originali rispetto al già sentito. Le capacità dei 5 musicisti sono buone, e negli anni se tale band ha ricevuto attacchi o critiche, queste non sono piovute a causa della scarsa indole tecnica, ma per la limitata e limitante personalità. In questo disco, come ho detto sopra, un passo in avanti seppure lieve, lo si può segnalare. I lati positivi li si possono riscontrare solo in alcune delle 12 tracce, e vanno tutti nella direzione del maggior indurimento nel sound, senza continuamente interrompere lo stesso con ritornelli catchy da 4 soldi, ma pestando sugli strumenti dall'inizio alla fine, o quasi.
Si può parlare di svolta? Mah, considerando il comportamento del gruppo in questione io aspetterei, anche perché i Caliban non sono per niente nuovi a seguire la moda del momento. C'è la seria probabilità che anche in questo caso il mood del disco sia dovuto semplicemente alla volontà di abbracciare la strategia commerciale più favorevole in questi tempi, ovvero quella del death/core. Di certo però è che l'album non è mediocre, come io stesso supponevo. Tale considerazione vale tanto se questo risultato sia dovuto ad una passione rinnovata, quanto se invece sia figlio di una costruzione realizzata a tavolino.
Ripeto, il tutto suona meglio degli ultimi lavori della band, e per questo non si può certo parlare di svolta epocale, ma sarebbe disonesto non rendere conto di un lieve progresso. Una cosa però è sicura: i Caliban di possibilità ne hanno avute molte; a questo punto o si decidono, una volta per tutte, a ricercare un proprio sound e ad infischiarsene delle mode del momento, oppure dureranno ogni volta lo spazio di tempo della moda che seguono.
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7
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Ogni tanto lo ascolto ancora, non un disco epocale, ma onesto. da chi piace il genere Pio essere apprezzato. Ho acquistato la recente ristampa |
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6
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Bhà... d'accordo solo in parte...io posso dire di essere un buon fan del metalcore (quello buono!) e io stesso posso ammettere che ultimamente sta diventando una stupida tendenza, e molti gruppi stanno cominciando ad assumere connotati che io definirei "pop" o per niente metal (ex. Asking Alexandria, A Day To Remeber). Ma di gruppi buoni ce ne sono e sicuramente i caliban sono tra questi. Si, forse è vero, dopo the opposite from within non è che ci siano state troppe innovazioni e spesso li possiamo trovare un pò statici, ma dire che non hanno personalità è sbagliato...nella loro musica è evidente una certa unicità simile solo ai connazionali "Heaven Shall Burn", tanto da essere considerati (insieme a quest'ultimi) precursori dello swedecore (metalcore particolarmente influenzato dal melodic death svedese), dato di fatto. Quindi non parlerei tanto di mode e momenti commerciali...non ce ne sono, anche se comunque la mancata ricerca verso un sound più come dire "pieno e elaborato" ci ha portato a pensare che avessero voluto rimanere sulla cresta dell'onda. Cmq rimarranno sempre uno dei miei gruppi preferiti...Hail Caliban!!! |
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5
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recensione perfetta!!!rispetto all'ultimo lavoro sono risaliti un po' di livello...pero' nulla da far gridare al miracolo!!!dai almeno sono ancora sulla scena XD |
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4
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Quanti simpatici umoristi..eheheh |
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3
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x Electric Warrior: LOL! |
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2
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La copertina pare uno dei dinosauri de "Alla ricerca della Valle Incantata"...comunque band inutile |
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1
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LA Recensione calza a pennello.Questa e' una band dalle indubbie doti musicali,ma un po' acerba in un panorama metal che sicuramente inghiotte rapidamente formazioni non in grado di offrire niente di nuovo.i Caliban,come dici tu Alex,sono alla svolta.O nel prossimo album trovano il cocktail giusto,oppure entrano nel dimenticatoio insieme alle altre diecimila band del genere.Il disco,comunque,si lascia ascoltare. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. 24 Years 2. Love Song 3. Caliban’s Revenge 4. End This Sickness 5. Walk Like The Dead 6. No One Is Safe 7. Liar 8. The Denegation Of Humanity 9. Unleash Your Voice 10. All I Gave 11. In The Name Of Progression 12. Coma
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Line Up
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Andy Dörner - voce Marc Görtz - chitarra Patrick Grün - batteria Denis Schmidt - chitarra, voce Marco Schaller – basso
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