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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Threat Signal - Vigilance
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( 3906 letture )
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Hanno tutto per fare sempre meglio, ma devono mostrare più coraggio.
Quanto conti incidere per un'etichetta conosciuta e, diciamolo chiaramente, potentissima dal punto di vista commerciale, lo si evince analizzando l'ascesa dei Threat Signal. Il gruppo è arrivato all'esordio a fine 2006 su Nuclear Blast ed in soli tre anni si è fatto conoscere un pò ovunque. Under Reprisal, debutto per la band canadese, si contrassegnò come album riuscito nel complesso, e per le doti dei singoli musicisti, e per la qualità compositiva. Assolutamente niente di trascendentale, ma un buon disco degno di nota, dimostrazione che dietro il successo immediato non conta solo il traino dell'etichetta. Visto il precedente, unico ma affidabile, c'era molta attesa sul successore, il nuovo Vigilance.
Questo lavoro, anticipato da un ampio battage pubblicitario da parte della Nuclear Blast, è il classico album che non aggiunge niente di nuovo. Fin dalle prime battute ripercorre gli stilemi della band, che peraltro sono gli stessi del genere di riferimento, il metal/core si intende. Sottolineo però, che in questo caso non si tratta di un semplice "copia e incolla" di quanto proposto da tante altre realtà, ma di un tentativo in parte riuscito di coniugare sonorità davvero rocciose a refrains melodici. Le tracce, ben tredici, sono la continuazione di un discorso già fatto tre anni fa, che, anche se si segnala per la qualità strumentale, mostra alcune pecche dal punto di vista compositivo. Cerchiamo di sviscerarle. All'esordio questa band è stata una sorta di colpo allo stomaco per tutti i detrattori del metal/core, genere che già allora cominciava a mostrare limiti evidenti. Un colpo allo stomaco dicevo, perché con Under Reprisal si dimostrava come anche nel metal/core ci fossero ancora territori inesplorati, e così facendo si affermava che laddove c'è qualità, il genere di riferimento, seppur limitante ed abusato, conta fino ad un certo punto. Passati tre anni però, il lavoro fatto nel 2006 riproposto secondo i medesimi canoni, ora suona diverso. Verrebbe da chiedersi il perché. Le motivazioni sono molteplici e dipendono anche dalle impressioni personali di ognuno. Per quanto mi riguarda ritengo che la ragione prima del perché il nuovo Vigilance non colpisca davvero a fondo, siano dovute principalmente ai troppi lavori stilisticamente simili che ormai vengono lanciati sul mercato dalle etichette. Ok, sarà vero che in questo caso siamo di fronte ad una band tra le migliori, però nonostante la tecnica elevata, nonostante le qualità di un singer eccellente ed una produzione magistrale, il sound non stupisce più molto, se non altro non come nell'esordio. Di tracce buone ce ne sono abbastanza, e quando la band spinge sull'acceleratore si segnala per una potenza impressionante. I break sono davvero azzeccati, così come i fraseggi delle chitarre, mai banali, eppure il tutto non ha né la stessa forza emozionale, né la medesima carica dell'esordio. Che questo sia dovuto all'invecchiamento di un sound ormai riproposto in mille salse non è sicuro, ma rimane estremamente probabile. Purtroppo questa patologia, il non superare un filone che ha dato ormai tutto, sta segnando il presente e forse il futuro di un ensemble che, sia agli inizi, sia nel cammin di mezzo, hanno avuto ottimi spunti, ma che paiono ora prigioniere di se stesse. Sottolineo che questo Vigilance, nonostante tutto, è un lavoro migliore sia dell'ultimo album di casa Killswitch Engage, sia del debutto dei sopravvalutati Arkaea. Malgrado ciò, francamente non ne sono completamente soddisfatto, perché dai Threat Signal mi aspettavo un cambiamento di rotta, una svolta originale, senza per questo stravolgere il proprio sound. Così non è stato, e questa nuova uscita anche se buona non eccelle.
Ripetendomi sicuramente quest'anno abbiamo ascoltato di peggio, e anche molto, con nomi ben più altisonanti, autori di prove assolutamente anonime. Questo non è stato il caso dei Threat Signal, e gliene va dato atto con un voto positivo. Rimane però un pò di amarezza per una band che si ha la sensazione valga di più di quanto sembri, ma che non riesce ancora a darsi una svolta definitiva.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Afterlife 2. Through My Eyes 3. The Beginning Of The End 4. United We Stand 5. Beyond Recognition 6. Another Source Of Light 7. Hate Machine 8. Severed 9. Lost 10. Revision 11. In Repair 12. Escape From Reality 13. To Remember
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Line Up
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Jon Howard - voce Kyle McKnight - chitarra Pat Kavanagh – basso, voce George Parfitt – batteria
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