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Marduk - Wormwood
( 12980 letture )
Ricordo mio padre praticare innesti, orribile costrizione che lega una vita recisa ad un corpo estraneo.
Non c’è niente di più mostruoso; niente di più creativo; niente di più maledettamente artistico!
Spingendo all'estremo la sperimentazione nacque quel bocciolo.
Terribile, sconosciuta, meravigliosa crisalide di cui avere quasi paura …
Lo rammento come fosse ieri!

Il ricordo è affiorato, ancor più vivo, dal momento in cui la Regain Records mi ha messo a disposizione il nuovo ed 11-esimo capitolo della saga Marduk, ovvero questo Wormwood che succede a Plague Angel ed al tanto criticato Rom 5:12; entrambi ambasciatori di novità stilistiche, essi percorsero con acerba convinzione quella nuova via ancor più timidamente aperta da World Funeral, ultimo titolo prima dell’abbandono di Legion, che vedeva cominciare quel calo ritmico e quella -seppur embrionale- predisposizione melodica a tutt’oggi concretizzatasi nel songwriting di Evil.
Ed ecco spiegati i miei ricordi infantili: Wormwood è figlio di una convinta operazione stilistica in grado di incastonare all’interno dello schema del black metal ipervelocistico degli esordi, molti di quei connotati moderni che hanno permesso la definitiva consacrazione di band alla Pantheon I e Den Saakaldte -giusto per stare su qualche mia recente recensione- recependo quindi la lezione di Ordo Ad Chao dei Mayhem e riuscendo ad allargare ancora una volta i confini di ciò che va sotto il nome di musica estrema. La grande abilità dei nuovi Marduk è comunque quella di aver ragionato sul da farsi, pianificando e realizzando -prima a tavolino che in studio- un album la cui qualità di scrittura potrebbe lasciare perfino perplessi.

La band ridimensiona infatti la propria feroce -ed oramai sterile- matrice compositiva combinando al riffing incessante e ritmicamente esasperato porzioni lente e pesantissime (doom, avete capito bene) in cui l'eccezionale lavoro di arrangiamento trova il giusto spazio di manovra, fungendo da vero elemento qualificante. Tale aspetto, unitamente ad un intreccio vocale migliorato, denota la maturità raggiunta dagli svedesi: Andersonn (che ha pure fornito lo straordinario lavoro al banco di produzione) fa girare il suo 4 corde su partiture complesse e perfettamente armonizzate con la melodia chitarristica; scelta coerente quella di circondare la timbrica naturale del basso con effetti discorsivi così da coprire le più ampie frequenze auditive e meglio supportare il lavoro di Evil; a seguito di ciò accade tuttavia che la sensazione di distacco dallo stile nativo, effettivamente imbastardito con formidabili derive sludge, sia davvero spinta ai massimi livelli e potenzialmente passibile di immotivate critiche da parte della schiera di fan più tradizionalista.
Durante il riffing spedito (disseminato un po' ovunque e ben lungi dall’essere scomparso) la profondità verticale viene (volutamente?) schiacciata dalla veemenza della chitarra -spesso sovraincisa su linee plurime- e della batteria -per nulla allergica alle velocità stratosferiche a cui eravamo abituati. Ciò che si nota sempre e comunque è però la decisione dei Marduk nel cercare con la 6 corde una melodia chiara, distinguibile e votata anche all'appagamento estetico; purtroppo qualche eccesso di ripetitività costringe a dichiarare la non completa riuscita dell'operazione che resta dunque sul campo di battaglia quale principale punto di miglioramento per le prossime fatiche. E non è per trovare a tutti i costi un difetto …

Altro aspetto degno di nota è il buon vocalism di Rosten (o Mortuus che dir si voglia), ancorato ad un registro potente e distinguibile -perché evidentemente di "pancia" e non di “gola”- ed a tratti dotato di quella teatralità che lo può rendere spaventosamente maligno. L'approccio si sposa bene con la metamorfosi del sound mostrando pure una certa duttilità tonale che rende possibile la coesistenza di sfumature profonde con registri discretamente tirati: e quando Mortuus si impegna (This Fleshly Void, Whorecrown), l’esercizio si trasforma in un vero e proprio godimento!
Di livello, tuttavia piuttosto convenzionale, l'impegno di Broddeson dietro le pelli: se da un lato la noia viene scongiurata da soluzioni tra loro differenti ed adeguate alla varietà stilistica dell'impianto strumentale, dall'altro si può evincere un'attenzione alla linearità perfino esagerata che confligge un poco con l’articolazione e la minuzia con cui sono stati affrontati gli arrangiamenti; non siamo nell'olimpo, ma trattasi sicuramente di performance ampiamente positiva anche dal lato percussivo.

Da una rapida disamina dei brani si colgono le varie sperimentazioni che la band scandinava concede al suo pubblico. Nowere, No-One, Nothing a dispetto di un avvio piuttosto classico, rivela ben presto l'anima dell'intero Wormwood, ovvero quella carica di perfidia recuperata dagli accostamenti tonali più che dalla corsa cieca del drumming, concetto ben presto ribadito dall'introduzione ultra-slow della bellissima Funeral Dawn, tra i migliori episodi del platter anche per il centratissimo schema melodico. Lo sviluppo, appesantito dalla ritmica cadenzata, diviene ferale sulle divagazioni voce-basso che spezzano il riffing a metà canzone.
Suona invece "tradizionale" il filotto This Fleshly Void e Into Uttter Madness (che mi ricorda nella metrica del cantato -strano ma vero- la recente Revolt dei deathster Gorefest), in cui la band stenta scrollarsi la propria progenia "war black".
È comunque la seconda parte del platter a meritarsi gli elogi maggiori: Phosphorous Redimer si muove sugli up-tempo sentiti nelle precedenti 2 tracce ma è firmata dalle frequenze medie dell’ultimo minuto che ne modificano la percezione nei confronti dell'ascoltatore; To Redirect Perdition è trattenuta all’inverosimile e tornita tanto a livello vocale, quanto a livello strumentale grazie al solo-guitarism che galleggia sui grevi arpeggi distorti; Whorecrown e Chorus Of Cracking Necks sono assaggi di tonificante black metal cucinato con velocità, screaming e tremolo-picking, tutti ingredienti che sembravano lesinati nel banchetto mardukiano e che invece ritornano per soddisfare i blackster più affamati; fantastico infine il commiato di As A Garment: non fossero i Marduk non esiterei a definirlo “doom d’autore”!!

La verità? Wormwood è un album devastante, raffinato e vario. Per quanto mi riguarda non ci sono dubbi: che vi piaccia il black, che vi piaccia il doom, che vi piaccia tutt’altro, dovrete acquistarlo e pigiarlo ben bene nelle orecchie.
A macinarvi il cervello ci penserà da solo!

Wormwood … terribile, sconosciuta, meravigliosa crisalide di cui avere quasi paura …



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
62.31 su 47 voti [ VOTA]
Macca
Giovedì 14 Marzo 2019, 8.58.16
21
Rivalutato, inizialmente lo abbandonai dopo un paio di ascolti ma dopo averlo ripreso mi sono ricreduto: non griderei al capolavoro, ma è sicuramente un album buono e figlio di quello stile già parzialmente anticipato con i due precedenti lavori che avevano contaminazioni di altri generi estranei al black. A me comunque non era dispiaciuto neanche il tanto bistrattato Rom 5:12. Brani migliori Funeral Dawn, Into Utter Madness e Phosporous Redeemer. Voto 73
ihsahn
Venerdì 2 Dicembre 2016, 10.28.32
20
album mediocre, i riff di chitarra sono tutti uguali e banali, voto 40
Pete
Sabato 15 Agosto 2015, 11.55.28
19
Bellissimo
manaroth85
Domenica 12 Gennaio 2014, 19.43.37
18
grande album..funeral dawn pezzo stupendo, da mettere sempre in scaletta!
ErikPestilence
Lunedì 4 Giugno 2012, 1.57.18
17
Devo ammettere che solo dopo un pò di tempo ho imparato ad apprezzarlo... ed è comunque un album ben fatto!
Lorenzo
Sabato 10 Aprile 2010, 13.04.15
16
Un album pieno e possente un gran capolavoro
marco
Domenica 25 Ottobre 2009, 18.23.35
15
ancora una volta i marduk insegnano come si suona il vero black metal disco grandissimo
horrorifico
Giovedì 8 Ottobre 2009, 18.05.21
14
disco stupendo i Marduk non deludono
Nightblast
Martedì 6 Ottobre 2009, 12.00.48
13
Bel disco, carico di rabbia e di odio come sempre...Però continuo a sperare in un ritorno allo stile di Opus Nocturne...Ascoltare Sulphur Souls o Materialized in stone mi da i brividi ancora oggi dopo quasi 15 anni.
Giasse
Lunedì 5 Ottobre 2009, 23.42.05
12
Niente di strano... tranquillo )
Arekusu
Lunedì 5 Ottobre 2009, 10.00.13
11
Giasse... cos'è esattamente che faceva tuo padre?!?
Marduk
Domenica 4 Ottobre 2009, 13.06.33
10
Sono riuscito ad ascoltarlo, però non l'ho ancora trovato, e devo dire che è un gran bel album!! Sono d'accordo con il recensore! eh eh!
Kosmos Reversum
Sabato 3 Ottobre 2009, 19.33.26
9
L'album è un altro tassello della loro coraggiosa voglia di guardare avanti, ma con intelligenza e coerenza. Per il resto ha detto tutto Uno Qualsiasi. Certi dischi in giro che li facciano recensire a chi li sa recensire.
wonderghio
Sabato 3 Ottobre 2009, 13.04.54
8
marduk pure io abito a parma ero andato a vedere al music mille ma non c'era questo album T.T e nemmeno all shall fall ho visto...cmq un album che mi piace molto questo. per me sono un gruppo validissimo alla faccia di quelli che dicono che dopo che legion se n'è andato fanno schifo...
Marduk
Sabato 3 Ottobre 2009, 11.58.39
7
Cristo sai che dalle mie parti non lo trovo mica l'album, eppure abito a Parma!! uffa! comunque avendo tutta la discografia dei Marduk ce ne sono ben pochi di album sotto la media!
Uno qualsiasi
Sabato 3 Ottobre 2009, 9.29.51
6
Già sentito tutto l'album: da che Morgan ha rinnovato la formazione, i Marduk non ne hanno sbagliata più neanche una! Godo inoltre nel vedere come le critiche che vengono mosse ai Marduk sono fatte da gente che di black ne sente e capisce poco. Solo un imbecille potrebbe pensare che i Marduk suonano sempre uguali, oppure uno che ha sentito solo "Panzer...". La verità è che gira e rigira, i Marduk sono sempre qua, e continuano a rompere il culo. 10 volte meglio dell'album degli Immortal.
Pandemonium
Sabato 3 Ottobre 2009, 2.49.49
5
sai com'è Marduk, scrivendo nel sito non leggo solo quello che pubblico io... comunque ti rispondo con le parole di Giasse: "che vi piaccia il black, che vi piaccia il doom, che vi piaccia tutt’altro, dovrete acquistarlo e pigiarlo ben bene nelle orecchie. A macinarvi il cervello ci penserà da solo!"
Marduk
Sabato 3 Ottobre 2009, 0.02.17
4
Ehi Pande sei ovunque eh! comunque devo ancora ascoltarlo, ma è davvero cosi bello? perchè a me il doom non mi piace per niente, e ho paura che mi possa rovinare l'ascolto...
Pandemonium
Venerdì 2 Ottobre 2009, 21.17.19
3
Ascoltate quest'album signori, assieme all'ultimo Wolves in the Throne Room e Shining uno dei migliori album black dell'anno. Sinceramente non me lo aspettavo dai Marduk, una splendida sorpresa dunque. Spero l'apprezzerete in tanti. Complimenti a Giasse e alla stupenda recensione.
Nikolas
Venerdì 2 Ottobre 2009, 20.36.24
2
Devo ancora prenderlo (e parlo CHIARAMENTE di comprarlo) ma me ne hanno già parlato molto bene! La tua recensione, caro Giasse, mi invoglia ancopra di più!
Khaine
Venerdì 2 Ottobre 2009, 19.31.47
1
Le anteprime poste sul myspace mi hanno fatto ben sperare; ho inoltre avuto l'occasione di ascoltare Into Utter Madness e mi è sembrata grandiosa.
INFORMAZIONI
2009
Regain Records
Black
Tracklist
1. Nowhere, No-One, Nothing
2. Funeral Dawn
3. This Fleshly Void
4. Unclosing The Curse
5. Into Utter Madness
6. Phosphorous Redeemer
7. To Redirect Perdition
8. Whorecrown
9. Chorus Of Cracking Necks
10. As A Garment
Line Up
Daniel “Mortuus” Rosten - Vocals
Morgan “Evil” Håkansson - Guitars
Magnus “Devo” Andersson - Bass
Lars Broddesson - Drums
 
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